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Autotrasporto: Trasportounito annuncia fermo nazionale dal 31 marzo
Assemblea decisiva il 16 marzo ad Anagni
Redazione12 Marzo 2025 - Attualità



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    Roma – Si prospetta uno scenario critico per il settore dell’autotrasporto italiano. Dopo l’ennesimo incontro infruttuoso con il Ministero dei Trasporti, Trasportounito ha deciso di proporre una misura drastica: un fermo nazionale dei servizi di trasporto merci a partire dal 31 marzo. La decisione verrà ufficializzata nel corso dell’assemblea convocata per il prossimo 16 marzo ad Anagni.

    La denuncia di Trasportounito: “Nessuna risposta concreta”

    Il Segretario Generale di Trasportounito, Maurizio Longo, ha espresso forte preoccupazione per la situazione, sottolineando l’assenza di interventi concreti da parte del Ministero.

    “Di fronte alla totale mancanza di risposte alle criticità che rischiano di far collassare gran parte delle aziende italiane di autotrasporto, siamo costretti, nostro malgrado, a ricorrere a una protesta che il settore ha sempre adottato con estrema cautela” – ha dichiarato Longo.

    Le richieste avanzate dall’associazione riguardano la regolamentazione del mercato dell’autotrasporto e misure urgenti per affrontare le difficoltà dei conducenti professionali. Tuttavia, secondo Longo, le risposte ottenute finora dal Ministero sono state del tutto insoddisfacenti e prive di contenuti concreti.

    Il ruolo centrale dell’autotrasporto in Italia

    Il fermo nazionale mira a sensibilizzare il mondo politico e istituzionale su un dato fondamentale: l’80% delle merci in Italia si muove esclusivamente grazie all’autotrasporto. Il settore, già provato da costi operativi in crescita, carenza di autisti e mancati adeguamenti normativi, si trova ora in una condizione insostenibile.

    Se il blocco dovesse essere confermato, le conseguenze potrebbero essere significative per la logistica nazionale e il rifornimento delle filiere produttive.

    Prossimi sviluppi

    Tutte le speranze sono riposte nell’assemblea del 16 marzo, che potrebbe rappresentare l’ultima occasione per un confronto con il Ministero prima di arrivare allo sciopero.

    Nel frattempo, il settore attende con apprensione una risposta concreta da parte delle istituzioni per evitare un fermo che avrebbe ripercussioni su scala nazionale.




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