Trapani – Approda oggi innanzi il tribunale di Trapani, il processo a carico di un medico pediatra di libera scelta, accusato di omicidio colposo in relazione alla tragica morte di Giorgio, un bambino di cinque anni deceduto nel giugno 2023 all’ospedale “Di Cristina” di Palermo. Si tratta di un processo per un presunto caso di malasanità a Trapani.
Il rinvio a giudizio era stato disposto a ottobre dal Gup di Trapani, dopo un’udienza preliminare in cui si è costituita parte civile anche l’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, individuata come responsabile civile.
La cronaca
La vicenda giudiziaria scatta dopo la denuncia presentata dai genitori di Giorgio, di cinque anni, deceduto, nel giugno del 2023, al “Di Cristina”di Palermo dov’era ricoverato. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal Gup a conclusione dell’udienza preliminare. Si sono costituiti parte civile i genitori del piccolo, rappresentati dall’avvocato Massimiliano Fabio e l’Asp di Trapani. Nel capo d’imputazione per omicidio colposo o lesioni personali in ambito sanitario vengono contestati al pediatra: l’omissione di cautela, scrupolo, attenzione e diligenza nelle cure prestate al minore, dopo che i genitori richiedevano allarmati l’intervento dello specialista, mostrando un atteggiamento di insofferenza nei confronti dei timori manifestati dagli stessi, non interpretando correttamente la sintomatologia e senza sottoporre il piccolo ad ulteriori ed approfonditi accertamenti. Era stata la mamma a chiedere la visita del pediatra di fiducia preoccupata dai sintomi accusati dal figlio, ma solo dopo ripetute sollecitazioni ed un colloquio telefonico nel quale aveva consigliato la somministrazione di un integratore in gocce e a fronte dell’insistenza della madre, lo specialista sottopose il bambino ad una fugace visita ambulatoriale che, nonostante le condizioni di astenia, scarsa vigilanza e stato soporoso del piccolo, si concluse con la diagnosi di una comune gastroenterite. A circa 24 ore dalla visita però Giorgio si aggrava ed i genitori lo portano al pronto soccorso dell’ospedale di Trapani dove viene operato d’urgenza con diagnosi di “Appendicite acuta con peritonite”,da qui viene trasferito in rianimazione al “Di Cristina”, con diagnosi post-operatoria di “Occlusione Intestinale da appendicite acuta perforata”, Giorgio morirà il 29 giugno. Agli atti anche il responso della perizia affidata ad un collegio di medici esperti dal PM Antonio D’Antona della Procura di Trapani, che escluse censure sull’operato dei sanitari delle strutture ospedaliere.
«Ci rimettiamo con piena fiducia alle valutazioni degli organi di giustizia – aveva scritto l’avvocato Massimiliano Fabio – sulla scorta anche della scrupolosa attività di indagine compiuta e della consulenza tecnica del collegio di esperti già agli atti, affinché sia accertato qualunque eventuale profilo di responsabilità, consapevoli che nulla riuscirà mai a lenire il dolore dei genitori per l’immane tragedia che hanno subito».
Trapani – Al vulcanico presidente Valerio Antonini non è andata proprio giù la prestazione dei suoi ragazzi in quel di Picerno tanto che alla fine della gara ha pesantemente “ripreso” tutta la squadra con un durissimo post su X. Parole le sue che fanno pensare ad un restyling decisivo senza se e senza ma.
E così da indiscrezioni sarebbero già pronti parecchi fogli di via, che rigurdano molti giocatori della prima squadra, che lo stesso presidente, che certamente non le manda a dire, definisce “senz’anima”.
“A parte pochi eletti – aveva scritto Antonini dopo Picerno Trapani – zero voglia di vincere, zero interesse, uno schifo assurdo. Per la prima volta da quando sono presidente, ho sperato negli ultimi 5 minuti che segnasse il Picerno, per come abbiamo NON giocato oggi, ce lo saremmo AMPIAMENTE meritati. E pensare che anche con il Charter sono andati questi signorini”. E poi aveva aggiunto: “Serve una svolta subito o di teste ne faremo saltare parecchie da qui al 31 gennaio. Ovviamente alle mie esclusive condizioni, altrimenti li metterò a giocare in giardino con mio figlio come disse a suo tempo un presidente più autorevole di me. Viva il basket, i giocatori di basket, la passione del basket, tutta la vita. Senza se e senza ma”.
Detto fatto. Anzi in questo caso, scritto e fatto. Così il prossimo 12 gennaio in casa contro il Crotone la “rivoluzione” targata Antonini potrebbe materializzarsi con una nuova e rinnovata formazione agli ordini del tecnico Ezio Capuano. Nomi di peso che vogliono giocare “no pettinare le bambole a spese del presidente del Trapani”. Servono giocatori motivati accanto ad un presidente che di soldi ne ha investiti e parecchio. Un presidente che “fesso” non è – e che esige da tutti lo stesso “rispetto” che lui da a quanti arrivano a Trapani. Non ci sono “mucche da mungere” a Trapani, ma doveri da rispettare anche nel calcio. Sarebbero almeno sette i nomi che si fanno già in partenza da Trapani.
A cominciare da Fall per lui passaggio a titolo definitivo alla Virtus Entella. Foglio di via anche Andrea Seculin. Torna da titolare tra i pali in C di Enis Ujkaj che bene ha fatto tra i pali nella scorsa stagione. Ai saluti con formule diverse, Carraro, Karic, Spini, Crimi e Zuppel. Per ciò che riguarda Lescano andrà via solo con una offerta importante dietro. Il presidente Antonini pensa a breve e lungo termine, la Coppa Italia da vincere e i play off da giocare. In arrivo Gennaro Anatriello. Il Trapani avrebbe trovato l’accordo per il centravanti che in questa stagione con il Messina ha raccolto 19 presenze e 7 reti.
Ma in entrate sono previsti altri nomi che potrebbero finalmente dare il giusto volto a questo Trapani targato dal trio Antonini/Pavone/Capuano.
Anche nel Basket si prevedono buone nuove da parte di Antonini. In uscita come in entrata dove si attendono colpi da “numero uno” da far impallidire le migliori società di A.
Intanto sul fronte Basket Valerio Antonini incassa, e forse per la prima volta l’appoggio di altri presidenti di società Serie A a proposito del comportamento degli arbitri in campo. Ormai in molti hanno capito che le invettive del presidente della Trapani Shark Valerio Antonini non erano poi tutte campate in aria ma anzi avevano un suo fondamento.
Gli scenari – Proprio Antonini ha annunciato che chiederà di indire un’Assemblea in LegaBasket, con anche la compartecipazione della FIP (che ha la gestione arbitrale ndr). “Continuo ad avere proseliti da colleghi ed addetti ai lavori; Ora tocca al Presidente Longobardi di Scafati Basket, dopo Pallacanestro Trieste la scorsa settimana, e non siamo soli; è evidente che ci sia un tema arbitrale, le partite sono troppo condizionate da fischi cervellotici con evidente mania di protagonismo; Ci sono troppe partite condizionate da inizio anno; C’è bisogno di un cambiamento piuttosto urgente sia nel designatore, che da l’idea di aver esaurito il suo tempo visto come i nostri arbitri stanno conducendo questo campionato, sia in generale nel modo in cui arbitrare le partite incluso il tema dell’uso della tecnologia che deve essere oramai sempre più presente per evitare le situazioni viste in vari campi da inizio stagione; Chiederò di indire una Assemblea di Lega e proporre cambiamenti sempre più imprescindibili, invitando anche la Federazione a supportare le società per un cambiamento che non è più possibile procrastinare nell’interesse di questo bellissimo sport che tutti amiamo“.
Le decisioni del Giudice Sportivo
Intanto arriva la decisione del “giudice sportivo” che certamente non spegne il fuoco sulla vicenda arbitri. Dapprima il doppio coro Longobardi-Antonini, rispettivamente presidenti di Scafati e Trapani – con il primo che ha accusato pesantemente i direttori di gara dopo Scafati-Trieste di domenica scorsa in conferenza stampa, minacciando pure di denunciare l’arbitro Gonnella, e il secondo a parlare di condizionamenti delle partite e a chiedere un’assemblea speciale di Fib e Lega per proporre cambiamenti – ora i provvedimenti della Fip appena pubblicati.
A Scafati sono stati comminati un’ammenda di euro 4.000,00 per offese e minacce, collettive e frequenti, nei confronti degli arbitri, la squalifica del campo di tre giornate (“per invasione del campo di gioco da parte di più individui in due occasioni: nel corso della gara, a 2′ 47” del tempo supplementare, tre individui scavalcavano le transenne vicino ad uno dei canestri ed offendevano e minacciavano gli arbitri; fatto che costringeva gli arbitri a sospendere temporaneamente la gara per circa un minuto fino al rientro degli individui al di là delle transenne. Alla fine della gara due individui si avvicinavano, isolatamente, agli arbitri offendendoli, uno dei quali anche inseguendoli all’interno del tunnel di accesso agli spogliatoi, fatto che non degenerava per l’intervento dei dirigenti della Società ospitante” si legge nel comunicato Fip), un’altra ammenda di 1.000,00 euro per la presenza di persone non autorizzate all’interno del tunnel di accesso agli spogliatoi e, soprattutto, l’inibizione di 7 mesi per lo stesso Longobardi, reo di aver offeso “gli arbitri e protestato avverso le decisioni degli stessi, anche sporgendosi, in diverse occasioni, dalle transenne e perché, al termine della gara, insultando e minacciando gravemente («Meno male che hai la maglia grigia, ma prima o poi ci rivedremo fuori di qui») il secondo arbitro, sbatteva ripetutamente la porta dello spogliatoio degli arbitri, colpendo in una occasione, con danno lieve ad una spalla, il medesimo secondo arbitro”.
Non solo: la Procura Federale ha comunicato di aver aperto un’indagine sugli accadimenti al termine di Scafati-Trieste.
Decisamente meglio è andata a Trapani: “Ammenda € 667,00 per offese, collettive e sporadiche, nei confronti degli arbitri”.
Il Castello della Colombaia è uno dei luoghi simbolo di Trapani, un’icona che rappresenta non solo il patrimonio storico ma anche l’anima stessa della città. Situato su un promontorio roccioso che affaccia sul mare, questo antico castello è testimone di secoli di storia, ricco di eventi che hanno segnato la vita della comunità trapanese.
Originariamente costruito come monastero di San Giovanni Battista nel XIII secolo, il Castello della Colombaia si è evoluto nel tempo, diventando una fortificazione militare. La sua posizione strategica lo ha reso un punto di osservazione privilegiato per la difesa della città, e nel corso dei secoli ha subito diverse modifiche. La sua struttura robusta, con torri e mura di cinta, è ancora oggi visibile in gran parte, testimoniando la grandezza della sua funzione difensiva.
Il Castello della Colombaia è considerato oltre che il simbolo di Trapani e del nostro giornale, anche per il suo legame indissolubile con la tradizione marinara della città. Affacciato sul porto e sul mare, il castello è stato per lungo tempo punto di riferimento per i pescatori e per chi viveva del mare, testimoniando l’importanza di Trapani come nodo cruciale nel Mediterraneo.
Oggi il Castello della Colombaia è una delle principali attrazioni turistiche di Trapani. Grazie alla sua posizione panoramica, offre una vista mozzafiato sulla città e sul mare circostante, diventando una meta imperdibile per chi visita la città. L’area circostante, caratterizzata dalla natura selvaggia e dalla bellezza del paesaggio, invita anche a passeggiate e escursioni.
Inoltre, il castello è spesso sede di eventi culturali, mostre e manifestazioni che contribuiscono a valorizzare ulteriormente il suo ruolo nel contesto contemporaneo. La sua rilevanza storica e culturale, unita alla suggestiva bellezza del luogo, lo rende un punto di riferimento non solo per i trapanesi, ma anche per i visitatori provenienti da tutto il mondo.
Il Castello della Colombaia rappresenta un legame forte tra il passato e il presente di Trapani. La sua conservazione è fondamentale per mantenere viva la memoria storica della città, e oggi si susseguono iniziative per preservare questo monumento, affinché le generazioni future possano apprezzarlo come simbolo di una Trapani fiera delle sue radici. Visitarlo non è solo un tuffo nella storia, ma anche un’opportunità per comprendere la cultura e le tradizioni di Trapani, un angolo di Sicilia che sa come unire passato e presente in modo armonioso.
Il Castello della Colombaia, quindi, non è solo una delle principali attrazioni turistiche di Trapani, ma è anche un simbolo di identità e orgoglio per la comunità trapanese. La sua storia, la sua imponente struttura e la sua posizione strategica fanno di questo castello un tesoro da scoprire, un luogo che racconta la storia millenaria di una città che affaccia sul mare e sulla cultura mediterranea.