Trapani – Le modifiche al regolamento sulla gestione del cimitero comunale volute dall’amministrazione Tranchida, stanno creando un clima di grande tensione e apprensione. Insomma probabilmente certe regole non sono piaciute. Le nuove disposizioni riguardano tra le altre cose anche l’accesso al camposanto, con un controllo più rigido rispetto al passato.
Clima che da tempo viene puntualmente denunciato da sindaco e funzionari comunali agli organi investigativi che stanno indagando, oltre all’apertura anche di una indagine interna al Municipio. Tutto questo mentre si registrano una serie di attacchi nei confronti della Trapani Servizi, la società partecipata al 100% dal Comune capoluogo.
Segnali che si sono concretizzati con il versamento per esempio di zucchero nel serbatoio carburante di un mezzo porta feretri, fatto scoperto solo perchè chi ha versato lo zucchero è stato talmente maldestro da farlo cadere a terra e farsi scoprire. Sicuramente l’intento dell’ignoto maldestro, era quello di bloccare i servizi al cimitero e creare polemiche e caos. In passato abbiamo visto cos’è accaduto con i furti di sifoni e rubinetti, spariti subito dopo l’installazione.
Alla vicenda dello zucchero nel mezzo un vero e proprio atto vandalico, poi si sono succedute anche le lettere anonime indirizzate al Comune. L’episodio dello zucchero nel serbatoio risale a circa dieci giorni fa, mentre le lettere anonime sono state recapitate nei giorni successivi. Al momento, il contenuto delle missive rimane sconosciuto, ma l’amministrazione ha già portato tutto in Procura.
Su quanto sta accadendo al Comune ne ha dato notizia lo stesso sindaco Tranchida nel corso di un confronto con il consigliere Maurizio Miceli di Fratelli d’Italia, riferendo “che il sabotaggio sarebbe avvenuto di notte, con l’introduzione di zucchero nel carburante di un mezzo della Trapani Servizi, parcheggiato nell’area cimiteriale”.
L’assessore ai servizi cimiteriali Giuseppe La Porta ha sottolineato “C’è qualcosa che non va”, indicando che i problemi sono iniziati dopo i recenti cambiamenti imposti nella gestione del cimitero e che il sabotaggio ha causato danni rilevanti, “quel mezzo costa 35.000 euro e ora dovremo trovare i soldi per ripararlo“.
Trapani – Il vescovo della diocesi di Trapani Pietro Maria Fragnelli, in via cautelativa, ha proceduto a notificare un provvedimento disciplinare canonico ad un presbitero che era stato rimosso dal suo incarico di parroco dopo una segnalazione circa l’operato del presbitero stesso.
La disposizione restrittiva è stata presa in seguito ad una indagine canonica previa avviata dal vescovo attraverso un suo delegato esterno alla Diocesi.
In attesa delle valutazioni dei Dicasteri vaticani competenti, la decisione si è resa necessaria per garantire la serenità di tutte le parti coinvolte e la ricerca della verità dei fatti per il maggior bene di tutti, soprattutto delle persone fragili.
Mons. Fragnelli invita tutti, clero e fedeli, a pregare intensamente perché non manchi la luce dello Spirito e questo momento di sofferenza che tocca il corpo ecclesiale diventi occasione di rinnovamento e conversione, sorregga l’umiltà della speranza, la ricerca della giustizia nella misericordia senza tentennamenti, confermi la Chiesa di Trapani nella scelta preferenziale dei deboli.
Trapani – Il gup del Tribunale di Trapani ha archiviato definitivamente la querela per diffamazione dell’ex senatore e sottosegretario dell’Interno Antonio D‘Alì contro il giornalista Rino Giacalone.
Non c’è diffamazione, ha stabilito il giudice – Il giornalista aveva scritto articoli sui rapporti per cui poi è stato condannato.
D’Alì non aveva gradito gli articoli pubblicati nel 2021 sul mensile ‘S’ e sul quotidiano online ‘Alqamah.it’, sulla vicenda giudiziaria per cui è stato indagato e poi condannato a 6 anni, per concorso esterno in associazione mafiosa, anche per i suoi rapporti con i boss Francesco e Matteo Messina Denaro. Il giornalista è stato difeso dagli avvocati Donatella Buscaino e Giulio Vasaturo.
L’ex senatore Antonio D’Alì si era costituito nel procedimento con l’avvocato Valerio Vartolo
La Procura di Trapani aveva chiesto l’archiviazione del procedimento. D’Alì si era opposto lamentando che gli articoli fornivano una ricostruzione in chiave accusatoria dei fatti, affermando che era stata travalicata la continenza espressiva, e che la condanna definitiva nei suoi confronti era stata pronunciata in epoca successiva alla loro pubblicazione.
Il gup a ottobre 2023 ha accolto la tesi della procura perché “gli articoli costituiscono elaborazione fedele, coerente e accurata, degli atti giudiziari (…) il giornalista ha correttamente interpretato il tenore delle motivazioni giudiziarie, tant’è che molteplici passaggi degli atti sono stati correttamente richiamati al fine di non travisarne il significato e consentire al lettore di apprezzarne direttamente il contenuto” e nessun effetto distorsivo o allusivo può essere attribuito ai suoi scritti, rispettosi anche della continenza.
Giorgio Di Giorgi: Virtuosismo e Passione per il Flauto
Giorgio Di Giorgi, nato nel 1972 ad Erice e cresciuto a Trapani, è un talento straordinario nel panorama musicale italiano e internazionale. La sua carriera, caratterizzata da un precoce avvio e da un susseguirsi di successi, lo ha reso una delle eccellenze del territorio siciliano e uno dei flautisti più apprezzati della sua generazione.
Di Giorgi ha iniziato lo studio del flauto fin dalla tenera età sotto la guida del Maestro G. Maduli, diplomandosi a soli 15 anni presso il Conservatorio “A. Scontrino” di Trapani con il massimo dei voti e la lode. Il suo percorso formativo lo ha poi condotto alla Scuola di Musica di Fiesole, dove ha studiato con Mario Ancillotti, e successivamente al Conservatorio Superiore di Ginevra sotto la guida di Maxence Larrieu, ottenendo il prestigioso Prix de Virtuosité a soli 19 anni.
Per affinare ulteriormente la sua tecnica e il suo talento, ha seguito corsi di perfezionamento con illustri maestri come M. Marasco, E. Pahud e A. Nicolet presso la Chigiana di Siena, dove ha ottenuto due borse di studio.
Il percorso professionale di Giorgio Di Giorgi lo ha portato a ricoprire il ruolo di Primo Flauto nelle più importanti orchestre italiane, tra cui:
Dal 1997 è Primo Flauto stabile presso il Teatro Verdi di Trieste, consolidando la sua presenza nel panorama musicale italiano.
Di Giorgi ha esordito come solista alla prestigiosa Victoria Hall di Ginevra con la Camerata Lysy, per poi esibirsi con I Belgrade Strings al Kolarac di Belgrado, l’Orchestra Sinfonica Siciliana e la Filarmonica del Verdi di Trieste. Il suo repertorio solistico spazia dai grandi classici come Mozart, Mercadante, Vivaldi e Telemann, interpretati con maestria e profonda sensibilità.
Le sue esibizioni sono state registrate e trasmesse da emittenti di prestigio come RAI, Radio Slovena e Radio Televisione Serba. Ha inoltre inciso per le case discografiche Bongiovanni e Tactus, con distribuzione internazionale.
Nel 1992, Di Giorgi ha ottenuto l’idoneità al concorso ministeriale a cattedre, avviando una brillante carriera anche nel campo della didattica. Ha collaborato con i Conservatori di Trento, Bolzano, Cagliari, Trieste e Udine, e continua a tenere regolarmente corsi di perfezionamento per giovani talenti, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di flautisti.
La carriera di Giorgio Di Giorgi è un esempio di eccellenza, dedizione e passione per la musica. Nato e cresciuto in Sicilia, ha saputo portare il nome del suo territorio natale a livelli internazionali. Il suo talento e la sua esperienza lo rendono un punto di riferimento per il mondo del flauto traverso, sia in ambito orchestrale che solistico e didattico. Grazie alle sue straordinarie doti interpretative, continua a incantare il pubblico e a ispirare giovani musicisti in Italia e nel mondo.
Scopri la leggenda del carruzzune a Trapani, il gioco spensierato che ha segnato un’epoca. Tra discese mozzafiato, estenuanti spinte…. e ingegno fai-da-te, un viaggio nostalgico nelle estati dei trapanesi
Il Ricordo Scatenato delle Corse Spericolate
Ci dispiace per il grande Renato Zero e la sua bellissima canzone Il Carrozzone, ma a Trapani ‘U ‘Carruzzune‘ era tutta un’altra cosa! Scopriamolo insieme, con lo spirito scanzonato di chi ricorda i vecchi tempi con un sorriso e un pizzico di nostalgia.
Mentre Renato cantava di vita, teatro e malinconia, a Trapani ‘u carruzzune’ era il vero protagonista delle estati scatenate e delle corse spericolate nei vicoli della città. Era l’emblema dell’ingegno e della sana incoscienza di noi ragazzi: quattro tavole di legno, un asse con due cuscinetti a sfera riciclati da chissà dove, e via, a tutta velocità giù per le discese!
Dimenticatevi i giochi elettronici, i tablet e i social: qui si parlava di arte, meccanica e un pizzico di follia. Il carruzzune non era solo un passatempo, era un rito di iniziazione. Ogni quartiere aveva i suoi piccoli ingegneri, esperti nel recuperare materiali di fortuna: assi di vecchi mobili, ruote di fortuna e chiodi arrugginiti che, contro ogni regola di sicurezza, reggevano il tutto.
La costruzione era un affare di gruppo, dove il più grande dirigeva i lavori e il più piccolo si prestava come cavia per il test di velocità. Le prime discese erano da brivido: niente freni, solo i piedi strisciati per rallentare e un’incredibile fiducia nella Madonna di Trapani!
Le discese più epiche avvenivano nelle strade in pendenza, tra urla, risate e ginocchia sbucciate. Vincere una gara di carruzzune non significava solo essere il più veloce, ma anche saper schivare i passanti, evitare di schiantarsi contro un marciapiede e soprattutto arrivare interi alla fine del percorso.
E se qualcuno si ribaltava? Nessun problema! Bastava una risata, una bottiglia d’acqua fresca e la promessa di costruire un carruzzune ancora più resistente per la prossima corsa.
Oggi i carruzzuni sono quasi scomparsi, sostituiti da smartphone e videogiochi. Ma chi ha vissuto quegli anni sa che niente può eguagliare l’adrenalina di una corsa senza freni, il vento in faccia e la sensazione di libertà assoluta.
Forse, un giorno, torneremo a vedere qualche bambino con un vecchio carruzzune scendere per le strade di Trapani, tra la curiosità dei turisti e lo sguardo complice di chi, in fondo, non ha mai smesso di essere un ragazzo.
Perché, diciamocelo, Renato Zero aveva ragione: “Il carrozzone va avanti da sé“. Ma a Trapani, quando il carruzzune partiva, era tutta un’altra storia!
Non importava nulla di graffi e sbucciature alle ginocchia, anzi! Erano considerate vere e proprie medaglie al valore dagli stoici, eroici e incoscienti ragazzi di allora, simboli di imprese leggendarie e corse memorabili che valevano più di qualsiasi trofeo.
Antonino Zichichi, nato il 15 ottobre 1929 a Trapani, è uno dei fisici più illustri d’Italia e un orgoglio per la nostra città. Specializzato in fisica delle particelle elementari, Zichichi ha contribuito in modo significativo alla nostra comprensione dell’universo.
Zichichi ha frequentato il liceo classico Ximenes di Trapani e ha completato i suoi studi universitari a Palermo, laureandosi in fisica. Ha lavorato presso il Fermilab di Chicago e il CERN di Ginevra, dove nel 1965 ha diretto il gruppo di ricerca che osservò per la prima volta l’antideutone.
Uno dei suoi contributi più noti è la scoperta dell’antideutone, un tipo di antimateria nucleare, che ha rappresentato un passo importante nella fisica subnucleare. Zichichi è stato anche uno dei principali fautori dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, un progetto fondamentale per la ricerca scientifica in Italia.
Oltre alla sua carriera scientifica, Zichichi è noto per la sua attività di divulgatore scientifico. Ha fondato il Centro di Cultura Scientifica “Ettore Majorana” ad Erice, dedicato alla promozione della cultura scientifica e alla formazione di giovani ricercatori. È autore di numerosi libri e saggi, rendendo la scienza accessibile a un pubblico più ampio.
Zichichi ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e la Medaglia Enrico Fermi dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti. È stato anche presidente della Società Europea di Fisica e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
La storia di Antonino Zichichi è un esempio di come un talento nato a Trapani possa raggiungere livelli straordinari nel campo della scienza. La sua dedizione e il suo impegno continuano a ispirare giovani scienziati e cittadini trapanesi.
Ragazzi che leggete, prendete esempio dal vostro illustre concittadino Antonino Zichichi. Studiate con passione, seguite i vostri sogni professionali e non arrendetevi mai. La storia di Zichichi dimostra che con impegno e dedizione è possibile raggiungere risultati straordinari e contribuire al progresso della scienza e della società. Siate curiosi, intraprendenti e resilienti. La vostra città è orgogliosa di voi e del vostro potenziale. Il futuro è nelle vostre mani!
Siamo orgogliosi di avere un personaggio così illustre tra i nostri concittadini. Antonino Zichichi rappresenta il meglio di Trapani e della nostra capacità di contribuire al progresso scientifico a livello mondiale.
Trapani – Davide Barosi portiere classe 2000 è un calciatore granata. Alto 190 cm, nella prima parte di questa stagione ha vestito la maglia del Giugliano con cui ha collezionato 9 presenze. Barosi arriva a Trapani con la formula del prestito secco dall’Ascoli. Più di 120 le presenze in Serie C. Barosi, ha esordito anche nel campionato cadetto con la maglia dell’Ascoli nella stagione 2023/2024 con cui è sceso in campo 3 volte.
Trapani – Da oggi, lunedì 3 febbraio, fino al 14 febbraio, presso il 37° Stormo di Trapani-Birgi, si terrà l’esercitazione aerea “Typhoon Flag 25”, il principale evento addestrativo che ogni anno riunisce su una delle basi aeree deputate alla difesa aerea nazionale i Reparti dell’Aeronautica Militare che hanno in dotazione il velivolo caccia Eurofighter.
L’esercitazione, nello specifico, coinvolgerà otto velivoli Eurofighter F-2000 e personale proveniente dai quattro Stormi che concorrono alla Difesa Aerea Nazionale – il 4° Stormo di Grosseto, il 36° Stormo di Gioia del Colle (Bari), il 37° Stormo di Trapani e il 51° Stormo di Istrana (Treviso) – e sarà supportata anche da velivoli di 5^ generazione ed equipaggi del 6° e 32° Stormo e da assetti del 14° Stormo per la realizzazione di missioni aeree complesse.
La Typhoon Flag è la principale esercitazione della linea F-2000 dell’Aeronautica Militare, che nasce con lo scopo di mettere a sistema mezzi, risorse e personale favorendo nel contempo la standardizzazione delle procedure operative e manutentive e l’integrazione tra i Reparti Operativi coinvolti, aumentandone lo spirito di cooperazione e condivisione, e rappresenta un’importante opportunità per il raggiungimento di molteplici obiettivi addestrativi a vari livelli nell’ambito della Forza Armata, con particolare riferimento al consolidamento delle tattiche operative di tutta la “Comunità Eurofighter”.
L’attività di volo, che sarà svolta nel rispetto delle regole che disciplinano la Sicurezza del Volo ed adottando tutte le procedure necessarie per minimizzare il più possibile eventuali disagi alla cittadinanza, sarà effettuata principalmente nello spazio aereo della Sardegna e della Sicilia, dal lunedì al venerdì, con orario che potrà protrarsi fino al tardo pomeriggio.
Il 4° Stormo di Grosseto, il 36° Stormo di Gioia del Colle (Bari), il 37° Stormo di Trapani e il 51° Stormo di Istrana (Treviso) sono gli Stormi dell’Aeronautica Militare che, insieme al 6° e 32° Stormo di Ghedi ed Amendola, assicurano la difesa aerea nazionale e il servizio di Quick Reaction Alert della NATO. Dotati di velivoli Eurofighter, questi quattro Stormi hanno come missione assegnata quella di assicurare, sin dal tempo di pace, la sorveglianza dello spazio aereo nazionale 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, senza soluzione di continuità, mediante un complesso sistema di difesa aerea integrato con quello degli altri paesi NATO. L’inserimento di questi velivoli nel servizio d’allarme nazionale permette di fornire una maggiore capacità a quel complesso dispositivo che, in pochi minuti, assicura il decollo (in gergo tecnico “scramble”) dei caccia per intercettare e identificare qualunque traccia aerea sospetta rilevata dai radar. L’ordine di decollo, in gergo detto scramble, viene impartito alle sale operative dell’11° Gruppo D.A.M.I. di Poggio Renatico (FE) e del 22° Gruppo D.A.M.I. di Licola (NA) dal CAOC (Combined Air Operation Centre) di Torrejon (Spagna), in quanto responsabile del servizio di sorveglianza dello spazio aereo del Sud Europa.
Tali Reparti sono alle dipendenze del Comando delle Forze da Combattimento (CFC) di Milano, la cui missione assegnata è quella di acquisire e mantenere la prontezza operativa di tutti gli organismi della difesa aerea e di attacco e di ricognizione, provvedendo all’efficienza operativa dei sistemi d’arma, dei mezzi e dei materiali, nonché all’addestramento del personale ed al costante aggiornamento ed ottimizzazione delle procedure operative. Il CFC è alle dipendenze del Comando Squadra Aerea – 1^ Regione Aerea che esercita le attribuzioni in materia di addestramento, predisposizione e approntamento operativo dei propri Reparti, affinché gli stessi acquisiscano e mantengano i previsti livelli di prontezza operativa.
Se pensate che i battutisti e i meme di oggi siano forti, non avete conosciuto Petru Fudduni! Un tipo che, se fosse vivo oggi, avrebbe avuto più follower di un influencer di Instagram. E sì, anche a Trapani si parlava di lui, perché una buona presa in giro, una rima tagliente e una risposta a bruciapelo fanno sempre ridere tutti.
Nato tra il 1600 e il 1604, questa leggenda siciliana emerse tra i vicoli di Palermo, ma a Trapani e in tutta la Sicilia si parlava di lui. Era un povero cristiano, lavorava come cavapietre all’Acquasanta, ma aveva una lingua che tagliava più di un coltello da tonni!
La nobiltà voleva farla franca con lui? Nemmeno per sogno! Lui rispondeva in rima, e quando gliene davano, restituiva il doppio. E questa cosa, ai tempi, dove ognuno doveva stare zitto davanti a baroni e preti, era rivoluzionaria. Un tipo alla “Osho” siciliano, ma più vigoroso e più pungente!
A Trapani, terra di mare e scanzonati, gli sarebbe piaciuto molto. Qui non si risparmia niente a nessuno e lui, che sappiamo avrebbe viaggiato in Sicilia, certamente avrebbe fatto ridere anche i nostri antichi trapanesi. E se fosse passato da Piazza o dal Mercato di Trapani, di sicuro avrebbe fatto una battuta in dialetto per prendere in giro qualche nobilotto.
E poi, diciamolo chiaro: il popolo siciliano adora le frasi sagge con una spruzzata d’ironia! E qualcuno dice che si sarebbe intrattenuto anche con i tonnaroti che, come lui, sapevano stringere i denti e far sentire la propria voce!
Si è sposato? Peggio per lui! Perché Petru aveva una chiara idea del matrimonio:
Avevi un solo problema e ti sei riempito di guai!
Frase originale: “A fimmina è comu la ‘atta: cchiù l’allisci e cchiossà ti gratta.” Traduzione: Le donne? Come i gatti: più le coccoli, più ti graffiano!
E poi, quando si parlava di classi sociali, non gli piaceva fare sconti:
Poviru e minnica va a filosofia” Traduzione: Se sei povero e mendichi, sei filosofo.
Ma il top rimaneva il suo atteggiamento: non si curava di niente e di nessuno, nemmeno del vescovo che voleva dargli lezioni!
Chi era veramente Petru Fudduni? Un poeta? Un arruffone? O forse un rivoluzionario che sapeva che la voce del popolo non si può zittire? Certo è che a lui si attribuiscono versi, battute e aneddoti che oggi sono ancora vivi.
E se fosse tra noi oggi, forse avrebbe avuto un profilo TikTok pieno di video virali, un podcast dove prende in giro tutti e una fila di nobili incravattati pronti a sentirsi presi in giro.
Ma diciamola tutta, a Trapani e in Sicilia, dove l’ironia è sacra, Petru Fudduni sarà sempre questo spirito sfacciato che non perdona nessuno!
“E ora tocca a vui: qual è a battuta cchiù fotti di Petru chi canusciti? Scriviti ‘u vostru parèri nei commenti e faciti sapiri ca u geniu sicilianu, chissu veru, nun si spegni mai!”
Qual è la battuta più forte di Petru che conoscete? Scrivete il vostro parere nei commenti e fate sapere che il genio siciliano, quello vero, non si spegne mai!
Castelvetrano – La possibilità di utilizzare le acque reflue depurate dall’impianto di Castelvetrano, nel Trapanese, anche per le coltivazioni orticole è stata al centro di un tavolo tecnico tenuto nella sede del dipartimento regionale Acqua e rifiuti. Alla riunione, coordinata dall’assessore all’Energia, Roberto Di Mauro, hanno partecipato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, i rappresentanti dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, dell’Arpa, del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale, del Commissario unico per la depurazione e del Comune di Castelvetrano.
«Abbiamo definito – ha detto Di Mauro – un percorso tecnico-amministrativo che dovrebbe completarsi entro un paio di mesi con le conclusioni dell’analisi del rischio svolte dal Commissario per la depurazione. In caso di esito positivo, daremo il via libera all’utilizzo dell’acqua. Abbiamo avuto intanto rassicurazioni sul fatto che quanto prima il depuratore di Castelvetrano sarà rimesso in funzione».
Attualmente, con un decreto del luglio 2024 il dipartimento Acque e rifiuti ha autorizzato il riuso delle acque depurate per uliveti e vigneti dei territori delle province di Trapani e Agrigento. Secondo una stima, il volume di acqua depurata nell’impianto di via Errante vecchia e riutilizzabile sarebbe di circa 8 milioni di cubi all’anno.
«Adesso – aggiunge l’assessore all’Energia – vogliamo verificare se esistono le condizioni tecniche per ampliare l’impiego di queste risorse anche per l’orticoltura. È una richiesta che arriva dai territori e sarebbe una soluzione, seppur non definitiva, per fare fronte alle conseguenze del lungo periodo di siccità che ha ridotto i quantitativi di acqua disponibili per l’irrigazione. Abbiamo l’intenzione di estendere questa possibilità anche ad altri impianti, che potrebbero alleviare le difficoltà degli agricoltori di territori in particolare sofferenza come quelli di Sciacca e Agrigento».
Per utilizzare l’acqua depurata dall’impianto di Castelvetrano, devono essere preventivamente effettuate accurate valutazioni qualitative e quantitative così da garantire il rispetto dei limiti fissati dalla legge e la riduzione al minimo dei rischi per il consumo umano dei prodotti agricoli irrigati, anche in funzione delle diverse tipologie di colture per le quali impiegare le risorse idriche.