Trapani
Trapani e le sue Saline: un Patrimonio da Valorizzare
Verso il Riconoscimento UNESCO per un Simbolo di Tradizione e Sostenibilità
Eros Santoni7 Febbraio 2025 - Turismo
  • saline di trapani al tramonto Turismo

    Trapani – Le saline di Trapani, situate nella splendida Sicilia occidentale, rappresentano un ecosistema unico dove storia, natura e cultura si intrecciano armoniosamente. Questo paesaggio suggestivo, caratterizzato da vasche di evaporazione del sale e antichi mulini a vento, è da secoli un elemento distintivo del territorio trapanese.

    Verso il Riconoscimento UNESCO: Un’Opportunità per il Turismo Sostenibile

    Grazie a un’iniziativa promossa dal Comitato spontaneo con il supporto di Unioncamere Sicilia e delle istituzioni locali, è stato avviato un importante progetto di valorizzazione per ottenere il riconoscimento delle “Saline di Sicilia” come Riserva della Biosfera UNESCO, nell’ambito del programma MAB (“Man And the Biosphere”).

    Questo riconoscimento prestigioso rappresenta un’opportunità straordinaria per promuovere il turismo sostenibile e destagionalizzare le presenze turistiche, rendendo Trapani una meta turistica per tutto l’anno. Il progetto mira a rafforzare la visibilità di questo sistema naturalistico unico, che comprende le Riserve regionali delle Saline di Trapani e Paceco e delle Isole dello Stagnone di Marsala.

    Un Evento Importante per il Futuro delle Saline

    L’iter della candidatura ha preso ufficialmente il via con la trasmissione del progetto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Mercoledì 12 febbraio, presso la Camera di Commercio di Trapani, si terrà la presentazione ufficiale del progetto, un evento a cui parteciperanno rappresentanti di enti promotori, esperti di rilievo e autorità locali.

    Un Modello Turistico Innovativo per la Sicilia

    Questo progetto rappresenta una grande opportunità per rilanciare il turismo eco-friendly e sostenibile in Sicilia. Il sale di Trapani, già noto per la sua eccellenza e tradizione, potrebbe diventare il simbolo di un modello turistico innovativo replicabile in tutta la regione.

    Unisciti a per Sostenere la Candidatura UNESCO

    Istituzioni, imprese, associazioni e cittadini sono invitati a sostenere la candidatura delle Saline di Trapani come patrimonio UNESCO, per preservare e promuovere un’identità culturale e naturale senza eguali.





  • San Valentino: Storia e Leggenda del Giorno più Amato dagli Innamorati
    Mancano 7 giorni alla festività piu romantica dell'anno
    Eros Santoni7 Febbraio 2025 - Attualità
  • amore a san valentino Attualità

    Il 14 febbraio, il giorno degli innamorati, è una data attesa e celebrata in tutto il mondo. Ma quali sono le origini di questa festa romantica? San Valentino non è solo una giornata dedicata all’amore, ma una storia che affonda le radici nella leggenda e nella tradizione.

    Chi era San Valentino?

    San Valentino era un sacerdote cristiano vissuto nel III secolo a Roma, durante il regno dell’imperatore Claudio II. Secondo la leggenda, l’imperatore aveva vietato i matrimoni tra giovani, convinto che i soldati non sposati fossero più forti e determinati in battaglia. Valentino, tuttavia, sfidò questo decreto e continuò a celebrare matrimoni in segreto, unendo giovani coppie nel sacro vincolo dell’amore.

    Quando Claudio II scoprì l’attività del sacerdote, lo fece arrestare. Durante la sua prigionia, Valentino si innamorò della figlia cieca del suo carceriere, alla quale – secondo la leggenda – restituì la vista con un miracolo. Poco prima di essere giustiziato, le scrisse un biglietto d’addio firmandolo “Tuo Valentino”, dando così origine alla tradizione degli innamorati di scambiarsi messaggi d’amore.

    Victor Hugo:

    “La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, essere amati a dispetto di quello che si è.”

    La Tradizione Romantica

    Nel Medioevo, la fama di San Valentino si diffuse in tutta Europa, e il 14 febbraio divenne il giorno in cui gli innamorati si scambiavano lettere e pegni d’amore. In Inghilterra e Francia, si credeva che proprio in questa data gli uccelli iniziassero ad accoppiarsi, rafforzando il legame tra San Valentino e il romanticismo.

    Con il tempo, la festa si è trasformata in una celebrazione dell’amore in tutte le sue forme. Dai fiori alle cene a lume di candela, dai cioccolatini ai viaggi romantici, San Valentino è oggi un’occasione per esprimere i sentimenti più profondi e rinnovare le promesse d’amore.

    San Valentino in Sicilia: un Amore Senza Tempo

    Uno dei luoghi più affascinanti per gli innamorati è il Balio di Erice, un giardino romantico situato accanto al Castello di Venere. Con i suoi panorami mozzafiato sulla costa trapanese e l’atmosfera senza tempo, è considerato “il posto degli amanti”. Passeggiare mano nella mano tra le antiche mura, osservare il tramonto sul mare e sussurrarsi parole d’amore sotto i secolari alberi del Balio rende San Valentino un’esperienza unica e indimenticabile.

    Un Giorno per Amare e Ricordare

    San Valentino è un’opportunità per celebrare l’amore autentico, quello che resiste al tempo e alle difficoltà. Che sia con un semplice gesto, una parola dolce o un’esperienza speciale, il 14 febbraio è l’occasione perfetta per dire “Ti amo” e ricordare che l’amore è il vero motore del mondo.

    L’amore vero non ha bisogno di grandi parole, perché si riconosce nei piccoli gesti, negli sguardi silenziosi e nei battiti del cuore che si cercano anche a distanza. (anonimo)




  • Cibo Trapani
    L’Olio è una Cosa Seria: Le Eccellenze dell’Oro Verde nella Provincia di Trapani
    Le eccellenze dell'olio extravergine di oliva nel cuore della Sicilia occidentale
    Eros Santoni6 Febbraio 2025 - Cibo
  • Olio è una Cosa Seria Cibo

    La provincia di Trapani vanta una tradizione olivicola secolare, con un patrimonio di cultivar e territori vocati alla produzione di oli extravergini di oliva di altissima qualità. L'”oro verde” di questa terra rappresenta non solo un’eccellenza gastronomica, ma anche un simbolo della cultura e della storia siciliana.

    Le Principali Zone di Produzione

    La produzione di olio extravergine di oliva nel trapanese si concentra in diverse aree, ciascuna caratterizzata da specifiche condizioni pedoclimatiche che conferiscono agli oli caratteristiche organolettiche uniche.

    Le Cultivar Più Importanti

    L’olio extravergine di oliva della provincia di Trapani si distingue per la varietà delle sue cultivar, che determinano profili aromatici e gustativi differenti.

    Caratteristiche e Benefici dell’Olio Trapanese

    L’olio extravergine di oliva prodotto nella provincia di Trapani è rinomato per il suo elevato contenuto di polifenoli e acidi grassi monoinsaturi, fondamentali per la salute cardiovascolare. Il suo utilizzo in cucina esalta la gastronomia locale, accompagnando piatti tipici come il couscous di pesce, le busiate al pesto trapanese e le insalate fresche con agrumi e finocchi.

    Un Patrimonio da Tutelare

    La valorizzazione dell’olio extravergine di oliva trapanese passa attraverso la tutela delle cultivar autoctone, la promozione delle produzioni DOP (Denominazione di Origine Protetta) e la diffusione della cultura dell’olio di qualità.

    L’attenzione verso la sostenibilità e le tecniche di produzione rispettose dell’ambiente è fondamentale per preservare questa eccellenza e garantirne il futuro. In questo contesto, le aziende agricole e i frantoi del territorio giocano un ruolo chiave, investendo in innovazione e mantenendo vive le antiche tradizioni.

    Aziende e Marchi di Riferimento

    Fra tutti i grandi produttori, Vi segnaliamo quello del sito nocellaradelbelice.it  Titolare dell’etichetta “EXXTRA“, che è di propietà all’Azienda Agricola Nuccio, situata a Campobello di mazara, nella provincia di Trapani, che si trova nel triangolo Campobello Castelvetrano e Partanna.  L’azienda è specializzata nella produzione di olio extra vergine d’oliva ottenuto dalla cultivar Nocellara del Belice, una varietà autoctona rinomata per la sua qualità. Il loro olio presenta un colore verde con sfumature dorate e un fruttato medio con sentori di erba, carciofo, pomodoro e foglia. Al palato risulta equilibrato, con una piccantezza di media intensità e un amaro appena percettibile.

    L’olio extravergine di oliva della provincia di Trapani è un tesoro gastronomico che merita di essere conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Grazie alla passione dei produttori locali e alla ricchezza del territorio, questo “oro verde” continua a raccontare una storia fatta di sapori autentici, cultura e tradizione.

    Che si tratti di una degustazione, di un piatto tipico o di una visita in un frantoio, l’olio trapanese rappresenta un’esperienza sensoriale imperdibile per chi ama il gusto della vera Sicilia.




  • Altre Notizie
    Ignazio Boschetto spicca il “Volo” da Marsala: il talento siciliano che ha conquistato il mondo
    Dalla Sicilia al successo globale: la straordinaria ascesa di una voce unica
    Eros Santoni5 Febbraio 2025 - Altre Notizie
  • Ignazio boschetto il tenore nato a Marsala Altre Notizie

    Marsala, città di storia, cultura e tradizioni, ha dato i natali a numerosi talenti che hanno lasciato il segno nel panorama artistico e musicale. Tra questi spicca Ignazio Boschetto, voce straordinaria de Il Volo, il celebre trio che ha portato la musica italiana oltre i confini nazionali.

    Le radici marsalesi di Ignazio Boschetto

    Nato il 4 ottobre 1994, Ignazio ha trascorso parte della sua infanzia a Marsala, dove ha sviluppato la sua passione per la musica. Fin da piccolo, il suo talento vocale è stato evidente, portandolo a partecipare a vari concorsi canori locali e a esibirsi in eventi che hanno segnato i suoi primi passi nel mondo della musica.

    La Sicilia, con il suo immenso patrimonio culturale e musicale, ha rappresentato un’importante fonte di ispirazione per Boschetto. Crescendo tra il calore della sua gente e le sonorità della tradizione, ha sviluppato un timbro unico che lo ha reso riconoscibile a livello internazionale.

    Il trio il Volo composto da: Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto (al centro) e Piero Barone

    Il trio il Volo composto da: Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto (al centro) e Piero Barone

    Il successo con Il Volo

    Il trampolino di lancio per la sua carriera arriva nel 2009 con la partecipazione a “Ti Lascio una Canzone”, talent show che gli ha permesso di incontrare i suoi futuri compagni di avventura, Gianluca Ginoble e Piero Barone. Da quel momento nasce Il Volo, un trio destinato a scalare le classifiche mondiali e a diventare ambasciatore della musica italiana nel mondo.

    Con Il Volo, Ignazio ha calcato i palcoscenici più prestigiosi, dal Radio City Music Hall di New York all’Arena di Verona, conquistando milioni di fan con la sua voce potente e la sua innata capacità di emozionare.

    Orgoglio siciliano

    Nonostante il successo planetario, Ignazio non ha mai dimenticato le sue radici. Ogni volta che può, torna nella sua amata Marsala, dimostrando un forte legame con la terra natia. La sua carriera è la testimonianza vivente di come il talento siciliano possa raggiungere vette straordinarie senza perdere l’autenticità e l’affetto per la propria terra.

    Oggi, Ignazio Boschetto continua a regalare emozioni al pubblico con la sua voce inconfondibile e la sua presenza scenica magnetica. Marsala può dirsi fiera di aver visto nascere un artista di tale calibro, che con la sua musica porta nel mondo un pezzo della sua Sicilia.




  • Catania
    Festa di Sant’Agata 2025: Tradizione, Fede e Cultura a Catania
    Perché Visitare la Festa di Sant'Agata 2025 a Catania?
    Redazione4 Febbraio 2025 - Attualità
  • festa di sant'agata a catania Attualità

    La Festa di Sant’Agata 2025 trasforma Catania in un palcoscenico di fede, cultura e tradizione. Questo evento religioso e popolare, tra i più importanti d’Italia, richiama ogni anno migliaia di devoti e turisti, rendendo la città un centro vibrante di spiritualità e folclore.

    Il Corteo delle Candelore e l’Uscita delle Carrozze del Senato

    Il 3 febbraio 2025 ha segnato l’inizio della festa con il corteo delle Candelore, le tradizionali macchine votive che illuminano il percorso tra i mercati storici e i palazzi istituzionali di Catania. Quest’anno, le Carrozze del Senato hanno avuto un tragitto diverso a causa dei lavori di restauro di Palazzo degli Elefanti, partendo da via Merletta. Il sindaco Trantino ha scelto di lasciare spazio agli studenti, che hanno documentato la celebrazione con video e contenuti digitali. La giornata si è conclusa in Piazza Duomo con il coro “Fanciulli di Agata” e uno spettacolare show pirotecnico.

    Il Giro Esterno e la Processione delle Reliquie di Sant’Agata

    Il momento più atteso è stato il 4 febbraio, con l’uscita del busto reliquiario di Sant’Agata dalla cappella della Cattedrale. L’apertura del sacello, che custodisce le reliquie, richiede tre chiavi conservate dal tesoriere, dal cerimoniere e dal priore del capitolo. Alle ore 6, dopo la solenne Messa dell’Aurora, il fercolo d’argento, ornato di velluto rosso, ha iniziato il tradizionale “giro esterno”.

    Durante la processione, il corteo ha attraversato luoghi storici legati alla vita della Santa, tra cui la marina, dove un tempo le sue reliquie furono trasportate a Costantinopoli, e la Colonna della Peste, simbolo del miracolo del 1743. Ogni anno questo evento rinnova la fede dei catanesi e attira turisti da tutto il mondo.

    Perché la Festa di Sant’Agata è un’Esperienza Unica

    La Festa di Sant’Agata non è solo un evento religioso, ma anche un simbolo identitario per Catania e la Sicilia. Le sue tradizioni secolari, la partecipazione appassionata dei cittadini e il forte richiamo turistico la rendono una delle celebrazioni più significative d’Europa.

    Se vuoi vivere un’esperienza autentica e scoprire la magia di Catania, la Festa di Sant’Agata 2025 è un appuntamento imperdibile.

     




  • Cibo Trapani
    Il Dolce Ricordo di U Zu Ciccino Caramellaro
    Un Tuffo nel Passato Dolce di Trapani
    Eros Santoni2 Febbraio 2025 - Cibo
  • Francesco adamo nel suo antico chiosco di caramellaio a Traoani in piazzetta Notai. Cibo

    Trapani –  Negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, il centro storico di Trapani era un mosaico di profumi e sapori, ma nessuno così inebriante come quello delle caramelle di Francesco Adamo, meglio conosciuto come U Zu Ciccino Caramellaro. Passeggiando per le vie lastricate di pietra, i trapanesi, giovani e vecchi, erano irresistibilmente attratti dalla bancarella di U Zu Ciccino, un faro di dolcezza nel cuore della città.

    Chi era il caramellaio della nostra infanzia:

    Francesco Adamo era un alchimista di sorrisi. Le sue creazioni—bon bon alla cannella, alla fragola e le leggendarie caramelle alla carruba—non erano semplici dolci, ma vere e proprie opere d’arte che richiamavano i trapanesi come una sirena. Ogni mattina, il profumo zuccherino si sprigionava nell’aria, avvolgendo i passanti in un abbraccio caloroso e invitante.

    Incarto a regola d’arte

    L’abilità di U Zu Ciccino nel lavorare la pasta di zucchero era uno spettacolo che incantava grandi e piccini. Il suo gesto fluido e preciso, che trasformava lo zucchero in caramelle incartate con cura, sembrava quasi magico agli occhi dei bambini che, con il naso schiacciato contro il vetro, osservavano estasiati. Non era solo il sapore delle sue caramelle a conquistare, ma anche la dedizione e l’amore che metteva nel suo lavoro.

    Bonboloni o caramelle carruba

    Per i vecchi trapanesi, U Zu Ciccino è un ricordo avvolto in un alone di affetto e nostalgia. Le sue caramelle non erano solo un piacere per il palato, ma un simbolo di un’epoca in cui le cose semplici erano le più preziose. Le caramelle alla carruba, in particolare, erano un tesoro di famiglia, portatrici di un’antica tradizione che si tramandava di generazione in generazione.

    Una semplice caramella

    Ricordare U Zu Ciccino Caramellaro significa rivivere quei momenti di gioia pura, quando un semplice dolce poteva illuminare una giornata. Significa risentire quei profumi così normali eppure così magici, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva di Trapani.

    Un caro ricordo delle generazioni passate

    Con la scomparsa di Francesco Adamo, Trapani ha perso un grande artigiano e anche una parte del suo cuore. Le sue caramelle hanno addolcito la vita di tante generazioni, e il suo spirito vive ancora nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di gustare le sue dolci creazioni. In un mondo che corre veloce, il ricordo di U Zu Ciccino ci invita a rallentare e ad apprezzare la bellezza delle piccole cose.

    Chi di voi lo ricorda?


    Quindi, ai giovani di oggi, un monito: non abbiate paura di pensare fuori dagli schemi, di seguire le vostre passioni e di creare qualcosa di nuovo. In un mondo in cui tutto sembra già stato inventato, c’è sempre spazio per l’innovazione e la creatività. Prendete esempio da U Zu Ciccino, che con le sue semplici caramelle ha lasciato un’impronta indelebile nella storia di Trapani. Inventate il vostro futuro, e chissà, forse un giorno, anche voi sarete ricordati con affetto e nostalgia per aver addolcito la vita di chi vi circonda.




  • Trapani
    Gli “Allustrabalate” di Trapani: sai cosa sono?
    Corso Vittorio Emanuele, il cuore pulsante della città tra storia, tradizione e curiosità
    Eros Santoni2 Febbraio 2025 - Turismo
  • Turismo

    A Trapani, camminare non è mai stato solo un gesto quotidiano, ma un rito che affonda le radici nella storia. I protagonisti di questa tradizione erano gli “allustrabalate”, i passeggiatori instancabili che, con il loro incedere elegante e cadenzato, lucidavano naturalmente le lastre di pietra che pavimentavano il centro storico. Ogni passo lasciava un’impronta nel tempo, trasformando le strade in specchi di storia e vita cittadina.

    Tutti alla loggia a passeggiare!

    Il luogo simbolo di questa consuetudine era Corso Vittorio Emanuele, la via del passeggio per eccellenza, conosciuta affettuosamente dai trapanesi come “la Loggia”. Sotto le sue volte maestose, tra le luci soffuse e le ombre fresche dei portici, si svolgeva la vita sociale ed economica della città. Qui, mercanti e armatori si incontravano per stringere accordi, mentre nobili e cittadini si concedevano il rito della passeggiata, scambiando sguardi, parole e affari.

    La storia di felice serisso

    Anche la storia di Felice Serisso è una delle vicende più curiose e discusse della Trapani antica, una storia di onore ferito, vendetta e memoria incisa nelle pietre della città.

    Felice Serisso era un capitano di mare, un uomo d’onore, rispettato dai suoi concittadini e conosciuto per il suo carattere fiero e deciso. La sua vita scorreva tra viaggi per mare e rientri a Trapani, dove lo attendeva la moglie. Ma proprio il suo continuo partire e tornare segnò il destino della sua esistenza.

    Si racconta che, durante una delle sue lunghe assenze, la moglie lo tradì. La notizia si diffuse rapidamente tra le strade della città, diventando chiacchiera e scandalo. Quando Felice tornò a casa e scoprì l’infedeltà, il colpo fu tanto forte da ferire il suo orgoglio in modo irreparabile. Per lui, un uomo d’onore e di mare, non si trattava solo di una questione privata, ma di un’onta che lo disonorava agli occhi di tutti.

    Ma Felice non si limitò a serbare rancore nel silenzio. Decise di reagire con un gesto clamoroso e plateale, che sarebbe rimasto nella storia di Trapani. Si dice che scrisse e affisse pubblicamente un documento, in cui raccontava dettagliatamente il tradimento subito e il nome di chi aveva osato disonorarlo. Un atto di denuncia pubblica che, per l’epoca, era qualcosa di inaudito, un colpo di scena che trasformò la sua vicenda personale in una leggenda cittadina.

    Da quel momento, il suo nome rimase impresso per sempre nella memoria della città. In seguito, una delle strade centrali di Trapani venne intitolata proprio a lui: via Serisso, testimone silenziosa di un’epoca in cui l’onore e la reputazione valevano più della stessa vita.

    Ancora oggi, passeggiando per via Serisso, ci si può chiedere quanti passi abbiano calpestato quelle pietre, quante storie siano state sussurrate tra quelle mura. Ma una cosa è certa: il nome di Felice Serisso continua a vivere, ricordandoci che la storia di una città non è fatta solo di monumenti, ma anche di passioni, tradimenti e destini intrecciati nel tempo.

    Passeggiare alla Loggia IERI e ancora OGGI è uno  lo “sport preferito dai trapanesi

    Ancora oggi, passeggiare lungo il Corso Vittorio Emanuele significa immergersi in un’atmosfera senza tempo, dove ogni pietra racconta storie di un passato glorioso. Un viaggio tra tradizione, curiosità e fascino, che rende la Loggia non solo una via, ma il vero cuore pulsante della città.

    E voi, ricordate le lunghe passeggiate alla Loggia? Avete aneddoti, ricordi o storie legate a questa meravigliosa tradizione trapanese? Condivideteli con noi nei commenti!




  • Trapani
    Domenica a Trapani: Cibo, Passione e Pallacanestro!
    Alla scoperta del pranzo domenicale trapanese tra tradizione, gusto e sport!
    Eros Santoni2 Febbraio 2025 - Basket
  • Justin Robinson e amar alibegovic Trapanishark Basket

    Domenica a Trapani: Cibo, Passione e Pallacanestro!

    Era una normale domenica a Trapani, e come ogni domenica che si rispetti, il pranzo era una cosa seria. Attorno al grande tavolo della casa di famiglia erano seduti tutti: il papà, il nonno, la mamma che aveva appena finito di impiattare, la vicina di casa, amica da sempre, e naturalmente Peppino, il più piccolo della famiglia, che dal fondo della tavolata alzò la voce con la sua solita curiosità:

    “Stasera cosa si mangia? E soprattutto, dove vediamo la partita?”

    Era una domanda retorica, quasi un rito. A Trapani, il cibo non è solo nutrimento: è cultura, è identità, è passione. Non si cucina per necessità, ma per amore, e ogni piatto racconta una storia lunga secoli. E se c’è qualcosa che può competere con la cucina trapanese, è solo la pallacanestro. Perché questa sera c’è Trento-Trapani, e non si può perdere.

    Il nonno sorrise e posò la forchetta. “Picciutteddu mio, a Trapani si mangia sempre bene, ma oggi tua madre ha fatto la pasta cu l’agghia e u maccu. Non è solo un primo piatto, è un manifesto d’intenti! E se la squadra gioca con la stessa determinazione con cui tua madre cucina, allora c’è l’ha giochiamo,  sicuro!

    La vicina ridacchiò. “E guai a dire che il pesto trapanese non è il migliore al mondo! Se lo fai, rischi di essere bandito dalla città per direttissima! E guai pure a dire che il Trapani Basket non ha cuore, perché noi si lotta sempre!”

    Peppino, con gli occhi spalancati, affondò la forchetta nella pasta e il profumo del basilico, delle mandorle e dell’aglio gli riempì le narici. “Mamma mia, sembra un’opera d’arte!”

    La mamma sorrise soddisfatta. “E questo è solo l’inizio! Dopo ci sono le sarde a beccafico e le busiate con il ragù di tonno. E per chi ha ancora spazio, un po’ di cassatelle di ricotta.”

    Il papà si schiarì la voce. “E per chi ha ancora fame di vittorie, alle 18 e 15 tutti incollati alla TV!”

    Peppino si portò la mano al cuore. “Qui a Trapani non si mangia per sopravvivere, si mangia per vivere davvero! E si tifa sempre col cuore!”

    Il nonno annuì solenne. “E ricordati, picciutteddu: il cibo a Trapani non è solo roba da mangiare. Qui, a tavola, si parla, si ride, si discute, si raccontano le storie di famiglia. Il cibo è la nostra memoria e il nostro futuro. E il basket? È la nostra passione.”

    Fu allora che la vicina, con un gesto teatrale, alzò il bicchiere. “E ora, buon appetito a tutti, professionisti della forchetta e del tifo!”

    E così, tra una risata, un boccone e l’attesa della partita, la domenica trapanese scorreva come sempre: lenta, gustosa e piena di emozioni, proprio come una partita punto a punto. Forza Trapani!




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    Platimiro Fiorenza: “Ultimo dei Corallai” e Patrimonio Vivente dell’UNESCO
    Scopri la storia di Platimiro Fiorenza, maestro artigiano e custode della tradizione trapanese del corallo, riconosciuto come Patrimonio Vivente dell’UNESCO.
    Eros Santoni1 Febbraio 2025 - Altre Notizie
  • Platimiro Fiorenza: "Ultimo dei Corallai Altre Notizie

    “L’artista del corallo intreccia sogni e mare, trasformando la luce delle onde in gemme senza tempo.”

    L’arte della lavorazione del corallo ha una lunga tradizione a Trapani, e tra i suoi ultimi e più grandi maestri spicca il nome di Platimiro Fiorenza, riconosciuto come Patrimonio Vivente dell’UNESCO. Grazie alla sua straordinaria maestria, Fiorenza è riuscito a preservare e innovare un’arte che affonda le sue radici nei secoli, mantenendo viva la tradizione della scuola trapanese di lavorazione del corallo, famosa in tutto il mondo.

    Le Origini e la Passione per l’Arte

    Figlio di un artigiano orafo corallaio, Platimiro Fiorenza cresce immerso tra i preziosi materiali della bottega paterna. Fin dalla tenera età dimostra un’innata predisposizione per l’arte: a soli sette anni inizia a lavorare oro, argento e corallo, apprendendo le tecniche di incisione e il valore delle pietre preziose. Il suo talento non passa inosservato e viene subito notato dal maestro scultore e pittore trapanese Domenico Li Muli, che lo incoraggia a perfezionare la sua arte.

    Dopo aver conseguito il diploma presso la Scuola di Arti e Mestieri di Trapani, Fiorenza sente il desiderio di ampliare le proprie conoscenze e, a vent’anni, parte per Milano. Qui ha l’opportunità di collaborare con un grande nome della scultura italiana, Giò Pomodoro, un’esperienza che arricchisce ulteriormente il suo bagaglio artistico e lo porta a sviluppare nuove tecniche espressive.

    Il Ritorno a Trapani e il Successo

    Dopo l’esperienza milanese, Platimiro Fiorenza decide di tornare nella sua amata Trapani, portando con sé un patrimonio di conoscenze e un rinnovato entusiasmo per l’arte corallina. Nella sua bottega realizza opere uniche, autentici capolavori che fondono tradizione e innovazione. I suoi gioielli, sculture e manufatti religiosi sono apprezzati a livello internazionale e vengono esposti in prestigiose mostre e musei.

    Nel corso della sua carriera, Fiorenza ha ricevuto numerosi riconoscimenti, ma il più significativo è senza dubbio quello di Patrimonio Vivente dell’UNESCO, un titolo che celebra il suo inestimabile contributo alla conservazione di un’arte che rischiava di scomparire.

    Un Testimone di Cultura e Tradizione

    Oltre a essere un abile artigiano, Platimiro Fiorenza è un maestro e un divulgatore: attraverso il suo lavoro, trasmette alle nuove generazioni i segreti di un mestiere antico, unendo la passione per l’arte alla dedizione per la tradizione. La sua bottega è diventata un punto di riferimento per chiunque voglia conoscere da vicino il mondo affascinante della lavorazione del corallo.

    La sua storia è un esempio straordinario di talento, dedizione e amore per l’arte, un’eredità che continuerà a brillare nel tempo, proprio come le sue creazioni in corallo, piccoli tesori intrisi di storia e bellezza.




  • Tradizioni
    Ammuccamu! – (Esclamazione Tradizionale)
    L'espressione siciliana che celebra abbondanza, successo e fortuna!
    Eros Santoni29 Gennaio 2025 - Tradizioni
  • Frase siciliana "Ammuccamu" Tradizioni

    Il dialetto siciliano è ricco di espressioni colorite e intrise di storia, tramandate di generazione in generazione. Una di queste è la parola “Ammuccamu!”, che viene spesso rivolta a chi sta gustando con piacere qualche leccornia o sta mangiando a sazietà. Tuttavia, il suo significato si estende anche oltre il contesto culinario, diventando un modo per complimentarsi con chi ha ottenuto un successo in qualche iniziativa o è stato baciato da un’improvvisa fortuna.

    Origine e Significato

    La parola “Ammuccamu” deriva dal verbo siciliano “ammucciari“, che significa “nascondere” o “inghiottire velocemente“. Nel contesto quotidiano, viene utilizzata con un tono scherzoso per esprimere soddisfazione per un pasto abbondante o per celebrare un traguardo raggiunto. È una parola che trasmette gioia, appagamento e complicità tra chi la pronuncia e chi la riceve.

    Uso nella vita quotidiana

    In Sicilia, “Ammuccamu!” può essere utilizzata in diverse situazioni. Ecco alcuni esempi pratici:**

    Un detto che unisce

    L’espressione “Ammuccamu!” è un perfetto esempio di come la lingua siciliana sia capace di esprimere non solo concetti diretti, ma anche emozioni e sentimenti profondi. Che si tratti di buon cibo o di successi personali, questa parola è sinonimo di celebrazione e condivisione, valori fondamentali nella cultura siciliana.

    Se mai ti troverai in Sicilia e qualcuno esclamerà “Ammuccamu!”, sorridi: è un invito a goderti il momento e a celebrare la vita con entusiasmo e gusto!




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