Roma – In questi giorni, l’Italia riscopre il tennis. E lo fa con gli occhi incollati allo schermo, seguendo le gesta di Jannik Sinner e Jasmine Paolini, entrambi in finale agli Internazionali BNL d’Italia. Un risultato storico, che riporta la racchetta tricolore ai vertici del tennis mondiale. Ma tra un rovescio e un match point, una curiosità serpeggia tra i nuovi appassionati:
Perché nel tennis si conta 15, 30, 40… e non semplicemente 1, 2, 3?
Una domanda semplice, che apre uno squarcio affascinante sul passato nobile di questo sport.
Il punteggio del tennis affonda le radici nella Francia del XV secolo, ai tempi del jeu de paume, il progenitore del tennis moderno. All’epoca, per segnare i punti si usava un orologio da torre:
Con il tempo, il “45” venne abbreviato in 40 – forse per motivi di ritmo o pronuncia – lasciando così spazio all’introduzione del concetto di “vantaggio” in caso di parità sul 40-40, chiamata deuce.
Alcuni storici, invece, ipotizzano che il punteggio rappresentasse distanze in piedi sul campo o che fosse legato alle scommesse in denaro, pratica diffusa nei circoli aristocratici del tempo. Ma nessuna teoria è confermata in modo definitivo.
Anche il termine “love” per indicare lo zero ha una radice antica. Secondo alcuni, deriverebbe dal francese l’œuf (uovo), per via della forma dello zero. Altri lo fanno risalire all’inglese “to play for love”, cioè giocare per nulla, senza puntate.
Tutti questi elementi compongono un linguaggio unico, che ancora oggi caratterizza il tennis rispetto agli altri sport.
Nel frattempo, sul centrale del Foro Italico, Jannik Sinner è diventato il primo italiano a raggiungere la finale del torneo dal 1978. Dopo una sofferta rimonta contro Tommy Paul, affronterà Carlos Alcaraz in un duello che sa di futuro.
Accanto a lui, Jasmine Paolini, reduce da una splendida cavalcata che l’ha portata alla finale femminile contro Coco Gauff. Era dal 2014 che un’italiana non arrivava così lontano.
Due finali, due sogni. E una passione collettiva che riporta il tennis al centro del dibattito sportivo nazionale.
In un’epoca in cui tutto è veloce e ridotto all’essenziale, il tennis resta uno degli ultimi sport che mantiene il sapore delle sue origini. Il punteggio “15-30-40” può sembrare strano, ma è ciò che rende ogni partita una narrazione. Come la semifinale di Sinner: persa la prima frazione, ha ribaltato tutto con classe, pazienza e quel senso del tempo che il tennis custodisce da secoli.
Miami [Tennis] – Matteo Berrettini ritrova il sorriso sui campi in cemento della Florida. Il tennista romano ha battuto con autorità il belga Zizou Bergs (6-4 6-4), conquistando per la prima volta gli ottavi di finale al Miami Open, un traguardo che mancava da Indian Wells 2022. Con questo successo, raggiunge Lorenzo Musetti, portando a due i rappresentanti italiani tra i migliori sedici del prestigioso torneo ATP 1000. Un segnale incoraggiante per il prosieguo della stagione.
Berrettini ha subito preso in mano le redini del match, strappando il servizio a Bergs nel primo gioco. Sul 3-1 ha avuto anche una palla per il doppio break, ma un errore di rovescio ha riportato in corsa il belga, capace di pareggiare sul 3-3. Nonostante il tentativo di rimonta, l’azzurro ha risposto da campione: con un game in risposta impeccabile sul 4-4 ha piazzato il colpo del ko, chiudendo il primo parziale 6-4 senza tentennamenti.
Nel secondo set, Berrettini ha mantenuto alta la concentrazione. Dopo un avvio equilibrato, ha piazzato il break sul 2-2, difendendo con solidità i turni di battuta successivi. Il servizio, pur non devastante, è stato efficace: negli ultimi game ha concesso appena un punto. Con un altro 6-4 ha archiviato il match in un’ora e mezza, confermando un’ottima condizione fisica e mentale.
Con questo successo, Matteo si aggiunge a Lorenzo Musetti tra gli italiani agli ottavi. Un doppio traguardo che testimonia il buon momento del tennis azzurro nel circuito maschile. L’ultima volta in cui Berrettini era arrivato così avanti in un Masters 1000 risale a tre anni fa: un segnale importante per il suo ritorno ai vertici.
Nel frattempo, Sasha Zverev continua la sua marcia: il numero due del mondo ha superato Jordan Thompson (7-5 6-4) centrando l’11° ottavo negli ultimi 12 Masters 1000. Avanzano anche Taylor Fritz, il ceco Mensik e la sorpresa statunitense Walton. Prossimo ostacolo per Zverev sarà il francese Arthur Fils.
Dopo un periodo complicato tra infortuni e sconfitte, Berrettini sembra finalmente tornato vicino alla sua miglior versione. Con un dritto incisivo e una solidità ritrovata, il sogno di una nuova semifinale o finale in un Masters 1000 torna a essere concreto. Il prossimo avversario a Miami sarà decisivo per capire se questo è solo l’inizio di una vera rinascita.
Doha – Matteo Berrettini firma una delle vittorie più importanti della sua carriera battendo Novak Djokovic per la prima volta. Il tennista romano si impone con il punteggio di 7-6(4) 6-2, interrompendo una serie negativa contro il campione serbo. Questo successo segna una svolta per Berrettini, che dimostra di essere tornato ai massimi livelli dopo un periodo difficile a causa degli infortuni. Con questa vittoria, Matteo accede agli ottavi di finale, dove affronterà l’olandese Tallon Griekspoor.
Fino a questo momento, Berrettini aveva affrontato Djokovic quattro volte, sempre in tornei di altissimo livello come Finals, Roland Garros, Wimbledon e US Open, senza mai riuscire a imporsi. Il match di Doha rappresentava un’importante occasione di rivincita per il romano, che non ha lasciato nulla al caso e ha giocato con grande determinazione. “Battere Novak è sempre stato un mio obiettivo, ho lavorato duramente per tornare a questo livello e oggi finalmente ho raccolto i frutti del mio impegno”, ha dichiarato Berrettini al termine dell’incontro.
Il primo set è stato combattuto, con entrambi i giocatori solidi nei rispettivi turni di servizio. Berrettini ha avuto la prima vera occasione di break nel quinto game, portandosi sullo 0-40, ma Djokovic ha risposto con la solita grinta e ha mantenuto il servizio. Il set si è deciso al tie-break, dove l’azzurro ha fatto valere il suo potente diritto e ha chiuso 7-4.
Nel secondo set, Berrettini ha subito preso il controllo del gioco, strappando il servizio al serbo nel secondo game e portandosi rapidamente sul 3-0. Djokovic ha provato a rimanere in partita, ma il ritmo di Matteo è stato troppo alto. Con 9 ace e una percentuale di prime palle molto elevata, Berrettini ha chiuso il set per 6-2, sigillando una vittoria memorabile.
Ora Berrettini si prepara ad affrontare Tallon Griekspoor, che lo aveva sconfitto pochi giorni fa a Rotterdam. Sarà una sfida fondamentale per testare la continuità del suo ritorno ad alti livelli. Nel frattempo, un altro italiano, Luca Nardi, si prepara per un match difficile contro Carlos Alcaraz, in un torneo che si sta rivelando ricco di emozioni per il tennis italiano.
Con questa impresa, Matteo Berrettini ha mandato un segnale chiaro: è tornato e vuole lottare per i grandi traguardi. Ora gli occhi sono puntati su Doha, dove il cammino prosegue con la speranza di altri successi
Il ranking WTA rappresenta un elemento fondamentale per determinare le migliori giocatrici del circuito internazionale di tennis femminile. Per le tenniste, ogni torneo è un’opportunità per guadagnare punti preziosi e migliorare la propria posizione in classifica. Tuttavia, nel caso di Jasmine Paolini, l’obiettivo non è solo scalare posizioni, ma difendere un piazzamento di prestigio. Con il torneo di Dubai alle porte, la giocatrice italiana si trova a dover confermare la straordinaria prestazione dello scorso anno per mantenere il suo attuale quarto posto.
Nel ranking WTA del singolare femminile, il numero di tenniste italiane in top 100 rimane invariato: sono tre, le stesse che hanno contribuito alla storica vittoria della Billie Jean King Cup a novembre.
La migliore tra loro continua a essere Jasmine Paolini, attualmente numero quattro del mondo con 5.398 punti. Questo risultato la rende, insieme a Francesca Schiavone, la tennista italiana più in alto nella classifica di sempre. Tuttavia, la toscana dovrà difendere il suo piazzamento nel prossimo torneo di Dubai, dove esordirà il 19 febbraio contro la tedesca Eva Lys.
Nel 2023, proprio a Dubai, Paolini conquistò il suo primo titolo Masters 1000, in un anno che l’ha vista affermarsi tra le migliori del circuito. Ma questa vittoria ora pesa: per mantenere il suo ranking, sarà costretta a ripetersi, poiché non potrà guadagnare ulteriori punti.
A insidiarla ci sono due americane pronte a scavalcarla: Jessica Pegula, quinta con 5.076 punti, e Madison Keys, sesta con 4.680 punti, fresca vincitrice degli Australian Open 2024.
In vetta alla classifica, il podio rimane invariato. Al terzo posto troviamo Coco Gauff con 6.538 punti, mentre la seconda posizione è occupata dalla polacca Iga Swiatek con 8.160 punti. Il primato assoluto, per la diciottesima settimana consecutiva, è detenuto dalla bielorussa Aryna Sabalenka, leader del ranking con 8.966 punti.
Oltre a Paolini, nel ranking WTA restano in top 100 altre due azzurre: Lucia Bronzetti ed Elisabetta Cocciaretto, confermando la presenza del tennis femminile italiano tra le grandi del circuito internazionale.
Nel ranking WTA del singolare femminile, il numero di tenniste italiane in top 100 rimane invariato: sono tre, le stesse che hanno contribuito alla storica vittoria della Billie Jean King Cup a novembre.
La migliore tra loro continua a essere Jasmine Paolini, attualmente numero quattro del mondo con 5.398 punti. Questo risultato la rende, insieme a Francesca Schiavone, la tennista italiana più in alto nella classifica di sempre. Tuttavia, la toscana dovrà difendere il suo piazzamento nel prossimo torneo di Dubai, dove esordirà il 19 febbraio contro la tedesca Eva Lys.
Roma – L’etimologia della parola “tennis” è un argomento che ha affascinato studiosi e linguisti per secoli. Numerose teorie sono state avanzate nel tempo, ma una delle ipotesi più accreditate risale al 1617 ed è attribuita al linguista britannico John Minsheu.
Secondo Minsheu, il termine “tennis” deriverebbe dalla parola francese “tenez”, forma imperativa del verbo “tenir”, che significa “tenete” o “prendete”. Questa espressione veniva utilizzata dai giocatori del gioco della Pallacorda, un predecessore del tennis moderno, per avvisare l’avversario dell’inizio dello scambio.
Col passare del tempo, la parola “tenez” venne adottata dagli inglesi e subì una serie di trasformazioni linguistiche che portarono alla forma attuale: tenez → tennes → tennies → tenyse → tennis. Questo processo di adattamento è comune nelle lingue e testimonia l’influenza culturale e sportiva tra Francia e Inghilterra nei secoli.
Nonostante la teoria di Minsheu sia considerata plausibile, essa rimane pur sempre una tesi e non una certezza assoluta. Per definizione, una tesi è una proposizione che necessita di una dimostrazione concreta. Nel caso dell’origine della parola “tennis”, la mancanza di prove definitive lascia ancora spazio a dubbi e interpretazioni alternative.
L’etimologia, infatti, non è sempre una scienza esatta e può essere soggetta a reinterpretazioni basate su nuove scoperte storiche o linguistiche. Fino a quando non emergeranno ulteriori elementi che possano confermare senza ombra di dubbio l’origine della parola, il dibattito rimarrà aperto.
Negli ultimi anni, il successo crescente nella specialità da parte di tennisti italiani sta dando sempre più visibilità a questa affascinante disciplina sportiva. Atleti come Jannik Sinner, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti stanno contribuendo a elevare il tennis italiano ai massimi livelli del circuito internazionale. Grazie alle loro performance di alto livello, l’interesse per il tennis in Italia è in costante crescita, portando un numero sempre maggiore di giovani a praticare questo sport.
I successi internazionali degli atleti italiani hanno anche rafforzato l’immagine del tennis come disciplina di rilievo nel panorama sportivo nazionale, con un incremento degli investimenti e della copertura mediatica. Questo fenomeno non solo avvicina nuovi appassionati al mondo del tennis, ma contribuisce anche a scrivere una nuova pagina nella storia di questo sport.
L’origine della parola “tennis” continua ad essere un affascinante enigma linguistico. Sebbene la teoria di John Minsheu sia la più accreditata, non possiamo affermare con assoluta certezza che essa rappresenti la verità definitiva. Questo dimostra quanto il linguaggio sia dinamico e influenzato da molteplici fattori storici e culturali.
Per gli appassionati di tennis e di storia delle parole, questo argomento rimane un interessante spunto di riflessione che unisce sport, storia e linguistica in un’unica, avvincente narrazione.
Roma – Jannik Sinner, uno dei tennisti più promettenti e amati del circuito ATP, ha appena ricevuto una sentenza che ha suscitato grande attenzione nel mondo del tennis. La sua squalifica per doping, infatti, sarà limitata a soli due mesi, una decisione che, pur essendo una battuta d’arresto, non mette a repentaglio la sua carriera a lungo termine. Ma cosa significa questa squalifica per il futuro di Sinner, il tennista numero uno al mondo?
Dopo aver conquistato il suo ennesimo successo agli Australian Open, Sinner era pronto a tornare in campo e difendere il suo primato. La sua prossima tappa? Doha, dove il giovane talento sperava di continuare la sua ascesa nel ranking ATP e confermarsi come il migliore al mondo. Tuttavia, con la squalifica in corso, la sua partecipazione ai tornei potrebbe essere influenzata, obbligandolo a rivedere i suoi programmi e a fare i conti con un periodo di stop.
Nel frattempo, la concorrenza è più agguerrita che mai. Rivali come Carlos Alcaraz, che punta a strappare a Sinner la leadership del ranking, e Novak Djokovic, sempre pronto a sfidare chiunque sia in buona forma, sono pronti a sfruttare ogni opportunità. Con la sua pausa forzata, Sinner dovrà affrontare la sfida di mantenere il suo status di numero uno al mondo e rispondere all’incalzante pressione dei suoi avversari.
Mentre Sinner si prepara a tornare in campo, un’altra incognita rimane sullo sfondo: la questione doping. Nonostante la squalifica di due mesi sembri una sentenza piuttosto favorevole, la sua situazione potrebbe evolversi in modo inaspettato. Tra il 16 e il 17 aprile, infatti, il tennista italiano saprà come si svilupperà il suo caso. Se la situazione dovesse aggravarsi, potrebbe esserci il rischio di una squalifica più lunga, che minerebbe la sua preparazione per le competizioni future.
Il futuro di Jannik Sinner dipenderà molto dalla sua capacità di reagire a questa pausa forzata. Sarà fondamentale per lui sfruttare al meglio il tempo di sospensione, rimanendo concentrato sul recupero fisico e mentale. Nonostante la squalifica, Sinner ha dimostrato più volte di saper affrontare le difficoltà con determinazione, e il mondo del tennis si aspetta che ritorni più forte che mai.
In definitiva, sebbene il caso doping e la squalifica temporanea abbiano creato incertezze, la carriera di Jannik Sinner non sembra destinata a fermarsi. Con la giusta preparazione e mentalità, il numero uno al mondo potrà continuare a brillare nel panorama del tennis internazionale.
La coppia azzurra di doppio, composta da Simone Bolelli e Andrea Vavassori, ha trionfato nell’ATP 500 di Rotterdam, superando in finale il duo formato dal belga Sander Gille e dal polacco Jan Zielinski con il punteggio di 2-1 (6-2, 4-6, 10-6).
Si tratta del quinto titolo conquistato da Bolelli e Vavassori, il terzo stagionale dopo il successo ad Adelaide e la finale agli Australian Open. Un inizio di 2025 a dir poco straordinario per la coppia italiana, che ha collezionato ben 13 vittorie su 14 partite giocate.
“È stata una finale combattuta – ha dichiarato Bolelli al termine del match -. Ringrazio il mio compagno per il sostegno, il pubblico italiano qui è stato fantastico. Sono felice di condividere questo successo con Andrea, ha dato nuova linfa alla mia carriera. Giochiamo insieme da quasi due anni e spero di poter aggiungere altri trofei alla nostra bacheca quest’anno”.
“Abbiamo iniziato l’anno in modo incredibile – ha aggiunto Vavassori -. Sono orgoglioso di questo percorso e felice di condividere il campo e questo viaggio con Simone. L’atmosfera oggi era bellissima, questo è uno dei tornei più belli a cui abbia mai giocato. È stata una settimana fantastica e sicuramente torneremo l’anno prossimo”.
La vittoria a Rotterdam conferma l’ottimo momento di forma di Bolelli e Vavassori, che si candidano a essere protagonisti anche nei prossimi tornei del circuito ATP
Gli Australian Open sono stati trasmessi sinora in esclusiva da Eurosport, visibile sui canali Sky. La finale, invece, sarà disponibile anche per i non abbonati e sarà trasmessa su un canale non a pagamento.
Appuntamento a domenica 26 gennaio dalle 9:30 (ora italiana) sul canale Nove del digitale terrestre
Per la partita di Sinner si era mobilitato per tempo anche il ministero delle Imprese e del Made in Italy, in un iter che prevede anche un ok dall’Unione Europea, in particolare dal Cominato di contatto della Commissione. La richiesta del Ministero, presentata già nel 2023, era quella di aggiornare gli eventi di “particolare rilevanza per la società di cui è assicurata la diffusione su palinsesti in chiaro”, resasi necessaria dopo l’exploit proprio di Sinner e del tennis italiano in generale.
La lista comprende soltanto la Coppa Davis e la Billie Jean King Cup, entrambe vinte dall’Italia nel 2024, e gli Internazionali d’Italia con un azzurro in finale. Ora, in tv in chiaro anche la finale di un torneo dello Slam. in finale.
Jannik Sinner ha trionfato su Ben Shelton con il punteggio di 7-6, 6-2, 6-2, garantendosi un posto in finale agli Australian Open contro Alexander Zverev. La partita, giocata il 24 gennaio 2025 a Melbourne, ha visto Sinner, attuale numero uno del mondo e campione in carica, affrontare una dura battaglia iniziale contro Shelton.
Il primo set è stato particolarmente combattuto: Sinner ha recuperato dopo un break di Shelton, vincendo il set al tie-break grazie a errori consecutivi del rivale. La partita è proseguita con Sinner che ha preso il controllo, vincendo agevolmente i successivi due set nonostante i crampi.
Al termine del match, Sinner ha dichiarato: “È stata una partita dura, entrambi abbiamo risposto meglio di come abbiamo servito. All’inizio ero teso, ma ho saputo gestire bene la situazione”. Domenica affronterà Zverev, che ha raggiunto la finale dopo il ritiro di Djokovic.
Sinner è ora pronto per la sua seconda finale consecutiva agli Australian Open e si prepara ad affrontare Zverev, in cerca del suo primo Major. “Abbiamo avuto sfide aperte nel passato, lui è un giocatore straordinario”, ha detto Sinner.