Trapani – Personale della Squadra Mobile della Questura di Trapani, su disposizione della Procura della Repubblica di Trapani, ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale, nei confronti di un uomo indagato per una presunta violenza sessuale.
Il trapanese agiva a bordo degli autobus, scegliendo le linee più frequentate dagli studenti, talvolta anche minorenni, tentando approcci di naturale sessuale strusciandosi sui passeggeri. Una giovanissima vittima ha trovato il coraggio di raccontare ai familiari e poi agli investigatori della Polizia quanto accaduto sull’autobus, di ritorno da scuola.
L’indagine, che ha trovato riscontri e conferme nelle preziose testimonianze di altri passeggeri, presenti al momento dell’accaduto, ha fatto emergere un quadro preoccupante di molestie perpetrate dall’uomo in pieno giorno.
I poliziotti sono riusciti, sulla base della descrizione della vittima e dei testimoni, ad individuare il soggetto e, in considerazione della gravità dei fatti, su impulso della Procura della Repubblica di Trapani e in esecuzione di un ordine di carcerazione, hanno proceduto al suo arresto. L’arrestato, un quarantacinquenne senza fissa dimora, in passato ha commesso fatti della stessa natura mostrandosi incline alla serialità.
Erice – Ancora una truffa ai danni di anziani. L’ultima vittima una donna di Erice, lui il finto avvocato è un napoletano arrestato dalla Polizia di Stato di Trapani ad Imperia. La donna è stata truffata con tecnica del “falso incidente”. I fatti risalgono alla scorsa estate, quando la vittima, una settantenne residente a Erice, ha ricevuto una telefonata da un individuo che si è spacciato per un maresciallo dei Carabinieri.
L’uomo, con tono preoccupato, ha informato la donna che suo figlio era rimasto coinvolto in un incidente stradale con feriti e che, per evitare conseguenze legali, era necessario il pagamento di una cauzione di 8 mila euro in contanti. Pochi minuti dopo, alla porta della signora però si è presentato un uomo che si è qualificato come avvocato del figlio, chiedendo la somma richiesta per poter risolvere la situazione.
Colta dal panico e non disponendo della cifra in contanti, l’anziana ha così aperto la cassaforte ed ha consegnato al truffatore monili in oro, per un peso complessivo di quasi 10 chilogrammi, convinta che sarebbero serviti per scagionare il figlio. Una volta avuti i monili, il finto avvocato è sparito facendo perdere le proprie tracce.
La donna solo in un secondo momento, dopo essere riuscita a contattare il figlio, ha realizzato di essere stata truffata e ha denunciato l’accaduto alla Polizia. Gli agenti della Squadra Mobile del capoluogo hanno avviato un’attività investigativa, raccolto la descrizione del malvivente ed analizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.
Grazie a questi elementi, gli investigatori sono riusciti a ricostruire i movimenti del truffatore e a raccogliere prove della sua responsabilità. Sulla base degli indizi raccolti, il Gip presso il Tribunale di Trapani, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’indagato.
L’uomo, un campano con precedenti per reati analoghi, inizialmente si era reso irreperibile, ma è stato rintracciato e arrestato pochi giorni fa ad Imperia.
Vittoria (Ragusa) – Fermato nel pomeriggio il presunto omicida di Angelo Ventura, il trentottenne morto a Vittoria, per le ferite riportate nell’agguato avvenuto prima della mezzanotte di ieri (29 gennaio 2025). Si tratta di Francesco Lo Monaco, un pregiudicato di 42 anni, che era sottoposto a sorveglianza speciale.
Le indagini, coordinate dalla procura di Ragusa, sono state effettuate dal commissariato di Vittoria e dalla squadra mobile di Ragusa. Ritrovato il fucile calibro 12 a canne e calcio mozzati, utilizzato per l’omicidio.
Ventura dopo l’agguato era stato portato in ospedale da due sconosciuti poco prima di mezzanotte. Sottoposto a intervento di chirurgia vascolare, è morto poco dopo le dieci del mattino senza mai riprendere conoscenza.
Lo Monaco, soprannominato «Cannata», è stato condotto in commissariato e interrogato a lungo alla presenza dell’avvocato difensore Matteo Anzalone. Al termine dell’interrogatorio il sostituto procuratore Monica Monego ha emesso il provvedimento di fermo e l’uomo è stato condotto in carcere a Ragusa. Il provvedimento di fermo è stato emesso, per il momento, per i reati di porto e detenzione di arma clandestina. Gravemente indiziato di essere il responsabile del delitto, dovrà comparire davanti al Gip per la convalida del provvedimento di fermo e per l’eventuale ulteriore ipotesi accusatoria riguardo all’accusa di omicidio.
Palermo – Agenti della Squadra Mobile, Sezione contrasto al Crimine Diffuso, nel corso di servizi di prevenzione e controllo del territorio volti a contrastare il fenomeno dello spaccio di stupefacenti nel capoluogo palermitano, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, O.A., 40enne nigeriano, resosi responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Gli accertamenti effettuati hanno consentito di rinvenire addosso al fermato 39 dosi di eroina singolarmente confezionate e pronte per essere spacciate peso 35 grammi e la somma di 763,00 euro ritenuta provento dell’illecita attività di spaccio.La droga ed il denaro, sono stati posti sotto sequestro, mentre il giovane cittadino nigeriano è stato tratto in arresto nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Gli agenti transitando nei pressi del quartiere cittadino “Ballarò” hanno notato un uomo, a loro sospetto, confabulare con una donna. Nella consapevolezza che i due stessero per incontrarsi per formalizzare la compravendita di sostanza stupefacente, gli agenti hanno intimato l’Alt polizia al nigeriano che, alla vista degli operatori, nel vano tentativo di eludere il controllo, si è dato a precipitosa fuga tra le stradine del mercato cittadino.
Ne scaturiva un rocambolesco inseguimento culminato all’interno di una chiesa, luogo dove presumibilmente l’uomo pensava di poter trovar riparo e far perdere le proprie tracce sfuggendo all’occhio attento dei poliziotti. Gli agenti, senza perderlo di vista e adottando le precauzioni, necessarie per garantire l’incolumità dei fedeli presenti, sono riusciti con non poche difficoltà a precludergli ogni via di fuga e con discrezione hanno accompagnato l’uomo all’esterno del luogo di culto, dove era in corso, nel frattempo la celebrazione eucaristica.
Giova precisare che l’indagato, è, allo stato, indiziato in merito al reato contestato e che la sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.
Trapani – Convolidato il fermo per Carmelo Alogna trapanese di 39 anni presunto omicida di Liborio Como, il 52enne ucciso lo scorso 16 gennaio nel quartiere San Giuliano a Erice Casasanta.
Le indagini effettuate dalla Squadra Mobile del capoluogo e coordinate dalla Procura, avrebbero permesso di acquisire elementi per il quale l’indagato è ritenuto presunto autore dell’omicidio di Liborio Como, trovato senza vita con alcune ferite al capo.
Gli investigatori si sono concentrati sulla sfera privata della vittima e i successivi accertamenti hanno permesso di accertare la presenza sul posto dell’odierno indagato e di ricostruire, seppur ancora parzialmente, la dinamica dei fatti. In considerazione della gravità dei fatti e dei gravi indizi di colpevolezza, il Gip presso il Tribunale di Trapani, su richiesta della Procura, ha convalidato, il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere dell’uomo.
Erice – Potrebbe essersi trattato di una lite culminata poi in un accoltellamento alla base dell’omicidio di Liborio Como, ex pizzaiolo trapanese il cui corpo è stato rinvenuto nella tarda serata di ieri nei pressi di un locale nel rione popolare di San Giuliano a Erice. Como da una prima ispezione cadaverica effettuata dal medico legale, sarebbe stato raggiunto da almeno due fendenti al capo e al petto. L’arma potrebbe essere uno stiletto. Maggiori dettagli comunque si avranno dopo l’autopsia, disposta dal magistrato di turno.
Per tutta la serata e fino a stamane gli investigatori della Squadra Mobile di Trapani hanno interrogato familiari, amici e conoscenti della vittima. Potrebbe essere stato individuato l’assassino, al momento però utilizziamo il condizionale, non avendo avuto conferme. Non si capisce come mai Liborio Como si trovasse in quel rione, lui abitava in un’altra parte della città. Como non aveva precedenti, al momento lavorava come manovale.
La zona dove Liborio Como è stato ucciso San Giuliano, il corpo della vittima è stato rinvenuto tra le vie Ciullo D’Alcamo e via Urbino, è una delle zone dell’hinterland trapanese con la più alta incidenza di spaccio di stupefacenti.
Nel corso dell’ultimo anno numerose sono state le operazioni antidroga effettuate dalle forze dell’ordine che hanno proceduto ad arresti e sequestri di stupefacenti.
Erice – Rinvenuto in serata il cadavere di un uomo nella zona di San Giuliano a Erice. Il corpo di Liborio Como è stato ritrovato nei pressi di un locale. Scattato l’allarme sono intervenuti gli agenti della Squadra volante e i loro colleghi della Squadra mobile. Ancora non è chiaro come sia stato ucciso, si sta aspettando il medico legale e il magistrato di turno.
Le indagini seguite dagli investigatori della squadra mobile. sul posto il magistrato di turno: “Stiamo ancora indagando” – fanno sapere dalla questura.
In aggiornamento
Secondo una prima ricognizione fatta dal medico legale e dagli investigatori della Squadra Mobile, l’uomo è morto a causa di alcuni colpi inferti con un’arma appuntita , forse uno stiletto . Una ferita è stata trovata al petto, un’altra pare al capo.
Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) – Dalle prime luci dell’alba, la Polizia di Messina, nell’ambito di una vasta operazione contro la criminalità organizzata barcellonese, è impegnata nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Messina, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 15 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, violazione della pubblica custodia di cose e sottrazione di cose sottoposte a sequestro.
Per le operazioni di polizia giudiziaria – coordinate dalla Squadra Mobile della Questura di Messina e dal Commissariato di P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto – sono impiegati circa 150 agenti della Polizia di Stato, tra cui personale delle Squadre Mobili di Palermo, Catania, Siracusa, Enna e Vibo Valentia; delle S.I.S.C.O. di Palermo, Catania e Messina; del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale”; del Reparto Cinofili della Questura di Vibo Valentia; dei Commissariati di P.S. della provincia di Messina.
Alle 10.45, presso la Sala Riunioni della Caserma della Polizia di Stato “Nicola Calipari”, si terrà una conferenza stampa alla presenza del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Dott.Antonio D’Amato, del Direttore del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della P.S., Dott. Vincenzo Nicolì, e del Questore di Messina, Dott. Annino Gargano.