Palermo
Palermo, avevano rapinato una guardia giurata, in due finiscono in carcere
L'episodio si verificò giusto un anno fa
Redazione29 Maggio 2025 - Cronaca



  • Arresto spaccio Palermo Ballarò. Cronaca

    Palermo – Agenti della Sezione Antirapina della Squadra Mobile, su delega della Procura ha eseguito
    un’ordinanza della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di due cittadini italiani, di 34 e 31 anni, con precedenti di polizia, ritenuti responsabili, in concorso fra loro, di rapina pluriaggravata, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi da sparo.

    L’attività investigativa era scattata da un grave evento delittuoso verificatosi a Palermo il 29 giugno 2023 in pregiudizio di una guardia particolare giurata impegnata in un servizio di trasporto plichi dalla sede di una società all’Ufficio Postale di via Alcide de Gasperi.

    In quella occasione un “commando” armato composto anche dagli odierni indagati, dopo aver bloccato, in prossimità dell’A29, l’autovettura condotta dalla vittima con un altro veicolo rubata, la rapinava sottraendole la somma di 110mila Euro che stava trasportando, l’arma in dotazione individuale e la parte anteriore del giubbotto antiproiettile, per poi fuggire a bordo della medesima vettura ricettata.

    L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo e fondata su monitoraggi telefonici ed ambientali,  sull’analisi delle immagini registrate da numerosi impianti di videosorveglianza – collocati sulle vie di arrivo e di fuga dei malviventi e sul luogo di commissione del delitto – hanno
    così permesso di rassegnare all’A.G. procedente gravi indizi di colpevolezza a carico degli odierni indagati in merito al grave episodio in argomento.

    “Giova precisare che la responsabilità penale delle condotte elencate sarà definita solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza”.




  • Alcamo
    Omicidio Antonino Arculeo. Arrestato dalla Polizia di Stato il terzo complice
    Le indagini proseguono alla ricerca di altri eventuali complici
    Redazione28 Maggio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Alcamo – Nella serata di ieri, la Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica di Trapani, ha eseguito una misura cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Trapani nei
    confronti di un trentaduenne alcamese, Alessio Parrino, ritenuto responsabile dei delitti di omicidio, distruzione e soppressione di cadavere.

    Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Palermo e da quella di Trapani, con il supporto operativo del Commissariato di Partinico e di Alcamo, hanno consentito di formulare l’ipotesi del coinvolgimento nell’efferato omicidio del partinicese Antonino Arculeo, il cui cadavere semicarbonizzato è stato rinvenuto nel territorio di Calatafimi – Segesta, nella zona  “Terme Gorga”, lo scorso 9 maggio.

    In manette erano già finiti altri due uomini di Partinico

    Nell’immediatezza dei fatti, erano stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto, due uomini di Partinico Dario Milana, 47 anni, e Gioacchino Leto, 35 anni , accusati di concorso in omicidio e distruzione di cadavere e in atto ristretti in carcere su disposione del Gip di Palermo, confermata oggi dal Gip di Trapani, anche a seguito delle indagini svolte su delega della Procura del capoluogo.

    Il movente dell’omicidio

    Dietro quella morte orribile: un inquietante intreccio tra prestiti a tassi usurai e relazioni personali. Le ipotesi al vaglio degli investigatori parlano di un possibile regolamento di conti legato all’attività di prestiti usurai che Arculeo avrebbe portato avanti nel tempo. Ma accanto al movente economico, emergono anche elementi più delicati: da indiscrezioni, l’uomo intratteneva relazioni personali che potrebbero aver contribuito a scatenare il delitto. Un contesto complesso che presenta implicazioni sia finanziarie sia emotive.

    La ricostruzione degli investigatori

    (la vittima Antonino Arculeo)

    Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la vittima, Antonino Arculeo, sarebbe stata colpita con almeno 17 coltellate, in un contesto di estrema violenza, in un luogo isolato dove il corpo è stato dato alle fiamme nel tentativo di ostacolare le indagini e rendere difficile l’identificazione. L’attività investigativa, sviluppata attraverso rilievi tecnici, analisi dei tabulati telefonici, tracciamenti Gps e acquisizione di immagini da sistemi di videosorveglianza, ha permesso di ricostruire le fasi precedenti e successive all’omicidio, consentendo di produrre alla Procura rilevanti risultanze probatorie.

    Ora si vuole accertare eventuali altri complici

    Le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità di altre persone e per definire il movente del delitto che sembrerebbe essere legato a motivi economici e alla ragionevole possibilità che i correi intendessero sottrarre alla vittima una cospicua somma di denaro, che l’uomo portava con sé la sera dell’omicidio, essendo documentato il maldestro tentativo di somministrargli un integratore di melatonina con la verosimile intenzione di stordirlo. Per il Gip, che ha accolto in pieno le risultanze investigative, Per il Gip, che ha accolto in pieno le risultanze investigative rassegnate dalla Polizia, il Parrino avrebbe messo in atto il piano per uccidere Arculeo insieme agli altri due complici, Leto e Milana. Parrino una volta arrestato è stato condotto presso la Casa Circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

    La nota della questura

    Si rappresenta che la responsabilità penale delle condotte elencate sarà definita solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

    La vicenda

    Antonino Arculeo, 74 anni di Partinico era scomparso da casa a Partinico il 7 maggio scorso ed era stato trovato morto il venerdì successivo a Calatafimi. Ai due indagati, fermati, la polizia è arrivata dopo la denuncia dei figli della vittima che avevano segnalato l’allontanamento del padre e raccontato che l’auto di Arculeo, la sera della scomparsa, era stata coinvolta in un grave incidente ad Alcamo e che uno dei due uomini che erano in macchina era scappato via.

    Dalle indagini era emerso che a bordo c’erano Leto, che aveva fatto perdere le sue tracce, e Milana che, invece, era andato in ospedale per rendersi irreperibile poche ore dopo. Leto, convocato alla polizia, ha anche tentato la fuga, ma gli investigatori, che ne seguivano gli spostamenti, hanno scoperto che si trovava a Lamezia Terme.

    Il giorno successivo l’uomo si è presentato in commissariato a Partinico e ha guidato gli agenti sul luogo del ritrovamento del corpo di Arculeo. Il corpo di Arculeo era stato ritrovato bruciato, con diverse ferite di arma da taglia e con alcuni morsi di animali.

    Alla polizia ha ammesso di aver preso parte all’omicidio insieme a Milana, sostenendo che sarebbe stato il complice a uccidere la vittima a coltellate e che poi ne avrebbe bruciato il corpo e si sarebbe disfatto dell’arma: un coltello da cucina.




  • Palermo
    Operazione antidroga a Palermo della Polizia di Stato
    Indagini anche a Trapani
    Redazione22 Maggio 2025 - Cronaca



  • controlli straordinari quartiere Zen Cronaca

    Palermo – Sono 22 le persone arrestate, 17 sono finite in carcere e cinque ai domiciliari. Si tratta del bilancio  di due differenti ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip di Palermo.

    I provvedimenti restrittivi scaturiscono da due distinte attività investigative (convenzionalmente denominate “Curly” e “Murales”), condotte dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile della Questura di Palermo e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.

    Le indagini hanno fatto emergere l’esistenza di un canale di importazione di cocaina e hashish in Sicilia. Droga smerciata nelle piazze di Trapani,  Palermo, Caltanissetta, Siracusa e Agrigento.

    La prima Indagine

    Delle due consorterie delinquenziali una, ben strutturata e con ramificazioni nei quartieri cittadini di Ballarò, Brancaccio e Villaggio Santa Rosalia, i suoi principali adepti erano divenuti riferimento per diversi grossisti, che costantemente trovavano la disponibilità di sostanze stupefacenti anche nei periodi in cui le stesse scarseggiavano nel territorio palermitano, attraverso l’operosità di trafficanti di punta.

    Così come accaduto a Trapani diverse volte, anche a Palermo, uno dei principali indagati aveva trasformato la sua abitazione, dove si trovava detenuto ai domiciliari, in un bunker della droga. Si occupava della promozione dell’associazione in cui era inserito, procacciando la sostanza stupefacente fuori dalla Sicilia ed occupandosi del mantenimento dei contatti con gli acquirenti, anche nei territori di altre Provincie siciliane, della gestione diretta delle trattative preliminari alle cessioni anche di ingenti quantitativi di droga, ponendosi a capo degli altri affiliati, ai quali assegnava precisi compiti e mansioni per l’esecuzione dei reati-fine perseguiti dal sodalizio di appartenenza.

    La seconda Indagine

    Mentre si indagava su questo filone gli investigatori sono incappati in un altro filone. E’ stato individuato un altro gruppo criminale che si era sganciato dal principale che si stava attivando per aprire  un canale di approvvigionamento di hashish e cocaina direttamente da Napoli. La piccola cellula criminale in esame, ricevuto lo stupefacente dalla Campania, curava il rifornimento dei grossisti di alcune piazze di spaccio palermitane e della Provincia. Nel corso dell’indagine Curly, a riscontro delle acquisizioni investigative relative ai due gruppi delinquenziali scoperti e sopra indicati, sono stati effettuati svariati sequestri, per un totale di circa 53 chilogrammi di hashish e di 2,3 chilogrammi di cocaina.

    In questo secondo caso l’ordinanza del Gip, ha raggiunto  una organizzazione che operava a Brancaccio, dove si trovavano due grossi depositi di cocaina. Anche quest’ultimo sodalizio era caratterizzato da un articolato assetto interno con suddivisione di compiti tra gli affiliati, ciascuno dei quali ricopriva un preciso ruolo, dai pusher alle figure apicali. Oltremodo importante era il sistema di comunicazione adottato. Gli appartenenti al sodalizio effettuavano, tra loro, video-chiamate attraverso note applicazioni social. In diversi casi evitando ogni scambio verbale ed utilizzando gesti convenzionali e movenze del corpo

    Sequestrati complessivamente 11 chili di cocaina, oltre a 56.000 euro in contanti.

     

     

     




  • Calatafimi Segesta
    Omicidio Arculeo: si segue la pista dell’usura, convalidati i fermi
    L'autopsia ha confermato che l'uomo è stato prima accoltella e poi bruciato
    Redazione14 Maggio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Calatafimi – Sarà la Procura di Trapani che da ora in poi si occuperà delle indagini sull’omicidio di Antonino Arculeo, il 72enne di Partinico il cui corpo è stato rinvenuto semibruciato  nella tarda serata di venerdì scorso nei presi della stazione ferroviaria di Alcamo.

    Secondo indiscrezioni la vittima avrebbe prestato denaro a tassi usurai e la sua eliminazione sarebbe da ricondurre a questa attività e ad alcune sue relazioni intime.

    Le indagini

    L’autopsia ha confermato che l’uomo è stato prima accoltella e poi bruciato. Il Gip del tribunale di Palermo ha convalidato i fermi di Gioacchino Leto di 34 anni e Dario Milana, di 47, indiziati di concorso del delitto. E’ stato Leto ad aver portato gli agenti  sul luogo in cui era stato abbandonato il cadavere carbonizzato, ed aveva confessato di aver preso parte all’omicidio sostenendo, però, che ad uccidere materialmente la vittima era stato Milana. Ad indagare è stata la Squadra Mobile di Palermo e Trapani, con la collaborazione dei commissariati di Partinico ed Alcamo.

    La scomparsa e la denuncia

    Arculeo era scomparso da casa il 7 maggio erano stati i figli a denunciarne l’allontanamento e avevano poi raccontato che l’auto della vittima era stata coinvolta in un incidente stradale ad Alcamo, e che a bordo c’erano due uomini che Arculeo frequentava abitualmente, Leto e Milana, appunto. Gli agenti si sono messi sulle tracce dei due che hanno tentato di lasciare la Sicilia, ma poi sono stati raggiunti dagli investigatori e invitati a presentarsi in commissariato.





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