Trapani – Si sono ritrovati davanti al CPR Centro di permanenza per il rimpatrio di Milo, alla periferia sud di Trapani, per un presidio che mira a «rompere l’isolamento» e a chiedere la chiusura definitiva del centro. Una settantina di giovani provenienti da Palermo e dalla provincia di Trapani, a rappresentare il capoluogo solo due persone di Sinistra libertaria.
Mentre i giovani del collettivo anticarcere facevano sentire le loro ragioni con i megafoni, da dentro si sentivano i migranti sbattere le inferriate e gridare “Libertà, Libertà”.
(Foto by Natale Salvo)
La protesta «determinata ma pacifica» del colletivo definisce il CPR «un luogo di detenzione amministrativa, dove lo Stato rinchiude in gabbia le persone che non hanno il giusto pezzo di carta, per poi tentare di deportarle». Per gli organizzatori, il regime interno si reggerebbe su «idranti, manganelli e psicofarmaci», mentre all’interno vengono sequestrati i telefoni personali e limitato l’uso delle cabine, nel tentativo di «sotterrare le voci che urlano rabbia e chidono libertà».
(Foto by Natale Salvo)
L’iniziativa arriva a poche settimane dalle denunce di suicidi, atti di autolesionismo e scioperi della fame che avrebbero coinvolto diversi CPR siciliani, compreso Milo, alimentando il dibattito sull’estensione a 18 mesi del trattenimento amministrativo.