La Sicilia rende omaggio a una delle sue più amate specialità dolciarie con la nascita del Museo del Cannolo e dei Prodotti Tipici. Il progetto prende vita a Piana degli Albanesi, nel cuore delle Terre Normanne, a pochi chilometri da Palermo. Un’iniziativa che punta a valorizzare il celebre cannolo siciliano, simbolo dell’identità gastronomica isolana, e a promuovere le eccellenze agroalimentari del territorio. Il Museo cannolo Piana Albanesi sarà pronto per l’estate 2025, con un percorso esperienziale tra gusto, storia e innovazione.
Il Museo sorgerà all’interno di Palazzo Manzone, edificio seicentesco nel centro storico di Piana degli Albanesi, che verrà restaurato e messo in sicurezza grazie a un investimento pubblico da 1,1 milioni di euro. Il progetto, sostenuto dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura e dal GAL Terre Normanne, vuole essere un punto di riferimento per la promozione delle tipicità locali e per la riscoperta delle antiche ricette.
Il museo non sarà solo uno spazio espositivo, ma una vera e propria esperienza immersiva. Il percorso includerà:
Obiettivo del museo è anche quello di rafforzare la rete dei produttori locali, stimolando il turismo enogastronomico e incentivando il consumo consapevole dei prodotti tipici siciliani. Grazie a materiali informativi, un sito web dedicato e attività promozionali, il Museo del Cannolo sarà una vetrina permanente sulla qualità e l’autenticità delle eccellenze del territorio.
La conclusione dei lavori è prevista entro giugno 2025. Il Museo del Cannolo sarà così pronto ad accogliere visitatori da tutto il mondo, offrendo un’esperienza culturale e sensoriale unica nel suo genere, nel segno del sapore autentico della Sicilia.
Marsala – Un appuntamento da segnare in rosso sul calendario per chi ama il grande cinema e le storie che scavano nel cuore più oscuro della cronaca italiana. Venerdì 21 marzo alle 19.30, nella suggestiva cornice del Centrale Music Hall di Marsala (via Garraffa 54), va in scena una proiezione speciale di “Iddu – L’Ultimo Padrino”, film ispirato ai famigerati pizzini di Matteo Messina Denaro, l’ultimo boss di Cosa Nostra.
A rendere l’evento ancora più unico, la presenza in sala dei due registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, maestri del cinema d’autore con un talento raro per fondere narrazione e denuncia sociale. Con loro anche Alessio Piazza, uno dei volti del film, Alessandro Renda, il giovanissimo attore marsalese di soli dodici anni che interpreta il piccolo “Iddu”, e Giuseppe Prode, direttore artistico del festival culturale “38° Parallelo”.
L’iniziativa si inserisce nel programma di “Glocal Sud”, il festival del giornalismo digitale che punta a raccontare il Mezzogiorno con nuovi linguaggi, contaminando reportage, cinema e narrazione civile.
L’ingresso è gratuito, ma la prenotazione è obbligatoria sul sito ufficiale del festival: glocalsud.it
Una serata che promette emozione, riflessione e memoria. Perché il cinema può ancora raccontare ciò che non deve essere dimenticato.
Un’improvvisa impennata delle temperature sta per investire l’Italia, con valori che toccheranno picchi da piena estate in alcune regioni. L’ondata di caldo anomalo, causata da una vasta circolazione ciclonica nei pressi della Penisola Iberica, porterà un deciso aumento termico soprattutto al Sud e sulle Isole Maggiori.
A partire da giovedì 20 marzo, il rinforzo dei venti di Scirocco contribuirà a spingere le temperature verso livelli estivi. La stabilità atmosferica, favorita dall’alta pressione di origine africana, garantirà cieli sereni e un clima decisamente caldo su Sicilia e Sardegna, con un incremento termico che si protrarrà per tutto il fine settimana.
Le previsioni indicano che tra domenica 23 e lunedì 24 marzo si registreranno temperature fino a 28-29°C in diverse aree della Sicilia, specialmente lungo il versante tirrenico, e in Sardegna. Anche il resto del Sud Italia vivrà un rialzo termico significativo, con valori ben al di sopra delle medie stagionali.
Mentre il Centro-Sud sarà sotto l’effetto dell’ondata di calore, il Nord Italia sperimenterà condizioni meteo diverse. Qui, l’arrivo di una perturbazione porterà piogge e temporali, mantenendo le temperature più in linea con le medie stagionali.
Gli esperti meteo suggeriscono che questa ondata di caldo potrebbe durare diversi giorni, con possibili nuovi picchi termici anche nella settimana successiva. Tuttavia, non si esclude un successivo cambio di scenario con l’arrivo di perturbazioni atlantiche che potrebbero riportare le temperature su valori più consoni alla primavera.Fonte il meteo.it
Milano – Le Blind Auditions di The Voice Senior 2025 stanno tenendo incollati alla TV milioni di spettatori su Rai 1, con una partecipazione straordinaria di talenti siciliani che stanno lasciando il segno nella competizione. L’edizione di quest’anno, condotta come sempre da Antonella Clerici, vede la presenza di quattro coach d’eccezione: Loredana Bertè, Gigi D’Alessio, Clementino e Arisa, tutti impegnati nella selezione delle migliori voci over 60 per portarli alle fasi finali del talent show.
L’energia e la passione degli artisti siciliani hanno conquistato il pubblico e la giuria, confermando ancora una volta la grande tradizione musicale dell’isola. Ecco chi sono i protagonisti che hanno fatto emozionare nelle prime serate delle Blind Auditions.
Tra le esibizioni più toccanti di questa edizione c’è sicuramente quella di Maria Castiglione, originaria di Casa Santa, Erice. Nella puntata del 21 febbraio 2025, la cantante ha scelto un classico della musica italiana, Un colpo al cuore di Mina, dando prova di una vocalità potente e di un’intensa capacità interpretativa. La sua performance ha immediatamente convinto Gigi D’Alessio, che si è girato senza esitazioni, accogliendola nel suo team tra gli applausi del pubblico.
Nella puntata del 14 marzo 2025, un’altra siciliana ha brillato sul palco: Anna Vinci, nata a Lentini, ha scelto di interpretare Never Can Say Goodbye di Gloria Gaynor, lasciando i coach senza parole. Dopo un’accesa contesa tra Arisa e Clementino, la cantante ha optato per il team di Arisa, che ha visto in lei un grande potenziale artistico e interpretativo.
La stessa serata ha visto un’altra grande emozione grazie ad Annamaria Prinzivalli, originaria di Selinunte, che ha offerto una straordinaria versione di New York, New York di Liza Minnelli. Nonostante inizialmente nessun coach si fosse girato, la sua voce e la sua presenza scenica hanno spinto Loredana Bertè a ripensarci e concederle una seconda chance, permettendole di proseguire nel talent show.
Il 28 febbraio 2025, è stata la volta di Lucia Del Piano, proveniente da Catania. Ex ginnasta di 62 anni, ha raccontato di aver scoperto la passione per la musica grazie alla sorella. La sua performance ha conquistato Arisa, che l’ha voluta nel suo team per le fasi successive della competizione.
Tra i concorrenti uomini, si distingue Francesco Cammilleri, originario di San Cataldo, che ha partecipato alla puntata del 14 marzo 2025. Con la sua voce calda e avvolgente, ha emozionato il pubblico e i coach, conquistando ottime probabilità di avanzare nella gara.
Nella quarta puntata delle Blind Auditions, andata in onda il 14 marzo 2025, il palco di The Voice Senior ha visto una serata ricca di emozioni e colpi di scena. Tra i concorrenti che hanno superato la selezione ci sono stati:
Inoltre, la serata ha visto un emozionante duetto tra Arisa e Loredana Bertè, che hanno cantato Minuetto di Mia Martini, regalando un momento di grande spettacolo e nostalgia al pubblico.
Anno dopo anno, la Sicilia si conferma una fucina di talenti musicali, portando sul palco di The Voice Senior artisti in grado di emozionare e stupire. Dopo il successo delle passate edizioni, anche nel 2025 le voci siciliane stanno lasciando un segno profondo nella competizione. Le Blind Auditions sono ancora in corso, e i coach stanno completando le loro squadre in vista delle fasi decisive del programma.
Per non perdere nessuna esibizione e tifare per i talenti siciliani, il pubblico può seguire The Voice Senior 2025 ogni venerdì sera su Rai 1. Le puntate sono disponibili anche in streaming su RaiPlay, dove è possibile rivedere tutte le Blind Auditions e scoprire i momenti più emozionanti della competizione.
Per aggiornamenti in tempo reale sui concorrenti siciliani e sugli sviluppi del talent show, gli appassionati possono seguire i profili social ufficiali del programma e dei coach.
🔴 Chi tra i talenti siciliani arriverà fino alla finale? Continua a seguire The Voice Senior 2025 per scoprire chi porterà avanti la tradizione musicale dell’isola e proverà a vincere questa emozionante edizione del talent show!
Hai mai sentito parlare di Carrapipi? Se sei siciliano, sicuramente sì! Se invece non lo conosci, preparati a scoprire uno dei nomi più divertenti e iconici della nostra amata isola. Carrapipi, in realtà, è il soprannome di Valguarnera Caropepe, un piccolo borgo dell’entroterra siciliano che, oltre a suscitare sorrisi, ha una storia e una tradizione tutte da raccontare!
Diciamolo subito: il nome Carrapipi è diventato celebre non tanto per il suo significato, ma per la sua musicalità buffa che lo rende irresistibile! In realtà, il paese si chiama Valguarnera Caropepe, un nome che unisce il cognome della nobile famiglia Valguarnera, che dominò il borgo per secoli, e “Caropepe”, che secondo alcuni studiosi deriverebbe da un antico insediamento arabo.
Ma il popolo siciliano, che ama semplificare e scherzare, ha deciso che “Carrapipi” suonava meglio!
Nel XIX e XX secolo, Carrapipi divenne un centro importante per l’estrazione dello zolfo, che fece crescere il paese e diede lavoro a molti abitanti. Tuttavia, con il declino dell’industria mineraria, molti carrapipani furono costretti a emigrare, soprattutto negli Stati Uniti e nel Nord Italia. Oggi, il paese conserva un fascino autentico, con le sue viuzze acciottolate, il profumo di pane casereccio e il calore della sua gente.
Cosa si mangia in un posto dal nome così simpatico? Ovviamente, delizie siciliane che fanno felici stomaco e cuore!
Pane di casa appena sfornato, croccante e profumato.
Formaggi e salumi locali, perfetti per un antipasto rustico.
Pasta con finocchietto selvatico e salsiccia, un classico della cucina contadina.
Dolci tipici, come cannoli, paste di mandorla e il mitico buccellato.
E se capiti durante la festa di San Giuseppe, non perderti le famose tavolate di pane, un’antica tradizione in cui i carrapipani preparano banchetti giganteschi in onore del santo!
Anche chi è emigrato, non dimentica mai le sue radici. Carrapipi è più di un paese, è un simbolo di semplicità, autenticità e amore per la propria terra. E diciamocelo, è anche il nome perfetto per una battuta che fa sempre ridere i siciliani!
Quindi, la prossima volta che senti parlare di Carrapipi, ricordati che dietro quel nome buffo si nasconde un pezzetto di vera Sicilia!
E tu, sei mai stato a Carrapipi? Raccontami la tua esperienza!
La tanto attesa quarta stagione di Makari , debutterà presumibilmente su Rai1 fra aprile e maggio 2025, confermandosi una delle fiction più amate dal pubblico italiano. Le riprese, concluse lo scorso dicembre, hanno visto il ritorno dei protagonisti Claudio Gioè (Saverio Lamanna), Ester Pantano (Suleima) e Domenico Centamore (Piccionello), affiancati da alcune novità nel cast.
La serie, ispirata ai romanzi di Gaetano Savatteri, continua a unire giallo e commedia, regalando agli spettatori uno spaccato affascinante della Sicilia. Anche per questa stagione, la Regione Siciliana ha sostenuto il progetto con un co-finanziamento, riconoscendo l’importanza della fiction nella promozione del territorio.
Oltre allo splendido golfo di Macari, protagonista indiscusso della serie, le nuove puntate porteranno gli spettatori a scoprire altre suggestive località dell’isola. Un viaggio tra paesaggi incontaminati, storia e cultura siciliana, che farà da sfondo alle nuove avventure di Lamanna e della sua squadra.
L’attesa è quasi finita! Non resta che segnare la data sul calendario e prepararsi a seguire i nuovi misteri di Makari su Rai1.
In attesa di una data ufficiale per l’uscita della quarta stagione, Sarà possibile rivedere le stagioni precedenti in streaming su RaiPlay.
Se c’è un luogo capace di raccontare la storia millenaria della Sicilia, questo è sicuramente uno dei borghi più affascinanti dell’isola. Immerso in un paesaggio dominato dall’Etna, tra antiche pietre laviche e architetture medievali, questo borgo custodisce segreti, tradizioni e un fascino senza tempo.
Passeggiando per le sue strade, si ha la sensazione di essere sospesi nel tempo. Il centro storico è un autentico gioiello architettonico, dove il nero intenso della pietra lavica si mescola con il calore delle abitazioni storiche. Le chiese imponenti, i palazzi nobiliari e le strette viuzze raccontano di un passato glorioso, quando il borgo era un crocevia di culture e commerci.
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Tra le attrazioni più suggestive, spiccano le antiche chiese, veri scrigni d’arte sacra. La più celebre custodisce affreschi, sculture e dettagli in pietra lavica che incantano i visitatori. Il borgo è anche ricco di musei e collezioni private, che conservano reperti e testimonianze del suo glorioso passato medievale.
foto wikipedia
A rendere questo borgo ancora più straordinario è la sua posizione privilegiata. Circondato da vigneti e uliveti, offre panorami mozzafiato sul vulcano e sulle vallate circostanti. Durante le diverse stagioni, il paesaggio cambia veste: in inverno le cime innevate creano un contrasto magico con il nero della lava, mentre in estate il verde intenso della vegetazione avvolge il borgo in un abbraccio rigenerante.
Non si può visitare questo borgo senza lasciarsi conquistare dai sapori della cucina locale. I prodotti tipici raccontano la storia di una terra generosa: dai formaggi stagionati ai salumi artigianali, passando per il vino rosso corposo, che nasce proprio dalle vigne cresciute sulle terre vulcaniche. I dolci tradizionali, spesso a base di mandorle e pistacchio, sono una vera delizia per il palato.
Il borgo è facilmente raggiungibile da Catania in circa un’ora di auto, percorrendo la SS284. Per chi preferisce i mezzi pubblici, è possibile prendere un treno dalla stazione di Catania fino alla fermata locale, oppure optare per autobus di linea che collegano il borgo ai principali centri della regione.
Questo incantevole borgo non è altro che Randazzo, una delle mete più autentiche della Sicilia. Con il suo fascino medievale, il legame profondo con l’Etna e le sue tradizioni ancora vive, Randazzo è una destinazione imperdibile per chi ama la storia, la natura e la buona cucina.
Immagina un borgo medievale che si specchia nel blu del Mediterraneo, con le sue stradine acciottolate che si intrecciano tra case in pietra e scorci da cartolina. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, lasciando intatta la magia di un passato glorioso. Questo angolo di Sicilia è una delle destinazioni più affascinanti dell’isola, un vero paradiso per chi cerca il perfetto connubio tra cultura, mare e tradizione.
Passeggiando tra le viuzze del borgo, si ha la sensazione di essere dentro una fiaba. Ogni angolo racconta una storia, ogni balcone fiorito e ogni vicolo stretto svela un pezzo di passato. Il cuore pulsante del borgo è la sua maestosa Cattedrale normanna, un capolavoro architettonico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Le sue torri imponenti dominano il paesaggio, mentre al suo interno si possono ammirare spettacolari mosaici bizantini che rapiscono lo sguardo e il cuore.
A pochi passi dal centro storico si apre uno spettacolo naturale mozzafiato: un litorale dorato bagnato da acque trasparenti, perfetto per rilassarsi dopo una giornata di esplorazione. Qui il mare è una tavolozza di azzurri, ideale per una nuotata rigenerante o un’escursione in barca per ammirare la costa da un’altra prospettiva. Il lungomare regala tramonti indimenticabili, mentre i ristorantini di pesce offrono il meglio della cucina siciliana con vista sulle onde.
La cucina locale è un’esperienza da non perdere. Tra le specialità da assaporare ci sono la pasta con le sarde, la caponata e il pesce freschissimo, senza dimenticare il dolce simbolo della Sicilia: la cassata. Le piccole trattorie del borgo regalano un’esperienza culinaria autentica, dove il sapore del mare si mescola ai profumi degli agrumi e delle erbe aromatiche.
Raggiungere questa perla siciliana è semplice: si può arrivare in auto da Palermo in circa un’ora percorrendo l’autostrada A20. In alternativa, il treno offre un viaggio panoramico con vista sul mare, mentre per chi arriva da più lontano, l’aeroporto di Palermo è la soluzione più comoda con collegamenti diretti verso le principali città italiane ed europee.
Il borgo di Cefalù è uno di quei luoghi che restano nel cuore. La sua atmosfera medievale, il mare incandevole e il fascino della sua storia lo rendono una delle mete più suggestive della Sicilia. Un viaggio qui significa immergersi in un tempo antico, lasciandosi incantare dalla bellezza autentica di uno dei borghi più affascinanti d’Italia.
La pasta è un simbolo della cucina italiana, e in Sicilia rappresenta molto più di un semplice piatto: è una tradizione radicata nella cultura e nella convivialità. Nella provincia di Trapani, ad esempio, uno dei formati più tipici è la busiata, una pasta fresca attorcigliata a mano e spesso condita con il celebre pesto alla trapanese, a base di pomodoro, mandorle, aglio e basilico. Per ottenere una cottura perfetta di questa e di altre specialità regionali, è essenziale partire da un elemento fondamentale: l’acqua. Ma perché è meglio utilizzare acqua fredda invece che calda?
L’acqua calda domestica attraversa la caldaia o lo scaldabagno, e questo può comportare alcuni rischi. Il contatto con le incrostazioni di calcare può favorire la presenza di batteri resistenti alle alte temperature, mentre l’uso di agenti chimici anticalcare nelle tubature potrebbe contaminare l’acqua. Anche se non esistono studi definitivi sui possibili effetti, per sicurezza è sempre meglio scegliere acqua fredda.
Per preparare piatti tipici come le busiate, la cottura gioca un ruolo chiave. Partire con acqua fredda permette di controllare meglio il processo di ebollizione, garantendo una cottura omogenea e una pasta con la giusta consistenza. Un piccolo accorgimento che può fare la differenza soprattutto quando si tratta di ricette tradizionali, dove ogni dettaglio è importante per rispettare i sapori autentici.
Se l’obiettivo è ridurre i tempi di cottura senza utilizzare acqua calda dal rubinetto, si può adottare una soluzione pratica: il bollitore elettrico. Un modello con capacità di 1,8-2 litri porta l’acqua a ebollizione in pochi minuti, consumando meno energia rispetto ai fornelli a gas. Una volta bollente, l’acqua può essere trasferita nella pentola, accelerando il processo di cottura senza rischi per la qualità dell’acqua.
Dalla preparazione delle busiate fatte a mano alla scelta dell’acqua giusta per la cottura, ogni passaggio è fondamentale per rispettare le tradizioni culinarie siciliane. Partire con acqua fredda non è solo una scelta di sicurezza, ma anche un modo per assicurarsi una pasta cotta alla perfezione, proprio come vuole la tradizione trapanese.
I cognomi siciliani sono una testimonianza vivente della storia dell’isola, riflettendo le influenze culturali e le dominazioni che si sono susseguite nei secoli. Dai normanni agli spagnoli, dagli arabi ai greci, ogni popolazione ha lasciato il proprio segno nell’onomastica siciliana. Analizziamo provincia per provincia i cognomi più caratteristici e diffusi.
Il cognome più diffuso in Sicilia è proprio Messina, fortemente legato alla città dello Stretto. Deriva dal greco “Messene”, che significa “curva, falce”, in riferimento alla forma della baia su cui sorge la città. Altri cognomi molto presenti in questa provincia sono Romeo, di origine greca e comune anche in Calabria, e Lombardo, che indica l’appartenenza a popolazioni settentrionali giunte nell’isola.
Nella provincia di Palermo spiccano i cognomi Palermo, che sottolinea un forte legame con il capoluogo siciliano, Lo Giudice, legato a ruoli amministrativi e giuridici nel periodo normanno, e Di Mauro, spesso associato ad antichi mestieri e lignaggi nobiliari. Un altro cognome di rilievo è Mangano, derivante da “manganum”, uno strumento per la lavorazione dei tessuti.
A Catania tra i cognomi più frequenti troviamo Catania, Caruso e Santoro. Caruso significa “giovane garzone” ed era diffuso tra coloro che lavoravano come apprendisti. Santoro, invece, ha origine religiosa e si riferisce alla festa di Ognissanti. Anche Di Dio e Cristaldi rientrano tra i cognomi più diffusi della provincia, testimoniando la profonda devozione religiosa dei siciliani.
Nella provincia di Trapani troviamo Catalano, che rimanda alle origini spagnole e alla migrazione di popolazioni catalane in Sicilia. Anche Navarra, legato alla regione iberica, è molto diffuso. Altri cognomi tipici sono Alamia, di origine araba, e Butera, che potrebbe derivare dal nome del comune siciliano o da influenze arabe.
Agrigento conserva molti cognomi legati all’influenza greca, tra cui Greco, uno dei più comuni dell’isola. Altri cognomi diffusi sono Mangano e Lo Giudice, oltre a Guglielmino, che richiama le radici normanne della regione. Il legame con la tradizione agricola si riflette anche in cognomi come Raimondo e Coppola, quest’ultimo derivante dal copricapo utilizzato dai contadini.
A Siracusa troviamo cognomi legati alla storia antica della città come Siracusa e Di Mauro. Anche Messina è presente in questa provincia, a testimonianza del forte legame con la Sicilia orientale. Tra i cognomi di origine normanna spicca Raimondo, mentre quelli legati alla religione includono Di Dio e Cristaldi.
La provincia di Caltanissetta presenta una varietà di cognomi tipici come Mangano, Lo Giudice e Butera. Qui è diffuso anche Catalano, segno delle influenze spagnole. Un altro cognome di rilievo è Navarra, associato alla presenza iberica nell’isola.
A Ragusa e dintorni si riscontrano cognomi come Greco, Caruso e Santoro. L’influenza araba si nota in cognomi come Alamia, mentre quella normanna in Guglielmino. Il legame con la tradizione artigianale è evidente in Mangano e Coppola.
Enna, al centro dell’isola, presenta una forte incidenza di cognomi di origine nobiliare e legati alla storia antica, come Lo Giudice e Di Mauro. Anche Palermo è comune nella zona, insieme a Raimondo, che testimonia la presenza normanna.
Ecco i 20 cognomi più comuni in Sicilia, basati su dati statistici:
Questi dati provengono da ricerche effettuate e pubblicate da StrettoWeb, che ha analizzato la diffusione dei cognomi in Sicilia.
I cognomi siciliani raccontano la storia dell’isola attraverso la loro origine e diffusione. Da Messina a Caruso, da Greco a Lombardo, ogni cognome ha una storia da raccontare, legata alle diverse dominazioni e alle tradizioni locali. La Sicilia, con la sua ricca eredità culturale, continua a tramandare questi nomi di generazione in generazione, mantenendo viva la memoria del passato attraverso la propria onomastica.