Dopo il sì a Venezia, la coppia più chiacchierata del jet set si rifugia tra i panorami siciliani: privacy, charme e un convento trasformato in hotel da sogno
Taormina- C’era una volta Venezia, con i suoi riflessi d’acqua e un matrimonio da copertina. Adesso c’è Taormina. E se l’amore ha bisogno di silenzio e paesaggi, Jeff Bezos e Lauren Sanchez l’hanno trovato lì, sospesi tra l’azzurro del mare e l’eleganza decadente di un ex convento affacciato sulla baia.
Il viaggio non è stato di quelli banali. Dopo il saluto a 200 ospiti – tra balli in maschera e arie cantate da Matteo Bocelli – la coppia ha lasciato Venezia in elicottero. Direzione: il superyacht Koru, 130 metri di lusso con legno lucido, vele altissime e un valore che supera i 500 milioni di dollari. Un piccolo regno galleggiante, già protagonista delle vacanze italiane dell’anno scorso.
Ma il cuore, si sa, detta le rotte. E la loro prima tappa da neosposi è stata Taormina, perla siciliana con vista sull’Etna, amata da star e poeti, e capace ancora oggi di far innamorare anche il fondatore di Amazon.
In un posto che ha smesso da tempo di essere un semplice hotel. È un antico convento domenicano trasformato in struttura a cinque stelle, dove il silenzio delle celle si è fatto suite panoramica e il chiostro profuma di limoni e storie. Secondo il Daily Mail, la coppia alloggia proprio lì. La suite presidenziale? Fino a 18.000 euro a notte. Ma forse, in certi momenti, il conto non è la cosa più importante.
Il 28 giugno si sono detti sì. In gran segreto, ma sotto gli occhi attenti del mondo. La cerimonia, tenutasi alla Fondazione Cini, è stata l’apice di tre giorni di festeggiamenti veneziani. C’erano vip da ogni angolo del mondo, c’erano lacrime e flash, ma soprattutto c’era quella strana alchimia tra romanticismo e spettacolo che solo l’Italia sa offrire.
E nel mezzo, un momento che ha fatto parlare tutti: la voce di Matteo Bocelli che interpreta Elvis per gli sposi. Un ponte tra passato e futuro, proprio come questa luna di miele.
I piani restano riservati, ma se la storia si ripete – e a volte lo fa – è probabile che il viaggio tocchi altre meraviglie del Sud: Eolie, Costiera Amalfitana, forse un salto a Capri. Ovunque vadano, l’eco della loro presenza continuerà a rimbalzare sui media.
Intanto, Taormina si gode l’effetto riflettore. Non è la prima volta, certo. Ma quando arriva uno come Bezos – e decide di tornarci dopo un anno – la notizia diventa investimento turistico. Di quelli che non si misurano solo in euro, ma in desideri.
Decimomannu (Cagliari) – «La Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35. Così come siamo l’unico Paese al mondo dove vengono assemblati gli F-35, a Cameri». Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, alla base aerea di Decimomannu.
«Perché il futuro si costruisce non limitandosi alla difesa ma facendo diventare la difesa un motore sociale, economico e di innovazione tecnologica. E questo ne è l’esempio», ha aggiunto il ministro.
«Abbiamo bisogno di una difesa forte principalmente per garantire la pace e la sicurezza, perché non c’è democrazia senza pace e sicurezza. Non c’è futuro, o ospedali senza una difesa forte», ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto intervenendo alla cerimonia di consegna dei brevetti a nuovi piloti alla base di Decimomannu (Cagliari), alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «La difesa deve diventare parte fondamentale dello Stato e non può essere vissuta come un corpo anomalo e come un costo ma è un’opportunità per lo sviluppo, come dimostrano Leonardo e Fincantieri».
Ora resta da capire se la base sarà quella del 37° Stormo di Trapani Birgi
San Giuseppe Jato (Palermo) – San Giuseppe Jato si riconferma per il quarto anno di fila in Sicilia il miglior Comune “Rifiuti free” per la categoria tra i 5 mila e i 15 mila abitanti.
Il risultato emerge dalla XXXII edizione di ” Comuni Ricicloni” di Legambiente, presentata oggi a Roma all’Ecoforum nazionale dell’economia circolare.
Nel centro jatino ancora una volta la differenziata è stata pari al 93,3 per cento, con 15,7 chili per abitante di secco residuo all’anno.
“Dedico questo riconoscimento a tutti i miei concittadini che sono ordinati, nel fare la raccolta differenziata – ha detto il sindaco di San Giuseppe Jato, Giuseppe Siviglia –. Diffondere questo tipo di cultura è sempre più necessario per lo smaltimento dei rifiuti e la tutela dell’ambiente. Anche quest’anno ringrazio in particolare un funzionario del Comune di San Giuseppe Jato, la dottoressa Randazzo, che segue il settore e ci fa fare bella figura”.
Pantelleria – «In queste ore il mio assessorato sta seguendo da vicino la situazione dei collegamenti aerei con Pantelleria. Dopo che alcuni voli sono stati dirottati su Trapani-Birgi per le condizioni meteo avverse sull’isola, abbiamo autorizzato una corsa supplementare di aliscafo in più per la giornata di oggi in modo da limitare i disagi nei confronti di chi è rimasto bloccato sulla terraferma. In questo modo, vogliamo andare incontro alle esigenze dei viaggiatori che non sono stati riprotetti sui voli odierni». Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò, in merito alle problematiche nei collegamenti aerei per l’isola di Pantelleria.
Palermo – Anche l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata è indagata per corruzione. Le indagini sarebbero state avviate nel settembre del 2023. Nel gennaio scorso, la componente della giunta di Renato Schifani ha ricevuto un avviso di proroga delle indagini, con un termine fissato al 27 marzo del 2025.
La vicenda rappresenterebbe uno dei filoni dell’inchiesta che ha coinvolto anche a vario titolo il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, imprenditori e collaboratori.
Il nome dell’assessore è nell‘informativa principale depositata al Tribunale del Riesame di Palermo. Sotto intercettazione è finito il telefono di Giuseppe Martino, che dell’assessore al Turismo Amata è stato anche Vice capo di gabinetto vicario, prima di essere nominato Segretario particolare, lo scorso gennaio.
Nell’informativa dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono finite anche le trascrizioni di alcune conversazioni di Amata, che nel gennaio è andata al Turismo mentre mentre Francesco Paolo Scarpinato si è spostato ai Beni culturali e dell’identità siciliana.
Erano quelli i giorni delle polemiche per la costosa mostra organizzata dalla Sicilia al festival di Cannes e lo stop in autotutela del finanziamento da parte del governatore. Da questa vicenda sono partite le indagini.
Tra gli episodi sotto esame della Procura di Palermo, pure la manifestazione Magico Natale, organizzata dalla Fondazione Dragotto. La vicepresidente della fondazione, Marcella Cannariato – indagata anch’ella per corruzione insieme a Galvagno – avrebbe discusso con Martino di una cifra di 100 mila euro, legata a un progetto da tenersi tra Messina, Catania e Palermo. Nella conversazione intercettata, Cannariato afferma: «Ho bisogno del tuo aiuto… non è che gratis l’aiuto tuo». Martino risponde parlando della necessità di un «lavoro certosino» e accenna a un possibile incarico futuro.
Palermo – «È ora di dire basta al baratto sistematico dello sviluppo della Sicilia con le poltrone di prestigio da garantire agli amici e ai trombati della politica. La crescita dell’isola non può essere sistematicamente mortificata dai giochi di partito, specie se si affidano incarichi fondamentali a persone che nel settore che andranno a guidare non hanno la benché minima competenza specifica».
Lo affermano i deputati del M5S all’Ars commentando la notizia del possibile arrivo dell’exeuroparlamentare della Lega Annalisa Tardino ai vertici dell’Autorità Portuale del mare della Sicilia Occidentale.
«Schifani – dicono i parlamentari – non può obbedire passivamente ai diktat romani solo per fare un favore a Salvini, specie se si considera che lo stesso presidente, a più riprese, ha pubblicamente affermato di puntare a una figura di esperienza e competenza specifica che garantisse continuità al lavoro fatto da Pasqualino Monti, caratteristiche che ci sembrano lontane anni luce da quelle di Annalisa Tardino».
«L’Autorità Portuale del mare della Sicilia Occidentale – sostengono – è fondamentale nell’economia dello sviluppo di questa area dell’isola, visto che dovrà decidere del futuro di porti come Palermo, Termini Imerese, Trapani, Licata, Gela e Porto Empedocle, pertanto è inammissibile che se ne decidano le sorti solo per bassi giochi di partito. È ora di dire basta. Schifani, per una volta, smetta la casacca della coalizione e indossi quella della Sicilia, mettendosi di traverso a una nomina sicuramente inaccettabile. Cosa che non ha fatto in tantissime occasioni, non ultima quella che ha visto depredare la Sicilia di 1,3 miliardi di fondi pubblici, dirottati verso un ponte che con tutta probabilità, e per fortuna, non vedrà mai la luce».
«La Sicilia – concludono i deputati M5S – non può permettersi di trasformare un’istituzione così strategica in un banco di prova per inesperti. L’altezza della sfida che i nostri porti devono affrontare richiede visione, competenza e autorevolezza. Qualsiasi passo diverso da questo rappresenterebbe un danno grave e difficilmente giustificabile».
Palermo – Stop alle attività in alcuni settori produttivi durante le ore più calde nelle giornate e nelle aree ad alto rischio per le elevate temperature. È quanto prevede un’ordinanza firmata stamani dal presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e che resterà in vigore fino al 31 agosto.
Il divieto riguarda le aziende agricole, florovivaistiche, edili (e affini) e le cave.
Lo stop scatterà dalle 12,30 alle 16 nelle aree e nei giorni in cui verrà segnalato, nella fascia oraria, un livello di rischio “alto” dalla mappa “Lavoratore al sole e attività fisica intensa” disponibile sul sito internet del progetto worklimate 2.0 dell’Inail.
“Abbiamo voluto riproporre anche quest’anno l’ordinanza – spiega il presidente Schifani – perché non possiamo restare indifferenti davanti ai rischi estremi causati dal caldo, soprattutto per chi lavora all’aperto e senza protezioni. Questo provvedimento è un atto di civiltà e rispetto nei confronti dei lavoratori per proteggerli e prevenire tragedie annunciate. È una misura concreta, basata su dati scientifici, che richiede la massima collaborazione da parte delle imprese e dei datori di lavoro. La sicurezza non può e non deve essere mai considerata un optional”.
In caso di interventi di pubblica utilità, di protezione civile o di salvaguardia dell’incolumità, l’ordinanza non verrà applicata alle amministrazioni, ai concessionari di pubblico servizio e ai loro appaltatori, anche se i datori di lavoro dovranno intervenire con specifiche misure organizzative e operative per tutelare il personale.
Palermo – “La Sicilia tra le regioni italiane è seconda soltanto al Veneto, stando al Rapporto Inail, per aumento di incidenti mortali sul lavoro. Sono stati 22 nel primo quadrimestre di quest’anno, mentre erano stati 13 nello stesso periodo del 2024. Una escalation inquietante, nell’inerzia della politica alla quale continuiamo inutilmente a chiedere più ispettori e più controlli, prevenzione seria e formazione vera, oltre all’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel Codice penale”.
Lo afferma la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, commentando i dati della relazione periodica Inail.
L’esponente sindacale aggiunge: “Di fronte a numeri che fanno paura, servirebbero risposte concrete che non arrivano. A far scattare non soltanto reazioni di facciata, ma soprattutto interventi e misure efficaci dovrebbero essere anche i 6967 casi di infortuni registrati nella nostra regione, poco meno del periodo gennaio-aprile 2024 quando erano stati 7028”.
“La nostra campagna della vita – conclude Luisella Lionti – si chiama #Zeromortisullavoro e l’ha lanciata la Uil con il suo leader nazionale PierPaolo Bombardieri per rivendicare, nel nome delle vittime di questa strage quotidiana e delle loro famiglie, investimenti sulla sicurezza. E sottolineiamo: investimenti! Non ne possiamo più di vedere lacrime di coccodrillo e sentire frasi di circostanza a ogni tragedia che si verifica nelle fabbriche, nei campi, nei cantieri. Tragedie che avvengono sempre più spesso, come testimonia non solo il dato siciliano ma anche quello nazionale con 286 denunce di infortunio con esito mortale registrate nei primi quattro mesi del 2025. Ben 21 in più rispetto al 2024”.
Palermo – E’ stato pubblicato da Irfis FinSicilia l’avviso per la concessione di agevolazioni finanziarie a fondo perduto in favore dell’editoria e delle emittenti radio e televisive che operano in Sicilia. Di fatto la misura, approvata dal governo Schifani lo scorso 16 maggio, entra nella fase operativa.
Si tratta di risorse per 3 milioni di euro del Fondo Sicilia destinate alle imprese dell’editoria, sia cartacea che digitale, alle emittenti radio e televisive e alle agenzie di stampa che producono un notiziario regionale sulla Sicilia da almeno un anno, che abbiano almeno un collaboratore attivo sul territorio della regione e con sede legale o operativa nell’Isola.
«Prosegue, nel pieno rispetto dei tempi, il percorso di questa misura – commenta il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – mirata a sostenere un settore, come quello dell’editoria, fondamentale per il tessuto economico e per tutta la nostra società. Ancora una volta, Irfis si è dimostrata celere e operativa nell’attuare gli interventi che abbiamo voluto a favore delle imprese e di tutti i siciliani».
Da domani (6 giugno) sarà possibile presentare le domande per una finestra che resterà aperta fino al 7 luglio. Le domande possono essere inviate via Pec all’indirizzo: interventieditoria2025@pec.
Roma – Nel 2024 all’interno dei porti italiani si sono registrati 115 casi di criminalità (+4,5% rispetto al 2023) con il coinvolgimento di 30 porti
La Sicilia con 8 porti, seconda regione d’Italia, dopo la Liguria, con 61 eventi criminali pari al 16,5% del totale nazionale. Mafie in porto: tra il 1994 e il 2023, in Sicilia sono 9 i clan censiti che hanno operato in attività di business illegali e legali in 12 porti. Libera ha presentato a Genova il Rapporto “Diario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani”.
Gli scali marittimi rappresentano per i gruppi criminali un’opportunità per incrementare i propri profitti e per rafforzare collusioni. L’impegno di Libera sul versante della lotta alle mafie e corruzione, e più in generale ai fenomeni d’illegalità, ha due caratteristiche: la continuità e la coerenza. Ma è, soprattutto, la realtà delle cifre, delle storie di cronaca, delle denunce e segnalazioni raccolte che impone di “ritornare sul luogo del delitto”. Nel corso del 2024 sono stati registrati 115 casi di criminalità all’interno dei porti italiani (+4,5% rispetto al 2023), con il coinvolgimento di 30 porti (erano 28 nel 2023).
Complessivamente nel triennio 2022-2024 sono 365 gli eventi criminali nei porti italiani, uno ogni 3 giorni, con il 2022 anno peggiore con 140 eventi criminali. Tra il 1994 e il 2023, i clan censiti che hanno operato in attività di business illegali e legali sono 109, con 69 porti italiani che sono stati oggetto di proiezioni criminali. Libera ha presentato stamattina a Genova la II Edizione del Rapporto “Diario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani” (curato da Francesca Rispoli, Marco Antonelli e Peppe Ruggiero) dove sono stati elaborati i dati provenienti dalla rassegna stampa Assoporti, dalle relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia, della DIA, della DNAA, dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanzia. Una fotografia che rappresenta sicuramente un dato al ribasso rispetto al fenomeno nel suo complesso: le fonti sono limitate e non tutte le notizie emergono nella stampa, ma ad oggi ancora manca un archivio completo sul fenomeno.
In Sicilia nel 2024 sono stati 8 i casi di criminalità: il porto di Messina con 4 casi di criminalità conquista la leader regionale . Complessivamente nel triennio 2022-2024 in Sicilia sono 61, seconda regione d’Italia dopo la Liguria, pari al 16,5 % del totale nazionale con Palermo, leader con 22 casi, seguita da Messina e Catania rispettivamente con 13 e 12 casi..
“I numeri – scrive Libera nel Rapporto – non lasciano molti margini di dubbio. Siamo davanti a una recrudescenza repressiva che testimonia, da un lato, la persistenza dell’azione dei criminali e, dall’altra, conferma il lavoro importante svolto da forze dell’ordine, enti di controllo e magistratura. E dovrebbe sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali.
Le mafie in porto. Analizzando le relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia, pubblicate tra il 1994 e il 2023, i clan censiti che hanno operato in attività di business illegali e legali sono 109, con 69 porti italiani che sono stati oggetto di proiezioni criminali. Un fenomeno che ha investito tutto il Paese, da Nord a Sud; dall’analisi delle relazioni istituzionali emerge come ben 26 gruppi criminali sono stati interessati ad affari legati ai porti. In Sicilia sono 9 i clan censiti con 12 porti interessati.
Sono 41 gli episodi di presunta corruzione avvenuti nelle Autorità di Sistema portuale italiane tra il 2018 e il 2024. Questa prima fotografia, che sicuramente non restituisce l’insieme dei fenomeni corruttivi avvenuti nei porti italiani, si basa sull’analisi delle Relazioni del Responsabile della Trasparenza e della Prevenzione della Corruzione pubblicate sui siti di tutte le Autorità di Sistema Portuale. Il monitoraggio ha dunque riguardato 16 enti pubblici per un arco temporale di 7 anni.
“Libera si occupa da trent’anni di mafie e corruzione: nell’arco di questi tre decenni abbiamo seguito i movimenti delle organizzazioni criminali nei luoghi dove si generano potere, denaro e controllo. I porti – dichiara Francesca Rispoli, copresidente di Libera – in questo senso, non sono solo snodi della logistica e del commercio internazionale, ma veri e propri territori strategici in cui si concentrano interessi economici, infrastrutturali e criminali. Questi luoghi, apparentemente “di passaggio”, sono in realtà porte d’ingresso e di uscita per traffici leciti e illeciti. Sono spazi in cui mafie e corrotti trovano terreno fertile per operazioni di contrabbando, traffico di droga, frodi fiscali, ma anche per inserirsi nelle catene logistiche legali, infiltrare imprese, pilotare appalti, e riciclare denaro. L’analisi delle attività criminali nei porti rivela non solo la pervasività della criminalità organizzata, ma anche le vulnerabilità del sistema pubblico e privato che li gestisce. In un contesto in cui miliardi di euro di fondi pubblici sono destinati all’ammodernamento e allo sviluppo delle infrastrutture portuali – anche attraverso il PNRR – è essenziale accendere i riflettori su questi luoghi. Il report – conclude Francesca Rispoli, copresidente di Libera – nasce, quindi, dalla volontà di colmare un vuoto di conoscenza e di offrire uno strumento di lettura per cittadini, istituzioni e operatori del settore, per comprendere come e dove si manifestano gli interessi criminali nei porti italiani, con l’auspicio di rendere questi luoghi meno permeabili alle infiltrazioni mafiose e corruttive”. (Fonte Associazione Libera)