Agrigento – ( Fonte lasicilia.it) – C’è una clamorosa svolta nell’inchiesta sulle presunte tangenti per truccare appalti per 60 milioni di euro ad Agrigento, tra cui la nuova rete idrica. Il quattordicesimo indagato è infatti l’ormai ex assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro, 69 anni, dominus da oltre trent’anni della politica agrigentina. L’indiscrezione rilanciata dal sito grandangoloagrigento ha trovato conferme in ambienti giudiziari e lasicilia.it ha potuto consultare l’«avviso accertamenti tecnici non ripetibili» che è stato notificato anche all’esponente autonomista, insieme ad altre tredici persone. Il provvedimento porta la firma del procuratore della Repubblica di Agrigento Giovanni Di Leo e del sostituto procuratore Rita Barbieri. Roberto Di Mauro, insieme all’architetto Sebastiano Alesci, 66 anni, all’imprenditore e sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi di 38 anni e Giovanni Campagna, 46 anni, segretario particolare di Di Mauro, è accusato in concorso con gli altri tre di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture.
Secondo la Procura Di Mauro e gli altri tre avrebbero fatto sì che fosse costituito il consorzio di imprese Della organizzando la partecipazione alla gara e la relativa aggiudicazione dei lavori, con la complicità di Alesci e di altri pubblici funzionari agrigentini presentando un’offerta con un ribasso di oltre il 30% inidonea ad assicurare la concreta esecuzione dei lavori e senza in realtà avere i requisiti economici e di organizzazione aziendale per affrontare un lavoro come la ristrutturazione ed automazione della rete idrica di Agrigento. Secondo gli inquirenti Alesci, come componente della commissione di gara ha attribuito i punteggi alle offerte economiche presentate, Capizzi invece si era rifiutato di fornire al direttore dei lavori la documentazione prevista perché in quel momento era sottoposto ad una misura interdittiva (per un’altra vicenda di corruzione nel Messinese, ndr) e omettendo la predisposizione di qualsiasi organizzazione di cantiere fino al mese di aprile del 2025 in attesa dell’erogazione della tranche iniziale del finanziamento e predisponendosi con Campagna e con la mediazione di Di Mauro per l’avvio dei lavori in grave ritardo e a mezzo di subappalti di fatto non autorizzati. In sostanza le accuse ai quattro è di avere alterato la procedura di aggiudicazione dei lavori predisponendosi anche per una frode in pubbliche forniture operata attraverso la effettuazione di lavori parziali e a mezzo di subappalti non autorizzati in violazione delle norme di lavoro e sicurezza.
Di Mauro è accusato anche di associazione per delinquere insieme a Sebastiano Alesci, all’imprenditore Diego Cammarata, alla sorella di quest’ultimo Federica Cammarata, alla madre dei due Carmela Moscato, all’altro imprenditore Luigi Sutera Sardo e a Vittorio Giarratana. Per la Procura di Agrigento Alesci e Di Mauro, insieme agli altri hanno costituito e comunque fatto parte di una associazione per delinquere finalizzata al reperimento e alla distrazione a fini privati di risorse pubbliche provenienti dalla Regione mediante la turbativa d’asta, il peculato, la corruzione e la concussione attraverso meccanismo di spartizione dei pubblici appalti, degli incarichi di progettazione e di quelli amministrativi connessi ai finanziamenti gestiti della Regione ed in particolare dall’assessorato all’Energia (del quale Di Mauro fino al mese scorso era l’assessore regionale), alla progettazione e di affidamento di servizi fondati sulla proprietà di imprese compiacenti e su una capillare opera di corruzione e di condizionamento di progettisti, pubblici funzionari, dirigenti di enti locali, assessorati, organismi d’ambito territoriale e determinando anche l’individuazione delle stazioni appaltanti e comunque operando per mantenere Alesci o tecnici compiacenti nel ruolo di Rup nonché di assicurare a Di Mauro direttamente o a suoi patrocinati appoggio politico interno delle amministrazioni comunali e degli enti territoriali della provincia di Agrigento.
Uno dei 14 indagati è Vittorio Giarratana. Nella sua casa di Ravanusa lo scorso 14 maggio i poliziotti della Squadra Mobile durante una perquisizione hanno trovato 50.700 euro in contatti suddivisi in mazzette di banconote da 500 euro, 200 euro, 100 euro, 50 euro e 20 euro. La Procura di Agrigento sta procedendo ora ad accertamenti tecnici non ripetibili come l’estrapolazione della copia forense dei cellulari e di tutto il materiale informatico sequestrato agli indagati. La stessa procura che per giovedì 22 maggio ha convocato un vertice parla di “rilevanti ragioni di urgenza legate alla entità degli accertamenti da effettuare e alla gravità del quadro emergente dalle indagini e considerata l’esigenza di accertare la ritualità di appalti conferiti per svariati milioni di euro”.
Trapani – Ci sta anche il licatese, Maurizio Giuseppe Falzone ( gli agenti hanno perquisito ieri abitazione e uffici), dirigente del settore affari pubblico del Libero Consorzio di Trapani, tra le 13 persone indagate nell’inchiesta della Squadra Mobile di Agrigento, che ha scoperchiato un giro di appalti truccati in cambio di tangenti.
Falsone è indagato per corruzione, secondo la procura di Agrigento, avrebbe concorso a pilotare l’assegnazione di un appalto bandito dal Libero Consorzio comunale di Trapani, si tratta della strada provinciale 19 “Salaparuta-Santa Margherita Belice”.
In carcere sono finiti: Diego Caramazza, 44 anni, e Luigi Sutera Sardo, 58 anni (ex assessore di Favara ed ex consigliere provinciale), entrambi di Favara. Mentre ai domiciliari sono finiti, invece, Sebastiano Alesci (ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale di Ravanusa), 67 anni, di Licata, Carmela Moscato, 65 anni e Federica Caramazza, 36 anni, rispettivamente mamma e figlia. Le accuse a vario titolo sono corruzione, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti, ricettazione.
Tra gli appalti finiti nel mirino dell’ufficio guidato dal procuratore capo Giovanni Di Leo vi è la manutenzione straordinaria e ristrutturazione della viabilità della strada provinciale 19 “Salaparuta-Santa Margherita Belice”. Opera finanziata dal Ministero dei Trasporti con 2 milioni e 300 mila euro, stazione appaltante il Libero Consorzio ex Provincia di Trapani, che sarebbe stata “pilotata” – dietro il pagamento di una maxi tangente a dirigenti pubblici – in favore della famiglia Caramazza e dell’ex assessore Luigi Sutera Sardo.
Secondo la Procura il metodo utilizzato per aggiudicarsi la gara d’appalto sarebbe stato il pagamento di una tangente di 135 mila euro in contanti che gli imprenditori favaresi avrebbero consegnato nelle mani del dirigente licatese Maurizio Giuseppe Falzone, dirigente del settore affari pubblico del Libero Consorzio di Trapani, attraverso l’intermediazione dell’attuale capo dell’ufficio tecnico del comune di Licata, l’architetto Sebastiano Alesci. Quest’ultimo è finito ai domiciliari. A tutti viene contestato il reato di corruzione in concorso e turbativa d’asta. L’architetto Alesci – secondo gli inquirenti – avrebbe infatti “suggerito” al dirigente Falzone i punteggi e i valori da assegnare all’appalto al fine di pilotarlo in favore della ditta “EdilRoad”. Lo stesso Alesci, inoltre, avrebbe poi ricevuto il denaro dai Caramazza per portarlo – in più tranche – al dirigente del Libero Consorzio.
Proprio per questo flusso anomalo di denaro contante, utilizzato per pagare le tangenti, che viene contestato il reato di ricettazione a Carmela Moscato, madre di Diego e Federica Caramazza. Per la procura, infatti, la signora avrebbe custodito in casa il denaro di provenienza illecita utilizzato poi dalla società dei figli per corrompere i dirigenti pubblici. Anche la donna è finita ai domiciliari.
Maurizio Giuseppe Falzone, 63 anni, di Licata, dirigente del settore lavori pubblici del Libero Consorzio di Trapani; Federica Caramazza, 36 anni, di Favara; Diego “Dino” Caramazza, 44 anni, di Favara; Rosaria Bentivegna, 67 anni, avvocato di Catania; Antonio Belpasso, 38 anni, di Catania; Sebastiano Alesci, 67 anni, dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Licata; Carmela Moscato, 65 anni, di Favara; Luigi Sutera Sardo, 68 anni, ex consigliere provinciale ed ex assessore del comune di Favara; Alessandro Vetro, 45 anni, di Favara; Alessandro D’Amore, 56 anni, di Matino provincia di Lecce; Vittorio Giarratana, 52 anni, di Ravanusa, dirigente del settore lavori pubblici del comune di Valguarnera; Giovanni Campagna, 46 anni, di Ravanusa, segretario particolare dell’ex assessore regionale Roberto Di Mauro; Giuseppe Capizzi, 38 anni, imprenditore e sindaco di Maletto.