Gibellina
Gibellina dice addio al maestro Arnaldo Pomodoro
Lo scultore è morto a Milano alla soglia dei 99 anni
Redazione23 Giugno 2025 - Attualità



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    Gibellina  – E’ morto ieri a Milano Arnaldo Pomodoro  alla vigilia del compimento dei suoi 99 anni. Nato a Morciano di Romagna il 23 giugno 1926, è morto nella sua casa milanese dove viveva e lavorava in Porta Ticinese dal 1954.

    Pomodoro è stato uno dei più importati scultori italiani, iconiche le sue sfere di bronzo. A comunicarne la scomparsa è stata la sua Fondazione, diretta da Carlotta Montebello che lo ricorda in questo modo: “Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il Maestro lascia un’eredità immensa”.

    Il suo nome è legato alla rinascita di Gibellina e del senatore Ludovico Corrao il visionario che riuscì a creare il più grande museo contemporaneo a cielo aperto in quella che sarebbe stata anni dopo la sua morte la prima Capitale dell’Arte Contemporanea.

    Anche il sindaco della città belicina Salvatore Sutera ha voluto ricordare Pomodoro e il suo profondo legame con la cittadina.

    “Con profonda commozione, a nome dell’Amministrazione Comunale e dell’intera comunità di Gibellina, esprimo il nostro cordoglio per la scomparsa del maestro Arnaldo Pomodoro, figura simbolo dell’arte contemporanea, scultore visionario e instancabile sperimentatore.
    Il legame tra Arnaldo Pomodoro e la città di Gibellina è stato profondo e generoso.
    In anni cruciali per la rinascita culturale della nostra città, egli ha offerto il suo talento contribuendo anche con le scenografie e le macchine sceniche che hanno dato vita ai progetti teatrali e performativi di altissimo valore della rassegna delle Orestiadi, segnando in modo indelebile il nostro immaginario collettivo.
    Le sue opere non sono state semplici contributi artistici, ma gesti di fiducia e di costruzione condivisa, capaci di dialogare con l’identità spezzata e ricomposta di Gibellina, città ferita dal sisma e rinata attraverso l’arte.
    Il suo passaggio a Gibellina rimane per noi una traccia viva: nei materiali, nei segni, nei racconti, nelle visioni che ancora oggi animano la nostra vita culturale.
    Alla famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene, giunga il nostro abbraccio più sincero e riconoscente”.




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