Mazara del Vallo – “L’inciviltà è un male dell’umanità e a Mazara del Vallo non deve più avere cittadinanza!! Non avremo tolleranza per chi pensa di trasformare strade, spiagge e quartieri in discarica personale da raggiungere a piedi, in auto, in moto o in bicicletta, se non addirittura incappucciati!!”.
E’ il commento dell’assessore all’Ambiente Giampaolo Caruso alla vista delle immagini di videosorveglianza nella via Potenza dove incivili hanno creato delle micro discariche.
“Stiamo combattendo senza sosta, con il Sindaco in primis e tutta l’amministrazione, per arginare questo vergognoso e deleterio fenomeno che colpisce ogni settore: il decoro, il turismo, la viabilità urbana, il bilancio, lo sport, il sociale, i quartieri… e tutto ciò che ogni giorno con fatica e poche risorse teniamo in pedi e valorizziamo con orgoglio e abnegazione!”.
Il Comando della Polizia Municipale, con l’ausilio della videosorveglianza prosegue in maniera incessante i controlli e sono già numerose le sanzioni elevate nel territorio per abbandono indiscriminato di rifiuti. “Colgo l’occasione – sottolinea l’assessore Caruso – per ringraziare il Comandante della Pm Vincenzo Menfi e tutto il corpo della Municipale per il lavoro prezioso e instancabile di controllo. Un ringraziamento va al personale dell’Ufficio Ambiente ed agli operatori ecologici che ogni giorno tentano di pulire la nostra Città dai rifiuti che correttamente i cittadini conferiscono nelle modalità regolamentate e dagli incivili che se ne infischiano delle regole e meriterebbero di ‘nuotare nella melma’ da loro creata. Il sistema di controllo tramite telecamere, il controllo appiedato a cui si aggiungeranno presto gli ispettori ambientali, sono certo porteranno a risultati importanti e spero anche oltre le aspettative”.
Ravenna – Un pensionato di 66 anni, si è trovato al centro di una vicenda che ha dell’incredibile: l’INPS gli ha chiesto la restituzione di oltre 55.000 euro di pensione per aver svolto un’attività di cronometrista per un’associazione sportiva dilettantistica. L’uomo, che era andato in pensione con Quota 100, si è visto sospendere le mensilità del 2023 e parte di quelle del 2024 a causa del suo impiego occasionale.
La norma della Quota 100 prevede che chi accede a questa forma di pensionamento anticipato non possa svolgere alcun tipo di attività lavorativa, neanche occasionale e con compensi minimi. Il 66enne ravennate, che aveva accumulato 34 anni di contributi, ha scoperto a proprie spese quanto possa essere severa questa regola.
Il caso è stato riportato dal Corriere Romagna e non è isolato: diversi pensionati si sono trovati in situazioni analoghe. La rigida applicazione della normativa ha già colpito altri ex lavoratori che, per aver svolto lavoretti di poche ore, si sono visti recapitare richieste di restituzione di decine di migliaia di euro da parte dell’INPS.
Un caso simile ha scosso l’opinione pubblica e potrebbe fare giurisprudenza. Un 67enne di Ravenna si è visto chiedere indietro 24.000 euro per aver vendemmiato per sole 8 ore. L’uomo ha fatto ricorso e il Tribunale di Ravenna ha accolto la sua istanza, sollevando una questione di legittimità costituzionale. Ora la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sulla legittimità della norma e sulle sanzioni applicate ai pensionati di Quota 100 che hanno svolto lavori occasionali.
Attualmente, l’INPS applica una sanzione rigida: chiunque trasgredisca la regola del divieto di lavoro si vede chiedere indietro l’intera pensione percepita per l’anno in cui ha lavorato, indipendentemente dalla durata e dall’entità del compenso. Tuttavia, gli avvocati dei pensionati coinvolti sostengono che la sanzione dovrebbe limitarsi alla restituzione della sola mensilità relativa al periodo in cui si è svolta l’attività lavorativa.
Anche il 66enne cronometrista attende con ansia la decisione della Corte Costituzionale, sperando che possa portare a una revisione delle sanzioni imposte dall’INPS. Nel frattempo, la sua situazione rimane critica, con un futuro pensionistico incerto e un debito pesante sulle spalle.
Il caso solleva un interrogativo fondamentale: è giusto che un pensionato debba restituire un intero anno di pensione per aver svolto un’attività lavorativa occasionale? La sentenza della Corte Costituzionale potrebbe cambiare le sorti di molti pensionati e rimettere in discussione l’attuale rigidità della normativa di Quota 100.
Nel frattempo, chiunque percepisca una pensione con questo sistema farebbe bene a informarsi con attenzione prima di accettare qualsiasi impiego, anche se di poche ore e con un compenso minimo.
Il settore turistico in Italia è regolamentato da specifiche normative che impongono obblighi ben precisi agli operatori del settore. Tra questi, uno degli adempimenti fondamentali è l’assegnazione e l’utilizzo del Codice Identificativo Nazionale (CIN). In questo articolo analizziamo cosa prevede la legge, quali sono le strutture soggette all’obbligo e quali sanzioni possono derivare dal mancato rispetto della normativa.
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è un codice univoco rilasciato a ogni struttura turistica ricettiva, finalizzato a garantire la trasparenza dell’offerta e a combattere l’abusivismo nel settore. Questo codice deve essere esposto obbligatoriamente negli annunci pubblicitari e nelle piattaforme di prenotazione online.
L’introduzione del CIN risponde alla necessità di:
Secondo le normative vigenti, in Italia l’obbligo del CIN riguarda diverse tipologie di strutture ricettive, tra cui:
Le strutture ricettive devono richiedere il codice attraverso il portale della Regione Italia o tramite gli enti preposti. Una volta ottenuto, il CIN deve essere utilizzato in tutte le comunicazioni commerciali e promozionali della struttura.
Il mancato rispetto dell’obbligo del CIN può comportare sanzioni amministrative e pecuniarie. Le autorità competenti possono applicare multe significative nei confronti di proprietari e gestori di strutture turistiche che non espongano correttamente il codice nelle proprie inserzioni.
In particolare, le sanzioni previste includono:
L’introduzione del Codice CIN porta benefici ai turisti. Ecco alcuni dei principali vantaggi:
L’obbligo di utilizzo del Codice CIN per le strutture turistiche in Italia rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore trasparenza e regolamentazione del settore. I gestori di strutture ricettive devono assicurarsi di essere conformi alla normativa per evitare sanzioni e garantire un servizio affidabile ai turisti.
Se sei proprietario di una struttura ricettiva, verifica subito la tua posizione facendoti consigliare dal tuo consulenre e richiedi, se necessario, il tuo Codice CIN, per operare nel rispetto della legge.
Camporeale (Palermo) – Eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale sei arresti. Le misure di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip di Palermo su su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, per associazione per delinquere di tipo mafioso.
Colpita la famiglia mafiosa di Camporeale il cui vertice, pur essendo già in carcere, sarebbe riuscito a mantenere saldamente il controllo del gruppo e la gestione degli affari illegali, grazie alla collaborazione di affiliati e familiari.
L’influenza mafiosa si sarebbe manifestata anche nella compravendita, a un prezzo imposto, di bovini e ovini destinati al macello. Inoltre, l’indagine ha permesso ai carabinieri di ricostruire casi nei quali anche semplici cittadini si sarebbero rivolti al clan per ottenere l’autorizzazione preventiva all’acquisto di fondi agricoli, al recupero di crediti da debitori insolventi e ancora per dirimere controversie sorte tra privati. Un potere di controllo anche nella gestione dei fondi agricoli nell’area camporealese, autorizzando o negando l’utilizzo di terreni per il pascolo. Un dipendente comunale, infine, avrebbe attestato falsamente il puntuale assolvimento da parte di due appartenenti alla locale famiglia mafiosa, degli obblighi derivanti dalla «messa alla prova».
Favignana – I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Trapani col supporto del 9° Nucleo Elicotteri e dei militari della Stazione di Favignana hanno eseguito una serie di controlli a Favignana nei confronti di alcune imprese impegnate in lavori di costruzione o ristrutturazione nel territorio delle isole Egadi.
Dopo gli accertamenti sono stati denunciati due trapanesi, legali rappresentanti di due distinte ditte, per aver: realizzato ponteggi non a norma; omesso la rimozione e lo smaltimento di rifiuti; non ancorato delle tavole di calpestio del ponteggio; omesso di consegnare ai lavoratori i dispositivi di protezione individuale; non aver realizzato il parapetto scale in costruzione; omesso l’ applicazione del Piano Operativo di Sicurezza.
Per una delle due ditte, viste le gravi violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, è stato adottato un provvedimento immediato di sospensione dell’attività imprenditoriale. Elevate inoltre ammende e sanzioni per oltre 10 mila euro.
Palermo – Sequestrati nel corso di un blitz condotto dalle Fiamme gialle del gruppo Termini Imerese e della Compagnia di Bagheriaoltre 800 chili di pesce privo di certificazioni di tracciabilità, per un valore commerciale stimato di oltre 60mila euro. I finanzieri hanno fermato un veicolo nei pressi di Cefalù, individuando un ingente carico di pescato non conforme alle normative vigenti.
I militari della Guardia di Finanza hanno rinvenuto a bordo del mezzo 809 chili di pesce, tra cui 499 chili di gambero bianco e cicale di mare, completamente privi di attestazioni sull’origine. Oltre a questi, sono stati sequestrati 310 chili di novellame di sarda “sottomisura”, la cui pesca, trasporto e commercializzazione sono vietati dalla normativa europea per la salvaguardia delle risorse ittiche del Mediterraneo.
La normativa impone che questi esemplari, noti come “bianchetto”, non possano essere pescati se di lunghezza inferiore agli 11 cm, al fine di garantire la riproduzione della specie e preservare la biodiversità marina.
Nel corso dell’attività è stato confiscato l’intero quantitativo di pescato e comminato sanzioni amministrative per un totale di 26mila 500 euro al responsabile della ditta operante a Casteldaccia, proprietaria del carico. Il pescato è stato destinato in beneficenza al banco alimentare della Sicilia occidentale, contribuendo così a un’azione solidale a favore delle fasce più deboli della popolazione.
Palermo – Dopo una approfondita indagine fiscale i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo hanno scoperto che una discoteca del palermitano tra il 2022 e il 2023 aveva avuto ricavi non dichiarati per oltre un milione di euro. Nonostante l’ingente somma incassata, l’imprenditore aveva dichiarato ufficialmente solo un euro di reddito.
L’ispezione fiscale ha incluso anche accertamenti bancari, dai quali è emerso che nel 2022 il locale aveva generato ricavi per oltre 650 mila euro, mentre nel 2023 la somma si aggirava attorno ai 400 mila euro. Questi dati hanno rivelato un’ingente evasione fiscale da parte dell’esercente.
La Guardia di Finanza ha segnalato l’esito del controllo all’Agenzia delle Entrate, che provvederà alle contestazioni necessarie per il recupero dell’imposta evasa e l’applicazione delle relative sanzioni. Le violazioni riscontrate riguardano sia aspetti formali che sostanziali della normativa fiscale.
“L’operazione si inserisce nel più ampio contesto delle attività di contrasto all’evasione fiscale condotte quotidianamente dalla Guardia di Finanza, volte a garantire la tutela dell’economia legale e il rispetto della concorrenza leale tra le imprese”.
Trapani – I Carabinieri della Compagnia di Trapani hanno eseguito dei servizi finalizzati a incrementare i controlli alla circolazione stradale, nell’ambito di quanto discusso e delineato durante il comitato provinciale sull’ordine e sicurezza pubblica tenutosi con il Prefetto di Trapani con particolare attenzione alle variazioni al codice della strada entrate in vigore lo scorso dicembre.
Dal 14 dicembre, i monopattini elettrici possono circolare solo sulle strade urbane con limite di velocità fino a 50 km/h. È vietato circolare su strade extraurbane, nelle gallerie, sui marciapiedi e sulle piste ciclabili. È inoltre obbligatorio l’uso del casco, la stipula di una polizza assicurativa, del giubbotto catarifrangente durante le ore notturne e l’adeguamento del mezzo, se non in possesso, dei dispositivi luminosi di svolta e di stop.
Durante i controlli eseguiti lungo le principali arterie della città, sono stati sanzionati 36 utenti della strada per varie infrazioni:
– 10 persone per uso del monopattino elettrico senza l’utilizzo del casco, utilizzo del
giubbotto catarifrangente durante le ore notturne e per il non adeguamento degli
indicatori luminosi di svolta e di stop;
Messina – Un inseguimento mozzafiato preceduto da una repentina manovra di inversione del senso di marcia all’altezza della barriera di Tremestieri sull’autostrada A18 Messina – Catania, proprio di fronte ai caselli di esazione. È quanto accaduto oggi.
Un uomo di 64 anni, italiano, con patente ritirata, alla guida di un mezzo pesante, proveniente da Catania, alla vista di un posto di blocco operato da alcune pattuglie della Polizia Stradale, ha rallentato fino a fermarsi per poi invertire il senso di marcia percorrendo, così, un tratto in senso contrario ed andando ad urtare contro i new jersey posti a delimitazione delle due carreggiate laddove i veicoli transitano in entrata e in uscita dall’autostrada.
Il conducente, dopo un breve inseguimento, è stato fermato ed identificato all’altezza dell’area di parcheggio “Canale Ovest”, dove gli è stata contestata la guida con patente ritirata e le manovre pericolose effettuate all’altezza della barriera autostradale.
Anche il mezzo è stato sottoposto a pesanti sanzioni amministrative per gravi irregolarità. Per queste infrazioni il conducente andrà incontro alla revoca della patente di guida e dovrà versare a titolo di sanzione pecuniaria 4.170 euro, oltre al fermo amministrativo di tre mesi del mezzo pesante.