Mazara del Vallo
Medaglia d’Argento al Merito di Marina al Capitano di Corvetta Giuseppe Claudio Giannone
Ha diretto le operazioni di ricerca dei sette dispersi del naufragio del veliero Bayesian
Redazione21 Ottobre 2025 - Attualità
  • Attualità

    Mazara del Vallo – Assegnata dal Ministero della Difesa, la Medaglia d’Argento al Merito di Marina al Capitano di Corvetta Giuseppe Claudio Giannone

    Questa la motivazione della concessione della Medaglia D’Argento al Merito della Marina al Capitano di Corvetta (CP) Giuseppe Claudio Giannone:
    “Capo del 2° Nucleo operatori subacquei, ha diretto, in condizioni ambientali estremamente pericolose, le operazioni di ricerca dei sette dispersi a seguito dell’affondamento del veliero Bayesan. Ha partecipato alle immersioni subacquee in prima persona, a rischio della propria vita, con il recupero di un disperso e ha dimostrato eccelsa perizia marinaresca, coraggio e abnegazione consolidando il prestigio della Marina Militare”. Acque di Porticello (Pa) dal 20 al 23 agosto 2024.

    Il decreto è stato inviato dal Ministero della Difesa al Comune atto pubblicato nell’albo pretorio online comunale.

    Nato a Mazara del Vallo, il Capitano Giannone, 39 anni, è in Marina dal 2004, avendo percorso l’iter formativo dal 2004 al 2009 presso l’Accademia Navale di Livorno. Dal 2020 presta servizio presso la Direzione Marittima di Napoli – 2° Nucleo Operatori Subacquei con sede a Portici con il ruolo di Capo Nucleo Sub. 
    Prima di quest’incarico, nel 2018, è stato titolare dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Sciacca e Comandante del porto di Sciacca. Vanta anche esperienze alla Capitaneria di Porto Empedocle, al 3° Nucleo Sommozzatori del Reparto Supporto Navale di Messina ed ha inoltre ricoperto per esigenze di servizio anche l’incarico di Comandante della 7^ Squadriglia Guardia Costiera di Lampedusa, in qualità di soccorritore marittimo con attività di gestione dei flussi migratori.

    Il sindaco Salvatore Quinci

    “Esprimo il compiacimento mio personale e dell’amministrazione comunale di Mazara del Vallo al nostro concittadino, il Capitano di Corvetta Giuseppe Claudio Giannone, a cui il Ministro della Difesa Crosetto ha recentemente concesso la ‘Medaglia D’Argento al Merito di Marina’ per avere diretto, anche a rischio della propria vita, le operazioni di ricerca dei sette dispersi a seguito dell’affondamento del veliero ‘Bayesian’ avvenuto nelle acque di Porticello nell’agosto 2024. Nel complimentarmi con il Capitano Giannone auspico di poterlo incontrare personalmente a Palazzo di Città per un pubblico riconoscimento civico della sua Città natale”.



  • Trapani
    Il Tribunale di Trapani sospende la detenzione di Mediterranea
    Il Tribunale “censura l’illegittimità del provvedimento [del Ministero dell’Interno] sotto il profilo della quantificazione della sanzione"
    Rino Giacalone8 Ottobre 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – di Rino Giacalone –  “Il ministro dell’Interno aveva voluto costruire una pesante speculazione politica sul nostro caso, ma questa volta il diritto è più forte della propaganda”.

    La nave della Ong italiana Mediterranea Saving Humans lo scorso agosto in mare, a 30 miglia dalla costa libica di Tripoli salvò dieci persone, tutti giovanissimi, e tutti aventi titolo a chiedere asilo politico, provenendo da zone pericolose, di guerra e carestie, vittime di persecuzioni. Salvataggio drammatico. Dalla nave Ong si sono visti i militari libici sparare contro di loro e alcuni sono stati gettati in mare senza più tornare a galla.

    Una volta compiuto il salvataggio, l’imbarcazione per ordine del Viminale avrebbe dovuto far rotta verso Genova, quale porto assegnato. Per i naufraghi altri giorni di navigazione imposti a dispetto delle loro condizioni di salute, accertate non buone dai medici di bordo. Da qui la decisione di contravvenire per ragioni umanitarie all’ordine ministeriale e far rotta verso il più vicino porto di Trapani.

    Sbarcati i naufraghi contro la Ong è arrivata dalla Prefettura una multa salata, 10 mila euro e il fermo per 60 giorni. Decisione adesso annullata dal Tribunale di Trapani. Il ministro Pianedosi è stato dichiarato soccombente, ancora una volta un giudice ha definito illecito il provvedimento assunto contro una Ong, che in mare salva vita umane e non compie illegittimità.

    Il Tribunale di Trapani ha accolto il ricorso presentato dal Comandante e dall’Armatore della nave Mediterranea: la giudice Federica Emanuela Lipari, in attesa di pronunciarsi sul merito complessivo della vicenda, intanto ha censurato l’illegittimità del provvedimento dando ragione alle argomentazioni presentate dalle avvocate Cristina Laura Cecchini e Lucia Gennari, insistendo sul fatto che il Viminale ha ignorato tutte le richieste “sempre motivate in ragione delle circostanze concrete” con cui dalla nave chiedevamo una “riassegnazione del porto sicuro di sbarco.”

    Ma ancora più chiaro è il pronunciamento sulla legittimità del fatto che la Mediterranea si sia diretta su Trapani “a tutela delle persone tratte in salvo… tenuto conto delle loro condizioni di vulnerabilità e di fragilità, sia sul piano fisico che psicologico.” In sostanza la “trasgressione delle indicazioni delle autorità” è mossa da “esclusivo spirito solidaristico, a tutela dei soggetti fragili che si trovavano a bordo dell’imbarcazione” e quindi finalizzata “a salvaguardare gli obiettivi di tutela della vita e della salute in mare” di cui gli Stati dovrebbero essere portatori sulla base delle diritto internazionale che regola la materia.

    Infine il Tribunale ha affermato che la nave deve essere liberata al più presto perché altrimenti si pregiudicano gli “obiettivi umanitari e solidaristici”, ritenuti “particolarmente meritevoli di tutela poiché finalizzati alla salvaguardia della vita umana”, perseguiti da Mediterranea.

    “Il ministro dell’Interno Piantedosi aveva voluto costruire una pesante speculazione politica sul nostro caso – dicono dalla Ong – voleva una punizione esemplare per colpire la nostra nave, il soccorso civile e la solidarietà in mare, rivendicando apertamente un atteggiamento gravemente lesivo dei diritti fondamentali delle persone salvate. Ma questa volta il diritto è più forte della propaganda governativa, e di ordini e provvedimenti ingiusti e illegittimi: la vita e la salute delle persone vengono per prime e l’imposizione di un porto lontano si rivela per quello che è: una inutile e illegale crudeltà, oggi sconfitta. Mediterranea tornerà presto in missione in mare, a fare invece quello che è giusto fare: soccorrere”.

    La Procura di Trapani intanto si sta occupando dell’esposto che la Ong ha presentato contro i militari libici in merito al “tentato omicidio dei dieci ragazzi tratti in salvo. Sono stati prodotti assieme alla denuncia video e foto.

    I fatti risalgono nella notte tra il 20 e il 21 agosto 2025, i ragazzi sono stati gettati in mare da un’imbarcazione militare, in acque internazionali. L’atto di abbandonare deliberatamente le persone in acqua vicino a navi di soccorso, mettendo a grave rischio la loro vita, sarebbe una pratica utilizzata dai trafficanti di esseri umani ed è definita “jettison”. Mediterranea ha poi scoperto che l’imbarcazione militare che ha gettato in mare i naufraghi il 21 agosto era esattamente una di quelle che, il 18 agosto, aveva circondato, minacciato e cercato di intimidire la loro nave per allontanarla dalle acque internazionali.

    “Questa volta ci sono prove video e fotografiche che non possono essere occultate: i trafficanti libici che hanno gettato con la violenza in alto mare, davanti alla nostra nave di soccorso, i dieci giovani profughi, che ci hanno raccontato essere stati tenuti sequestrati da tempo nei lager libici”. I militari sono stati identificati quali appartenenti agli apparati militari del governo di Tripoli e sono soldati della famigerata 111ma Brigata, comandata dal potente Viceministro alla Difesa del governo Dbeibah”.

    Nello scenario ci sarebbero responsabilità di apparati anche del Governo italiano. “Lo abbiamo sempre saputo – dicono da Mediterranea – che la cosiddetta guardia costiera libica altro non è che una copertura costruita in particolare dai servizi segreti italiani, per bande di criminali come Almasri, e che la sua funzione è quella di una polizia di frontiera illegale, adibita alla cattura e alla deportazione dal mare di esseri umani, donne uomini e bambini, in aperta violazione delle convenzioni internazionali e di ogni principio di umanità”.

    “Gli scafisti sono i boss che il ministro dell’Interno italiano riceve al Viminale, quelli della proficua collaborazione come viene definita dai comunicati ufficiali del governo” ha denunciato l’Ong. Il riferimento è all’incontro avvenuto il 4 settembre scorso tra il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e il Sottosegretario alla Difesa libico Abdul Salam Al-Zoubi, lo stesso a capo dalla Brigata ed identificato da Mediterranea.

    “Hanno paura, come l’hanno avuta con Almasri, di quello che potrebbe venire fuori in un processo rispetto alla complicità con ricercati per crimini contro l’umanità. È il motivo per il quale dal 2019 siamo spiati dai servizi segreti, e con questo governo, con l’uso di un software militare come Paragon Graphite. Ma stavolta li abbiamo fotografati e filmati, siamo risaliti alle loro identità, sappiamo chi sono. Abbiamo inviato anche alla Corte penale internazionale tutto il materiale, e alla sbarra stavolta dovrebbero andare non solo i criminali dei lager e delle fosse comuni, ma anche chi li protegge e chi li finanzia. Diranno, come a Norimberga, che era ragion di Stato?” hanno concluso dalla Ong.

    Mediterranea a Trapani è stata accolta da una rete di partiti, Pd, Avs, Sinistra Italiana, associazioni, come Libera, Articolo 21 e Anpi, da volontari, dai sindacati, come la Cgil, da tantissimi cittadini, che non hanno tardato ad esprimere solidarietà. Una città che non si rispecchia in un Consiglio comunale che a maggioranza ha deliberato contro la proposta dell’amministrazione guidata dal sindaco dem Giacomo Tranchida, che voleva concedere cittadinanza onoraria agli equipaggi delle Ong.




  • Trapani
    Diportisti in difficoltà salvati dalla Guardia Costiera
    E' accaduto ieri sera a largo dell'isolotto di Formica a Trapani
    Redazione8 Settembre 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – Due diportisti residenti nella zona di Trapani sono stati soccorsi dalla Capitaneria di porto di Trapani, domenica sera. I due si sono trovati in difficoltà a bordo del loro natante nella zona di mare compresa tra il porto di Trapani e l’isola di Formica.

    L’operazione è iniziata intorno alle 21.30, quando la Sala Operativa della Capitaneria di porto ha ricevuto una chiamata con richiesta di soccorso tramite 1530 da parte del conduttore dell’unità che segnalava di essere alla deriva a bordo del proprio mezzo, a causa di un’avaria al motore, occorsa durante la navigazione, e di trovarsi a circa a 2 miglia dal porto di Trapani in direzione dell’isola di Formica.

    Dopo aver appurato le buone condizioni di salute delle due persone a bordo (padre e figlio) e averli invitati a mantenere la calma la Sala operativa della Capitaneria di porto di Trapani, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Palermo senza mai interrompere il contatto telefonico, ha disposto l’invio in zona di una Unità Navale, specializzata nelle attività di ricerca e soccorso in mare.

    Le operazioni si sono concluse attorno alle 23 quando l’unità, intercettata dalla motovedetta, è stata scortata in porto, ormeggiata in sicurezza, con gli occupanti un po’ scossi per l’accaduto ma che non hanno, comunque, avuto bisogno di cure sanitarie.

    La Capitaneria di porto di Trapani raccomanda, pur essendo a fine stagione estiva, di mantenere sempre alta l’attezione ricordando come sia fondamentale, per tutti gli utenti del mare, prevenire eventuali problematiche durante la navigazione attraverso un’attenta preliminare verifica delle condizioni di efficienza dell’unità che si utilizza accompagnata dalla necessaria considerazione dovuta alle condizioni meteo marine e alla loro prevista evoluzione.




  • Trapani
    Fermata al porto di Trapani, la nave della Ong Mediterranea
    Ancora non si conosce la durata del fermo. Intanto tragedia sfiorata nel canale di Sicilia
    Redazione25 Agosto 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – E’ stata fermata a Trapani dalle autorità italiane la nave Mediterranea della ong Mediterranea
    Saving Humans. Il fermo amministrativo è avvenuto in applicazione del decreto Piantedosi. La nave, sabato scorso, dopo aver soccorso 10 persone ha disatteso le disposizioni delle autorità italiane sul porto di sbarco, che doveva essere quello di Genova e siccome si trovava nei pressi di Pantelleria ha puntato su Trapani dove sono state fatte sbarcare le persone.

    «Le onde in mare erano alte più di due metri e mezzo», spiega la ong. Non si conosce ancora la
    durata esatta del fermo perché questa, secondo quanto fa sapere la stessa ong, verrà decisa dal prefetto di Trapani. La nave è stata fermata con un provvedimento che porta la firme della polizia, della guardia di finanza e della guardia costiera.

     La replica della Ong

    “È un provvedimento osceno. Il governo blocca in porto una nave che sarebbe pronta a partire per continuare la sua attività di soccorso, attività necessaria visto il tragico bilancio dei naufragi delle scorse settimane a sud di Lampedusa. Si vendicano e ci colpiscono perché abbiamo salvato da morte certa dieci ragazzi e li abbiamo sbarcati nel più vicino luogo sicuro affinché fossero curati». Così Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, dopo il fermo amministrativo della nave della ong a Trapani.

    La vicenda Ocean Viking

    Intanto nel canale di sicilia si stava consumando un’altra tragedia a bordo della Ocean Viking. È accaduto ieri. Dalla nave hanno denunciato di essere stati “deliberatamente e violentemente attaccati in acque internazionali” dalla Guardia Costiera libica, che “ha sparato centinaia di colpi contro l’ imbarcazione della ong”. L’episodio è avvenuto dopo il salvataggio di decine di migranti. “Gli 87 sopravvissuti e l’equipaggio stanno bene”, ha fatto sapere l’organizzazione. “Venti minuti consecutivi di spari contro di noi”, ha denunciato l’equipaggio.”Sebbene nessuno sia rimasto ferito fisicamente, tutti a bordo hanno temuto per la propria vita”, ha detto la Ong. L’Ong aveva soccorso un gommone al largo della Libia, salvando 47 persone tra cui nove minori non accompagnati. La nave è diretta verso Siracusa.




  • Agrigento
    Migranti si tuffano in mare per raggiungere nave, tre dispersi
    Rimasti senza benzina,nuotavano per farsi notare da un motopesca
    Redazione8 Agosto 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Lampedusa (Agrigento)- Tre migranti, due originari della Guinea e un minore del Camerun, si sono gettati in mare, nel disperato tentativo di farsi notare da un’imbarcazione molto lontana dal barchino sul quale viaggiavano e sono scomparsi fra le onde.

    A raccontarlo, alla guardia costiera poi a personale dell’hotspot, sono i 50 migranti salvati ieri nel Canale di Sicilia da una motovedetta.

    Avevano visto un’imbarcazione, probabilmente un peschereccio, e l’hanno seguito per ore, quando hanno finito il carburante in tre hanno deciso di gettarsi in mare e provare ad avvicinarsi per farsi notare ed essere tutti soccorsi. (Fonte Ansa)




  • Trapani
    Guardia costiera. Imbarcazione a largo di Torre di Ligny si ribalta, salvi gli occupanti
    Quindici le sanzioni amministrative inflitte dai militari della capitaneria
    Laura Spanò4 Agosto 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – Non si ferma l’attività di controllo da parte dei militari della capitaneria di porto del capoluogo ed anzi così come avviene ormai da settimane si intensifica nei fine settimana, quando cioè la presenza di turisti, bagnanti e soprattutto diportisti si fa più intensa. Sono ancora tanti i diportisti che, nonostante i divieti, continuano a fare passerella lungo le coste dell’arcipelago egueseo e non solo senza considerare la pericolosità della navigazione non lontano dalla riva.

    Ancora sabato e poi ieri domenica 3 Agosto le attività hanno interessato in modo particolare l’arcipelago delle Egadi, meta ambita di visitatori e turisiti che arrivano da ogni parte del mondo molti dei quali a bordo di unità da diporto, ma anche il resto del litorale trapanese.

    Nel mare antistante Torre di Ligny e Villino Nasi attorno alle 18 infatti, una piccola unità di 4 metri con tre persone a bordo si è improvvisamente ribaltata e le persone che erano a bordo sono finite in acqua. Sul posto è arrivata una unità di mare e una pattuglia a terra dopo una segnalazione giunta direttamente alla sala operativa della Capitaneria di Porto. Nel frattempo, le tre persone avevano guadagnato la riva con l’aiuto di qualche bagnante. Allertato il 118 una delle tre persone ha avuto necessità di andare in ospedale per accertamenti.

    I militari della guardia costiera, coordinati dalla capitaneria nel fine settimana hanno elevato quindici verbali amministrativi nella zona di Favignana. I controlli erano diretti a unità da diporto che si trovavano sottocosta. L’attività si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri.

    Sabato nel corso dell’attività di servizio i militari a seguito di alcune segnalazioni erano intervenute in soccorso di una unità in difficoltà. In poche ore il problema era stato risolto.

    Le attività di controllo della capitaneria del capoluogo proseguirà su tutto il territorio di loro competenza.




  • Palermo
    Palermo, la polizia soccorre un gommone con sei persone a bordo, in avaria
    Per fortuna nessun ferito
    Redazione16 Luglio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Palermo – Nel corso del periodo estivo e soprattutto durante i weekend, la questura di Palermo ha disposto un’attività di vigilanza dei litorali palermitani per garantire la sicurezza e la tranquillità di natanti e bagnanti ed allo stesso tempo per prevenire e reprime eventuali condotte inappropriate che sfociano nell’illegalità.

    Nei giorni scorsi, poliziotti appartenenti all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, in sella ad una moto d’acqua, nel corso delle attività di vigilanza costiera nel tratto di mare antistante Vergine Maria, sono intervenuti in soccorso di sei persone che, a bordo di un gommone, urlando ed in preda al panico avevano attirato la loro attenzione.

    Il natante, in avaria, a causa del forte vento che in quel momento soffiava lungo la costa, rischiava di schiantarsi contro la scogliera; i poliziotti hanno raggiunto immediatamente il gommone ed hanno provveduto, mediante l’uso di una cima galleggiante, a metterlo in sicurezza trainandolo fuori dalla zona di rischio.

    Gli agenti, dopo essersi accertati delle buone condizioni di salute di tutti i passeggeri, hanno rimorchiato l’imbarcazione nel vicino porticciolo di Marina di Villa Igiea.

    L’intervento tempestivo dei poliziotti si è rivelato fondamentale e l’operazione di salvataggio è stata così portata efficacemente a termine.




  • Favignana
    Salvate dai carabinieri 4 esemplari di tartaruga Caretta Caretta
    Presto saranno restituite al mare
    Redazione16 Giugno 2025 - Cronaca
  • Motovedetta CC 405 dei Carabinieri ormeggiata nel porto di Favignana, con due militari a bordo in divisa operativa. Sullo sfondo, edifici storici e acqua cristallina dell'Area Marina Protetta delle Isole Egadi. Cronaca

    Favignana – Nel corso di un servizio di pattugliamento nel tratto di mare tra Marettimo e Favignana, i
    militari del battello CC di stanza nell’isola maggiore e il Comandante della Stazione Carabinieri, nonostante la scarsa visibilità per la fitta nebbia, hanno avvistato 4 esemplari di tartaruga della specie protetta Caretta Caretta in evidente stato difficoltà, in quanto incapaci di immergersi per la verosimile ingestione di plastica.

    I militari, imbarcate le tartarughe sul battello, le hanno trasportate a Favignana, affidandole alle cure del personale veterinario specializzato dell’Area Marina Protetta del Comune delle Egadi. Dopo la visita e la pesatura, i rettili sono stati sottoposti a cura naturale per l’espulsione delle plastiche ingerite. Tornate in buona salute, le tartarughe saranno restituite al loro habitat naturale.




  • San Vito Lo Capo
    Delfino intrappolato nelle reti salvato dalla Guardia Costiera
    Alla fine del salvataggio il delfino ha ringraziato il personale con alcuni salti a pelo d'acqua attorno al natante
    Redazione24 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    San Vito Lo Capo – La provvidenziale segnalazione di un utente che si trovava all’interno della bellissima riserva tra San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo, ha permesso alle motovedette della Guardia Costiera di Trapani di intervenire tempestivamente per salvare un cucciolo di delfino impigliato in una rete.

    Il piccolo delfino impigliato in una rete, la madre disperata

    La povera madre, infatti, girava attorno al cucciolo nel disperato tentativo di tenerlo a galla per consentirgli di respirare. Solo grazie all’immediato intervento della motovedetta della Guardia Costiera, che a gran velocità da Castellammare del Golfo ha percorso l’intero tratto di mare, il cucciolo è stato liberato tempestivamente dagli impedimenti della rete.

    Una liberazione ‘complessa’

    Dapprima, a causa dello spavento ovviamente il cucciolo si dimenava in maniera incontrollata, lasciando purtroppo ancora la coda impigliata in una cima della rete. Appena liberato il corpo, il cucciolo ha provato a darsi alla fuga. La motovedetta lo ha nuovamente raggiunto per liberare la coda dall’unico impedimento rimasto. Solo grazie a questa ulteriore azione tempestiva, i due delfini hanno potuto riprendere il mare.

    Festa e un grazie da parte dei delfini

    Una piccola nota di colore: il personale militare a bordo della motovedetta ha riconosciuto, subito dopo la liberazione del piccolo, alcuni salti a pelo d’acqua fatti dai delfini per ringraziarli per l’aiuto prestato.




  • Palermo
    Collesano. Famiglia bloccata dal fango con l’auto, soccorsa dai vigili del fuoco
    E' accaduto stasera
    Redazione19 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Frana a Collesano: famiglia con bambini salvata dai vigili del fuoco Cronaca

    Collesano (Palermo) – Questa sera intorno alle 19.30 personale dei vigili del fuoco del distaccamento di Cefalù è intervenuta in contrada Cottonaro nel comune di Collesano per soccorrere una famiglia rimasta bloccata con la propria vettura lungo ha strada.

    Le cause

    Tutto questo a causa del fango determinato da una frana. Nell’auto vi erano due bambini con i loro genitori. Il personale dei vigili del fuoco per fortuna è riuscito a liberare il veicolo dal fango e a riportare l’automobile sulla sede viaria.





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