Trapani
Le due facce della sanità a Trapani e in Sicilia. La storia di una paziente
Da un lato lo squallore a cui stiamo assistendo, dall'altro medici e personale sanitario che hanno a cuore la sorte dei pazienti
Laura Spanò7 Marzo 2025 - Salute



  • Salute

    Trapani – In provincia di Trapani e in generale in Sicilia, esistono due diverse tipologie di sanità. Leggendo lo scandalo scoppiato in particolare all’Asp di Trapani, mi sono convinta che veramente esistono quasi due Italie.

    La cronaca di queste settimane a Trapani

    Da un lato lo squallore: la vicenda dei ritardi nella refertazione degli esami istologici a Trapani è qualcosa di inaudito e scandaloso, ancora di più se pensiamo che molti di questi si sarebbero persi nel viaggio tra Castelvetrano e Trapani o viceversa, ed ancora che in mancanza di questi alcuni medici hanno effettuato interventi al “buio”su pazienti nel tentativo intanto di salvargli la vita. Ancora più squallido è che a far uscire la melma che intanto si stava accumulando all’Asp di Trapani siano stati i pazienti che nel caso dell’insegnante di Mazara del Vallo, proprio il ritardo di otto mesi nella consegna dell’esame ha di fatto prodotto una metastasi nel suo corpo e portato un cancro al quarto stadio. O come l’ex infermiere di Salemi, a cui sono arrivati gli esami dieci giorni dopo essere deceduto, o il caso del ragazzo di Trapani anche lui in attesa da settembre 2024 di questi esami per iniziare la sua terapia.

    L’allarme lanciato dai pazienti

    Forse sarebbe stato il caso che a denunciare e a dare la stura alla gravità della situazione fossero stati proprio i medici, gli analisti, gli infermieri e non i pazienti che già devono combattere con un male oscuro e pervicace.

    Il paradosso in questa storia poi sono i fatti come si sono evoluti nel corso dei mesi. L’allarme lanciato dall’anatomopatologo del Sant’Antonio (poi andato in pensione a novembre) avviene tra giugno e luglio: ci sono tre mila esami da refertare e poco personale. L’sos lanciato dal manager Ferdinando Croce viene fatto dopo alcuni giorni, altri giorni forse troppi sarebbero trascorsi per la convenzione con l’Asp di un’altra provincia che aveva risposto all’aiuto.

    Le spese pazze per pubblicizzare l’Ente

    E nel frattempo cosa fa l’Asp spende oltre centomila euro per farsi pubblicità. Insomma invece di correre ai ripari e venire incontro alle esigenze prioritarie di migliaia di pazienti paga eventi a destra e manca a cominciare dal “Premio Troisi” sull’isole Eolie dove si parla anche di comunicazione della sanità nel cinema, spiegatemi la connessione, o al cous cous fest di San Vito Lo Capo, o la pubblicità sui bus, ma sono solo alcune. Centomila euro, e nel frattempo gli esami aumentavano. Tutto questo nel silenzio più assordante.

    L’altra sanità che sta dalla parte dei pazienti

    L’altra parte della sanità pubblica che sta dalla parte del paziente è quella che mi riguarda personalmente. Anche io che scrivo sono una paziente oncologica. Difficile scriverlo, ma è così. Ma nell’inferno della malattia, io sono una delle fortunate ad avere incontrato lungo il mio percorso di malata oncologica dei medici degli infermieri che hanno svolto con coscienza la loro professione e non perchè fossi una giornalista, no vi assicuro che non è così. Ho trovato dei professionisti che non hanno mai tradito quel giuramento che hanno espresso il giorno in cui sono diventati medici.

    L’iter seguito regolarmente dalla paziente

    A cominciare dal dott. Giovanni Franco di Valderice (ematologo) che in poche settimane scoperta la patologia ha smosso mare e monti per farmi eseguire tutta una serie di esami e accertamenti tecnici, tra cui Tac e Pet. Proseguendo dalla dottoressa Salvatrice Mancuso, responsabile dell’ambulatorio di Ematologia Oncologica del Policlinico di Palermo, che assieme ai suoi assitenti, ha saputo gestire la mia patologia in tempi direi normali per come dovrebbe essere per tutti immagino: due biopsie eseguite a distanza di alcune settimane, e in poco meno di otto giorni la prima e dieci la seconda, l’arrivo del risultato del referto. E di seguito l’inizio della lunga terapia sempre all’ambulatorio di Ematologia oncologica del Policlinico.

    Unica nota che stona l’ambulatorio di Ematologia Oncologica del Policlinico

    E qui l’altra sorpresa, in quel reparto, dove l’unica cosa che stona veramente, è la struttura non adatta sicuramente per accogliere quella tipologia di pazienti, ammassati in un budello di corridoio con poche sedie e nulla più. Un ambulatorio che neppure aiuta il lavoro di medici e infermieri che li seguono i pazienti in condizioni non sufficientemente adeguate. Anche qua ho trovato un personale infermieristico altamente professionale, competente e sempre con il sorriso sulle labbra. Medici e infermieri sempre pronti a supportarti, mai assenti nella vita del malato.

    Il ruolo della sanità privata e i suoi medici

    Infine assieme ai medici di questa sanità pubblica ligia ai propri doveri aggiungo anche i medici della sanità privata a cui poi sono ricorsa, ma solo su input di quegli stessi medici che fino a quel momento mi avevano seguito che non ringranzierò mai abbastanza.

    Il mio animale è recidivo e quindi per il proseguo della cura della mia malattia sono dovuta ricorrere per non perdere altro tempo ad una struttura privata quella della “La Maddalena” e anche qua vi assicuro ho trovato medici, infermieri e personale sanitario per come uno si immagina che deve essere la sanità, sia essa pubblica che privata. Lì il percorso di raccolta delle cellule e trapianto e anche in questo caso ho avuto la percezione di trovarmi in un ospedale di un qualsiasi Paese del nord Europa. Ho trovato l’equipe guidata dal Prof. Maurizio MussoDirettore dell’ UOC di Oncoematologia e TMO de “La Maddalena”, professionale, attento alla persona, preparato. Anche loro con quel giuramento sempre nel cuore.

    Le conclusioni

    Ecco alla fine come vedete esistono veramente due sanità. Quella venuta fuori in questi giorni, scandalosa e quella che nel silenzio totale continua a funzionare senza clamori e nell’interesse solamente dei pazienti come sta accadendo nel mio caso.




  • Trapani
    Crisi sanità in Provincia di Trapani. Ciminnisi chiede dimissioni del manager Croce
    «Le dimissioni del Direttore Generale dell’ASP di Trapani Ferdinando Croce sono inevitabili»
    Redazione6 Marzo 2025 - Salute



  • Salute

    Trapani – Un altro tassello nello scandalo sulla sanità nel trapanese. Il deputato trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, che chiede le dimissioni del manager Ferdinando Croce.

    La nota del deputato trapanese

    «La situazione all’ASP di Trapani ha raggiunto livelli di gravità inaccettabili. Non possiamo più permettere che la gestione fallimentare del Direttore Generale Ferdinando Croce continui a mettere a rischio la salute dei cittadini. I dati emersi durante l’ultimo vertice d’urgenza convocato dall’assessore Faraoni sono scioccanti: 1.405 campioni del 2024 e 1.908 del 2025 ancora in attesa di refertazione. Numeri che non rappresentano semplici statistiche, ma vite umane lasciate in balia dell’incompetenza e della negligenza».

    Lo ha detto il deputato trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, dopo il vertice all’Assessorato Regionale alla Salute convocato in seguito ai clamorosi casi del paziente di Salemi, morto il 13 gennaio scorso prima di ricevere il referto istologico atteso da mesi, e della paziente oncologica di Mazara, rimasta per quasi un anno in attesa dell’esito dell’esame istologico e nel frattempo aggravatasi.

    «Vicende – ha commentato Ciminnisi – emblema di un sistema sanitario al collasso. La gestione dell’ASP di Trapani è stata caratterizzata da ritardi cronici, inefficienze e mancanza di trasparenza. Lo stesso Croce ha ammesso che i problemi non sono nuovi, con quasi 3.000 esami accumulati già la scorsa estate, ma non è stato fatto nulla per prevenire questa emergenza. Ora, mentre altre strutture sanitarie siciliane devono farsi carico dei ritardi di Trapani, è chiaro che il Direttore Croce ha perso il controllo della situazione e si limita a promettere soluzioni future, come lo smaltimento degli arretrati entro marzo 2025. Chiedere scusa e promettere miglioramenti non basta più».

    «La gestione Croce ha fallito, e le conseguenze sono state drammatiche per i cittadini. Per questo – conclude Ciminnisi – è legittimo chiedere con fermezza le sue dimissioni. La salute pubblica non può più essere sacrificata sull’altare dell’inefficienza. I cittadini della provincia di Trapani meritano di più. Basta promesse, servono fatti. E il primo fatto deve essere l’addio di Ferdinando Croce».




  • Trapani
    Caos esami istologi a Trapani. La prima ispezione da mille esami ancora da refertare [Video]
    Intanto si fa avanti l'associazione Codici che denuncia nuovi casi e spunta un'altra petizione
    Laura Spanò5 Marzo 2025 - Salute



  • Valutazioni sanità Ministero Salute Salute

    Trapani – Mille referti istologici da analizzare e consegnare questo l’arretrato dell’Asp di Trapani con pazienti in attesa da mesi. Molteplici le segnalazioni raccolte dall’Associazione Codici di Trapani di cittadini che lamentano ritardi tra loro il signor Salvatore Torregrossa che attende un esame di suo figlio dallo scorso mese di settembre, come sottolinea l’avvocato Vincenzo Maltese, presidente dell’associazione.

    L’avvocato Vincenzo Maltese, presidente dell’associazione Codici

    “Riceviamo in questi giorni moltissime denunce di pazienti che attendono da mesi l’invio dei referti istologici. Caso emblematico – dice Maltese – quello di questo papà che attende l’esito del figlio dal 6 settembre del 2024, ben otto mesi e oggi gli sarebbe stat riferito di attendere altri dieci giorni. E’ una situazione scandalosa. Noi come associazione Codici, daremo tutta la tutela legale a queste famiglie”.

    I referti ancora arretrati all’Asp di Tapani

    Intanto per porre fine alle criticità riscontrate nella consegna dei referti istologici, l’assessorato alla salute affiancherà l’Asp attraverso tutta la rete del sistema sanitario regionale, per consentire l’azzeramento dell’arretrato. E, dopo l’ispezione emerge il dato allarmante non sono 244 gli esami istologici da refertare all’Asp trapanese ma un migliaio Un risultato che ha irritato il governatore, Renato Schifani e l’assessore alla salute Daniela Faraoni che hanno incontrato il direttore generale dell’Asp, Ferdinando Croce, e il direttore sanitario Danilo Greco. Al momento niente dimissioni dei vertici della sanità trapanese, la priorità è smaltire l’arretrato.

    La mancata comunicazione tra Asp e Regione su quanto stava avvenendo

    Al governo regionale non hanno gradito la mancata comunicazione tra Asp e assessorato, l’emergenza non doveva essere taciuta. Il manager Croce ha lasciato intendere che la responsabilità è dell’ex primario di Anatomia Patologica, in pensione da novembre, accusato di avere segnalato il problema solo a luglio. Ora la stessa accusa viene però mossa all’Asp, che, pur avendo attivato convenzioni con strutture pubbliche e private, non è riuscita a smaltire l’arretrato.

    La nuova petizione contro la malasanità

    “Noi di Uguaglianza per la Sicilia non possiamo restare in silenzio davanti al disastro sanitario che colpisce la provincia di Trapani. La gestione della sanità è ormai allo sbando, con gravi ripercussioni sulla salute e sulla vita dei cittadini. I recenti episodi di malasanità che hanno colpito il nostro territorio evidenziano un sistema inefficiente, caratterizzato da ritardi, carenze strutturali e una direzione organizzativa incapace di garantire servizi sanitari adeguati. Uno dei casi più eclatanti riguarda i ritardi nella consegna degli esami istologici, che in più occasioni hanno portato a diagnosi tardive con conseguenze letali. Il caso di Paolo Robino, ex infermiere di Salemi, è emblematico: l’uomo è deceduto mentre attendeva da quattro mesi l’esito di un referto istologico. Un altro episodio riguarda una professoressa che ha scoperto di avere un tumore maligno con metastasi avanzate a causa dell’attesa di otto mesi per un esame istologico.

    Il caso di Villa Santa Teresa di Bagheria

    Particolarmente grave è la gestione del servizio di radioterapia oncologica. La decisione di chiudere la convenzione con Villa Santa Teresa di Bagheria e di internalizzare il servizio si sta rivelando disastrosa. La riduzione drastica delle procedure svolte ha creato un grave disagio per i pazienti, molti dei quali sono costretti a rivolgersi ai centri oncologici palermitani per ricevere le cure necessarie. Questo fenomeno non solo aumenta il disagio per chi deve affrontare lunghi viaggi per le terapie, ma sta anche determinando un incremento vertiginoso delle liste d’attesa per l’oncologia medica. Oggi, prenotare una visita oncologica nel sistema sanitario pubblico è praticamente impossibile, lasciando molti pazienti senza la possibilità di ricevere cure tempestive e adeguate.

    L’appello

    “Di fronte a questo quadro desolante, noi di Uguaglianza per la Sicilia chiediamo con forza un intervento immediato e strutturale. Le istituzioni regionali e nazionali devono garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, potenziando il personale, velocizzando i processi diagnostici e migliorando la gestione delle risorse ospedaliere. La salute non può essere una questione di privilegi o burocrazia: è un diritto fondamentale che non possiamo più permetterci di calpestare. È ora di agire per costruire una sanità giusta, efficiente e accessibile per tutti”.

    L’avvocato Vincenzo Maltese, presidente dell’associazione Codici

     





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