Ogni sigaretta toglie 20 minuti di vita
Uno studio dell’University College di Londra rivela: anche una sola sigaretta al giorno può compromettere salute e longevità.
Redazione23 Giugno 2025 - Salute



  • Un pugno chiuso schiaccia un pacchetto di sigarette su una superficie grigia, con alcune sigarette che fuoriescono schiacciate: simbolo di forza, ribellione e scelta di vita sana. Salute

    Ogni sigaretta ti ruba venti minuti di vita. E no, non è un’esagerazione

    Salute – Vent’anni fa si diceva che una sigaretta togliesse dieci minuti. Oggi gli scienziati rilanciano: sono venti. Non un’esagerazione, né uno slogan da campagna pubblicitaria. Ma il dato secco, nudo e crudo, che arriva dall’University College di Londra. Una doccia fredda per chi crede ancora che “fumare poco non faccia male”.

    Secondo lo studio, anche chi si limita a due o tre sigarette al giorno va incontro a danni tutt’altro che trascurabili: il cuore si indebolisce, i polmoni si infiammano, le probabilità di sviluppare un tumore salgono senza pietà.

    “Anche una al giorno è troppo”

    Parole della dottoressa Sarah Jackson, epidemiologa e coautrice della ricerca. Nessuna indulgenza: “Anche una sola sigaretta al giorno può provocare danni significativi”, afferma. Il suo team ha passato al setaccio decine di studi, incrociato milioni di dati, ricostruito l’impatto reale del fumo sulla durata e qualità della vita. Risultato? Chi fuma anche in modo moderato – diciamo, cinque sigarette al giorno – si gioca comunque un bel pezzo di futuro.

    E non si tratta solo di aspettativa di vita. Parliamo di giorni persi in salute, di anni vissuti con malattie croniche, di corse al pronto soccorso, di fiato corto già a trent’anni.

    Il paradosso del “fumo meno”

    Uno degli inganni più pericolosi – spiegano i ricercatori – è pensare che ridurre le sigarette equivalga a rischiare di meno. Sbagliato. Tagliare da venti a dieci sigarette al giorno non dimezza i rischi cardiovascolari. Non li divide neanche per tre. Li lascia praticamente lì, dove stanno. Come un’auto che rallenta prima del muro, ma non sterza.

    La dottoressa Jackson è netta: “Chi smette del tutto guadagna, in media, un giorno di vita ogni settimana”. Fa settanta giorni all’anno. Più di due mesi in più, solo per aver detto basta.

    Smettere conviene. Subito

    Ecco l’altra grande verità dello studio: non è mai troppo tardi. I benefici si vedono subito. Entro un mese, il corpo inizia a reagire. Si recuperano in media sette giorni di vita solo nei primi trenta giorni senza fumo. Il cuore pompa meglio. I polmoni respirano, letteralmente, un’altra aria. La pelle cambia colore. Il respiro è più profondo. L’alito meno pesante.

    E poi, un dettaglio che raramente si sottolinea: la mente si alleggerisce. Perché ogni sigaretta non è solo un danno fisico. È una promessa di dipendenza, un patto quotidiano con qualcosa che ci illude di darci conforto, ma ci presenta un conto salatissimo.

    Una battaglia che riguarda tutti

    I numeri dicono che il fumo resta tra le prime cause di morte evitabile nel mondo. Costa in termini umani, ma anche sanitari: ospedali pieni, terapie costose, famiglie spezzate. Smettere di fumare non è solo una scelta personale. È un atto di responsabilità collettiva.

    Ecco perché i ricercatori chiedono alle istituzioni di alzare il tiro: più campagne mirate, più accesso a percorsi di disassuefazione, più sostegno psicologico. Perché sì, smettere è difficile. Ma è molto più difficile vivere – o morire – con le conseguenze del non averlo fatto.





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