Trapani
Truffa cliniche Visodent: l’odissea di una paziente di Trapani
Due anni da incubo, tra impianti fatti male, cinque mila euro andati in fumo e un sorriso che non è mai tornato
Laura Spanò10 Giugno 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Trapani – Chi non lo ha provato, non può capire cosa significa un sorriso spento o negato a causa della mancanza dei denti. Ma soprattutto il dolore patito per poter ritornare ad avere quel sorriso e la delusione di non esservi riuscita a causa della leggerezza di dottori poco affidabili o addirittura truffaldini.

    E’ quanto accaduto ad una serie di pazienti siciliani e trapanesi che si erano affidati alle cure delle cliniche Visodent. Cliniche sponsorizzate con un’ottima campagna di marketing e un’offerta: visite gratuite per un controllo. In pratica il sistema per trattenere i clienti oltre il primo appuntamento era proporre subito un finanziamento accessibile. Alla fine, tutto è avvenuto in queste settimane, queste cliniche che promettevano di ridare a tutti un sorriso si sono rivelate per quello che in realtà erano: una truffa. Sono tutti scomparsi, medici, infermieri, avvocati, amministratori, lasciando centinaia di pazienti disperati. I loro racconti  sono da horror.

    Il caso della signora Francesca Lamia di Trapani

    Per la signora si tratta di due anni di calvario, alcuni impianti falliti, un sorriso negato e cinque mila euro di finanziamento andati in fumo. L’odissea della signora Francesca Lamia di Trapani inizia nell’agosto 2023 quando decide di rivolgersi alla clinica Visodent di Trapani. Quella  che doveva essere una semplice visita di controllo per un “provvisorio” staccato, si trasforma in un vero incubo, costellato di interventi falliti, diagnosi contrastanti e una frustrante ricerca di risposte.

    La prima visita

    La prima visita che la signora Lamia effettua rivela una “parodontite e una gengivite avanzate”, che le rende i denti “mobili”. La soluzione proposta è drastica: rifare l’intera arcata superiore. Un canino occulto, scoperto tramite radiografia, complica il quadro. Inizialmente, le viene detto che il canino prima dell’inserimento di sei impianti, dovrà essere rimosso. L’inserimento viene eseguito da un medico diverso da quello della prima visita. Qui nasce la prima, clamorosa contraddizione: il nuovo medico decide di non rimuovere il canino occulto, sostenendo che servirà da sostegno per gli impianti. Una decisione che si rivelerà fatale.

    Pochi mesi e l’impianto salta

    Dopo qualche mese, un impianto salta. L’assistente, incredula, esclama: “Dobbiamo ricominciare tutto da capo!”. Iniziano una serie di rinvii, di scuse e la “scomparsa” del dottore che aveva eseguito l’intervento. Vengono addotte diverse giustificazioni, la signora Lamia in ogni caso non lo rivedrà più. I mesi intanto diventano quasi due anni e la situazione non si risolve. La paziente, esasperata, chiede un confronto con un responsabile. Riesce a parlare con il dottor Allitto di Messina, il quale, senza mai visitare la signora Lamia e guardando solo la radiografia, sentenzia: “Dobbiamo rifare tutto”. Alla domanda sul motivo del fallimento dell’impianto, la risposta è solamente “rigetto”. La signora allora Cchiede delucidazioni sul destino degli altri impianti e sui costi, avendo già pagato 5 mila euro. La risposta è: “Vediamo, non lo so”.

    Passano altri mesi

    La paziente torna dopo altri mesi e trova un terzo medico a questo punto minacciando una denuncia, la paziente ottiene la verità: “Purtroppo questi impianti sono stati messi male”. La situazione è disastrosa: su sei impianti, solo cinque sono rimasti, e di questi, due devono essere rimossi perché “non hanno aderito bene all’osso”. Il canino occulto, non può essere rimosso, in contraddizione con la diagnosi iniziale. La prospettiva finale è agghiacciante: tenere in bocca solo tre impianti e rimettere una protesi mobile. La paziente, furiosa, minaccia la denuncia e il rimborso totale dei soldi.

    Novembre 2024

    A novembre 2024 dopo aver minacciato azioni legali e il rimborso dei soldi versati, la paziente viene messa in contatto con l’amministrazione e l’avvocato della clinica. “Sono cose che capitano” le viene detto. Alla fine, viene promesso il rimborso completo. La paziente, ormai decisa a chiudere ogni rapporto con la clinica, fornisce il numero del suo avvocato. Un membro del personale, in privato, le suggerisce di non arrendersi e le conferma l’incompetenza di chi le ha eseguito il lavoro, rivelando che molti si “improvvisano implantologi” senza avere le competenze necessarie.

    Da quel momento, la paziente si è rivolta al suo avvocato, dando il via a una battaglia legale per ottenere giustizia e recuperare quanto perso, non solo in termini economici, ma anche di salute e serenità.




  • Italia
    Truffa del Doppio Spid: Attenzione ai Rimborsi 730 a Rischio
    Difenditi dal furto d'identità digitale e proteggi i tuoi rimborsi fiscali
    Redazione11 Aprile 2025 - Economia



  • Economia

    Roma – La stagione del 730 è iniziata e milioni di italiani stanno utilizzando lo Spid per accedere ai servizi della pubblica amministrazione. Ma proprio in questo periodo, aumenta il rischio della pericolosa truffa del “doppio Spid”, che mette a rischio rimborsi e pensioni. Scopri come riconoscerla, evitarla e cosa fare se sei già vittima.

    Che cos’è la truffa del doppio Spid

    Il “doppio Spid” sfrutta una debolezza del sistema: è possibile attivare più identità digitali valide con lo stesso codice fiscale, usando semplicemente indirizzi email e numeri di telefono diversi. I truffatori rubano documenti d’identità e selfie attraverso sms falsi (smishing), creando così un secondo Spid fraudolento. Con questa identità parallela possono incassare rimborsi fiscali o pensioni, modificare dati bancari e persino firmare documenti digitalmente a tua insaputa.

    Come riconoscere il tentativo di smishing

    Gli sms fraudolenti simulano comunicazioni ufficiali di enti come l’Inps e contengono link che conducono a siti falsi. Una volta aperto il sito, ti viene chiesto di inserire dati sensibili come documenti di identità o video-selfie. Fai attenzione: nessuna istituzione pubblica ti chiederà mai dati personali tramite sms.

    Cosa fare per proteggersi dal doppio Spid

    Sei già stato truffato? Ecco cosa fare

    Se hai inviato documenti o cliccato su link sospetti:




  • Mazara del Vallo
    Scoperta truffa al sistema sanitario, indagato un farmacista nel Trapanese
    Coinvolta anche una collaboratrice
    Redazione11 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Mazara del Vallo  – Scoperta dalle fiamme gialle una truffa ai danni del servizio sanitario. Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani hanno concluso un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Marsala relativa a una truffa in danno del Servizio Sanitario Nazionale  

    I finanzieri hanno denunciato un farmacista e una dipendente accusati di truffa e falsità materiale nei confronti del sistema sanitario nazionale.

    Le indagini

    Le indagini portate avanti dagli investigatori delle fiamme gialle della Tenenza di Mazara hanno scoperto che il  professionista avrebbe simulato la cessione di farmaci a ignari pazienti, falsificando le relative prescrizioni mediche per beneficiare in modo illegittimo dei rimborsi del servizio sanitario nazionale per circa 5 mila euro.

    Scoperto con gli scatoloni pieni di medicine

    Il professionista è stato bloccato in auto dai militari della tenenza di Mazara del Vallo con uno scatolone pieno di medicine senza i bollini farmaceutici, le cosiddette fustelle. Anche in casa sono stati trovati altri medicinali non consegnati ai pazienti.

    Il ricettario ha fatto scoprire la truffa

    Nei controlli con le ricette elettroniche sarebbe stato accertato il raggiro. I farmaci trovati appartengono, infatti, alla categoria “A”, cioè sono classificati come essenziali e a totale carico del sistema sanitario, permettendo ai pazienti, grazie alla prescrizione medica, di godere dell’esenzione dal pagamento del cosiddetto “ticket”.

    La giustificazione del professionista

    Il professionista, nel vano tentativo di giustificare quanto successo ha regalato farmaci ai pazienti indicati nelle false prescrizioni mediche, facendo loro firmare apposite dichiarazioni in cui si asseriva che vi erano stati degli errori nell’emissione delle ricette oggetto delle indagini.





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