Roma – In una mattina carica di emozione, Papa Francesco ha fatto una visita a sorpresa in piazza San Pietro per partecipare alla celebrazione del Giubileo dei malati, tenutosi domenica 6 aprile 2025. Il Pontefice, visibilmente provato e in sedia a rotelle, ha preso parte alla benedizione finale della messa, ringraziando con un semplice e toccante: “Grazie tante”.
La sua presenza, accompagnata dall’infermiere personale Massimiliano Strappetti, ha commosso i fedeli riuniti, molti dei quali provenienti da strutture ospedaliere e case di cura. Papa Francesco indossava i naselli per l’ossigeno, segno visibile della sua condizione di salute ma anche della sua volontà di essere vicino a chi soffre.
Durante l’Angelus, letto dall’arcivescovo Rino Fisichella, è emersa tutta la profondità del messaggio del Papa sulla malattia: “Una delle prove più difficili e dure della vita”. Francesco non ha nascosto la propria fragilità e ha sottolineato come, in quei momenti bui, si possa toccare con mano la consolazione della presenza di Dio.
“Anche Gesù ha condiviso il dolore umano, e per questo possiamo affidargli la nostra sofferenza, certi di trovare compassione, vicinanza e tenerezza”, ha scritto il Pontefice.
Il messaggio papale va oltre la consolazione: invita a trasformare la sofferenza in speranza attiva. Il letto di un malato, scrive, può diventare un “luogo santo di salvezza e redenzione”. Chi soffre e chi assiste diventano angeli gli uni per gli altri, testimoni di una presenza divina che si fa concreta nella cura e nell’ascolto.
Un pensiero particolare è stato rivolto a medici, infermieri e operatori sanitari. Papa Francesco ha chiesto di pregare per loro, ricordando che non sempre lavorano in condizioni dignitose, e talvolta sono persino vittime di aggressioni. Ha sottolineato quanto sia cruciale rispettare e sostenere la loro missione quotidiana, specie accanto ai malati più fragili.
Roma – Dopo oltre un mese di ricovero al Policlinico Gemelli, Papa Francesco sarà dimesso domani, domenica 23 marzo, e farà ritorno alla residenza di Casa Santa Marta. La notizia, confermata dai medici dell’ospedale romano, segna un momento di gioia e speranza per milioni di fedeli che hanno seguito con partecipazione e affetto il decorso della malattia del Pontefice.
Il miglioramento delle condizioni del Santo Padre rappresenta non solo un conforto spirituale, ma anche un esempio di forza e affidamento nella fede.
Tra i primi a commentare con commozione la notizia, Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana (CESi). Le sue parole racchiudono il sentimento di tutta la Chiesa italiana:
“Siamo grati a Dio per il miglioramento della salute di Papa Francesco. Continueremo a pregare per lui e per il suo ministero. Il Santo Padre, anche nella malattia, ha saputo testimoniare il valore della sofferenza e l’importanza della preghiera, come atti di affidamento in Dio e segni visibili di unità nella Chiesa”.
Raspanti ha sottolineato come la figura del Papa rimanga centrale nel cammino spirituale e umano dei credenti, soprattutto nei momenti più difficili.
Durante le settimane di degenza, migliaia di fedeli hanno rivolto preghiere e messaggi di affetto a Papa Francesco, manifestando una profonda partecipazione spirituale e una vicinanza commovente. Il suo ritorno a Santa Marta assume ora un valore simbolico: un segnale di continuità, forza e speranza per tutta la comunità ecclesiale.
Nel corso del suo pontificato, Papa Francesco ha spesso parlato della malattia come un tempo da vivere nella fiducia, nella fede e nella solidarietà. Anche durante questo ricovero, ha dato prova di coerenza e di spiritualità, diventando testimone autentico di preghiera e di unità.
Il ritorno del Papa rafforza il senso di comunione nella Chiesa universale. La sua presenza, anche fragile, è un faro che illumina la strada dei credenti. Mentre i preparativi per accoglierlo nuovamente a Santa Marta sono in corso, l’invito dei vescovi e dei sacerdoti è uno solo: continuare a pregare per il Papa e per il suo ministero, perché la sua missione possa proseguire con la stessa dedizione e umanità che lo contraddistinguono.
Roma – La prima immagine di Papa Francesco dopo il ricovero del 14 febbraio è stata diffusa oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede e riportata dall’ANSA. Il Pontefice appare seduto su una sedia a rotelle, senza zucchetto, con i paramenti liturgici della Quaresima e assorto nella preghiera.
Lo scatto, realizzato nella cappella del decimo piano del Policlinico Gemelli, lo ritrae davanti a un piccolo altare con il crocifisso. Sullo sfondo, le immagini della Via Crucis, simbolo di riflessione e sofferenza in questo periodo liturgico. La foto mostra Francesco senza le cannule dell’ossigeno, un dettaglio che suggerisce un lieve miglioramento delle sue condizioni.
L’immagine arriva dopo il messaggio audio diffuso il 6 marzo durante il rosario in Piazza San Pietro, in cui il Pontefice ringraziava i fedeli per la vicinanza. Oggi, nel suo quinto Angelus scritto, ha espresso il suo stato d’animo:
“Sto affrontando un periodo di prova, e mi unisco a tanti fratelli e sorelle malati: fragili, in questo momento, come me. Il nostro fisico è debole ma, anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza”.
Parole che risuonano come un conforto per i malati e le persone che stanno attraversando momenti difficili.
Nonostante la fragilità fisica, Papa Francesco continua il suo impegno spirituale. Durante la sua permanenza al Gemelli, ha mantenuto il contatto con i fedeli attraverso messaggi e preghiere. Nel cortile dell’ospedale, nei giorni scorsi, un gruppo di artisti ha persino dedicato al Pontefice un momento di tango, danza tanto amata da lui.
La sua resistenza e dedizione alla missione pastorale rimangono un punto di riferimento per milioni di fedeli nel mondo. La foto diffusa oggi testimonia il suo legame profondo con la fede, anche nei momenti più difficili.
Il messaggio del Papa invita tutti a unirsi spiritualmente alla sua preghiera. La speranza è che il Pontefice possa presto riprendersi e riprendere la sua missione con rinnovata forza.
Roma – I medici del Gemelli hanno sciolto la prognosi di Papa Francesco, confermando il miglioramento del quadro clinico. Tuttavia, il Santo Padre proseguirà con la terapia farmacologica per alcuni giorni in ospedale, a causa della complessità della sua condizione e della polmonite non ancora completamente superata.
Il bollettino medico diffuso dal Vaticano conferma che le condizioni del Papa sono stabili e in costante miglioramento. I progressi osservati nei giorni scorsi si sono ulteriormente consolidati, come dimostrato dagli esami clinici e dalla buona risposta ai trattamenti farmacologici.
Nonostante il miglioramento, i sanitari mantengono un approccio prudente, considerando l’età avanzata del Pontefice, 88 anni, e la necessità di un monitoraggio costante per prevenire eventuali complicazioni.
Lunedì mattina, Papa Francesco ha seguito gli Esercizi spirituali della Curia in collegamento video con l’Aula Paolo VI. Successivamente, ha ricevuto l’eucarestia e ha dedicato un momento di preghiera nella cappellina del suo appartamento privato. Nel pomeriggio ha ripreso la partecipazione agli esercizi spirituali, alternando momenti di preghiera e riposo.
Secondo fonti vaticane, il quadro clinico resta complesso, ma il Papa non è più in imminente pericolo di vita. L’ottimismo dei medici è cauto: la polmonite non è del tutto risolta e potrebbero presentarsi ulteriori difficoltà. Tuttavia, lo scioglimento della prognosi rappresenta un segnale positivo per il recupero.
Nonostante la degenza, Papa Francesco ha inviato un telegramma all’arcivescovo di Bahia Blanca, mons. Carlos Alfonso Azpiroz Costa, esprimendo vicinanza alle vittime della devastante alluvione in Argentina. Nel messaggio, il Pontefice ha pregato per le vittime, i soccorritori e le famiglie colpite dalla calamità, chiedendo conforto e speranza per chi soffre.
La comunità cattolica continua a pregare per la guarigione di Papa Francesco, mentre i fedeli attendono aggiornamenti sulle sue condizioni. Il Pontefice, con il suo spirito resiliente, dimostra ancora una volta la sua forza, partecipando attivamente alla vita della Chiesa anche dal ricovero.
Trapani – Anche il vescovo della Diocesi di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, invita tutti i fedeli a unirsi alla preghiera per Papa Francesco.
Questa sera, alle ore 20, nella chiesa di San Domenico a Bologna, il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, presiederà il Santo Rosario per la salute di Papa Francesco. La preghiera verrà trasmessa in diretta su Tv2000 (canale 28) e su Play2000 (la piattaforma streaming di Tv2000 e inBlu2000).
“Vogliamo stringerci al Santo Padre – afferma il Cardinale Zuppi –, chiedendo al Signore di sostenerlo in questo momento di sofferenza, perché trovi sollievo e possa ristabilirsi al più presto. Sarà un modo concreto per rinnovargli la vicinanza e l’affetto delle comunità ecclesiali italiane, che da giorni hanno intensificato la loro preghiera”.
Quello di stasera è, infatti, il primo appuntamento che, a partire da Bologna, coinvolgerà da domani tutte le Chiese in Italia unite, insieme, in un unico abbraccio orante. L’Ufficio Liturgico Nazionale sta predisponendo due schemi, disponibili a breve, per tessere questa rete di preghiera in tutti i territori.
Oggi la Santa Sede si è limitata a dire che «la notte è stata tranquilla». Quella di oggi è una domenica di speranza. Speranza che dal Gemelli arrivino buone notizie sulla salute del Papa, dopo la comunicazione diffusa attorno alle 8,00 che «la notte è trascorsa tranquilla, il Papa ha riposato».
Ed è soprattutto una domenica di attesa orante. Si prega a Roma e in tutto il mondo perché il Signore assista Francesco in questo momento di sofferenza e gli permetta di tornare, guarito, a guidare la Chiesa.
Intanto fonti vaticane fanno sapere che il Papa continua a usare i naselli dell’ossigeno ad alto flusso. E continuano anche le terapie. In attesa che come di consueto questa sera i medici rilascino il bollettino con gli ultimi aggiornamenti, in base alle analisi effettuate in giornata. Fonti di agenza aggiungono che la crisi di ieri è rientrata, come attesta la notte tranquilla passata dal Pontefice.
A mezzogiorno è stato diffuso il testo dell’Angelus, che ovviamente Francesco non ha potuto proclamare. «Proseguo fiducioso il ricovero al Policlinico Gemelli – fa sapere il Pontefice -, portando avanti le cure necessarie; e anche il riposo fa parte della terapia! Ringrazio di cuore i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per l’attenzione che mi stanno dimostrando e per la dedizione con cui svolgono il loro servizio tra le persone malate». Francesco sente l’affetto che lo circonda. «In questi giorni – prosegue il testo – mi sono giunti tanti messaggi di affetto e mi hanno particolarmente colpito le lettere e i disegni dei bambini. Grazie per questa vicinanza e per le preghiere di conforto che ho ricevuto da tutto il mondo! Affido tutti all’intercessione di Maria e vi chiedo di pregare per me».
«Si compie domani il terzo anniversario della guerra su larga scala contro l’Ucraina: una ricorrenza dolorosa e vergognosa per l’intera umanità! Mentre rinnovo la mia vicinanza al martoriato popolo ucraino, vi invito a ricordare le vittime di tutti i conflitti armati e a pregare per il dono della pace in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan».
Sul piazzale che porta all’ingresso del Policlinico Gemelli si è formata una piccola folla. E non c’è nessuno di quelli che, con incessante andirivieni si recano a visitare i propri parenti e amici, non si fermi anche solo per un attimo e non alzi lo sguardo verso le finestre del decimo piano dove c’è la stanza di Francesco. Alcuni fanno un segno di croce, altri mandano un bacio volante, altri ancora sostano brevemente in silenziosa preghiera.
E una grande preghiera corale è salita questa mattina dalla Basilica di San Pietro, dove l’arcivescovo Rino Fisichella ha presieduto, su incarico del Papa, la messa per il Giubileo dei diaconi, leggendo l’omelia preparata dal Pontefice. «”Papa Francesco, benché in un letto d’ospedale, lo sentiamo vicino a noi, presente in mezzo a noi – ha sottolineato il pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione -. Questo ci obbliga a rendere ancora più forte e più intensa la nostra preghiera perché il Signore lo assista nel momento della prova e della malattia».
Nel corso della celebrazione sono stati anche ordinati alcuni candidati al diaconato. Nel testo dell’omelia, il Papa invita i diaconi a essere annunciatori del perdono. «Per crescere insieme – scrive -, condividendo luci e ombre, successi e fallimenti gli uni degli altri, è necessario saper perdonare e chiedere perdono, riallacciando relazioni e non escludendo dal nostro amore nemmeno chi ci colpisce e tradisce. Un mondo dove per gli avversari c’è solo odio è un mondo senza speranza, senza futuro, destinato ad essere dilaniato da guerre, divisioni e vendette senza fine, come purtroppo vediamo anche oggi, a tanti livelli e in varie parti del mondo. Perdonare, allora, vuol dire preparare al futuro una casa accogliente, sicura, in noi e nelle nostre comunità. E il diacono, investito in prima persona di un ministero che lo porta verso le periferie del mondo, si impegna a vedere – e ad insegnare agli altri a vedere – in tutti, anche in chi sbaglia e fa soffrire, una sorella e un fratello feriti nell’anima, e perciò bisognosi più di chiunque di riconciliazione, di guida e di aiuto».
Papa Francesco è affetto da polmonite bilaterale, diagnosticata a seguito di una TAC di controllo eseguita presso il Policlinico Gemelli. L’infezione polimicrobica ha richiesto una terapia con antibiotici e cortisone, resa più complessa dalla presenza di bronchiectasie e bronchite asmatiforme. Nonostante il quadro delicato, il Pontefice mantiene un umore positivo, alternando riposo, preghiera e lettura.
L’ultimo bollettino del Vaticano (Vatican News) conferma che il Papa non ha febbre e le sue condizioni sono stazionarie. Ha ricevuto numerosi messaggi di affetto, in particolare dai pazienti dell’ospedale Gemelli, ai quali ha espresso gratitudine, chiedendo di pregare per lui e per i malati.
La polmonite bilaterale colpisce entrambi i polmoni e può essere grave, soprattutto negli anziani o in persone con patologie pregresse. I principali sintomi includono tosse, difficoltà respiratoria e stanchezza, mentre il trattamento si basa su antibiotici, antivirali, corticosteroidi e ossigenoterapia nei casi più critici.
Papa Francesco rimane sotto costante monitoraggio medico, con il mondo cattolico unito nella preghiera per la sua guarigione.
L’11 febbraio è una data speciale per milioni di fedeli in tutto il mondo, in particolare per chi nutre una profonda devozione verso la Madonna di Lourdes. Anche a Trapani, dove la fede mariana è radicata da secoli, molti credenti partecipano spiritualmente al pellegrinaggio verso il Santuario di Lourdes, luogo simbolo di miracoli, speranza e preghiera.
In questo anno giubilare, nel quale milioni di pellegrini si recano a Roma per attraversare la Porta Santa, il Santuario di Lourdes invita i fedeli a vivere il pellegrinaggio sotto lo sguardo amorevole di Maria, Madre della Speranza e Madre della Chiesa. È un’occasione propizia per raccogliersi in preghiera per la Chiesa, per il mondo e per la pace, unendo in un unico cammino spirituale visitatori e fedeli da ogni parte del pianeta.
Per chi non potrà essere fisicamente presente, il Santuario offre la possibilità di seguire le celebrazioni dell’11 febbraio in diretta TV, grazie alla trasmissione su TV Lourdes. Un momento speciale a cui parteciperà anche l’Unitalsi, associazione che da sempre si occupa di pellegrinaggi per malati e disabili, con oltre 600 soci provenienti da 10 Sezioni regionali. La delegazione sarà guidata dal Presidente Nazionale Rocco Palese e dai vice presidenti nazionali Cosimo Cilli e Sabatino Di Serafino.
La celebrazione dell’11 febbraio non è solo un evento religioso, ma un’opportunità di raccoglimento per tutti coloro che sentono la necessità di affidare alla Madonna le proprie speranze e difficoltà. Lourdes continua a essere un faro di spiritualità, dove ogni fedele può trovare conforto e rinnovare la propria fede.
Per vivere questo momento in comunione con milioni di persone, segui la diretta su TV Lourdes e partecipa con la tua preghiera a questo grande pellegrinaggio spirituale.
Favignana – Si sono ritrovati in piazza dopo aver attraversato le vie principali dell’isola. Familiari, parenti, amici e conoscenti di Salvatore Sinagra, il 30enne che da due settimane lotta tra la vita e la morte in un ospedale di Las Palmas in Spagna dopo una aggressione brutale avvenuta all’esterno di un bar di Lanzarote nelle Isole Canarie. Una cinquantina di persone si sono ritrovate insieme con striscioni e candele per un momento di preghiera e di speranza: rivedere presto il sorriso di Salvatore a Favignana.
Tra i messaggi “il mondo ha bisogno di te come il mare ha bisogno di ogni goccia di pioggia” ed ancora “giusitiza per Salvatore” e poi “forza vita mia”. Una comunità che attraverso questa fiaccolata ha voluto testiominare non solo solidarietà a Salvatore e alla sua famiglia ma anche esprimere un forte coinvolgimento emotivo in tutta questa vicenda.
Rimane l’apprensione per la salute di Salvatore. Il colpevole dell’aggressione è stato già arrestato è un 25enne già conosciuto alle forze dell’ordine che si trova in carcere.
P.M.R.R., 25 anni nel carcere di Tahíche dal 3 febbraio da quanto scrive la stampa locale, due anni fa ha aggredito un automobilista anziano a Lanzarote, insieme a un amico, ed è stato condannato per danni ed ha precedenti penali per presunti reati di furto e traffico di droga.
Trapani – Il vescovo della diocesi di Trapani Pietro Maria Fragnelli, in via cautelativa, ha proceduto a notificare un provvedimento disciplinare canonico ad un presbitero che era stato rimosso dal suo incarico di parroco dopo una segnalazione circa l’operato del presbitero stesso.
La disposizione restrittiva è stata presa in seguito ad una indagine canonica previa avviata dal vescovo attraverso un suo delegato esterno alla Diocesi.
In attesa delle valutazioni dei Dicasteri vaticani competenti, la decisione si è resa necessaria per garantire la serenità di tutte le parti coinvolte e la ricerca della verità dei fatti per il maggior bene di tutti, soprattutto delle persone fragili.
Mons. Fragnelli invita tutti, clero e fedeli, a pregare intensamente perché non manchi la luce dello Spirito e questo momento di sofferenza che tocca il corpo ecclesiale diventi occasione di rinnovamento e conversione, sorregga l’umiltà della speranza, la ricerca della giustizia nella misericordia senza tentennamenti, confermi la Chiesa di Trapani nella scelta preferenziale dei deboli.