Palermo – Ristorante Ciwara, Vucciria. Dissequestro immediato e ripresa dell’attività commerciale aperta al pubblico. Lo ha deciso oggi il Tribunale di Palermo, sezione per il riesame, relativamente al ristorante Ciwara di Piazza Caracciolo alla Vucciria, che dalla notte del 6 giugno scorso era stato chiuso dalla Polizia municipale per presunta irregolarità.
Un’accusa che non ha retto alle tesi difensive dell’avvocato Alessandro Crociata, che grazie anche ai video delle telecamere di sorveglianza ha potuto dimostrare la totale difformità fra quanto contestato dagli agenti della municipale e la realtà dei fatti.
Per Doudou, proprietario del ristorante “resta incomprensibile perché la Polizia municipale abbia fatto delle contestazioni così pesanti da determinare anche una denuncia penale, che si sono però rivelate del tutto scollegate dalla realtà.
Anche per questo non appena avremo le motivazioni del dissequestro disposto dal Tribunale di Palermo sezione per il riesame, valuteremo ulteriori azioni legali non solo per il danno economico gravissimo subito dal momento della chiusura ma soprattutto perché sia chiaro a tutti che il nostro lavoro si svolge con correttezza, rispetto delle regole e massima attenzione alla sicurezza dei clienti e di chiunque frequenti la Vucciria.”
Vienna – E’ morta in ospedale Aurora Maniscalco 24 anni di Palermo. Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno, Aurora è precipitata dal terzo piano di un palazzo della capitale austriaca. Un volo che non le ha lasciato scampo, la giovane si trovava assieme al fidanzato un 27enne palermitano, già ascoltato dagli investigatori, e a Vienna sono anche arrivati i familiari della giovane.
Portata d’urgenza in ospedale con ferite gravissime, ha lottato fino a lunedì. La polizia austriaca, che sta indagando, sospetta che possa non essersi trattato di un incidente.
La polizia viennese sta cercando di rispondere a questa domanda. Secondo i media locali, al momento della caduta Aurora non era sola: con lei c’era il fidanzato, 27 anni, anche lui palermitano. È stato interrogato. Gli investigatori non escludono nulla: incidente, gesto volontario, o peggio. Ogni ipotesi resta sul tavolo. E intanto i familiari aspettano risposte.
Le indagini sono in corso, ma i dettagli sono pochi. Le autorità austriache hanno aperto un fascicolo, e sarà decisiva la testimonianza del compagno e di eventuali altri presenti quella notte.
Palermo – Nel festeggiare il 251esimo anniversario della Fondazione del Corpo, il comando regionale della Guardia di Finanza, stila il bilancio delle attività svolte tra il 2024 e i primi cinque mesi del 2025.
Sono stati eseguiti oltre 41.000 interventi e, oltre 8.800 indagini per contrastare gli illeciti economico-finanziari e le infiltrazioni della criminalità nell’economia: un impegno “a tutto campo” a tutela di famiglie e imprese.
Individuate nel corso delle attività ispettive 664 evasori totali: esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo completamente sconosciuti al fisco (molti dei quali operanti attraverso piattaforme di commercio elettronico) e 3.970 lavoratori in “nero” o irregolari.
Scoperti, 33 casi di evasione fiscale internazionale, principalmente riconducibili a stabili organizzazioni occulte, a manipolazioni dei prezzi di trasferimento, a residenze fiscali fittizie e all’illecita detenzione di capitali oltreconfine.
I soggetti denunciati per reati tributari sono 1.237, di cui 47 tratti in arresto.
All’esito di indagini delegate dall’Autorità giudiziaria, sono stati inoltre cautelati e segnalati all’Agenzia delle entrate crediti d’imposta agevolativi in materia edilizia ed energetica inesistenti o ad elevato rischio fiscale, nonché sequestrati beni costituenti profitto dell’evasione e delle frodi fiscali, per un valore di oltre 100 milioni di euro.
Avanzate 48 proposte di cessazione della partita Iva e di cancellazione dalla banca dati Vies, nei confronti di soggetti economici connotati da profili di pericolosità fiscale.
Sono stati eseguiti 416 interventi in materia di accise e 714 nel settore doganale. Le attività di contrasto al contrabbando hanno portato a individuare oltre 5 tonnellate di tabacchi lavorati consumati in frode o sottoposti a sequestro e alla denuncia di 32 soggetti.
I controlli e le indagini contro il gioco illegale hanno permesso di scoprire 122 punti clandestini di raccolta scommesse e di denunciare 212 responsabili.
Nell’ambito della collaborazione con l’Autorità giudiziaria – penale e contabile – sono state eseguite 886 indagini in tema di spesa pubblica e denunciati circa 240 soggetti e segnalati alla Corte dei conti 605 responsabili, con l’accertamento di danni erariali per più di 149 milioni di euro.
Significativa è la cooperazione sul territorio con la Procura europea, con la quale sono state sviluppate 55 indagini che hanno portato alla denuncia di 102 responsabili e all’esecuzione di sequestri per oltre 31 milioni di euro. In tema di appalti, sono state monitorate procedure di affidamento e modalità di esecuzione delle opere e servizi per oltre 462 milioni di euro.
L’azione dei Reparti dell’isola nel contrasto ai fenomeni corruttivi e agli altri delitti contro la Pubblica Amministrazione, svolta facendo leva sulle peculiari potestà investigative che connotano la polizia economico-finanziaria e sviluppando indagini strutturate, di natura tecnica, finanziaria e patrimoniale, volte a ricostruire le regie criminali e il ruolo dei soggetti coinvolti, ha condotto all’arresto di 14 persone, alla denuncia di 48 soggetti e al sequestro di disponibilità per 17.500.716 euro.
Ficarazzi (Palermo) – Si allunga la lista delle morti bianche in Sicilia. L’ultima vittima è un operaio di 60 anni, Giovanni Sanfilippo, è stato trovato morto nei pressi di una cabina di media tensione in via Mercè a Ficarazzi (in provincia di Palermo).
L’incidente è avvenuto in una zona in cui ci sono diverse imprese di trasporto. Pare che l’operario sia rimasto folgorato. Sanfilippo stava realizzando lavori di muratura per conto terzi. Sul posto sono intervenuti i tecnici Enel che hanno staccato l’impianto con i sanitari del 118 che hanno constatato la morte e i vigili del fuoco.
Le indagini sono condotte dai carabinieri, ai tecnici dell’Asp dello Spresal il compito di accertare se le condizioni di sicurezza erano state messe in atto.
La cabina è stata sequestrata e la salma di Sanfilippo portata all’istituto di medicina legale per eseguire l’autopsia che sarà disposta dalla procura di Termini Imerese.
E’ il terzo operaio morto nell’ultima settimana.
Menfi (Agrigento) – Ennesima vittima sul lavoro in Sicilia. Si tratta di un giovane di 26 anni, un operaio di Palermo. Il giovane è morto folgorato mentre lavorava sul campo fotovoltaico in costruzione tra Menfi e Santa Margherita di Belice. Sul posto 118 e carabinieri.
L’incidente è avvenuto in contrada Genovese. Quando sul posto è arrivato il personale del 118 per il giovane operaio non c’era più nulla da fare. Le indagini sono effettuate dai carabinieri e dai funzionari dello spresal che dovranno accertare se erano state messe in atto tutte le norme di sicurezza.
Il sito è stato sottoposto a sequestro.
Palermo – Proseguono i controlli interforze alla Vucciria, collegati al protocollo di sicurezza “Alto Impatto”, come previsto dalle direttive del Ministro dell’Interno e sulla base delle strategie di intervento condivise in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Il dispositivo operativo, che prevede una sinergica partecipazione delle forze dell’ordine, è finalizzato a far fronte a quelle contingenze di ordine e sicurezza pubblica individuate sul territorio, così da accrescere il senso di sicurezza percepita nei cittadini e garantire, al contempo, una significativa presenza sul territorio.
L’attività ha interessato le aree della movida cittadina palermitana, con particolare riguardo
alla Vucciria. L’obiettivo di questa capillare attività è quello di intensificare il controllo del territorio al fine di fronteggiare situazioni di degrado urbano e di prevenire e reprimere ogni forma di illegalità e criminalità. Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Polizia Municipale, ognuno per i settori di
competenza, hanno garantito una significativa presenza su un ampio tratto del percorso della movida cittadina e del centro storico, con particolare riferimento alle zone della Vucciria, di Via Roma, di piazza San Domenico, di via Argenteria, di via Paterna, di piazza Caracciolo e attorno agli assi viari di via Maccheronai, di discesa dei Giudici, di via Lattarini, di discesa Caracciolo, di via Gorizia, di via Cagliari, p.zza Rivoluzione e via Garibaldi.
Effettuati anche controlli amministrativi funzionali al contemperamento del corretto svolgimento delle attività di esercizio pubblico e delle legittime aspettative di svago degli avventori. Nel corso di tutti i servizi approntati sono state identificate 200 persone e controllati numerosi veicoli. In tale contesto sono stati effettuati 3 accessi ispettivi presso esercizi commerciali ubicati in zona ma non sono state riscontrate violazioni.
I servizi di Alto Impatto proseguiranno anche nelle prossime settimane.
Palermo – Tutto era accaduto l’altra notte attorno alle 4 nella zona dell’Arenella. Un boato aveva svegliato gli abitanti piazza Tonnara dove immediatamente erano arrivate diverse squadre dei vigili del fuoco e le volanti della polizia. C’erano volute diverse ore per avere ragione del fuoco, mentre venivano evacuate le persone che abitavano al piano superiore della gelateria. I locali interessati dalla deflagrazione sono sotto sequestro.
I primi accertamenti tecnici hanno escluso l’uso di ordigni, sembra più probabile che siano state piazzate nel locale delle taniche di benzina.
Nella gelateria, non ci sta allaccio alla rete del metano, non ci stava una cucina o bombole di gas. Appare improbabile al momento che un guasto a un frigorifero o ad altre apparecchiature abbia potuto provocare effetti così devastanti.
Gli investigatori stanno esaminando i video della sorveglianza per capire cosa sia accaduto. L’esplosione è avvenuta all’interno e l’onda d’urto ha divelto porte e finestre scaraventandole all’esterno assieme ad attrezzature e prodotti usati nella gelateria.
Palermo – «Nessun ritardo da parte delle strutture sanitarie, ma solo un errore nella prescrizione medica e un’anomalia nella procedura di prenotazione online dell’esame dovuta all’utente. Se il paziente di Siracusa avesse prenotato oggi la Pet, avrebbe trovato tranquillamente la prima disponibilità utile per il 18 giugno nell’ospedale della sua città. Esprimo dispiacere per quanto è accaduto, ma anche profondo rammarico per la notizia volta a gettare discredito sul sistema sanitario pubblico. Non si tratta solo di un attacco politico, ma di un attacco a tutto il personale sanitario che lavora 24 ore al giorno, 7 giorni su 7».
L’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, interviene sul caso segnalato dal deputato regionale del M5S Carlo Gilistro e che riguarda la prenotazione di una Pet a distanza di sei mesi da parte di un paziente siracusano, ricostruendo la vicenda in maniera dettagliata e chiarendo l’infondatezza del disservizio denunciato.
In particolare, è stato accertato che il paziente non si era rivolto direttamente all’Azienda territoriale competente, ossia l’Asp di Siracusa, dove avrebbe trovato con immediatezza il necessario riscontro nei tempi previsti per l’urgenza, come poi avvenuto oggi, quando è stato possibile individuare la prima seduta utile per mercoledì 18 giugno.
L’utente, invece, si era rivolto al sovraCup, fissando la prenotazione per il prossimo 14 novembre in una struttura privata accreditata della provincia di Palermo.
La stessa clinica, avendo verificato un’anomalia sulla prenotazione della Pet, tramite un proprio operatore aveva provato a contattare il paziente, che però risultava irraggiungibile.
Oggi, lo stesso operatore è riuscito a contattare l’interessato, ha chiesto il motivo per cui non avesse prenotato in tempi più ragionevoli, visto che la disponibilità di posti nei mesi precedenti c’era, e ha appurato che l’utente aveva scelto la data del 14 novembre perché gli era stato consigliato un controllo semestrale a seguito di una visita specialistica eseguita a maggio. Successivamente, il paziente ha chiesto di anticipare i tempi.
Inoltre, l’Asp di Siracusa ha accertato che la ricetta del medico prescrittore riportava un codice regionale e un quesito diagnostico non perfettamente allineati. Questo ha indotto il sovraCup a individuare un centro privato di più alta specializzazione accreditato nel Palermitano.
Palermo – Ancora una truffa sui bonus edilizi in Sicilia. E’ stata scoperta dalla guardia di finanza a Palermo – valore 26 milioni di euro. Diciannove le imprese edili palermitane, che avrebbero eseguito lavori di ristrutturazione solamente sulla carta. Quattro indagati sono finiti ai domiciliari, per altri 3 disposta una misura interdittiva: non potranno esercitare l’attività imprenditoriale e rivestire uffici direttivi di imprese per un anno.
Stessa misura imposta a 10 aziende. Sequestrati beni equivalenti al valore del presunto imbroglio con due distinti provvedimenti, uno di urgenza da oltre 8 milioni, nel corso delle indagini, e l’altro da circa 19 milioni, eseguito lo scorso mese di aprile.
Dalle indagini coordinate dalla Procura, è emerso che: le società coinvolte nella frode, applicando lo sconto in fattura, emettevano fatture per operazioni inesistenti verso clienti privati per lavori in realtà mai eseguiti, generando il citato credito d’imposta fittizio, utilizzabile in detrazione o cedibile a terzi; lo stesso credito veniva poi ceduto a intermediari finanziari, consentendone un’immediata e consistente monetizzazione; infine i titolari d’impresa distraevano parte delle somme mediante bonifici su conti correnti personali, prelevamenti di contanti, sottoscrizione di buoni fruttiferi postali, acquisto d’oro, criptovalute, beni mobili e immobili.
Ci sono indagati altri 83 soggetti, tra amministratori di diritto delle imprese inserite nel circuito illecito e committenti compiacenti, concorrenti nei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata. I provvedimenti sono stati emessi a seguito a degli “interrogatori preventivi”, dopo i quali il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare per alcuni e le interdittive per altri.
“Quest’attività di servizio, svolta in stretta sinergia con la Procura, si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del Corpo – scrive la guardia di finanza – a contrasto delle frodi in materia di agevolazioni fiscali concesse a sostegno di famiglie e imprese, a tutela della legalità economico-finanziaria del Paese”.
Palermo – Blitz antimafia dei Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo che 29 provvedimenti cautelari emessi dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica. Tredici delle 29 persone coinvolte nel blitz antimafia sono già detenute per altra causa.Con questi nuovi provvedimenti gli investigatori completano il lavoro che lo scorso febbraio portò al blitz dei 181.
Sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, reati contro la persona, contro il patrimonio e in materia di armi, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose e altro.
Nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia è compreso: il mandamento di Porta Nuova, che ingloba la parte centrale della città di Palermo, i mercati Ballarò, Capo e Vucciria.
Le indagini in continuità con le risultanze di Grande Inverno hanno confermato come “cosa nostra” sia un’associazione criminale vitale e al “passo coi tempi”: se infatti essa è fortemente legata alle regole dei “padri fondatori”, ai suoi antichi riti e al compimento delle “classiche” condotte illecite, come le estorsioni, il traffico di droga e il controllo delle scommesse clandestine online, dall’altro è emersa la capacità degli affiliati di ricorrere ai moderni mezzi di comunicazione per cercare di sfuggire alla pressione investigativa.
Il quadro che emerge dalle investigazioni restituisce una “cosa nostra” che, nonostante le numerose operazioni coordinate dalla Magistratura palermitana e portate avanti dai Carabinieri e dalle altre forze di polizia, continua a mantenere la sua presa: un’associazione coesa, violenta e vitale, che può contare su un’allarmante disponibilità di armi, strenuamente rispettosa del modello organizzativo e delle regole storiche, ben ancorata al proprio territorio sul quale esercita un costante controllo, incidendo significativamente sul tessuto economico attraverso le tradizionali attività illecite – quali l’imposizione della “protezione mafiosa” agli operatori economici e la gestione delle più remunerative piazze di spaccio – ma che trae i propri ingenti guadagni dal traffico di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e droghe sintetiche, nonché dal gioco clandestino online.
L’attuale segmento investigativo ha confermato, il ruolo centrale riconquistato da parte dei mandamenti cittadini rispetto a quelli della provincia, nell’ambito delle dinamiche criminali. Tra le attività criminali più remunerative per l’organizzazione criminale emerge ancora una volta il traffico di stupefacenti che oltre a garantire importanti proventi da reinvestire o da utilizzare per il sostentamento di affiliati e famiglie dei detenuti, consente all’organizzazione, attraverso il controllo delle piazze di spaccio, di esercitare una pressante azione di controllo del territorio. I pusher possono approvvigionarsi dal canale autorizzato e controllato dal mandamento oppure utilizzarne un altro, pagando all’organizzazione mafiosa una “tassa”. La non osservanza di tali imposizioni viene punita dagli esponenti mafiosi anche con violente ritorsioni. Analogamente il gioco digitale, al pari del traffico di stupefacenti, rappresenta una delle attività più remunerative dell’organizzazione che, oltre al controllo del territorio attraverso l’imposizione mafiosa dei “pannelli di gioco”, può contare su importanti introiti che consentono di rimpinguare le casse.
E’ emerso come la consorteria in linea con quanto registrato sugli altri mandamenti cittadini, può contare su una buona disponibilità di armi da fuoco, non limitandosi solo a detenerle ma in alcuni casi sono stati registrati episodi di cessione e vendita. Ulteriormente è emerso che “cosa nostra” non disdegna di fare uso della forza per la risoluzione dei problemi, facendo registrare e documentare numerosi pestaggi violenti.