Palermo
A Carini scoperta piantagione di marijuana avrebbe fruttato 200 mila euro: due arresti
L'operazione è stata effettuata dalla Guardia di finanza di Palermo con l'utilizzo dei droni
Redazione15 Aprile 2025 - Cronaca



  • Arresto piantagione cannabis Carini. Cronaca

    Carini – I finanzieri del comando provinciale hanno arrestato due palermitani e sequestrato una piantagione di cannabis indoor. I baschi verdi del Gruppo pronto impiego, in considerazione del sempre più preoccupante e crescente consumo di droghe soprattutto tra i giovanissimi, hanno intensificato l’attività di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti. Ed è in tale contesto che le fiamme gialle  hanno individuato una villetta isolata nelle campagne di Carini con annesso un grande fabbricato.

    L’utilizzo dei droni

    L’immobile, si trova in una strada a senso unico piuttosto impervia tanto da non consentire non le  attività di osservazione e controllo. “È stato così opportuno e fondamentale, per osservare e monitorare per qualche giorno ciò che accadeva nell’edificio, l’utilizzo di droni muniti di telecamere con i quali sono stati effettuati numerosi e rapidi sorvoli in tutta l’area con registrazioni video. L’attenta analisi delle immagini così acquisite, ha consentito di notare come, nonostante la villetta sembrasse disabitata, fossero invece presenti due impianti di condizionamento sempre in funzione, che servivano il locale di pertinenza”.

    La piantagione era dotata di condizionatori

    Ad confermare l’ipotesi investigativa sull’esistenza di un sistema necessario al mantenimento di piantagioni di cannabis che hanno bisogno di una temperatura costante, l’impiego di condizionatori in un fabbricato non utilizzato. “L’attività investigativa è proseguita con la ricerca del proprietario dell’immobile. Le risposte più significative, come ormai accade sempre più spesso, sono state ottenute dalla consultazione di alcuni profili social, grazie ai quali è stato possibile accertare come la villetta fosse nella disponibilità di un uomo diverso dal reale proprietario, circostanza poi confermata il giorno dell’intervento. Visti gli elementi acquisiti, i finanzieri hanno effettuato una perquisizione dell’immobile constatando come, in realtà, all’interno ci vivesse una persona con reali funzioni di custode e gestore”.

    Il fiuto di Mindy

    Grazie al fiuto dell’unità cinofila, il pastore tedesco Mindy, in un mobile della cucina del fabbricato principale è stato rinvenuto, all’interno di alcune buste, un chilo di marijuana già essiccata e pronta alla vendita. Nell’edificio adiacente, dove erano stati notati i condizionatori accesi, è stata scoperta una ingente piantagione indoor composta da 250 piante di cannabis in vasi dell’altezza di circa 1,60 metri ciascuna, mantenute nelle condizioni ottimali di temperatura e cresciute grazie alla predisposizione di un avanzato impianto di areazione, illuminazione e deumidificazione dell’ambiente.

    Il custode tratto in arresto

    Il custode della piantagione è stato arrestato in flagranza di reato ora si trova al Pagliarelli. L’immobile è stato sottoposto a sequestro preventivo e la piantagione estirpata per le successive analisi e distruzione. Dagli elementi acquisiti nel corso dell’attività investigativa sono emersi chiari indizi di colpevolezza anche a carico di un secondo uomo. Dall’analisi delle banche dati, nonché da quanto pubblicato sui social network dagli indagati, “era infatti evidente come vi fosse un ulteriore uomo, corresponsabile insieme al presunto custode – spiegano dalla guardia di finanza -. Entrambi avevano pubblicato numerose foto e video che li ritraevano all’interno dell’immobile. Visto che non c’èstata flagranza di reato, si è proceduto a denunciare a piede libero il secondo uomo”. Per lui sono scattati i domiciliari.

    Il peso totale delle 250 piante di cannabis è di circa 75 chili che una volta essiccate avrebbero reso circa 25 chili di marijuana, che al prezzo di mercato attuale avrebbe fruttato ai due palermitani almeno 200 mila euro.




  • Palermo
    Scoperte a Palermo due bische clandestine, 70 persone denunciate
    Sale allestite come casinò in locali anonimi alla Kalsa e a Malaspina
    Redazione9 Aprile 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Palermo – Ufficialmente si trattava di una associazione sportiva, ma in realtà Guardia di Finanza e funzionari dell’agenzia delle dogane e dei monolpoli hanno scoperto due bische clandestine.

    L’indagine

    Un’indagine è partita dal web ed ha permesso di scoprirne due bische a Palermo, in piazza Kalsa e in via Principe di Paternò, nell’area Malaspina-Palagonia. Nel corso dell’irruzione sono stati sorpresi assieme ai gestori decine di giocatori impegnati in partite di poker. Giocavano tornei del popolare Texas Hold’em, una variante del poker amata per la suspense che crea ma che induce anche a rischiare cifre importanti. Niente a che vedere con i “tornei ricreativi” dichiarati nello statuto delle associazioni che appartenevano a un’unico gruppo criminale.

    Quando si giocava

    Le sale da gioco si affollavano la sera: in tutto sono state identificate 70 persone, tra cui sette organizzatori, uno dei quali già noto alle autorità per precedenti specifici. Quando fiamme gialle e funzionari delle doganesono entrati nei locali dall’aspetto anonimo, hanno scoperto vere e proprie bische clandestine. L’indagine è partita da controlli sui social network: i tornei illegali di Texas  Hold’em erano pubblicizzati su canali paralleli.

    Le sale erano allestite come quelle di un casinò. L’operazione ha condotto al sequestro preventivo di immobili, tavoli da gioco, fiches, carte e 3.590 euro in contanti. Analizzando i computer presenti nelle sale, gli investigatori hanno scoperto un circuito clandestino online che registrava i partecipanti e dimostrava la continuità di questa attività almeno dall’inizio dell’anno. I sette gestori delle sale sono stati denunciati presso la procura della Repubblica di Palermo per il reato di organizzazione di giochi d’azzardo e 63 avventori per partecipazione a giochi d’azzardo.

    Proficua la collaborazione tra fiamme gialle e funzionari delle dogane

    L’operazione è frutto anche di un protocollo d’intesa tra Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per scambiarsi il patrimonio di esperienze e informazioni.





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