Trapani – Il Tribunale di Trapani, presieduto dal giudice Enzo Agate ha emesso la sentenza per la banda di spacciatori di via Catito. Tra il 2019 e il 2021 l’organizzazione con a capo Salvatore Sansica ha effettuato un lucroso spaccio di sostanze stupefacenti tra Trapani e le isole Egadi. La droga, secondo le indagini effettuate a suo tempo dai carabinieri veniva nascosta in cassette di frutta e veniva trasportata fino a Marettimo.
La pena più severa, 13 anni e quattro mesi di reclusione, è stata inflitta a Salvatore Sansica, ritenuto a capo dell’organizzazione. Condannati anche: Salvatore Sansica: Claudio Viviani ( 4 anni e 6 mesi); Alberto Sansica ( 5 anni e 4 mesi); Samuel Costa (2 anni e 8 mesi), Mohamed Nahouchi (1 anno); KhaledBen Alì (1 anno e 8 mesi).
L’inchiesta scattò nel settembre 2019 con l’arresto di Gaspare Grignano, fermato dai militari dell’arma con 24 dosi di cocaina. Grigano interrogato avrebbe confessato di trasportare la droga per conto di Salvatore Sansica, rivelando che la cocaina era destinata a Marettimo, dove avrebbe dovuto lasciarla al molo secondo precise istruzioni. Da qui scattò l’indagine dei carabinieri di Trapani che permise di ricostruire l’attività della banda di via Catito.
Il gruppo, a conduzione familiare, operava da ottobre 2019 a marzo 2021, avvalendosi anche di complici tunisini per lo spaccio al dettaglio. La centrale operativa della banda era via Catito, trasformata in una roccaforte della droga.
Secondo la tesi accusatoria, Salvatore Sansica, attivo nello spaccio sin dal 1995, era il veterano del gruppo ,con il supporto del figlio Alberto, gestiva il traffico di cocaina, hashish e marijuana. Nel luglio 2020, un blitz in un appartamento di via Serisso, nella disponibilità di Sansica, fu rinvenuta e sequestrata 90 grammi di cocaina. Nonostante gli arresti, come Bruno Sansica, fermato all’imbarcadero per le Egadi nel febbraio 2020, e Alessandro De Gregorio, bloccato a Marettimo nel marzo 2021 con 18 dosi confezionate a forma di caramella, l’attività della banda è proseguita. La svolta, con l’intervento della Dda e l’esecuzione dei provvedimenti emessi dal Gip di Palermo, che hanno messo fine alle operazioni della Banda del Catito