Italia
Assistente infermiere e nuovo OSS: cambia la sanità
Una nuova figura intermedia tra OSS e infermiere e un profilo rinnovato per l’Operatore Socio Sanitario: più competenze, più pratica, più rete.
Redazione24 Giugno 2025 - Salute



  • Infermiere di spalle mentre assiste un paziente sdraiato in un letto d'ospedale. Salute

    Nasce l’assistente infermiere e l’OSS si rinnova

    Roma – C’è una piccola rivoluzione silenziosa in corso nella sanità italiana. Da oggi, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prende vita una nuova figura professionale: l’assistente infermiere. Non si tratta di una semplice aggiunta all’organico, ma di un tassello intermedio che si colloca tra l’OSS e l’infermiere, pronto a dare man forte sul campo, dove il bisogno si fa concreto. In parallelo, cambia volto anche il profilo dell’Operatore Socio Sanitario, dopo più di vent’anni.

    Una figura ponte per una sanità che cambia

    Negli ospedali, nelle RSA, nei servizi domiciliari, si è fatta strada l’esigenza di avere professionisti con competenze più ampie ma senza sovrapporsi al ruolo dell’infermiere. Così nasce l’assistente infermiere: un operatore che agisce su delega, ma con margini di autonomia definiti e precisi.

    Per accedere al corso servono requisiti solidi: qualifica OSS e diploma superiore con almeno due anni di esperienza nel settore. Ma c’è spazio anche per chi, pur senza diploma, ha lavorato come OSS per cinque anni negli ultimi otto: in quel caso, basterà frequentare un modulo teorico iniziale da almeno 100 ore per candidarsi.

    Formazione: tra aula e reparto

    Il percorso dura tra i 6 e i 12 mesi: un impegno serio, che comprende almeno 500 ore tra teoria, tirocinio ed esercitazioni pratiche. Si entra nel vivo della professione già in aula, con un mix calibrato:

    • 200 ore di lezioni teoriche
    • 280 ore di tirocinio diretto
    • 20 ore di simulazioni

    Ma cosa saprà fare, concretamente, un assistente infermiere? Rilevare i parametri vitali, somministrare ossigeno, affiancare nella preparazione delle terapie, fornire nozioni base di educazione sanitaria. Competenze reali, da mettere subito in pratica.

    Alla fine, chi supera la prova finale si ritroverà con in mano un attestato valido in tutta Italia. E per restare sempre aggiornati, scatterà l’obbligo di formazione continua: almeno un’ora per ogni mese lavorato, da completare entro tre anni.

    L’OSS diventa adulto

    Parallelamente, il secondo decreto pubblicato ridisegna da capo il profilo dell’Operatore Socio Sanitario, fermo al 2001. E lo fa con decisione: non solo si alza l’asticella della formazione a 1.000 ore totali (di cui 450 di tirocinio), ma si cambia anche il metodo. Più laboratori, più pratica, più affiancamento reale.

    E si aprono nuovi spazi: scuole, carceri, strutture psichiatriche. Non solo ospedali, dunque, ma un’idea di sanità che si fa rete, presente dove le fragilità emergono di più.

    Complementari, non in concorrenza

    Quella delineata dai nuovi decreti è una sanità a più voci, dove OSS e assistente infermiere non si pestano i piedi, ma si affiancano, condividono carichi e alleggeriscono il lavoro degli infermieri, troppo spesso lasciati soli.

    Tutto il sistema formativo sarà gestito dalle Regioni, che potranno modulare i percorsi a seconda delle esigenze del territorio, senza perdere però la coerenza nazionale.

    In un Paese dove l’età media sale, le patologie si cronicizzano e i reparti scoppiano, c’è bisogno di risposte nuove. Questo è un passo. Non risolve tutto, ma almeno prova a cambiare prospettiva.




  • Italia
    Papa Francesco al Giubileo dei malati: “Grazie tante”
    A sorpresa in piazza San Pietro, il Papa parla del dolore e della speranza nella malattia
    Redazione6 Aprile 2025 - Attualità



  • Papa Francesco al Giubileo dei malati Attualità

    Papa Francesco al Giubileo dei malati: “Grazie tante”

    Un’apparizione inaspettata nel cuore di Roma

    Roma – In una mattina carica di emozione, Papa Francesco ha fatto una visita a sorpresa in piazza San Pietro per partecipare alla celebrazione del Giubileo dei malati, tenutosi domenica 6 aprile 2025. Il Pontefice, visibilmente provato e in sedia a rotelle, ha preso parte alla benedizione finale della messa, ringraziando con un semplice e toccante: “Grazie tante”.

    La sua presenza, accompagnata dall’infermiere personale Massimiliano Strappetti, ha commosso i fedeli riuniti, molti dei quali provenienti da strutture ospedaliere e case di cura. Papa Francesco indossava i naselli per l’ossigeno, segno visibile della sua condizione di salute ma anche della sua volontà di essere vicino a chi soffre.

    L’Angelus letto da mons. Fisichella: la malattia come prova e speranza

    Durante l’Angelus, letto dall’arcivescovo Rino Fisichella, è emersa tutta la profondità del messaggio del Papa sulla malattia: “Una delle prove più difficili e dure della vita”. Francesco non ha nascosto la propria fragilità e ha sottolineato come, in quei momenti bui, si possa toccare con mano la consolazione della presenza di Dio.

    Anche Gesù ha condiviso il dolore umano, e per questo possiamo affidargli la nostra sofferenza, certi di trovare compassione, vicinanza e tenerezza”, ha scritto il Pontefice.

    I malati come angeli e testimoni di salvezza

    Il messaggio papale va oltre la consolazione: invita a trasformare la sofferenza in speranza attiva. Il letto di un malato, scrive, può diventare un “luogo santo di salvezza e redenzione”. Chi soffre e chi assiste diventano angeli gli uni per gli altri, testimoni di una presenza divina che si fa concreta nella cura e nell’ascolto.

    La preghiera per i medici e gli operatori sanitari

    Un pensiero particolare è stato rivolto a medici, infermieri e operatori sanitari. Papa Francesco ha chiesto di pregare per loro, ricordando che non sempre lavorano in condizioni dignitose, e talvolta sono persino vittime di aggressioni. Ha sottolineato quanto sia cruciale rispettare e sostenere la loro missione quotidiana, specie accanto ai malati più fragili.





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