Calatafimi Segesta
Omicidio Arculeo: si segue la pista dell’usura, convalidati i fermi
L'autopsia ha confermato che l'uomo è stato prima accoltella e poi bruciato
Redazione14 Maggio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Calatafimi – Sarà la Procura di Trapani che da ora in poi si occuperà delle indagini sull’omicidio di Antonino Arculeo, il 72enne di Partinico il cui corpo è stato rinvenuto semibruciato  nella tarda serata di venerdì scorso nei presi della stazione ferroviaria di Alcamo.

    Secondo indiscrezioni la vittima avrebbe prestato denaro a tassi usurai e la sua eliminazione sarebbe da ricondurre a questa attività e ad alcune sue relazioni intime.

    Le indagini

    L’autopsia ha confermato che l’uomo è stato prima accoltella e poi bruciato. Il Gip del tribunale di Palermo ha convalidato i fermi di Gioacchino Leto di 34 anni e Dario Milana, di 47, indiziati di concorso del delitto. E’ stato Leto ad aver portato gli agenti  sul luogo in cui era stato abbandonato il cadavere carbonizzato, ed aveva confessato di aver preso parte all’omicidio sostenendo, però, che ad uccidere materialmente la vittima era stato Milana. Ad indagare è stata la Squadra Mobile di Palermo e Trapani, con la collaborazione dei commissariati di Partinico ed Alcamo.

    La scomparsa e la denuncia

    Arculeo era scomparso da casa il 7 maggio erano stati i figli a denunciarne l’allontanamento e avevano poi raccontato che l’auto della vittima era stata coinvolta in un incidente stradale ad Alcamo, e che a bordo c’erano due uomini che Arculeo frequentava abitualmente, Leto e Milana, appunto. Gli agenti si sono messi sulle tracce dei due che hanno tentato di lasciare la Sicilia, ma poi sono stati raggiunti dagli investigatori e invitati a presentarsi in commissariato.




  • Calatafimi Segesta
    Due fermi per la morte di Antonio Arculeo, ucciso e poi dato alle fiamme
    L'autopsia rivela l'omicidio
    Redazione14 Maggio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Alcamo – Ci sono due fermi per la morte di Antonino Arculeo, 74 anni di Partinico scomparso da casa il 7 maggio scorso e trovato morto venerdì nella zona delle terme segestane a Calatafimi.L’autopsia ha accertato la presenza di diverse ferite di arma da taglio e alcuni morsi di animali sul cadavere. L’uomo sarebbe stato anche bruciato nel tentativo di occultarne i resti.

    La squadra mobile di Palermo, che indagava sulla sua scomparsa, ha fermato due partinicesi di 30 e 50 anni accusati di omicidio e occultamento di cadavere. Domenica scorsa Arculeo si è allontanato dalla sua abitazione e tre giorni dopo i familiari ne hanno denunciato la scomparsa.

    I due fermati dalla polizia

    I due uomini fermati sono: Dario Milana, 47 anni, e Gioacchino Leto, 35 anni. Sono accusati di  concorso in omicidio e distruzione di cadavere. Sarebbero gli autori dell’assassinio di Antonino Arculeo. Ai due indagati, la polizia è arrivata dopo la denuncia dei figli della vittima che hanno segnalato l’allontanamento del padre e raccontato che l’auto di Arculeo, la sera della scomparsa, era stata coinvolta in un grave incidente ad Alcamo e che uno dei due uomini che erano in macchina era scappato via.

    L’incidente, la fuga, il fermo e il ritrovamento del cadavere

    A bordo dell’automobile c’erano Leto, che aveva fatto perdere le sue tracce, e Milana che era andato in ospedale per rendersi irreperibile poche ore dopo. Leto, convocato alla polizia, ha tentato la fuga, ma gli
    investigatori, che ne seguivano gli spostamenti, hanno scoperto che si trovava a Lamezia Terme. Il giorno successivo l’uomo si è presentato in commissariato a Partinico e ha guidato gli agenti sul luogo del ritrovamento del corpo di Arculeo.

    Leto ha ammesso di aver preso parte all’omicidio insieme a Milana, sostenendo che sarebbe stato il complice a uccidere la vittima a coltellate e che poi ne avrebbe bruciato il corpo e si sarebbe disfatto dell’arma: un coltello da cucina. Comparso davanti al pm Leto, però, si è rifiutato di rispondere. Milana, che pure aveva cercato di rendersi irreperibile, in sede di interrogatorio, ha negato di aver avuto un ruolo nell’omicidi,o sostenendo di non conoscere Arculeo. Il Gip  presso il Tribunale di Palermo ha convalidato il provvedimento precautelare, disponendo la custodia cautelare in carcere per entrambi gli indagati.

    Ora si cerca di ricostruire il movente.




  • Alcamo
    Di Alcamo l’ultima donna uccisa ieri a Varese, dal marito dal quale si stava separando
    L'uomo arrestato ha confessato
    Redazione18 Aprile 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Alcamo  – Sono originari di Alcamo, Vincenzo Gerardi, 57 anni e la moglie Teresa Stabile di 55 anni. L’uomo nella notte ha confessato  davanti al pm Ciro Caramore, di avere ucciso a coltellate la moglie. Gerardi è stato arrestato a Samarate, in provincia di Varese dove abitavano da 30 anni. L’arresto era avvenuto in flagranza mentre l’uomo minacciava di uccidersi con lo stesso coltello usato per uccidere la moglie. Il 57enne non le ha dato il tempo di scendere dall’autovettura, sotto casa dei genitori. Poi la fuga prima di venir atterrato da un colpo di teaser dei carabinieri.

    Un omicidio provocato da un matrimonio oramai finito.

    Teresa Stabile e Vincenzo Gerardi avevano lasciato Alcamo 30 anni fa, a Samarate dove avevano messo su famiglia, la coppia aveva due figli. Lei casalinga lui lavorava in un’azienda che si occupa di installazione di piscine.

    I due pare avessero già contattato un legale per le pratiche della separazione.  I carabinieri sono intervenuti un mese perchè il figlio maggiore aveva denunciato il padre per violenza privata e per tutta una serie di atteggiamenti ritenuti contrari alla legge.

    La coppia era in fase di separazione. La 55enne era andata a vivere con i genitori nella villetta accanto a quella dove risiedeva con l’ormai quasi ex marito. Secondo la ricostruzione degli investigatori, lui minacciava di uccidersi se lei non fosse tornata e sapeva sempre dove fosse la donna L’uomo aveva tenuto copia delle chiavi dell’auto della moglie ed era solito parcheggiare la propria macchina davanti al box della donna così che lei fosse costretta a chiamarlo per poter uscire: un mese e mezzo fa, dopo l’ennesimo contrasto avvenuto fuori dal garage, il figlio maggiore della coppia aveva denunciato il padre per violenza privata. Teresa Stabile non aveva presentato denuncia – a carico di Gerardi non c’era alcun provvedimenti restrittivo – perché, secondo quanto riferito, sperava di non irritarlo o provocarlo e di riuscire così a chiudere più rapidamente possibile la pratica della separazione.





  • Altre Notizie
  • Altre Notizie di Cronaca
    Targa commemorativa del "Giardino della Legalità Alberto Giacomelli" a Paceco, in memoria del magistrato assassinato dalla mafia.
    Redazione
    arresti mafia a Palermo
    Redazione
    Redazione
    carabinieri catania
    Redazione
    Redazione
    Sea centrale elettrica
    Redazione
    Redazione
    Donna seduta su una poltrona rossa in un’aula istituzionale, con abito bianco e occhiali scuri, davanti a un microfono e a un tablet.
    Redazione
    Redazione
    Redazione
    Redazione
    Redazione