Castelvetrano
La guardia costiera sequestra 100 chili di novellame di sarda
L'attività è stata effettuata dalla guardia costiera di Mazara del Vallo e Sciacca
Redazione28 Febbraio 2025 - Cronaca



  • guardia costiera Cronaca

    Marinella di Selinunte (Castelvetrano) – La Guardia Costiera di Mazara del Vallo e i colleghi dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Sciacca hanno posto sottosequestro a Marinella di Selinunte, frazione di Castelvetrano, oltre 100 chili di novellame di sarda appena pescato e pronto per essere immesso illegalmente nel mercato ittico.

    Il pesce era stato sistemato all’interno di tre fusti di plastica, lasciati in un tratto di banchina di difficile accesso. Non è stato possibile individuare i responsabili della pesca illegale di novellame, una pratica vietata dalla legge sia per motivi di sostenibilità ambientale sia per la tutela delle risorse marine, indipendentemente dal fatto che venga effettuata da pescatori professionisti o sportivi.

    Il prodotto sequestrato è stato dichiarato inidoneo al consumo a seguito di un controllo effettuato dai veterinari dell’Asp e destinato alla distruzione.

    Nel corso di un’altra operazione, i militari della Capitaneria hanno rinvenuto e sequestrato, a bordo di un peschereccio registrato nel compartimento marittimo di Mazara del Vallo, una rete da pesca a circuizione di circa 130 metri. L’attrezzo, non conforme alla normativa vigente, era stato modificato con l’aggiunta di un velo per setaccio al sacco, rendendolo illegale ai sensi delle disposizioni di settore.




  • Palermo
    Yacht battente bandiera di Palau navigava con 35.000 € non dichiarato
    L'attività è stata condotta dai finanzieri del Guardacoste G.118 Inzucchi della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Palermo
    Redazione28 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Palermo – Viaggiavano a bordo di una imbarcazione da diporto con denaro contante non dichiarato. La scoperta nel corso di un controllo della finanza.  L’equipaggio del Guardacoste G.118 Inzucchi della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Palermo, nel corso di una crociera operativa, ha effettuato un controllo in materia doganale nei confronti di uno yacht battente bandiera di Palau.

    L’imbarcazione, la cui proprietà è riconducibile ad una società armatrice straniera con sede alle Seychelles, era condotta da una persona di nazionalità extracomunitaria. I militari, saliti a bordo per accertare tutti gli adempimenti di natura doganale, venivano edotti della detenzione di denaro contante da parte del soggetto controllato. Alla fine dell’ispezione i finanzieri hanno trovato, opportunamente custodita in una cassaforte, 35.000,00 euro, non dichiarato all’Autorità Doganale all’atto dell’ingresso nella zona di Vigilanza Doganale Marittima di Palermo.

    Cosa prevede la normativa

    La normativa doganale, sulla scorta dell’art. 3 del D.Lgs. 195/2008, prevede l’obbligo di dichiarare il denaro contante detenuto in misura eccedente la soglia di 10.000 euro. Occorre precisare che i soggetti presenti a bordo erano due e che in materia di traffico transfrontaliero di valuta, seppure sia vero che la normativa individua quale soglia minima ai fini della prescritta dichiarazione quella dei 10.000 euro per ciascun passeggero, non viene esclusa la possibilità di contestare la violazione dell’obbligo dichiarativo, da parte delle Autorità competenti, in presenza di elementiidonei a dimostrare condotte riconducibili al c.d. smurfing (frazionamento elusivo tra più soggetti, appartenenti allo stesso gruppo, di una somma pari o superiore a quella consentita) ad un singolo soggetto.

    La contestazione mossa dalle fiamme gialle

    Le fiamme gialle hanno contestato l’omessa dichiarazione valutaria solamente in capo al conducente. Il soggetto, quindi, appresa la possibilità di avvalersi della procedura di oblazione di cui all’art. 7 del D.Lgs. 195/2008, ha proceduto al pagamento di una somma pari al 30% del denaro detenuto oltre la soglia consentita dalla legge.

    L’attività della finanza relativamente ai traffici transfrontalieri

    L’attività di controllo dei traffici transfrontalieri di capitali si inserisce tra gli strumenti in uso alle autorità doganali degli Stati membri per la prevenzione e la repressione delle attività illecite connesse al movimento di contante. L’operazione di servizio, in particolare, rappresenta l’ennesima testimonianza della funzione di polizia economico finanziaria esercitata in mare in via esclusiva dal dispositivo aeronavale del Corpo e dimostra l’efficace operato della Guardia di Finanza nella tutela degli interessi economici dello Stato e dell’Unione Europea.




  • Palermo
    Sequestrati 809 chili di pesce non tracciato: multa da 26mila euro
    L'attività è stata effettuata dala Guardia di Finanza
    Redazione17 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Sequestro pesce Cefalù 2025 Cronaca

    Palermo – Sequestrati nel corso di un blitz condotto dalle Fiamme gialle del gruppo Termini Imerese e della Compagnia di Bagheriaoltre 800 chili di pesce privo di certificazioni di tracciabilità, per un valore commerciale stimato di oltre 60mila euro. I finanzieri hanno fermato un veicolo nei pressi di Cefalù, individuando un ingente carico di pescato non conforme alle normative vigenti.

    I militari della Guardia di Finanza hanno rinvenuto a bordo del mezzo 809 chili di pesce, tra cui 499 chili di gambero bianco e cicale di mare, completamente privi di attestazioni sull’origine. Oltre a questi, sono stati sequestrati 310 chili di novellame di sarda “sottomisura”, la cui pesca, trasporto e commercializzazione sono vietati dalla normativa europea per la salvaguardia delle risorse ittiche del Mediterraneo.

    La normativa impone che questi esemplari, noti come “bianchetto”, non possano essere pescati se di lunghezza inferiore agli 11 cm, al fine di garantire la riproduzione della specie e preservare la biodiversità marina.

    Nel corso dell’attività è stato confiscato l’intero quantitativo di pescato e comminato sanzioni amministrative per un totale di 26mila 500 euro al responsabile della ditta operante a Casteldaccia, proprietaria del carico. Il pescato è stato destinato in beneficenza al banco alimentare della Sicilia occidentale, contribuendo così a un’azione solidale a favore delle fasce più deboli della popolazione.




  • Italia
    Trova 205 milioni di lire nella Casa dei Genitori : La Banca d’Italia Non Li Cambia, Scatta la Causa
    Una scoperta inaspettata e una lunga battaglia legale per ottenere la conversione delle vecchie lire in euro dopo oltre dieci anni dalla loro scomparsa.
    Redazione12 Febbraio 2025 - Economia



  • vecchie mille lire Economia

    Pescara – Un uomo di 48 anni di Pescara ha recentemente fatto una scoperta che ha cambiato il corso della sua routine quotidiana: durante i lavori di riordino della casa dei suoi genitori, venuti a mancare a causa del Covid, ha trovato un ingente somma di denaro nascosta in una vecchia credenza della cucina. 205 milioni di lire, divisi in banconote da 50 e 100 mila lire, un valore che oggi equivalerebbe a oltre 100 mila euro.

    Tuttavia, il sogno di trasformare quel “tesoretto” in euro si è infranto quando l’uomo ha cercato di convertirli. Dopo essersi rivolto alla Banca d’Italia, ha ricevuto la risposta che temeva: non era più possibile cambiare le lire. La conversione non è più valida, essendo trascorsi oltre dieci anni dall’entrata in vigore dell’euro nel 2002, secondo le normative stabilite dalla Banca d’Italia.

    In un contesto simile, in altre città italiane, episodi analoghi sono emersi, come quello di un uomo che ha trovato oltre 150 milioni di lire a Genova, e un altro a Frosinone che ha scoperto titoli di Stato da un miliardo di lire, ma anche in questi casi non è stato possibile procedere con la riscossione.

    La Causa Legale per il Cambio

    Ma l’uomo non si è dato per vinto e ha deciso di intraprendere una causa legale per ottenere la conversione. Si è rivolto a uno studio legale specializzato nella conversione della lira in euro, con l’obiettivo di ottenere il cambio forzato attraverso un’istanza al Tribunale Ordinario di Roma.

    Il legale che lo rappresenta ha fatto riferimento all’articolo 2935 del codice civile, il quale stabilisce che la prescrizione del diritto di rivalsa non scatta immediatamente con l’entrata in vigore dell’euro, ma da quando la persona può effettivamente esercitare il suo diritto. In questo caso, il diritto si sarebbe concretizzato nel 2024, quando l’uomo ha ritrovato il denaro.

    La causa legale è appena iniziata e l’obiettivo è sensibilizzare la politica, cercando di ottenere una revisione della normativa per consentire ai cittadini di poter riscattare i soldi trovati, pur dopo tanti anni dal passaggio all’euro.

    Questo caso solleva non solo un’interessante questione legale, ma anche una riflessione sul valore della memoria storica e sulla gestione dei cambiamenti monetari in un mondo sempre più digitale, dove le transazioni avvengono senza il bisogno di moneta fisica.




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