Palermo
Strage Monreale, in carcere il presunto omicida, ha 19 anni
Salvatore Calvaruso è accusato di triplice omicidio e porto abusivo di arma da fuoco
Redazione28 Aprile 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Monreale – Si chiama Salvatore Calvaruso il giovane arrestato dai carabinieri con l’accusa di strage per avere ucciso tre ragazzi nel corso di una rissa scoppiata nel centro di Monreale. Contestati anche il porto e la detenzione illegale di arma da fuoco. Il ragazzo, che ha piccoli precedenti penali, è stato rinchiuso nel carcere Pagliarelli di Palermo.

    Il provvedimento, emesso dalla Procura, è il risultato delle prime indagini svolte nell’immediatezza dei fatti.

    Chi è il ragazzo fermato

    Secondo quanto si è appreso, sarebbe stato Salvatore Calvaruso che ieri mattina si era presentato in caserma, sostenendo di avere subito il furto del proprio motorino, il presunto autore del triplice omicidio. Per l’accusa si sarebbe trattato di una mossa per sviare l’attenzione su di se, dopo il triplice omicidio dei giovani monrealesi, assassinati nei pressi del Duomo. L’ indagato aveva temuto di essere individuato da testimoni o attraverso la targa del ciclomotore, riferita sempre dai testimoni o individuata attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Al termine di una giornata di interrogatori il pm Felice De Benedittis ha firmato il decreto di fermo, che adesso dovrà essere convalidato dal Gip entro 48 ore.

    La rissa per futili motivi poi la sparatoria

    A perdere la vita sono stati Andrea Miceli, Massimo Pirozzo e Salvo Turdo, tutti residenti a Monreale. Due di loro sono morti sul colpo, mentre il terzo è deceduto in ospedale. Alla base della rissa un diverbio per un apprezzamento rivolto dai ragazzi di Monreale al modo di guidare il motorino da parte del gruppo di palermitani. Dalle parole si sarebbe passati ai pugni, fino a quando dalla folla sono partiti almeno una ventina di colpi di pistola.




  • Palermo
    Camporeale, blitz antimafia dei carabinieri, sei gli arresti
    Colpita la locale famiglia mafiosa
    Redazione18 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Camporeale (Palermo) – Eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale sei  arresti. Le misure di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip di Palermo su su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, per associazione per delinquere di tipo mafioso.

    Colpita la famiglia mafiosa di Camporeale il cui vertice, pur essendo già in carcere, sarebbe riuscito a mantenere saldamente il controllo del gruppo e la gestione degli affari illegali, grazie alla collaborazione di affiliati e familiari.

    L’influenza mafiosa si sarebbe manifestata anche nella compravendita, a un prezzo imposto, di bovini e ovini destinati al macello. Inoltre, l’indagine ha permesso ai carabinieri di ricostruire casi nei quali anche semplici cittadini si sarebbero rivolti al clan per ottenere l’autorizzazione preventiva all’acquisto di fondi agricoli, al recupero di crediti da debitori insolventi e ancora per dirimere controversie sorte tra privati. Un potere di controllo anche nella gestione dei fondi agricoli nell’area camporealese, autorizzando o negando l’utilizzo di terreni per il pascolo. Un dipendente comunale, infine, avrebbe attestato falsamente il puntuale assolvimento da parte di due appartenenti alla locale famiglia mafiosa, degli obblighi derivanti dalla «messa alla prova».




  • Palermo
    Incendio a San Cipirello, in salvo due fratellini
    Il rogo scatenato dai petardi
    Laura Spanò3 Gennaio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    San Cipirello (Palermo) – Pare sia scaturito dall’esplosione di un petardo l’incendio di ieri pomeriggio 2 gennaio in una abitazione di San Cipirello. Da una prima ricostruzione  effettuata dai carabinieri della compagnia di Monreale, i due fratellini avrebbero fatto esplodere alcuni piccoli petardi miniciccioli vicino a dei vecchi materassi, che si trovavano al piano terra di un edificio di proprietà della loro famiglia, disabitato e in corso di ristrutturazione. Le scintille avrebbero appiccato il fuoco ai materassi, generando un denso fumo acre che ha subito invaso gli ambienti.

    All’arrivo dei carabinieri delle stazioni di San Cipirello e San Giuseppe Jato, i due fratellini avevano trovato riparo al secondo piano e, dalla finestra, chiedevano aiuto. I loro genitori, nel frattempo, aiutati da alcuni vicini stavano spegnendo le fiamme.

    I carabinieri, utilizzando dei pagni bagnati per coprire naso e bocca, sono entrati nell’edificio e, attraversando la fitta coltre di fumo, hanno raggiunto al secondo piano i due bambini e li hanno portati in salvo in braccio.





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