La sanità italiana continua a essere un mosaico di qualità e disuguaglianze. Secondo le ultime valutazioni del Ministero della Salute sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), l’accesso alle cure e la loro efficacia variano notevolmente da regione a regione. Il rapporto, che riguarda i dati definitivi del 2023, mette in evidenza sia le eccellenze sanitarie che le criticità ancora presenti, soprattutto nelle regioni del Sud.
I dati evidenziano che l’assistenza ospedaliera ha raggiunto livelli di efficienza sempre più alti: i pazienti ricoverati ricevono cure tempestive e appropriate per patologie gravi come ictus e tumori. Tuttavia, il vero tallone d’Achille del sistema sanitario rimane l’assistenza territoriale e preventiva. Vaccinazioni, screening oncologici, cure palliative, assistenza domiciliare per i non autosufficienti e tempi di intervento delle ambulanze mostrano ancora lacune preoccupanti.
Il report conferma un divario storico tra le regioni italiane: le migliori performance si registrano in Veneto, Toscana, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna, mentre in fondo alla classifica si trovano Calabria, Sicilia, Valle d’Aosta e Abruzzo. Questo squilibrio evidenzia come l’accesso a cure di qualità sia ancora fortemente influenzato dalla geografia.
Il Veneto, ad esempio, si distingue per l’elevato livello di prevenzione e assistenza primaria, mentre la Calabria continua a presentare difficoltà nell’erogazione dei servizi sanitari essenziali. L’Emilia-Romagna si conferma una delle regioni più efficienti, mentre la Sicilia registra ancora carenze nelle strutture sanitarie territoriali.
Gli esperti sottolineano la necessità di un rafforzamento dell’assistenza sul territorio per ridurre il ricorso agli ospedali e migliorare la prevenzione. Investimenti mirati, una migliore gestione delle risorse e un uso più efficace della telemedicina potrebbero rappresentare la chiave per colmare il gap tra Nord e Sud.
Trapani – Nei giorni scorsi una paziente di Mazara del Vallo malata di tumore ha denunciato un’attesa di 8 mesi per l’esito di un esame istologico e il conseguente peggioramento della prognosi, e nel frattempo il suo tumore, ha detto, “è andato in metastasi”. La donna ha presentato una denuncia alla Procura di Marsala.
I lunghi tempi d’attesa” per gli esami istologici negli ospedali dell’Asp della provincia di Trapani vengono sottolineati in una nota che il direttore generale del Ministero della salute, Americo Cicchetti, ha inviato al Dipartimento pianificazione strategica della Regione siciliana. “Facendo seguito alle notizie pervenute a questo ministero – dice la nota – riguardanti i lunghi tempi d’attesa per la refertazione di esami istologici risalenti ai mesi di maggio, giugno e luglio 2024 e con specifico riferimento all’annunciato impegno da parte dell’Asp di Trapani a refertare tutti i campioni istologici provenienti dai presidi ospedalieri del territorio di pertinenza entro il mese di gennaio 2025, si chiede a codesta amministrazione di verificare quanti esami istologici siano stati evasi ad oggi e quanti ancora ne restano da esaminare e di far pervenire alla scrivente Direzione generale una dettagliata relazione al riguardo entro e non oltre il 19 febbraio al fine delle valutazioni di competenza”.
Oggi la direzione generale dell’Asp di Trapani conferma l’impegno a chiudere entro il 31 marzo 2025 tutti i referti istologici relativi al 2024 e refertare tutti i campioni istologici pervenuti dai presidi ospedalieri del territorio di pertinenza entro il mese di gennaio 2025. La precisazione arriva dal manager dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, Ferdinando Croce, con una nota, dove sottolinea la determinazione di un netto cambio di passo rispetto al pregresso e la piena volontà di migliorare l’efficienza operativa e la risposta sanitaria.
“L’ottimizzazione della gestione dei processi di refertazione è un punto prioritario della programmazione aziendale – ha detto Croce – Dal momento in cui sono emerse le criticità legate ai tempi di attesa relativi ai referti, ho immediatamente attivato una serie di convenzioni con Asp Catania, Azienda Ospedaliera Garibaldi di Catania e Policlinico di Palermo, al fine di esaurire nel più breve tempo possibile tutto l’arretrato. Inoltre – ha aggiunto – allo scopo di accelerare la refertazione dei campioni istologici, con particolare riferimento alle biopsie osteo midollari, è stato avviato con una azienda privata un apposito servizio di processazione e refertazione dei campioni, e ad oggi ammontano complessivamente a 2058 i casi istologici evasi, mentre ne restano ancora da esaminare 244. Alla base del problema – ha sottolineato il manager – è la grave carenza di medici specialisti in Anatomia patologica che ha comportato macro criticità nella possibilità di rispettare la tempistica, considerata la presenza in azienda di tre dirigenti medici fino a dicembre 2024, a fronte di una dotazione organica che prevede nove unità. Per questo, è stato emanato un concorso pubblico per la copertura di 4 posti di dirigente medico di Anatomia patologica. Queste iniziative sono indicate dettagliatamente in una relazione già inviata al direttore generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute”.