TORINO, La prima giornata delle Final Eight di Coppa Italia di basket ha già emesso i suoi verdetti: saranno Brescia e Milano a contendersi la prima semifinale dell’edizione 2025, dopo aver superato rispettivamente Tortona e Virtus Bologna. L’appuntamento per il derby lombardo è fissato per sabato alle ore 18:00 alla Inalpi Arena.
Nella gara inaugurale della manifestazione, la Germani Brescia ha dovuto sudare più del previsto per avere la meglio sulla Bertram Tortona, imponendosi 86-79. Un match intenso, con continui ribaltamenti di fronte e protagonisti su entrambi i lati del campo. Per Brescia, decisivi i 20 punti a testa di Amedeo Della Valle e Nikola Ivanovic, mentre Tortona ha mandato sei uomini in doppia cifra, con Christian Vital autore di 17 punti.
La squadra piemontese è partita fortissimo, portandosi avanti 11-2 nei primi tre minuti di gioco, costringendo Brescia a una difficile rimonta. Il sorpasso arriva solo nel finale del primo quarto grazie alla terza tripla di Della Valle, che fissa il punteggio sul 24-21 per la Germani. Il secondo periodo vede Brescia allungare fino al +14 (37-23), prima che Tortona provi a rientrare in partita grazie a Baldasso e Leonardo Candi, riducendo il divario fino al 58-56. Nell’ultimo quarto l’equilibrio regna sovrano fino alle triple decisive di Burnell e Ivanovic, che chiudono definitivamente i giochi in favore della Germani.
Nel secondo quarto di finale, l’EA7 Milano si è imposta con autorità sulla Virtus Bologna con il punteggio di 91-77. Un successo meritato per gli uomini di Ettore Messina, che hanno preso il controllo della gara sin dal primo quarto, trascinati dai 19 punti di Shavon Shields.
La Virtus ha cercato di restare in partita nel primo quarto, portandosi avanti sul 5-3, ma Milano ha risposto con un parziale guidato da Dimitrijevic, che ha firmato il sorpasso sul 14-12. Da lì in poi, l’Olimpia ha allungato progressivamente, arrivando a un +15 all’intervallo grazie a una prestazione straordinaria nel tiro da tre punti (50% di realizzazione). Nonostante i 18 punti di Diouf, la Virtus non è mai riuscita a rientrare in partita, incassando una sconfitta netta nel derby d’Italia numero 215. Per i bolognesi sarà fondamentale riprendersi subito, con l’occasione di rifarsi già alla ripresa del campionato, domenica 2 marzo, proprio contro l’EA7.
Sabato andrà in scena un classico del basket italiano: Brescia e Milano si sfideranno per un posto nella finalissima di domenica
Giovedì 13 febbraio 2025
Ore 18:00 | Dolomiti Energia Trentino UNAHOTELS Reggio Emilia
DAZN, DMAX, Eurosport 1
Ore 20:45 | Trapani Shark Pallacanestro Trieste
DAZN, DMAX, Eurosport 1
SEMIFINALI
Sabato 15 febbraio 2025
Ore 18:00 | Vincente Brescia-Tortona Vincente Bologna-Milano
DAZN, DMAX, Eurosport 1
Ore 20:45 | Vincente Trento-Reggio Emilia Vincente Trapani-Trieste
DAZN, DMAX, Eurosport 1
FINALE
Domenica 16 febbraio 2025
Ore 17:15
DAZN, DMAX, NOVE, Eurosport 1
Magenta (Milano) – È stato arrestato Paolo Aurelio Errante Parrino. E’ stato preso davanti a un ospedale. La latitanza di «Zio Paolo» è durata lo spazio di tre giorni. I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano lo hanno fermato nel pomeriggio ieri all’ingresso dell’ospedale di Magenta nel Milanese. Errante Parrino 78 anni, presunto boss di Abbiategrasso parente da parte di moglie di Matteo Messina Denaro doveva essere arrestato lo scorso 25 gennaio, ma il boss si era reso irreperibile.
Gli investigatori, coordinati dal pm Alessandra Cerreti della Dda di Milano – oggetto di minacce negli ultimi tempi insieme al procuratore Marcello Viola -, hanno eseguito l’ordine di carcerazione diventato esecutivo dopo il rigetto del ricorso in Cassazione per l’inchiesta Hydra sull’alleanza mafiosa tra Cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta.
Non è escluso che l’uomo venga ricoverato per questioni di salute. Il suo legale, Roberto Grittini, avrebbe già chiesto al Tribunale la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Lo «Zio Paolo» è considerato dagli investigatori dell’antimafia il referente della mafia trapanese in Lombardia e avrebbe tenuto per anni anche rapporti con l’ex latitante di Castelvetrano.
Alcamo – I processi si fanno caso per caso. E sul delitto di Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, i due carabinieri uccisi il 27 gennaio 1976 all’interno della caserma di Alcamo Marina dove prestavano servizio, i processi ci sono stati, anche le condanne, ma si è scoperto essere stati giudizi, di colpevolezza, truccati. I condannati hanno ottenuto la revisione del giudicato processuale, furono costretti a confessare la loro colpevolezza, quando erano assolutamente innocenti, chi li ha accusati nel frattempo, e a ridosso di quel 1976, è morto suicida in carcere, e tutto è finito inghiottito in un grande buco nero.
A riaprire il caso in ultimo ci ha provato la commissione nazionale antimafia, quella della precedente legislatura, presieduta dal senatore Nicola Morra. Atti dell’inchiesta parlamentare sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Trapani. Ma come società civile abbiamo il dovere di interrogarci. Guardando al contesto. E quello che ci viene davanti agli occhi è quello trapanese, teatro di questi omicidi come di tanti altri. La terra dei “poteri forti”, intrecci tra mafia, politica, imprese, banche e…massoneria. Ci sono pagine e pagine di sentenze dove si fa riferimento a questa realtà, dove viene descritto il palcoscenico di quegli anni, dove apparati dello Stato facevano finta di attaccare la mafia, anche se ancora così molti non la chiamavano, anzi c’è di più, per tanti la mafia nemmeno esisteva, e invece con i mafiosi facevano accordi. Gladio arriva presto in Sicilia. Era già qui negli anni ’70 la struttura paramilitare creata in nome della guerra fredda, per organizzare un esercito di “patrioti” pronti a difenderci dal pericolo comunista. Ora immaginate questi gladiatori in Sicilia. A far che? Con il pericolo sovietico, l’est europeo è da tutt’altra parte. Gladio era qui per far altro. E quelli che erano patrioti forse erano tutto fuorché patrioti. La mafia, specialista negli inciuci, così faceva grandi favori. La Sicilia era una sorta di portaerei che guardava al Mediterraneo, ai paesi cosiddetti frontalieri. Nord Africa, Medio Oriente, il mare era pieno di un andirivieni di traffici…segreti. In terra di Sicilia però c’era da ottenere il lasciapassare di Cosa nostra. E così negli interscambi la mafia otteneva droga e armi. E incrementava i propri incassi. Denaro che puntualmente finiva nei grandi riciclaggi, dentro le banche siciliane innanzitutto.
Come due carabinieri che scoprono mezzi pesanti pieni di armi, un magistrato che si imbatte nei conti correnti di certi imprenditori, un altro ancora che scopre container in arrivo e in partenza dal porto di Trapani che portavano dentro cose del tutto diverse dalle merci dichiarate, un giornalista che intuisce la consistenza della mafia trapanese e non nasconde al pubblico che lo ascoltava le sue certe convinzioni, e potremmo andare avanti. Tutti fatti ufficialmente non collegati, ma che hanno lo stesso comune denominatore, delitti mafiosi con coperture eccellenti.
Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta non sappiamo da chi sono stati uccisi, ma certamente sono stati uccisi per aver fatto il loro dovere, in una terra dove all’epoca il dovere più forte esistente era quello di girarsi dall’altra parte. E questo avveniva però con il consenso di quella borghesia alla quale faceva comodo che qualcuno si sporcasse le mani, anche di sangue. Noi siamo soliti ricordare le vittime delle mafie nei giorni delle tristi ricorrenze. Può andare bene, possono essere apprezzati gesti, iniziative e cerimonie, ma nei giorni successivi abbiamo il dovere, ognuno di noi, di tirare fuori quella melma che ancora oggi copre questo territorio, questa provincia di Trapani. Perché quei tremendi inciuci di un tempo non sono stati cancellati, resistono, non possono esserci più i protagonisti di quel tempo, ma il sistema criminale esiste e resiste.
Allora raccontiamo le cose come sono andate, che Carmine e Salvatore non sono stati uccisi da dei balordi, che Ciaccio Montalto non è stato ucciso per caso, che Carlo Palermo doveva morire perché aveva guardato dentro le casseforti di certi partiti, che Mauro Rostagno fu ammazzato perché voleva denunciare l’esistenza del tavolino per la spartizione dei grandi appalti. Un contesto nel quale c’era un sistema pronto e lesto poi nel trasformare quegli omicidi quasi come se fossero conseguenza di fatti privati. Non erano delitti per fatti privati! Ammazzati perché per loro esisteva come prima cose il dover fare fino in fondo il loro dovere. Quello di dare un futuro onesto a questa terra dove tanti erano e sono i disonesti. A Trapani il tempo passa, ma le cose sembrano non cambiare mai, una ragnatela in cui si impiglia chiunque cerchi giustizia.
Milano – Innalzate le misure di sicurezza per il procuratore di Milano Marcello Viola e per la pm Alessandra Cerreti, entrambi sono già sotto scorta. L’inchiesta Hydra punta sull’alleanza in Lombardia tra camorra, ‘ndrangheta e Cosa nostra. L’allerta sale anche dopo l’arresto, casuale, di uno degli indagati trovato con un revolver in piazza San Babila
Minacce ritenute molto serie e circostanziate, che hanno portato ad innalzare le misure di sicurezza nei confronti dei due magistrati, mentre la Procura di Brescia, competente sulle indagini che vedono vittima le toghe milanesi, ha aperto una inchiesta.Il timore è che le minacce – si legge sulle pagine locali di Corriere della Sera e Repubblica – siano collegate con l’inchiesta ‘Hydra’ sulla mafia a tre teste, ovvero l’alleanza in Lombardia tra Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta, entrata nel vivo con la conferma della suprema corte dell’impianto dell’accusa di mafia e l’esecutività degli arresti.
Tra questi Gioacchino Amico, poi scarcerato perché aveva già passato un anno in custodia cautelare per altri reati, e Giovanni Abilone, ritenuto dagli inquirenti uno degli esponenti mafiosi collegati al mandamento di Castelvetrano di Matteo Messina Denaro. Scoperto anche un arsenale di armi: mitra, fucili, pistole automatiche e munizioni. E’ invece ancora irreperibile Paolo Aurelio Errante Parrino, 77 anni, considerato il “punto di raccordo” tra il presunto “sistema mafioso” in Lombardia e il “capo dei capi” Matteo Messina Denaro.
Il procuratore Viola ha lavorato per anni tra Palermo e Trapani, in prima linea nella battaglia a Cosa nostra. Adesso però i livelli di attenzione sono massimi perché gli inquirenti temono un collegamento con l’inchiesta «Hydra» del Nucleo investigativo dei carabinieri e della Dda che proprio in questi giorni sta incassando la conferma degli arresti dalla Cassazione, dopo che il Riesame aveva accolto il ricorso della procura per 41 indagati in seguito alla bocciatura a ottobre ‘23 da parte del gip di 142 istanze di misura cautelare su 153.
L’inchiesta sulla «mafia a tre teste» con l’alleanza tra Cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta è stata coordinata proprio dalla pm della Dda Alessandra Cerreti. E le minacce di morte risalirebbero a ottobre, periodo in cui il magistrato era in aula con il procuratore Viola per discutere i ricorsi al Riesame. Un segnale «inquietante» che confermerebbe la pericolosità del «sistema mafioso lombardo». Le indagini si muovono nel riserbo, ma mercoledì l’arresto del tutto casuale in piazza San Babila di uno degli indagati, Giovanni Abilone, con la scoperta di un arsenale nascosto di armi da guerra (mitra, fucili e pistole automatiche che ha detto di aver «trovato in montagna») ha allarmato ulteriormente questura e prefettura che già avevano «innalzato» le misure di sicurezza intorno ai due magistrati.
Trapani – Quasi 4 mila spettatori di media nel Girone d’andata della Serie A Unipol 2024/25. Cresce la percentuale di riempimento (75.8%) con 7 club oltre l’80%.
Si confermano stabili i dati di pubblico della Serie A Unipol che chiude il girone di andata 2024-25 con quasi 4 mila spettatori di media (3.964 spettatori a partita) ed un aumento della percentuale di riempimento degli impianti che passa dal 73% della scorsa stagione al 75.8% della attuale, con 7 società sopra l’80%.
“Il dato del girone di andata – afferma il Presidente della Lega Basket Serie A, Umberto Gandini – in linea con quello sello scorso campionato, evidenzia l’importante gradimento del pubblico nei confronti dello spettacolo della nostra serie A e premia il lavoro dei nostri club che stanno lavorando duramente per riportare e mantenere nel tempo il pubblico nei palasport. Importante soprattutto il dato relativo al riempimento che ribadisce la necessità di una politica di adeguamento della impiantistica che sostenga i club e le istituzioni locali in progetti che permettano di accogliere nei palazzetti un numero sempre maggiore di persone, creando al contempo le condizioni per migliorare la loro experience”.
A Milano la maggiore affluenza media con oltre 8.500 spettatori davanti a Trieste. A Trapani la più alta percentuale di riempimento (97.1%)
È ancora l’EA7 Emporio Armani Milano a guidare la classifica per affluenza con 8.530 spettatori di media, seguita dalla neopromossa Pallacanestro Trieste con 5.668 spettatori a partita e dalla Virtus Segafredo Bologna (5.445). La capienza della Virtus Bologna è calcolata sulle 4 gare alla Unipol Arena di Casalecchio (capienza 8.451) e le 3 alla Segafredo Arena (9.712).
Altre quattro squadre sono oltre quota 4 mila: Germani Brescia con 4.712, Openjobmetis Varese con 4.334. l’altra neopromossa Trapani Shark con 4.201 e la NutriBullet Treviso Basket con 4.102.
La Trapani Shark conduce la classifica della percentuale di riempimento della capienza con il 97.1%. Alle sue spalle la Dolomiti Energia Trentino (96.8%) e l’Umana Reyer Venezia (94.8%). Supera il 90% di riempimento anche una quarta squadra, la Germani Brescia (90.6%).
Incassi totali oltre quota 7 milioni di euro: in testa l’EA7 EMPORIO ARMANI MILANO
Gli incassi della Serie A Unipol nel girone di andata raggiungono quota 7.051.312€, per una media di 58.761€.
Guida la classifica l’EA7 Emporio Armani Milano superando il milione di euro (1.017.126 €, 127.141 € di media). Seguono la Trapani Shark con 777.068 € e la Pallacanestro Trieste con 712.580 €.
Sono tutte di Milano le 5 gare con maggior affluenza: la prima è EA7 Emporio Armani Milano-Virtus Segafredo Bologna con 10.869 spettatori. Seguono le gare interne di Milano con la Trapani Shark (9.903), Napoli Basket (9.136), Bertram Derthona Tortona (8.652), Germani Brescia (7.988).
La gara tra EA7 Emporio Armani Milano e Virtus Segafredo Bologna, oltre a far segnalare la maggior affluenza, ha portato anche al maggior incasso dell’andata con 215.108 €.
Le altre 2 gare con più incasso vedono sempre in testa Milano e si sono disputate all’Unipol Forum contro la Trapani Shark (163.768 € di incasso) e Bertram Derthona Tortona (124.843 €). Al quarto posto la gara della Segafredo Arena tra Virtus Bologna e Givova Scafati (116.676 €) mentre la quinta posizione è occupata dal match del PalaBigi UNAHOTELS Reggio Emilia – Virtus Segafredo Bologna (115.410 € ).