Trapani
A Chiazza: Quando i Trapanesi Vivevano al Centro e Mangiavano Pesce per risparmiare
Un tempo mercato del pesce, oggi memoria viva di storie, profumi e tradizioni che hanno segnato generazioni di trapanesi. Qui, dove il mare incontra la città, ogni arco racconta un passato che non smette di vivere.
Trapanioggi11 Febbraio 2025 - Turismo
  • foto trapani e dintorni Turismo

    La Piazza dell’ex Mercato del Pesce, conosciuta affettuosamente dai trapanesi di una certa età come “a chiazza”, è il cuore pulsante della città, un luogo che rievoca ricordi di un tempo in cui la vita sociale di Trapani si svolgeva all’aperto, tra il profumo del mare e delle pescherie. Qui, il vociare dei pescatori e il chiacchiericcio degli abitanti si mescolavano con il fresco odore del pesce appena pescato, una tradizione che caratterizzava ogni giornata nel centro di Trapani.

    Un Ritrovo Storico e Tradizionale

    La piazza, architettonicamente un’esedra, con la sua forma semicircolare e i suoi eleganti archi, è sempre stata destinata a diventare un luogo di ritrovo e di conversazione. La sua sistemazione definitiva risale al 1874, ma l’origine della zona affonda le radici in epoche più lontane. Prima dell’Unità d’Italia, infatti, Trapani era definita piazza d’armi, un’area destinata ad ospitare esercitazioni militari e la raccolta di truppe. La sua storicità è testimoniata dalle antiche mura cittadine che circondavano la città e che furono abbattute nel periodo post-unitario, quando Trapani intraprese un processo di modernizzazione sotto la direzione dell’ingegnere veneto Giovan Battista Talotti.

    Con il piano urbanistico di Talotti, la città si apriva al mare e alla vita civile, dando vita a una nuova disposizione a scacchiera che avrebbe plasmato il volto della Trapani moderna. Nonostante alcuni tratti del progetto non siano stati completati, il porticato della piazza dell’ex mercato del pesce, con i suoi archi a tutto sesto, rimane una delle testimonianze più affascinanti del suo lavoro, evocando l’atmosfera di un tempo passato.

    a signorina ra chiazza

    a signorina ra chiazza

    La “Signorina” Venere e la Tradizione dei Naviganti

    Nel cuore della piazza svetta la fontanella con la statua della Venere Anadiomene, affettuosamente ribattezzata dai trapanesi “la Signorina”. La statua, che raffigura la dea Afrodite che emerge dall’acqua, simboleggia da secoli la protezione e la benedizione dei naviganti, che a Trapani, come in molti porti, riponevano la loro speranza in Venere per una traversata sicura.

    La statua, una riproduzione della Venus sortant du Bain dello scultore francese Christophe-Gabriel Allegrain, oggi è un omaggio alla tradizione marittima della città, sempre legata al mare e ai suoi abitanti. La “Signorina” è parte di una storia antica che collega Trapani al mare, testimoniando il legame profondo tra i trapanesi e il loro porto.

    Una Piazza che Profuma di Mare

    La Piazza dell’ex Mercato del Pesce è un crocevia tra la tradizione e la modernità. Un tempo, qui si poteva sentire il fruscio delle reti dei pescatori, i richiami degli ambulanti, e il suono dei passi dei cittadini che si fermavano a comprare il pesce fresco, a scambiare due chiacchiere, a scoprire le novità. Oggi, anche se il mercato del pesce non esiste più, il fascino della piazza è immutato.

    A sinistra della piazza si trovano le Mura di Tramontana e la sua splendida spiaggia, un angolo di paradiso dove il mare cristallino lambisce la riva. A destra, una scalinata conduce a una piccola ma graziosa spiaggia, che, sebbene nascosta agli occhi dei turisti frettolosi, è un piccolo angolo di serenità per chi sa dove cercarlo.

    Il centro della piazza si allinea perfettamente con via Torrearsa, la strada più centrale di Trapani, dove la città si anima di vita, di tradizioni e di storie da raccontare. Qui, in questa piazza così ricca di storia e memoria, lo stemma di Trapani si affaccia ai passanti, testimone di secoli di vita cittadina.

    Un’epoca che Vive Ancora

    Anche se il pesce non viene più venduto come un tempo e la piazza non è più il centro del commercio ittico, “a chiazza” continua a essere il cuore pulsante della città. Ogni angolo racconta una storia, ogni arco evoca un’emozione legata a tradizioni che non sono mai svanite, ma che continuano a vivere nella memoria di chi ha visto Trapani crescere. Ed è proprio nel ricordo di quelle giornate trascorse a chiacchierare e mangiare pesce che “a chiazza” continua a vivere, trasformandosi in uno dei luoghi più amati della città.




  • Trapani
    Quel “gigante” di Salvatore “Licchia” Coppola
    Trapani ricorda l’editore dei “pizzini” contro la mafia. Una memoria da custodire e diffondere
    Rino Giacalone9 Febbraio 2025 - Attualità
  • Quel "gigante" di Salvatore "Licchia" Coppola Attualità

    Trapani – Caro Licchia non sei stato dimenticato. E difficilmente lo sarai. Dodici anni sono trascorsi dalla sua prematura scomparsa, ma la “ciurma” d’autori e di amici di Salvatore Coppola è pronta a rimettersi in viaggio. Facendo memoria dell’eredità letteraria che ha lasciato l’indimenticato Licchia.

    Gli organizzatori

    A organizzare la ripartenza è stata l’associazione “Vivere Erice” con la sua presidente Mariza D’Anna , in collaborazione con l’enoteca “Ostinati” di Trapani, e la “Libreria del Corso”, ma anche il gruppo degli amici, lo scrittore e giornalista Giacomo Pilati, lo chef Pino Maggiore, l’editore Crispino Di Girolamo e tanti altri. Sul loro impegno l’impronta lasciata da Licchia che sicuramente si sarebbe schernito dinanzi a tale affermazione, ma noi lo conoscevamo bene e sappiamo che sarebbe stato così e sarebbe stato difficile convincerlo del contrario.

    La passione per le lettere

    La passione per le lettere e per diffondere la cultura della legalità. E lo ha fatto in un periodo buio della città, quando per il sistema illegale veniva fatto passare per qualcosa di legale, e la legalità veniva rappresentata come qualcosa di illegale. Artefice del male un sistema fatto di professionisti, baroni, mafiosi, massoni e politici collusi e corrotti. Coltivati spesso da una informazione malata. Qualcuno ha pagato in termini giudiziari, altri sono rimasti indenni. E oggi Licchia sarebbe sicuramente in prima fila , a spingere chi sostiene che mafia e malaffare non hanno ancora alzato bandiera bianca. Salvatore Coppola è quello che manca in questo territorio, con il suo essere editore “sui generis”, capace nel contribuire a diffondere la cultura e la libertà di pensiero.

    La biografia di Licchia

    L’associazione “Vivere Erice” ha saputo dare sostanza alla biografia di Salvatore Coppola: animatore culturale instancabile dal 1984 fino alla sua scomparsa, ha contributo anche a diffondere il valore della legalità con la pubblicazione dei “pizzini” nati dopo la cattura del boss mafioso Bernardo Provenzano per dare voce alle vittime di mafia come Michele Costa, Pina Maisano Grassi, Giangiacomo Ciaccio Montalto, Giuseppe Montalto e tanti altri. Quaranta block notes che hanno divulgato in giro per l’Italia i valori dell’antimafia. La Coppola editore dopo la sua morte, nel 2016 è stata rilevata da Rosario E. La Rossa e M. Stornaiuolo e trasferita da Trapani a Scampia.

    Il percorso umano e professionale di Licchia

    Con grande emozione e attenzione delle tante persone presenti, tra cui giornalisti e scrittori, è stato ricordato il percorso umano e professionale di Licchia e l’amministrazione comunale (con l’assessore Enzo Abbruscato) si è impegnata ad intitolare uno slargo nel quartiere Sant’Alberto. Inoltre l’editore Crispino di Girolamo ha donato al pubblico intervenuto il libro autobiografico di Coppola “Il postino” che racconta in forma romanzata la storia tribolata della sua vita e ha lanciato l’idea di intitolare un premio letterario a Coppola e di ricordarlo insieme con tanti altri trapanesi che hanno contributo al rilancio culturale della città – come lo storico Salvatore Costanza – in una collana intitolata “I Trapanesi”. Molti sono stati i ricordi personali e professionali di un uomo timido ma non fragile, determinato e sincero che ha pubblicato opere di scrittori come Ignazio Apolloni, Augusto Cavadi, Rocco Fodale, Daniela Gambino e tanti altri e che sarà ricordato anche da Libera durante la XXX Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia che si terrà Trapani nel mese di marzo.

    Il ricordo

    “Abbiamo ricordato un uomo e un editore che questa città ha dimenticato troppo presto – ha affermato Mariza D’Anna – E lo abbiamo fatto non solo per custodirne la memoria ma per rammentare e ravvivare il suo impegno a favore della cultura e della lotta alla mafia in tempi ancora più difficili di questi. Non per retorica ma perché il suo esempio possa arrivare nelle scuole e tra i giovani. Come Associazione stiamo pensando di organizzare altre iniziative da proporre nel corso dell’anno




  • Castellammare del Golfo
    Danneggiato “Il posto più bello del Mondo” a Castellammare del Golfo
    L'area era stata riqualificata e dedicata a Francesco Caleca
    Redazione3 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Castellammare del Golfo – Ignoti hanno danneggiato un’area in zona porta Fraginesi. E’ accaduto sabato notte da una statua in gesso raffigurante la Madonna, è stato infatti decapitato il bambino ed all’interno del capo mozzato è stata inserita una siringa. Oltre alla testa in gesso è stato rotto anche un piede del bambino, mentre sono stati imbrattati con scritte e simboli i contenitori in legno per la raccolta differenziata, le panchine ed i tavoli dell’area.

    Le parole del sindaco Giuseppe Fausto

    «Non solo atti di vandalismo ma anche gesti gravissimi contro il culto religioso e soprattutto spregio nei confronti di un luogo che ha un grande significato affettivo per la comunità e rappresenta un pregevole esempio di riqualificazione urbana. Esprimiamo ferma condanna ma soprattutto grande amarezza per gli spregevoli atti contro il “Posto più bello del mondo”. Gesti di profonda inciviltà e disprezzo del bene comune che in questa circostanza feriscono anche la memoria di un giovane e la sensibilità di tutti per l’accanimento nei confronti di un luogo creato con l’impegno della famiglia ma anche di tante associazioni, studenti e cittadini».

    La storia de ““il posto più bello del Mondo”

    I danneggiamenti hanno interessato un’area riqualificata dalla famiglia Caleca in memoria del figlio Francesco che aveva definito quell’area panoramica “il posto più bello del Mondo”: “Ciccio” Caleca è morto a 22 anni nel 2020 a causa di un incidente stradale proprio in quell’area, in via Porta Fraginesi, arteria che dal centro cittadino conduce alla statale 187, in zona Madonna della Scala.

    I familiari di Francesco, che per i danneggiamenti hanno presentato denuncia alla polizia di Stato, hanno ristrutturato l’area degradata e realizzato nel posto diverse iniziative di inclusione e solidarietà, mantenendo l’area in ordine con attività di pulizia e decoro ambientale, coinvolgendo giovani ed associazioni.

    Ancora il sindaco di Castellammare

    «Siamo vicini alla famiglia Caleca che aggiunge dolore al dolore e auspichiamo, con le forze dell’ordine, di riuscire ad arginare questa deplorevole deriva sociale di disprezzo per i beni comuni con un percorso non solo di controllo e repressione ma anche di educazione civica, necessaria per la formazione delle coscienze –sottolinea il sindaco Giuseppe Fausto-. Ci auguriamo che al più presto si possa risalire agli autori di questi gravi ed ulteriori atti di vandalismo dopo quelli che hanno danneggiato villa Olivia. Auspichiamo che i controlli avviati possano portare ad identificare chi compie questi gesti, a maggior ragione in un luogo che è un esempio virtuoso e dove ogni singolo elemento è ricco di valori affettivi. La nostra più grande preoccupazione è che gli autori possano essere dei giovani, proprio quelli su cui dobbiamo puntare e lavorare, incidendo anche sulle famiglie per far comprendere l’importanza del rispetto del bene collettivo e degli altri».

     

     




  • Altre Notizie
    Domenico Li Muli: Il Custode della Memoria e dell’Arte di Trapani
    Trapani, il Respiro del Mare e il Sussurro della Storia
    Trapanioggi1 Febbraio 2025 - Altre Notizie
  • Domenico Li Muli: Il Custode della Memoria e dell’Arte di Trapani Altre Notizie

    Domenico Li Muli: Il Custode della Memoria e dell’Arte di Trapani

    Ci sono uomini che non si limitano a vivere il proprio tempo, ma lo plasmano, lo raccontano e lo custodiscono affinché le generazioni future possano attraversarlo ancora, con lo stupore di chi scopre un tesoro nascosto. Domenico Li Muli è uno di questi uomini: un visionario, un artista, un custode della storia di Trapani.

    L’Anima di Trapani nelle Sue Mani

    Trapani è una città fatta di vento e sale, di onde che raccontano storie antiche e di vicoli che sussurrano memorie lontane. Li Muli ha saputo ascoltarle, fermarle, trasformarle in arte. Le sue opere non sono semplici creazioni, ma ponti tra passato e presente, tra materia e spirito. Con la sua sensibilità artistica, ha dato forma ai sogni, ha donato voce a chi non ne aveva, ha reso eterno ciò che il tempo minacciava di cancellare.

    Un Viaggio tra Storia e Bellezza

    Ogni gesto di Domenico Li Muli è un atto d’amore verso la sua terra. Ogni tratto, ogni segno, ogni colore nelle sue opere trasmette la passione di chi non vuole solo rappresentare la realtà, ma desidera farla rivivere, ridarle un’anima. Le sue creazioni evocano il fascino della Sicilia antica e la modernità di uno sguardo capace di attraversare epoche, senza perdere il legame con le radici.

    Il Custode della Memoria

    C’è un filo sottile che unisce il suo lavoro di artista e di ricercatore: la memoria. Trapani è una città che ha visto passare popoli, culture, leggende. Li Muli si è fatto carico di questa eredità, riportandola alla luce attraverso le sue opere e il suo instancabile impegno nel preservare e diffondere la storia trapanese. Nei suoi racconti e nelle sue creazioni, il passato diventa presente, l’oblio si trasforma in ricordo, la storia in emozione.

    Un Sogno che Continua

    Domenico Li Muli è  un narratore dell’anima di Trapani. Con la sua arte e la sua dedizione, ha costruito un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che è stato e ciò che sarà. Il suo sogno continua a vivere nelle pietre della città, nel suono del mare, nelle opere che portano il suo nome, nei cuori di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di ammirare il suo lavoro.

    E così, Trapani continuerà a raccontarsi attraverso le sue mani, attraverso il tempo, sospesa tra storia e poesia.

    Domenico Li Muli ha prodotto una vasta gamma di opere che spaziano tra pittura, scultura, e ceramica, con un forte legame alla tradizione siciliana, ma anche un’apertura verso il contemporaneo. Alcuni dei suoi lavori più significativi includono:

    1. Pitture e affreschi: Li Muli ha realizzato numerosi dipinti, in cui spesso esplora temi legati alla vita siciliana, alla religione e alla mitologia. Le sue opere più iconiche sono caratterizzate dall’uso di colori intensi, come il rosso e l’oro, che evocano la passione e la luce tipiche del paesaggio siciliano.
    2. Ceramiche: L’artista è anche noto per il suo lavoro con la ceramica. Le sue sculture in ceramica sono ricche di simbolismi e presentano forme stilizzate, ma al contempo, eleganti e raffinate, che richiamano le tradizioni artigianali siciliane.
    3. Sculture e installazioni: Li Muli ha esplorato anche il mondo delle sculture in metallo, legno e materiali naturali. Le sue installazioni spesso trattano temi legati alla storia e all’identità siciliana, con un forte richiamo alla tradizione e al paesaggio della sua terra natale.
    4. Progetti monumentali e site-specific: Alcuni dei suoi lavori sono stati realizzati come interventi monumentali, che si integrano con il paesaggio siciliano, arricchendo la visione contemporanea della cultura locale.



  • Erice
    Il buon vento che semina Giustizia e forma le coscienze
    Libera, cento passi verso il 21 marzo, organizza un momento per ricordare GianGiacomo Ciaccio Montalto
    Laura Spanò21 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Memoria e giustizia: il cammino verso il 21 marzo a Trapani con Libera Cronaca

    Erice –Il buon vento che semina Giustizia e forma le coscienze. Libera, nei cento passi verso il 21 marzo, organizza un’assemblea pubblica per ricordare il magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto con i cittadini e le cittadine del territorio di Trapani, coinvolgendo il mondo associativo, per parlare di memoria, impegno e antimafia.

    Alla malerba della mafia e del silenzio, va opposta la pianta del cambiamento responsabile.

    Appuntamento a Trapani, il 27 gennaio, alle ore 17:00, presso il seminario vescovile, Via Cosenza, 19, Erice Casa Santa, sarà presente anche don Luigi Ciotti.

    La Sicilia abbraccia familiari e vittime innocenti

    Promossa da Libera e Avviso Pubblico il 20 e 21 marzo, Trapani e la Sicilia abbracceranno le centinaia di familiari di vittime innocenti delle mafie provenienti da tutta Italia. In attesa di questo grande evento in tutta Italia, si sta già lavorando.

    Dal ’96 anno della sua nascita la “Giornata” ha reso protagonista una vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali, enti locali, in un percorso di continuo cambiamento dei territori, “nel segno del noi, nel segno di Libera”.

    Leggere i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile:

    Ogni anno una città diversa con un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Leggere i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Il 21 marzo a Trapani e in tanti luoghi d’Italia insieme per un abbraccio sincero ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, non dimenticando le vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere.

    “Trapani e la Sicilia rappresentano un territorio ricco di storia, di cultura e di sviluppo civico. Sono luoghi depredati dalla forza criminale, ma capaci di percorsi di alternativa, che illumineremo nell’ambito di un periodo che novembre del 2024 ci porterà fino al 21 marzo 2025, e che darà la forza anche per un ulteriore impegno territoriale successivo alla manifestazione. Continueremo a chiedere piena luce sulle troppe stragi d’Italia che ancora aspettano che sia scritta la verità piena e accertata”.




  • Trapani
    Dedicata al giudice GianGiacomo Ciaccio Montalto, la barca a vela della legalità affidata alla Lega Navale Italiana
    Domenica 26 la cerimonia di intitolazione
    Laura Spanò21 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – Cerimonia di intitolazione domenica 26 gennaio alla memoria del magistrato GianGiacomo Ciaccio Montalto della barca a vela “Vega” confiscata nell’ambito delle attività di contrasto all’immigrazione clandestina. “Abbiamo mantenuto una promessa, un impegno nei confronti di tutta la comunità trapanese – dice Piero Culcasi, presidente della Lega Navale Italiana, sezione Trapani – un doveroso atto di memoria collettiva”. La cerimonia è prevista alle 10 presso la sede della Lega Navale.

    Vega è l’imbacazione sequestrata in una operazione antimmigrazione

    Vega, è il nome di registrazione dell’imbarcazione, che affidata alla Lega Navale di Trapani è stata sottoposta a interventi di ristrutturazione e rimessaggo da parte dei soci della lega navale per renderla nuovamente governabile in mare e destinata ad attività sociali e sportive, alcune delle quali sono state svolte in collaborazione con l’Ufficio esecuzioni penali esterne, di Trapani, nell’ambito di progetti di promozione della legalità. Nell’ottobre scorso Vega ha regatato tra i contendenti della VII edizione del Trofeo “GianGiacomo Ciaccio Montalto” con a bordo un equipaggio di magistrati, ufficiali della guardia di finanza, carabinieri e capitaneria di porto.

    Chi era GianGiacomo Ciaccio Montalto

    GianGiacomo Ciaccio Montalto era un uomo di grandi valori e aveva un profondo senso del dovere. La lotta alla mafia e in particolare gli intrecci tra massoneria deviata e mondo imprenditoriale politico, ha visto in lui un precursore, svolgendo per primo indagini finanziarie e patrimoniali. Ciaccio Montalto nel corso della sua carriera si era occupato di inchieste delicate, come quella sulle distrazioni di denaro legate alla ricostruzione post terremoto del Belice. Ma c’erano anche le inchieste sull’inquinamento del golfo di Cofano, uno dei più bei paesaggi della Sicilia messo a rischio dagli scarichi illegali e anche dal tentativo di costruirvi negli anni ’70 una raffineria di petrolio, sponsorizzata dalle famiglie mafiose locali; c’erano le inchieste sui soldi sporchi nelle banche, gli appalti truccati. La mafia di quegli anni è la stessa di oggi. Una mafia che non spara più ma che si è infiltrata nelle istituzioni, nell’impresa, nelle banche come ai tempi di Ciaccio Montalto, che era andato a bussare alla porta di alcune di queste prendendosi e portandosi in ufficio gli assegni dei boss, i guadagni dei traffici di droga, delle raffinerie di eroina impiantate nel trapanese, degli appalti.

    L’omicidio di Ciaccio Montalto:

    La mafia che uccise Ciaccio Montalto è la stessa che oggi potente ha saputo proteggere Matteo Messina Denaro. Nonostante le numerose minacce Ciaccio Montalto, non si arrese mai, continuando a lavorare con disciplina e rigore. Attualissime rimangono ancora ora le indagini di quel giudice che prima di essere ammazzato stava per essere trasferito a Firenze. Gian Giacomo Ciaccio Montalto, marito e padre di tre bambine, fu ucciso a sangue freddo a 42 anni, il 25 gennaio del – 1983 a Valderice. Il giudice Ciaccio Montalto è una delle prime vittime eccellenti nel segno dell’aggressione voluta dal boss Totò Riina.




  • Custonaci
    Colosimo: “Ricordiamo il sangue innocente di Giuseppe Di Matteo”
    Stamane il ricordo del piccolo nel corso di una cerimonia a Custonaci
    Redazione11 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Custonaci – La città di Custonaci stamane ha ricordato il piccolo Giuseppe Di Matteo.

    A Custonaci la memoria diventa impegno civile per le nuove generazioni. Anche quest’anno, si è tenuta terrà la manifestazione “Un Angelo al Galoppo”, per ricordare il piccolo Giuseppe Di Matteo barbaramente assassinato dalla mafia l’11 gennaio del 1996 all’età di 12 anni. La sua unica colpa era quella di essere il figlio di un collaboratore di giustizia. Nella villetta intitolata proprio al piccolo Di Matteo, che fu anche prigioniero nel corso del lungo sequestro, per circa due mesi, nella frazione di Purgatorio, è stata svelata un’installazione artistica,  realizzata da Martina Angelo, frutto di un progetto della democrazia partecipata, alla presenza degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Lombardo Radice – Enrico Fermi” e delle autorità civili, religiose e militari.

    Un’opera artistica per non dimenticare l’orrore e la ferocia di Cosa nostra. Custonaci, questa mattina, ha ricordato il piccolo Giuseppe Di Matteo sciolto nell’acido nel 1996. Aveva 12 anni. La sua colpa? Quella di essere figlio di un collaboratore di giustizia. La mafia decretò la sua condanna a morte e lo fece nel modo più brutale.

    Questa mattina, nella villetta dove venne tenuto prigioniero il ragazzino dopo il sequestro, nella frazione di Purgatorio, è stata scoperta l’opera “Un angelo al galoppo”realizzata da Martina Angelo.

    Chiara Colosimo, presidente della commissione Antimafia. “Oggi ricordiamo il sangue di un innocente tra gli innocenti; quello di un bambino: Giuseppe Di Matteo. La sua storia è la fotografia della crudeltà della mafia.  L’efferatezza di un omicidio che incarna il male e scuote, giorno dopo giorno, le nostre coscienze”. Così sui social la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, nel ricordo del bambino ucciso dalla mafia l’11 gennaio del 1996 a San Giuseppe Jato.




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