Trapani
Scandalo all’Asp di Trapani. Regione pronta al commissariamento
Il report choc della Regione: medici assenti, zero controlli, ritardi mortali. Faraoni: “Pagheranno”
Redazione18 Marzo 2025 - Salute



  • emergenza referti ASP Trapani Salute

    Trapani – Una relazione di cinque pagine che fotografa quanto di più cattivo possa accadere nella sanità pubblica in questo caso quella trapanese, con pazienti a rischio della vita, si parla di 170 persone che in ritardo hanno iniziato a curare il carcinoma di cui soffrivano.  L’esito dell’ispezione voluta dal governo regionale all’Asp di Trapani è pronta.

    Cosa hanno scoperto gli ispettori in pochi giorni

    Un reparto quello di Anatomia patologica in carenza di personale e che è riuscito ad accumulare oltre 3.300 esami istologici e 170 casi di tumore diagnosticati in ritardo. E accanto a questo sfacelo  quel che è peggio è che i dirigenti medici in servizio effettuavano pochissime prestazioni, con numeri nettamente inferiori a quelli previsti dalla Siapec (la società italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica), secondo la quale ciascun anatomopatologo dovrebbe eseguire almeno 2.500 diagnosi l’anno.

    Gli ispettori regionali hanno rilevato che «i dirigenti medici anatomopatologi hanno eseguito – annualmente – un numero di diagnosi compreso tra circa 500 e 1.700, sia nel 2023 che nel 2024, numero notevolmente inferiore rispetto al target fissato». Inoltre, «emerge un evidente sottodimensionamento dei carichi di lavoro per ciascun dirigente medico anatomopatologo».

    Il caso eclatante

    I risultati sono drammatici: medici quasi totalmente inattivi, un caso eclatante riguarda un dirigente che ha redatto appena 8 referti in sei mesi. Zero controllo sui flussi di lavoro, turni non monitorati, tracciabilità assente. Una sanità paralizzata, mentre i pazienti aspettavano risposte.

    Ora si attende la risposta della Regione

    Ora si attende la risposta della Regione. All’orizzonte, una possibile rimozione dei vertici e l’avvio di procedimenti disciplinari nei confronti di chi ha omesso i propri doveri.“È un fatto di una gravità inaudita. Non possiamo tollerare simili comportamenti, soprattutto quando si parla di pazienti oncologici. Chi ha sbagliato ne risponderà.”

    La petizione per non mandare via il Manager Croce

    Una petizione online di sostegno e solidarietà al direttore generale dell’Asp Trapani Ferdinando Croce: è l’iniziativa che alcuni dipendenti dell’Azienda sanitaria hanno messo in atto sulla scorta della vicenda relativa al ritardo nella lavorazione dei referti istologici. E a difesa di Croce che guida l’Asp, si sono schierati alcuni dipendenti che hanno lanciato la petizione online.




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  • Valutazioni sanità Ministero Salute Salute

    Trapani – Mille referti istologici da analizzare e consegnare questo l’arretrato dell’Asp di Trapani con pazienti in attesa da mesi. Molteplici le segnalazioni raccolte dall’Associazione Codici di Trapani di cittadini che lamentano ritardi tra loro il signor Salvatore Torregrossa che attende un esame di suo figlio dallo scorso mese di settembre, come sottolinea l’avvocato Vincenzo Maltese, presidente dell’associazione.

    L’avvocato Vincenzo Maltese, presidente dell’associazione Codici

    “Riceviamo in questi giorni moltissime denunce di pazienti che attendono da mesi l’invio dei referti istologici. Caso emblematico – dice Maltese – quello di questo papà che attende l’esito del figlio dal 6 settembre del 2024, ben otto mesi e oggi gli sarebbe stat riferito di attendere altri dieci giorni. E’ una situazione scandalosa. Noi come associazione Codici, daremo tutta la tutela legale a queste famiglie”.

    I referti ancora arretrati all’Asp di Tapani

    Intanto per porre fine alle criticità riscontrate nella consegna dei referti istologici, l’assessorato alla salute affiancherà l’Asp attraverso tutta la rete del sistema sanitario regionale, per consentire l’azzeramento dell’arretrato. E, dopo l’ispezione emerge il dato allarmante non sono 244 gli esami istologici da refertare all’Asp trapanese ma un migliaio Un risultato che ha irritato il governatore, Renato Schifani e l’assessore alla salute Daniela Faraoni che hanno incontrato il direttore generale dell’Asp, Ferdinando Croce, e il direttore sanitario Danilo Greco. Al momento niente dimissioni dei vertici della sanità trapanese, la priorità è smaltire l’arretrato.

    La mancata comunicazione tra Asp e Regione su quanto stava avvenendo

    Al governo regionale non hanno gradito la mancata comunicazione tra Asp e assessorato, l’emergenza non doveva essere taciuta. Il manager Croce ha lasciato intendere che la responsabilità è dell’ex primario di Anatomia Patologica, in pensione da novembre, accusato di avere segnalato il problema solo a luglio. Ora la stessa accusa viene però mossa all’Asp, che, pur avendo attivato convenzioni con strutture pubbliche e private, non è riuscita a smaltire l’arretrato.

    La nuova petizione contro la malasanità

    “Noi di Uguaglianza per la Sicilia non possiamo restare in silenzio davanti al disastro sanitario che colpisce la provincia di Trapani. La gestione della sanità è ormai allo sbando, con gravi ripercussioni sulla salute e sulla vita dei cittadini. I recenti episodi di malasanità che hanno colpito il nostro territorio evidenziano un sistema inefficiente, caratterizzato da ritardi, carenze strutturali e una direzione organizzativa incapace di garantire servizi sanitari adeguati. Uno dei casi più eclatanti riguarda i ritardi nella consegna degli esami istologici, che in più occasioni hanno portato a diagnosi tardive con conseguenze letali. Il caso di Paolo Robino, ex infermiere di Salemi, è emblematico: l’uomo è deceduto mentre attendeva da quattro mesi l’esito di un referto istologico. Un altro episodio riguarda una professoressa che ha scoperto di avere un tumore maligno con metastasi avanzate a causa dell’attesa di otto mesi per un esame istologico.

    Il caso di Villa Santa Teresa di Bagheria

    Particolarmente grave è la gestione del servizio di radioterapia oncologica. La decisione di chiudere la convenzione con Villa Santa Teresa di Bagheria e di internalizzare il servizio si sta rivelando disastrosa. La riduzione drastica delle procedure svolte ha creato un grave disagio per i pazienti, molti dei quali sono costretti a rivolgersi ai centri oncologici palermitani per ricevere le cure necessarie. Questo fenomeno non solo aumenta il disagio per chi deve affrontare lunghi viaggi per le terapie, ma sta anche determinando un incremento vertiginoso delle liste d’attesa per l’oncologia medica. Oggi, prenotare una visita oncologica nel sistema sanitario pubblico è praticamente impossibile, lasciando molti pazienti senza la possibilità di ricevere cure tempestive e adeguate.

    L’appello

    “Di fronte a questo quadro desolante, noi di Uguaglianza per la Sicilia chiediamo con forza un intervento immediato e strutturale. Le istituzioni regionali e nazionali devono garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, potenziando il personale, velocizzando i processi diagnostici e migliorando la gestione delle risorse ospedaliere. La salute non può essere una questione di privilegi o burocrazia: è un diritto fondamentale che non possiamo più permetterci di calpestare. È ora di agire per costruire una sanità giusta, efficiente e accessibile per tutti”.

    L’avvocato Vincenzo Maltese, presidente dell’associazione Codici

     





  • Marsala
    Petizione, i cittadini chiedono interventi urgenti per la sanità pubblica a Trapani
    E intanto nel pomeriggio i vertici della sanità saranno a Palermo da Schifani
    Redazione4 Marzo 2025 - Salute



  • Salute

    Marsala – Una petizione popolare è stata promossa a Marsala da un gruppo di cittadini per denunciare la “drammatica situazione in cui versa la sanità pubblica della provincia di Trapani, balzata tristemente all’attenzione di diverse testate giornalistiche e televisive” per i “gravi ritardi nella refertazione degli esami istologici, causando o concausando in tal modo gravi danni ai pazienti”.

    La petizione, oltre 120 firme, sarà inviata oggi al presidente della Regione, Renato Schifani, che ha convocato ieri i direttori dell’Asp di Trapani mentre la Procura di Marsala ha aperto un’inchiesta sul caso dell’insegnante di Mazara del Vallo, Maria Cristina Gallo, 56 anni, che ha dovuto attendere 8 mesi l’esito dell’esame istologico. Il referto, sollecitato più volte, ha diagnosticato alla donna un tumore al quarto stadio che, nel frattempo, ha prodotto metastasi.

    I motivi della Petizione

    Il gruppo di firmatari ha espresso il proprio dissenso nei confronti della gestione dell’Asp di Trapani, definita inadeguata. La petizione sottolinea che i vertici dell’Asp non possono scaricare le responsabilità sugli anatomo patologi, indicati come colpevoli di ritardi a causa del pensionamento. Questa posizione è stata stigmatizzata dai cittadini come prova di una mancanza di programmazione e di lungimiranza da parte della governance sanitaria regionale.

    Cosa scrivono i firmatari

    “Non è plausibile – scrivono i firmatari – che la governance dell’Asp si scrolli di dosso le proprie responsabilità, attribuendole (come riportato dalla stampa) ad alcuni anatomo patologi, colpevoli di essere stati posti in pensione, senza adottare e programmare in tempo utile convenzioni, stipulate, verosimilmente, solo dopo che i buoi sono scappati”. “In un Paese civile – prosegue la petizione – dopo la gestione fallimentare rappresentata dai media, i vertici dell’Asp di Trapani non aspetterebbero un provvedimento di revoca, ma si dimetterebbero volontariamente”.

    I cittadini chiedono soluzioni concrete e tempestive al presidente Schifani

    Si ricorda, poi, al presidente Schifani nell’estate scorsa ebbe a dire pubblicamente: “Se i manager non raggiungono gli obiettivi, decadenza automatica anche per direttori sanitari e amministrativi”. E ancora “La riduzione delle liste d’attesa negli ospedali è uno dei principali impegni assunti dal mio governo, ci saranno rigorose verifiche”. All’Asp di Trapani, invece, si conclude, “bisogna attendere anche 8 mesi per un esame istologico e, quindi, sapere dopo tanto tempo, se si è già con un piede nella fossa”. E si cita il caso di Paolo Robino, un ex infermiere deceduto prima dell’arrivo del risultato dell’esame diagnostico.





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