Trapani
Processo Artemisia la Sentenza: “la loggia non c’è, ma c’è la corruzione”
Condannati l'ex deputato regionale Lo Sciuto e l'ex presidente Anfe, Paolo Genco. Condanne anche per tre poliziotti, Passanante, Virgilio e Giacobbe. Assolto l'ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante jr
Rino Giacalone27 Giugno 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Trapani – di Rino Giacalone – A Castelvetrano la folla di logge della massoneria è ufficiale e registrata, agli atti di diverse commissioni parlamentari d’inchiesta, ma non è mai esistita una loggia segreta capeggiata dall’ex enfant prodige della politica trapanese, l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, esponente del centrodestra e per lungo periodo “intimo” con il ministro Angelino Alfano.

    Il filone della massoneria segreta è stato uno dei capitoli del processo scaturito dall’operazione “Artemisia”, condotta nel 2019 dai Carabinieri. Ma è stato cancellato dalla pronuncia del “fatto che non sussiste”.

    La loggia segreta non esiste, ma nel processo il capitolo massoneria più volte ha fatto capolino, l’attività delle logge è rimasta, in chiaro/oscuro, sullo sfondo della scena affaristica che le difese avevano presentato essere solo espressione della ricerca di consenso elettorale con il bollino della legalità, e invece è stata severamente colpita dal Tribunale con condanne parecchio severe.

    I giudici hanno riconosciuto esistere attorno all’ex deputato Giovanni Lo Sciuto una “galassia”, per usare un termine ascoltato in alcune arringhe, dove si concordavano , corruzioni a più livelli all’interno delle istituzioni. C’era l’Inps, dove grazie al referente, il medico Rosario Orlando, si “regalavano” le invalidità secondo i desiderata di Lo Sciuto, ma anche la formazione professionale, che faceva riferimento all’allora presidente Anfe, Paolo Genco. Dentro il cerchio magico anche uomini in divisa, tre poliziotti, dei quali due di livello, investigatori del Commissariato e della Dia, Salvatore Passanante e Salvatore Virgilio, e poi Salvatore Giacobbe, anche loro a disposizione dell’on. Lo Sciuto.

    Il Processo: le condanne, le assoluzioni

    Quattro anni di processo, 75 udienze, ore e ore di intercettazioni trascritte, decine di testimoni ascoltati. Oggi quasi dopo cinque ore di Camera di Consiglio, il Tribunale, presidente giudice Franco Messina, a latere i giudici Bandiera e Cantone, ha letto la sentenza.

    Condannati: Giovanni Lo Sciuto, dodici anni, Paolo Genco, otto anni, Giuseppe Angileri, sei anni, Isidoro Calcara, quattro anni, sei anni ciascuno per Salvatore Passanante, Salvatore Virgilio, Vincenzo Giammarinaro, sette anni per Salvatore Giacobbe e Rosario Orlando, 7 anni.

    Pronuncia completamente assolutoria per Maria Luisa Mortillaro, Tommaso Geraci, nonché coloro i quali erano stati ritenuti appartenente ad una loggia segreta (dichiarata però inesistente dai giudici) assieme a Lo Sciuto e al poliziotto Passanante e cioè sono usciti indenni dal processo Gaspare Magro, Felice Errante jr, Vincenzo Chiofalo, Giuseppe Berlino, Luciano Perricone.

    Le richieste del Pm Sara Morri

    Il pubblico ministero, Sara Morri, aveva chiesto le condanne per tutti gli imputati, ma non le ha ottenute, ma va sottolineato che dal Tribunale, tranne che per la parte riguardante le imputazioni relative alla violazione della legge Anselmi, quella contro la massoneria segreta, ha ricevuto pieno accoglimento delle accuse sul giro corruttivo riconosciuto esistere attorno all’on. Lo Sciuto che durante la sua attività parlamentare, dopo essere stato per anni esponente politico di spicco del centro destra al Comune di Castelvetrano e alla Provincia regionale, una volta approdato all’Ars, a Palazzo dei Normanni, è stato anche vice presidente della commissione regionale antimafia.

    Un vorticoso muoversi tra i palazzi della politica e delle istituzioni, per garantirsi un potere risultato però sporco, e parecchio spregiudicato, anche rispetto alle parole che sono state spesso ascoltate dagli investigatori durante le intercettazioni. Una spocchiosità , che può anche essere tollerata, ma che nel suo caso era circondata da un alone criminogeno.

    Tra novanta giorni leggeremo le motivazioni della sentenza. Poi la parola passerà alle parti, accusa e difesa per eventuali appelli, scontati quelle dei difensori degli imputati condannati.

    Gli espisodi riconosciuti

    Tra gli episodi riconosciuti quello delle minacce veicolate in modo mediatico contro l’allora assessore regionale alla Formazione Bruno Marziano, parecchio restio a sostenere i voleri di Lo Sciuto e del presidente Anfe Genco. Ma non meno pesanti le riconosciute accuse nei confronti dei tre poliziotti, che se sono usciti assolti per un paio di capi di imputazione, per i fatti che li hanno visti condannati sono indicati essere stati vere e proprie “gole profonde” a favore di Lo Sciuto, svelando in alcune occasioni l’esistenza di indagini e intercettazioni a suo danno. Giro di favori che veniva contraccambiato con assunzioni all’Anfe.

    Chi è uscito dal Processo

    E’ uscito dal processo l’episodio che ha visto “vittima” la dirigente scolastica Loana Giacalone: per non aver concesso all’Anfe uso di aule scolastiche di una scuola di Castellammare del Golfo, per lo svolgimento di corsi di formazione professionale, venne raggiunta nel suo ufficio da Genco che la redarguì con minacce. Per i giudici però non erano minacce, l’episodio è strato riqualificato in tentata violenza privata e hanno dichiarato il non doversi procedere per mancanza di querela, come prevede la norma. Nel processo però la preside Giacalone non si era sottratta dal raccontare quella giornata particolare vissuta a scuola, per la visita di Genco.

    Le indagini dei carabinieri

    Un compendio affaristico quello venuto fuori grazie alle indagini dei Carabinieri del Comando provinciale di Trapani, e riassunto nel lavoro coordinato dai pm Sara Morri e Francesca Urbani. Gli imputati attorno a Lo Sciuto sarebbero stati come dei moschettieri, uno per tutti e tutti per uno. Moschettieri…del malaffare. La struttura processuale è risultata netta nel descrivere in che modo l’ex deputato Lo Sciuto ed i suoi più fidati collaboratori erano soliti adoperarsi per garantirsi il raggiungimento degli obiettivi prefissati: “Appena uno ha un problema gli altri si adoperano a risolverlo senza remore, tutti a disposizione dell’altro”. La segreteria politica di Lo Sciuto una specie di “sportello unico” per risolvere ogni “guaio” e ogni “problema”, di qualsivoglia natura, in particolare le “pratiche” Inps dove ad occuparsene era il coordinatore del servizio di medicina legale dell’Inps di Trapani, Rosario Orlando. Tutti legati con Lo Sciuto da “un patto”. Comune denominatore la “messa a disposizione per risolvere interessi privati”.

    Chi è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici

    I giudici hanno dichiarato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Genco, Lo Sciuto, Angileri, Orlando, Passanante, Virgilio, Giammarinaro, Giacobbe e Calcara. Lo Sciuto, Angileri, Orlando e Calcara dovranno pagare i danni e le spese legali all’Inps, al ministero dell’Interno, al Parlamento regionale e all’assessorato regionale alla Formazione.

    Pronuncia di prescrizione

    Pronuncia di prescrizione per l’Anfe, a proposito delle sanzioni amministrative, e per Vincenzo Barone, scomparso di recente e per il quale i giudici hanno dovuto applicare la formula “per morte del reo”

     




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    “Lo Sciuto era il direttore d’orchestra”. Processo Artemisia: politica, affari e massoneria segreta, le conclusioni del pm Morri. Chieste condanne per 155 anni
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    Rino Giacalone28 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Bulgarella contro Tranchida Cronaca

    Trapani – L’atto finale del pm Sara Morri davanti al Tribunale presieduto dal giudice Messina , a latere i giudici Bandiera e Cantone. Dopo una minuziosa ricostruzione dei fatti oggetto del processo, riportati dentro una memoria di quasi mille pagine, l’accusa ha chiesto condanne per 155 anni di carcere. Il processo Artemisia ha messo in luce condotte di corruttela col fine di acquisire consenso elettorale. Questa la mira di Giovanni Lo Sciuto politico di lungo corso, deputato regionale alla corte del ministro Angelini Alfano , accusato anche di aver creato una sorta di loggia massonica segreta.

    Le richieste del Pm

    Per Lo Sciuto sono stati chiesti 14 anni. Nove anni per l’ex re della formazione professionale Paolo Genco, otto anni per Gaspare Magro, sei anni per l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, sette anni per Gaspare Angileri, due anni per Maria Luisa Mortillaro, sei anni e sei mesi per Isidoro Calcara, nove anni e sei mesi per l’ex coordinatore Inps Rosario Orlando, sei anni per Tommaso Geraci, due anni e sei mesi ciascuni per Vincenzo Chiofalo, Gaspare Berlino e Luciano Perricone. Otto anni sono stati chiesti per Vincenzo Passanante, sette anni e sei mesi per Salvatore Virgilio, sette anni per Vincenzo Giammarinaro, undici anni per Salvatore Giacobbe.

    Il quadro offerto quello dell’esistenza di una articolata associazione a delinquere e creazione di una associazione segreta. Tutti gli imputati avrebbero partecipato ad un sistema che agiva con la corruzione, e che puntava ad inquinare la politica.

    In aggiornamento





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