Palermo
Corteo per salvare la lingua siciliana
Al via la “Simana dû Sicilianu”: sette giorni per celebrare e difendere la nostra lingua madre
Redazione28 Marzo 2025 - Attualità



  • manifestazione a favore lingua siciliana Attualità

    In piazza per la lingua siciliana

    Palermo – Domenica 30 marzo, il cuore di Palermo si animerà con una manifestazione senza precedenti: associazioni, studenti, artisti e cittadini sfileranno per le vie del centro storico in difesa della lingua siciliana. Il corteo partirà alle 10:30 da piazza Verdi e attraverserà via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, per concludersi a piazza Bologni con esibizioni musicali, canti e “cunti” rigorosamente in siciliano.

    L’iniziativa inaugura ufficialmente la “Simana dû Sicilianu”, una settimana di eventi (dal 31 marzo al 7 aprile) dedicati alla promozione della lingua, ancora oggi spesso emarginata e considerata un semplice dialetto. Ma la realtà è ben diversa.

    Il siciliano è una lingua madre: lo dice anche l’UNESCO

    Secondo l’UNESCO, il siciliano è una vera e propria lingua madre, con una storia letteraria secolare. Eppure, continua a essere considerato un idioma di “serie B”. Gli organizzatori denunciano un arretramento storico senza precedenti, aggravato dalla mancanza di riconoscimento istituzionale e da un uso sempre più raro, specie nei contesti formali.

    L’appello dei promotori: “Lingua co-ufficiale in Sicilia”

    La richiesta è chiara: riconoscere il siciliano come lingua co-ufficiale della Regione Siciliana. Questo significherebbe promuoverne l’uso in ambiti pubblici come la scuola, la sanità e i servizi amministrativi. Anthony Graziano, portavoce di Trinacria, spiega:

    Difendere la nostra lingua significa rafforzare le radici e proiettarci verso il futuro. Il bilinguismo è una risorsa, non un limite”.

    Secondo i dati ISTAT, il siciliano perde il 4% dei parlanti ogni cinque anni. Una tendenza allarmante, che si può invertire solo con una presa di posizione netta e condivisa.

    Il calendario della Simana: conferenze, incontri e webinar

    Tra gli eventi in programma:

    • 31 marzo, ore 15:30 – ARS (Palermo): conferenza sulle lingue d’Europa a rischio estinzione
    • 2 aprile, ore 17 – UNIPA Campus: dibattito con Cademia Siciliana
    • 5 aprile, ore 17:30 – Petralia Soprana: incontro pubblico sulla lingua
    • Webinar e seminari online durante tutta la settimana

    Il messaggio è forte e semplice: “Usiamo il siciliano ovunque, senza vergognarci”. Un invito alla consapevolezza e all’orgoglio linguistico e culturale.

    Il siciliano è futuro, non solo memoria

    Difendere la lingua siciliana non è un atto nostalgico, ma un gesto concreto per valorizzare l’identità siciliana in chiave contemporanea. La Simana dû Sicilianu rappresenta un’occasione per riappropriarsi di una voce comune, da usare con naturalezza, rispetto e orgoglio.




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    Ah, la lingua siciliana! Ricca, colorita, poetica… e piena di tranelli linguistici che possono mettere in crisi chi non la conosce bene. Oggi parliamo di una parola apparentemente innocente, ma che può creare non pochi malintesi: UNNI.

    Se sei siciliano, già sorridi. Se non lo sei, lascia che ti spieghi. Unni non è, come potrebbe sembrare a un orecchio inesperto, una persona o una creatura misteriosa, tipo “l’Unni” che suona come un guerriero barbaro pronto all’attacco. No, no, tranquillo! In siciliano, unni significa semplicemente dove.

    Esempio pratico:

    “Unni vai?” (Dove vai?)

    “Unni stai?” (Dove sei?)

    “Unni mi lassi?” (Dove mi lasci?)

    Ora immagina uno che non lo sa. Sente un siciliano urlare: “Unni si?!” e pensa: “Ma chi è ‘stu Unni? Un capomafia? Un boss? Un’entità mistica?”. E già immaginiamo la scena tragicomica con l’ospite che risponde terrorizzato: “Io? Io non so niente! Non conosco nessun Unni!”

    E ancora, se un siciliano entra in un negozio e chiede “Unni su li patati?” e il commesso non capisce il dialetto, potrebbe pure rispondere con un “Signore, qui non vendiamo guerrieri asiatici, solo verdura e ortaggi!”.

    Ma non è finita qui! La parola unni può essere ulteriormente complicata dall’aggiunta di “cca” (qui) o “ddà” (là), dando vita a combinazioni come “Unni cca?” (Dove qui?) e “Unni ddà?” (Dove là?). E se ci metti pure un bel “eh!” alla fine, diventa ancora più teatrale: “Unni eh?!” che suona come una sfida epica alla quale nessuno può sottrarsi!

    E quindi, amici non siciliani, la prossima volta che un siciliano vi chiede “Unni siti?”, non preoccupatevi! Non è un interrogatorio, non è un codice segreto, non vi stanno cercando per qualche oscuro motivo… Vi stanno semplicemente chiedendo dove siete! E magari vi vogliono pure offrire un cannolo.

    Viva il siciliano e viva “Unni”





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