Palermo
Mafia: gup, maestra Bonafede organica a Cosa nostra
Le motivazioni della condanna di Laura Bonafede
Redazione5 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Palermo – “Non è, infatti, di certo minimamente credibile che il latitante notoriamente più pericoloso e più ricercato d’Italia, abbia condiviso importantissimi segreti per Cosa nostra, ovvero non solo la sua collocazione ma anche i suoi spostamenti; le sue precarie condizioni di salute e le questioni di natura mafiosa sino a raccogliere il suo testamento ricevendo le direttive sul dopo con una persona non affiliata, solo perché ad essa legata affettivamente”.

    E’ uno dei passaggi della motivazione della sentenza con cui il gup di Palermo ha condannato a 11 anni e 4 mesi, per associazione mafiosa, Laura Bonafede, la maestra di Campobello di Mazara, figlia del boss del paese, che per anni è stata sentimentalmente legata a Matteo Messina Denaro col quale ha avuto contatti fino a pochi giorni prima del suo arresto. Per il giudice è evidente come le condotte della donna non fossero “circoscritte e rivolte al singolo, ma – semmai – abbiano dato un contributo altamente qualificato, essenziale all’associazione mafiosa Cosa nostra in sé, in quanto servente un pericolosissimo capo e latitante”.

    “Il contributo di Bonafede, infatti, non può in alcun modo rientrare (come ha richiesto la difesa) nel novero del favoreggiamento personale sia pure con l’aggravante mafiosa, – scrive – Trascendono il mero rapporto personale con Messina Denaro le condotte della maestra sono, dunque, più coerentemente riconducibili ad un apporto di carattere sistematico sorretto dalla piena consapevolezza del ruolo apicale rivestito dal boss nell’organizzazione mafiosa e della universalmente nota condizione di latitanza dello stesso, inevitabilmente funzionale all’attività illecita collettiva propria dell’associazione mafiosa”.

    Sotto processo per favoreggiamento – la sentenza è attesa per marzo – c’è ora la figlia della Bonafede, Martina Gentile che il capomafia ha cresciuto come una figlia”. (Fonte Ansa)




  • Campobello di Mazara
    Matteo Messina Denaro. Indagata per favoreggiamento aggravato una insegnante
    La donna è stata una delle amanti del boss ora deceduto
    Redazione17 Gennaio 2025 - Cronaca
  • professoressa indagata per aver aiutato il boss. Cronaca

    Campobello di Mazara – I magistrati della Procura di Palermo che si occupano da due anni delle indagini sui favoreggiatori di Matteo Messina Denaro ieri(come scrive oggi il quotidiano La Repubblica) hanno interrogato un’altra delle amanti del boss oggi deceduto. Si tratta di una insegnante di matematica di Campobello di Mazara, che insegna a Mazara, il cui nome ancora rimane segreto.

    La professoressa è stata sentita dai pm antimafia di Palermo come indagata

    È la stessa donna che un paio di giorni dopo l’arresto del capo mafia, si era presentata dai carabinieri per dire che con il boss aveva intrattenuto una relazione, ma l’uomo a lei aveva detto chiamarsi Francesco Salsi, medico in pensione. La professoressa è stata sentita dai pm antimafia di Palermo come indagata. E questo dopo le ulteriori indagini condotte dal Ros dei Carabinieri e dallo Sco della Polizia. «Diceva di chiamarsi Francesco Salsi — mise a verbale — e che era un medico anestesista in pensione». «Mai sospettato che si trattasse di Matteo Messina Denaro, sono sotto choc aveva detto allora».

    In silenzio davanti ai PM

    La donna, davanti ai pm stavolta è rimasta in silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. E’ indagata di favoreggiamento aggravato, secondo quanto accertato dagli investigatori attraverso la lettura di alcuni dei “pizzini” trovati nella casa di Campobello di Mazara, ultimo nascondiglio del latitante. Come è stato per Laura Bonafede, anche la professoressa non avrebbe avuto solo il ruolo di amante del boss. Ma avrebbe avuto ruolo di favoreggiamento, sapeva di chi era quell’uomo. Quando venne sentita da teste, cinque giorni dopo la cattura del latitante, la donna raccontò di averlo incontrato «in un momento di crisi personale e coniugale» e di averlo conosciuto in un supermercato di Campobello, vicino casa sua era stato lui a presentarsi e poi successivamente si erano scambiati il cellulare. Il mese successivo, la donna era già nell’appartamento di via Cb 31, il covo del superlatitante.

    I Pizzini.

    Per i pm, l’insegnante ora indagata nei “pizzini” viene indicata come “Sbrighisi” e “Handicap”, a tradirla anche alcuni particolari emersi nelle lettere al boss firmate da Laura Bonafede, che quindi sarebbe stata a conoscenza della frequentazione tra la professoressa e Messina Denaro. Anche la vivandiera Lorena Lanceri, pure lei condannata, sapeva della relazione e parlava dell’insegnante indicandola come « gatta morta».




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