Trapani
Licchia, e quell’incontro davanti alle “frascatole”
Le parole scritte da Maria Guccione per ricordare Salvatore Coppola.
Redazione9 Febbraio 2025 - Attualità
  • ricordo amico Salvatore Coppola Attualità

    di Maria Guccione – Sono molto compiaciuta per questa iniziativa messa su dai tanti amici di Salvatore Coppola e dispiaciuta di non poter essere materialmente presente. Ma due parole su di lui, sul mio amico Salvatore Coppola, voglio dirle. Sconoscevo la sua esistenza fino al 2003 allorché, dopo aver venduto il mio ex Albergo ristorante a cui ho dedicato 42 anni della mia vita, non mi venne l’insana idea di raccogliere in un libro i miei ricordi di quei 42 anni passati tra ricette, ospiti, aneddoti , successi e preoccupazioni. Mi serviva un editore e qualcuno mi fece il.nome di Coppola. Lo cercai : mai incontro fu per me più felice dal punto di vista umano, tragico dal punto di vista economico . Praticamente pagai di tasca mia la pubblicazione e non vidi mai una lira dalle vendite. Quando il Ministero dell’Ambiente acquistò 1000 copie di Frascatole, ritenendolo un libro che andava distribuito ai vari ristoranti di mare italiani, 20 mila euro furono versati dal Ministero sul conto dell’editore, ma ne io ne lui potemmo usufruire di un sol euro perché essendo il conto fortemente in rosso la Banca trattenne tutto. Questo non significa che Salvatore fosse un imbroglione: era solo un disperato, perseguitato da problemi economici per i quali non era tagliato.

    Al di là di questi problemi, per così dire tecnici, era una persona meravigliosa, ironica, piena di humour, intelligente,informata, innamorata di Trapani , ricca di inventiva e di idee innovative. Quando nel 2006 mi sono ammalata di leucemia Salvatore mi è stato vicino come un fratello : ogni mese mi accompagnava con la sua macchina sgangherata all’ospedale Cervello per la chemioterapia. Al ritorno io ero distrutta ma lui trovava sempre qualcosa di divertente da raccontarmi per tirarmi su il morale. Credo di essere guarita anche grazie a lui .In quello stesso periodo pubblicò i PIZZINI. Era fiero di quel lavoro nel quale era riuscito a mettere insieme i casi più emblematici di resistenza civile alla mafia. Ero felice per lui. Ma non ero “SCANNALIATA” come si dice in dialetto ed ho continuato a fargli stampare altri miei lavori :ormai non volevo fare più soldi coi libri ma solo togliermi il capriccio di vedere stampate le mie elucubrazioni!

    Ero a Rodi nel 2013 e li mi raggiunse la tragica telefonata di Giacomo Pilati che mi informava della sua dolorosa morte.Non una morte normale, ma improvvisa, in solitudine, con quel suo esile corpo abbandonato a sé stesso e alla sua sofferenza. Si sarebbe potuto salvare?Non lo so ma forse ha scelto una morte a lui congeniale, teatrale, difficile come difficile è stata tutta la sua vita. Una morte strana, dolorosa fino all’ultimo, impietosa e ingiusta come ingiusta è stata la sua vita persino sul fronte degli affetti, una vita che gli ha regalato una serie di difficoltà materiali per le quali non era tagliato, lui che forse era solo spirito e per questo gli abiti gli penzolavano da tutte le parti. Che Trapani ricordi questo suo figlio, non sufficientemente apprezzato in vita, sostenitore di cultura in tempi in cui essa veniva ignorata ,è cosa buona e giusta




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  • suca espressione dialettale sicilia Altre Notizie

    Nel vasto e stratificato universo della lingua siciliana, poche parole possiedono la profondità semantica e la versatilità espressiva di “suca”. Apparentemente semplice, immediata, quasi primordiale, questa esortazione racchiude in sé un microcosmo di significati che si snodano tra la saggezza popolare, l’ironia affilata e una forma di distaccata superiorità esistenziale.

    Il Nettare della Vita

    Nella sua forma più pura e incontaminata, “suca” potrebbe essere inteso come un invito a suggere il nettare dell’esistenza, a trarre il massimo dalle esperienze, a lasciarsi andare ai piaceri semplici e autentici che la vita offre. In fondo, cosa c’è di più naturale e primordiale del nutrirsi direttamente dalla fonte?

    Un’Esortazione Poliedrica

    Ma fermarsi a una sola interpretazione sarebbe riduttivo, quasi offensivo per la ricchezza del termine. “Suca” è una filosofia che varia a seconda del tono, del contesto, della complicità tra chi pronuncia e chi riceve. Può essere un tagliente invito a ignorare le inutili ciance, un’affettuosa dimostrazione di confidenza tra amici, un sublime atto di resistenza contro le avversità della vita.

    Il Potere della Sintesi

    Il siciliano non spreca parole. Dove altre lingue necessitano di intere frasi per esprimere un concetto, la Sicilia ha la capacità di racchiudere un universo in una singola espressione. “Suca” è la risposta definitiva a qualsiasi tentativo di intromissione non gradita, il sigillo finale su una discussione che non merita ulteriore attenzione, l’arma affilata con cui si tagliano le inutili complicazioni.

    Mistica e Metafisica

    Come ogni grande filosofia, anche questa ha il suo lato mistico. Perché in fondo “suca” è anche un mantra, un modo per allontanare le energie negative, per affermare la propria indipendenza mentale e spirituale. Pronunciarlo con la giusta intonazione può avere effetti catartici, liberatori, quasi taumaturgici.

    La Sua Universalità

    Forse un giorno verrà riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità, studiato nelle università più prestigiose, citato nei discorsi motivazionali. Nel frattempo, continua a essere la colonna sonora delle strade siciliane, la chiave di volta di molte conversazioni, la sintesi perfetta di un pensiero che non ha bisogno di spiegazioni ulteriori.

    Il Vero Significato

    Ma qual è il vero significato di “suca”? La verità è che non ne ha uno solo. È un’arma dialettica, una chiusura netta, una sfida silenziosa. Può esprimere superiorità, disinteresse, ma anche leggerezza e gioco. È un atto di ribellione quotidiana, un rifiuto di farsi trascinare nelle sterili polemiche, una dichiarazione d’intenti che comunica, senza mezzi termini, che non vale la pena perdere tempo con certe questioni.

    In Sicilia, dove le parole hanno un peso specifico e dove ogni espressione cela una storia, “suca” è il simbolo di un popolo che, con una sola parola, può liquidare una disputa, ridere di un’offesa, o semplicemente godersi la vita con la giusta dose di ironia.




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    Se pensate che i battutisti e i meme di oggi siano forti, non avete conosciuto Petru Fudduni! Un tipo che, se fosse vivo oggi, avrebbe avuto più follower di un influencer di Instagram. E sì, anche a Trapani si parlava di lui, perché una buona presa in giro, una rima tagliente e una risposta a bruciapelo fanno sempre ridere tutti.

    CHI ERA PETRU FUDDUNI?

    Nato tra il 1600 e il 1604, questa leggenda siciliana emerse tra i vicoli di Palermo, ma a Trapani e in tutta la Sicilia si parlava di lui. Era un povero cristiano, lavorava come cavapietre all’Acquasanta, ma aveva una lingua che tagliava più di un coltello da tonni!

    La nobiltà voleva farla franca con lui? Nemmeno per sogno! Lui rispondeva in rima, e quando gliene davano, restituiva il doppio. E questa cosa, ai tempi, dove ognuno doveva stare zitto davanti a baroni e preti, era rivoluzionaria. Un tipo alla “Osho” siciliano, ma più vigoroso e più pungente!

    PETRU FUDDUNI E TRAPANI: UNA RISATA ALLA VOSTRA SALUTE!

    A Trapani, terra di mare e scanzonati, gli sarebbe piaciuto molto. Qui non si risparmia niente a nessuno e lui, che sappiamo avrebbe viaggiato in Sicilia, certamente avrebbe fatto ridere anche i nostri antichi trapanesi. E se fosse passato da Piazza o dal Mercato di Trapani, di sicuro avrebbe fatto una battuta in dialetto per prendere in giro qualche nobilotto.

    E poi, diciamolo chiaro: il popolo siciliano adora le frasi sagge con una spruzzata d’ironia! E qualcuno dice che si sarebbe intrattenuto anche con i tonnaroti che, come lui, sapevano stringere i denti e far sentire la propria voce!

    LE PERLE DI PETRU: FRASI E BATTUTE SENZA TEMPO

    Si è sposato? Peggio per lui! Perché Petru aveva una chiara idea del matrimonio:

    Avevi un solo problema e ti sei riempito di guai!

    Frase originale: “A fimmina è comu la ‘atta: cchiù l’allisci e cchiossà ti gratta.” Traduzione: Le donne? Come i gatti: più le coccoli, più ti graffiano!

    E poi, quando si parlava di classi sociali, non gli piaceva fare sconti:

    Poviru e minnica va a filosofia” Traduzione: Se sei povero e mendichi, sei filosofo.

    Ma il top rimaneva il suo atteggiamento: non si curava di niente e di nessuno, nemmeno del vescovo che voleva dargli lezioni!

    PETRU: IL MITO SICILIANO CHE NON MUORE MAI!

    Chi era veramente Petru Fudduni? Un poeta? Un arruffone? O forse un rivoluzionario che sapeva che la voce del popolo non si può zittire? Certo è che a lui si attribuiscono versi, battute e aneddoti che oggi sono ancora vivi.

    E se fosse tra noi oggi, forse avrebbe avuto un profilo TikTok pieno di video virali, un podcast dove prende in giro tutti e una fila di nobili incravattati pronti a sentirsi presi in giro.

    Ma diciamola tutta, a Trapani e in Sicilia, dove l’ironia è sacra, Petru Fudduni sarà sempre questo spirito sfacciato che non perdona nessuno!

    E ORA TOCCA A VOI

    “E ora tocca a vui: qual è a battuta cchiù fotti di Petru chi canusciti? Scriviti ‘u vostru parèri nei commenti e faciti sapiri ca u geniu sicilianu, chissu veru, nun si spegni mai!”

    Qual è la battuta più forte di Petru che conoscete? Scrivete il vostro parere nei commenti e fate sapere che il genio siciliano, quello vero, non si spegne mai!

     




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