Custonaci – Ritorna, con la sua sesta edizione, «Una Boccata d’Arte», che è una manifestazione ideata dalla «Fondazione Elpis» e che dal 2020 sostiene la realizzazione di progetti artistici «site-specific» frutto di percorsi di esplorazione delle tradizioni e dei saperi dei luoghi. L’iniziativa, unica nel suo genere per ampiezza territoriale, promuove un’inedita relazione tra arte, comunità, paesaggio, usanze e patrimonio culturale, creando connessioni profonde tra gli artisti, i territori ospitanti e gli abitanti, grazie a una rete di curatori regionali. «Una Boccata d’Arte» è l’unico progetto che opera sull’intero territorio nazionale, lasciando nei territori interessati, attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea, nuove memorie collettive e segni tangibili del proprio passaggio. Il format si basa sul coinvolgimento, ogni anno, di 20 artisti, italiani e internazionali, invitati a intervenire in 20 borghi, uno per ciascuna delle 20 regioni italiane. Gli artisti selezionati devono avere la capacità di proporre progetti pensati per coinvolgere le comunità locali in maniera inclusiva e partecipativa.
Per quanto riguarda la «Città di Custonaci» l’inaugurazione dell’installazione artistica si terrà domenica 29 giugno (ore 18.30) presso il «Parco di Cerriolo». Il tema che emerge, in particolare, dal lavoro proposto da Nicola Martini (Firenze, 1984) è la relazione tra le tradizioni economico produttive del territorio e una nuova sensibilità sui temi dell’ambiente. L’artista, nella sua pratica scultorea, impiega processi di destrutturazione della materia e le sue installazioni sono spazi di esperienza. Le sue opere riflettono una ricerca sulla storia, sulla durata del tempo e sulla percezione. Nel caso della cittadina collinare Nicola Martini pone l’attenzione sulla filiera estrattiva del marmo e sul suo impatto sul paesaggio. L’intervento dal titolo «MANGIATUTTO», a cura di Giulia Monroy, si compone, infatti, di due blocchi di Perlato Sicilia e di diaspro rosso, residui di cava, sottoposti a un’erosione estrema e fino al limite del collasso. La pietra, da scarto industriale, si trasforma in corpo simbolico e ogni perforazione è un varco nel tempo, un gesto rituale che svela la memoria silenziosa della materia. L’opera ha coinvolto nella realizzazione le maestranze locali, che sono i veri e tradizionali custodi della conoscenza del materiale lapideo.
«Una vecchia cava di marmo, ubicata all’interno del «Parco di Cerriolo», è stata individuata da Nicola Martini – afferma il Sindaco di Custonaci Fabrizio Fonte – per esporre l’opera realizzata ed in cui il pubblico è invitato a confrontarsi con essa. L’edizione 2025 di «Una Boccata d’Arte», manifestazione che ha avuto il patrocinio dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, si caratterizza, sin dalla sua prima edizione, per tutta una serie di interventi che si muovono, come nel nostro caso, verso spazi – prosegue il primo cittadino – spesso in disuso, ma tuttavia destinati a restare segni permanenti nel territorio. Il marmo per Custonaci è, del resto, tra gli elementi dell’identità da cui, attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea, si poteva trarre spunto per dare vita ad un’opera in cui la comunità poteva riconoscersi. Far acquisire una sempre maggiore consapevolezza – conclude il Sindaco Fonte – che il paesaggio culturale, nel senso più ampio del concetto, avrà una sempre maggiore rilevanza nel futuro della «Città di Custonaci» è, certamente, uno tra i principali obiettivi che ci siamo posti e che intendiamo perseguire».
Bonagia Valderice – Il vento di Bonagia sussurra storie antiche, e ora quei racconti hanno un volto. I rais e i tonnaroti che per generazioni hanno solcato il mare e sfidato le onde per la pesca del tonno rivivono nell’installazione artistica di Arianna Maggio.
Sarino Renda, Mommo Solina, Ciccio Rizzo, Salvatore Solina, Nicolao Adragna, Lorenzo Carpitella e Nicolò Adragna: i loro sguardi, incisi nei blocchi di cemento che proteggono il porticciolo, parlano di sacrificio, forza e appartenenza. Sono i custodi silenziosi di una delle ultime tonnare siciliane, testimoni di un’epoca che il tempo prova a cancellare, ma che il mare non dimentica.
Un tributo che non è solo arte, ma memoria viva, scolpita tra il sale e il vento di Bonagia.
Custonaci – La città di Custonaci stamane ha ricordato il piccolo Giuseppe Di Matteo.
A Custonaci la memoria diventa impegno civile per le nuove generazioni. Anche quest’anno, si è tenuta terrà la manifestazione “Un Angelo al Galoppo”, per ricordare il piccolo Giuseppe Di Matteo barbaramente assassinato dalla mafia l’11 gennaio del 1996 all’età di 12 anni. La sua unica colpa era quella di essere il figlio di un collaboratore di giustizia. Nella villetta intitolata proprio al piccolo Di Matteo, che fu anche prigioniero nel corso del lungo sequestro, per circa due mesi, nella frazione di Purgatorio, è stata svelata un’installazione artistica, realizzata da Martina Angelo, frutto di un progetto della democrazia partecipata, alla presenza degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Lombardo Radice – Enrico Fermi” e delle autorità civili, religiose e militari.
Un’opera artistica per non dimenticare l’orrore e la ferocia di Cosa nostra. Custonaci, questa mattina, ha ricordato il piccolo Giuseppe Di Matteo sciolto nell’acido nel 1996. Aveva 12 anni. La sua colpa? Quella di essere figlio di un collaboratore di giustizia. La mafia decretò la sua condanna a morte e lo fece nel modo più brutale.
Questa mattina, nella villetta dove venne tenuto prigioniero il ragazzino dopo il sequestro, nella frazione di Purgatorio, è stata scoperta l’opera “Un angelo al galoppo”realizzata da Martina Angelo.
Chiara Colosimo, presidente della commissione Antimafia. “Oggi ricordiamo il sangue di un innocente tra gli innocenti; quello di un bambino: Giuseppe Di Matteo. La sua storia è la fotografia della crudeltà della mafia. L’efferatezza di un omicidio che incarna il male e scuote, giorno dopo giorno, le nostre coscienze”. Così sui social la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, nel ricordo del bambino ucciso dalla mafia l’11 gennaio del 1996 a San Giuseppe Jato.