Palermo – Anche l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata è indagata per corruzione. Le indagini sarebbero state avviate nel settembre del 2023. Nel gennaio scorso, la componente della giunta di Renato Schifani ha ricevuto un avviso di proroga delle indagini, con un termine fissato al 27 marzo del 2025.
La vicenda rappresenterebbe uno dei filoni dell’inchiesta che ha coinvolto anche a vario titolo il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, imprenditori e collaboratori.
Il nome dell’assessore è nell‘informativa principale depositata al Tribunale del Riesame di Palermo. Sotto intercettazione è finito il telefono di Giuseppe Martino, che dell’assessore al Turismo Amata è stato anche Vice capo di gabinetto vicario, prima di essere nominato Segretario particolare, lo scorso gennaio.
Nell’informativa dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono finite anche le trascrizioni di alcune conversazioni di Amata, che nel gennaio è andata al Turismo mentre mentre Francesco Paolo Scarpinato si è spostato ai Beni culturali e dell’identità siciliana.
Erano quelli i giorni delle polemiche per la costosa mostra organizzata dalla Sicilia al festival di Cannes e lo stop in autotutela del finanziamento da parte del governatore. Da questa vicenda sono partite le indagini.
Tra gli episodi sotto esame della Procura di Palermo, pure la manifestazione Magico Natale, organizzata dalla Fondazione Dragotto. La vicepresidente della fondazione, Marcella Cannariato – indagata anch’ella per corruzione insieme a Galvagno – avrebbe discusso con Martino di una cifra di 100 mila euro, legata a un progetto da tenersi tra Messina, Catania e Palermo. Nella conversazione intercettata, Cannariato afferma: «Ho bisogno del tuo aiuto… non è che gratis l’aiuto tuo». Martino risponde parlando della necessità di un «lavoro certosino» e accenna a un possibile incarico futuro.
Palermo – Tutto era accaduto l’altra notte attorno alle 4 nella zona dell’Arenella. Un boato aveva svegliato gli abitanti piazza Tonnara dove immediatamente erano arrivate diverse squadre dei vigili del fuoco e le volanti della polizia. C’erano volute diverse ore per avere ragione del fuoco, mentre venivano evacuate le persone che abitavano al piano superiore della gelateria. I locali interessati dalla deflagrazione sono sotto sequestro.
I primi accertamenti tecnici hanno escluso l’uso di ordigni, sembra più probabile che siano state piazzate nel locale delle taniche di benzina.
Nella gelateria, non ci sta allaccio alla rete del metano, non ci stava una cucina o bombole di gas. Appare improbabile al momento che un guasto a un frigorifero o ad altre apparecchiature abbia potuto provocare effetti così devastanti.
Gli investigatori stanno esaminando i video della sorveglianza per capire cosa sia accaduto. L’esplosione è avvenuta all’interno e l’onda d’urto ha divelto porte e finestre scaraventandole all’esterno assieme ad attrezzature e prodotti usati nella gelateria.
Favignana – Ci soo indagini in corso da parte dei militari della capitaneria di porto di Trapani relativamente al ritrovamento del corpo di un uomo nelle acque a largo di Favignana. L’allerta alla sala operativa della capitaneria era giunta ieri mattina da parte di un’unità da pesca trapanese.
Sul posto era stata inviata immediatamente l’unità navale CP 330 che, una volta raggiunto il punto della segnalazione, aveva proceduto al recupero del corpo per il successivo trasferimento presso il porto di Trapani.
Ora si cerca di risalire all’identità della vittima e chiarire le circostanze del decesso. La lunga permanenza in mare della salma e lo stato del rinvenimento rendono particolarmente difficile ottenere una identificazione, anche a partire da segnalazioni di persone scomparse. Tuttavia, tra le ipotesi, non può essere esclusa l’attribuzione del ritrovamento al fenomeno migratorio.
Notizia in aggiornamento
Agrigento – Aperta una inchiesta per accertare le cause del crollo che ha interessato la futura sede universitaria di via Atena di Agrigento. I tecnici dei vigili del fuoco stanno eseguendo ulteriori esami nella zona del crollo. Al momento, gli edifici più a rischio sono quelli che si affacciano su vicolo Ospedale dei Cavalieri di Malta ovvero due bed and breakfast e una casa vacanza che per precauzione sono state evacuate. La procura ha affidato ai carabinieri le indagini.
Fortunatamente al momento del crollo, il cantiere dell’ex ospedale era vuoto, gli operai sarebbero andati via verso le 14, solo qualche ora prima che il muro crollasse nel cortile interno.
I lavori di restauro e rifunzionalizzazione dell’ex ospedale erano quasi completi ed entro il prossimo mese di giugno di fatto l’immobile doveva essere riconsegnato all’università di Palermo.
Le opere erano state appaltate nell’aprile del 2021, ad aggiudicarsi i lavori – importo di poco superiore ai 4 milioni di euro era stato il consorzio R.T. Ares/ Consorzio stabile Energos di Martina Franca in provincia di Taranto.
Buone notizie per i fan di Lolita Lobosco: è ufficiale il ritorno della celebre fiction Rai con la quarta stagione, prevista per il 2026.
Dopo un periodo di attesa, causato dagli impegni dell’attrice Luisa Ranieri – attualmente protagonista della nuova serie “La Preside” – la Rai ha confermato che il vicequestore di Bari tornerà in prima serata con nuove avvincenti indagini.
Sebbene le riprese abbiano subito dei ritardi, la produzione assicura episodi di alta qualità, fedeli allo stile brillante e coinvolgente che ha fatto amare la serie a milioni di spettatori.
Lolita Lobosco, con il suo mix di giallo, ironia e fascino pugliese, si conferma uno dei titoli più attesi della prossima stagione televisiva Rai.
Nel frattempo, Luisa Ranieri (nella foto) continua a essere protagonista del piccolo schermo con “La Preside”, un nuovo progetto narrativo che la vede in un ruolo inedito, tra sfide educative e dinamiche scolastiche.
Vittoria – Ci sarebbero motivi di natura passionale alla base del tentato omicidio avvenuto nella notte a Vittoria. I protagonisti farebbero parte dello stesso nucleo familiare. Non c’entra nulla la criminalità organizzata.
Uno zio ha sparato al nipote, l’episodio è accaduto attorno alle 3 del mattino tra via Milano e via Adua. Tra i due ci sarebbe stato un inseguimento. Il nipote è stato attinto alle spalle da due colpi di pistola. La vittima si trova ricoverata all’ospedale di Ragusa, al Giovanni Paolo II. La prognosi è riservata ma, secondo i sanitari, non è in pericolo di vita. Un’auto, una Fiat Panda con un giovane a bordo, è arrivata nei pressi di un’abitazione. Dalla casa è uscita la vittima, forse con l’intento di salire sulla vettura. Ma la persona che si trovava al volante ha esploso alcuni colpi di pistola. La vittima è fuggita a piedi inseguito. Alla fine è caduto a terra: per lui, una profonda ferita alla spalla. È stato portato in ospedale. La prognosi è di 40 giorni.
I carabinieri che seguono le indagini avrebbero già fermato il presunto omicida. Sul posto della sparatoria è intervenuta anche la polizia. Sarebbero stati trovati cinque bossoli per terra oltre a due ogive conficcate sul muro.
Favignana – Un corpo ormai saponificato sulla scogliera. Uno spettacolo certamente non bello da vedere. È quanto è apparso ai carabinieri della stazione di Favignana allertati della presenza di un corpo senza vita nella zona di Punta Timpa a Favignana. Quando i militari dell’arma sono arrivati sul posto venerdì pomeriggio attorno alle 18 si sono trovati davanti a questa macabra visione. Spiaggiato sulle rocce un po’ più giù della scogliera ci stava un uomo dall’apparente età di cinquant’anni, braccia aperte, portava pantaloni scuri, una maglietta rossa e un giubotto scuro.
Visto il posto irragiungibile dalla terraferma, è stato allertato immediatamente il comando dei vigili del fuoco di Trapani che ha inviato sul posto un mezzo del distaccamento del porto con alcuni uomini a bordo per poter recuperare il corpo via mare. Un recupero che è avvenuto non senza problemi vista la situazione in cui si presentava il corpo e soprattutto vista anche la zona dove era finito, si tratta di rocce. Da un primo esame cadaverico effettuato dal medico legale, l’uomo potrebbe essere morto da almeno 4 giorni.
Non si è potuto comunque verificare se si è trattata di una morte naturale o dovuta ad altre cause e questo sempre per lo stato in cui si presentava il corpo. La vittima non aveva documenti e quindi non se ne conosce l’identità, potrebbe trattarsi di un migrante, non è però di colore, quindi tutte le ipotesi sono aperte e percorribili. Sulla pancia è visibile un tatuaggio molto evidente, forse da questo si potrà risalire intanto all’identificazione della persona.
Il corpo dopo il recupero è stato trasportato dai vigili del fuoco a bordo dell’imbarcazione al porto di Trapani e qui consegnato al servizio pompe funebri che lo hanno trasportato presso la camera mortuaria dell’ospedale Sant’Antonio Abate a disposizione delle autorità giudiziarie. Non è escluso a questo punto che la procura disponga l’autopsia per accertare le cause del decesso. Intanto le indagini sono rivolte anche a possibili allontanamenti da casa avvenuti negli ultimi giorni nel trapanese.
Erice – Liquido infiammabile contro la saracinesca del Virus Pub di via Manzoni a Erice. Ignoti attorno alle cinque di stamane hanno tentato di dare fuoco gettando del liquido infiammabile e appiccando successivamente il fuoco alla saracinesca del locale.
Ad evitare il peggio il provvidenziale intervento di un parente del titolare del pub, a cui è seguito l’arrivo tempestivo dei vigili del fuoco, che sono riusciti a domare le fiamme prima che il rogo si propagasse anche all’interno del locale che comunque ha riportato danni: la saracinesca annerita, il portone laterale compromesso.
Sul posto sono arrivati anche gli agenti della Squadra Volante, mentre i colleghi della Polizia Scientifica hanno effettuato i rilievi. Ci sono indagini in corso e gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere presenti nella zona, per dare un volto e un nome all’attentatore.
Calatafimi Segesta – Continuano i furti di cavi elettrici della pubblica illuminazione a Calatafimi Segesta. Nei giorni scorsi l’ennesimo furto ha riguardato due tratti di cavi della pubblica illuminazione nelle strade provinciali SP33 di ingresso della città tra la SS113 e la via Segesta oltre alla SB55 in contrada Mazzaforte.
Ummari (Trapani) – Dodici anni fa l’omicidio di Padre Michele Di Stefano, sconvolse tutta la comunità diocesana trapanese. Oggi il vescovo Pietro Maria Fragnelli ha officiato la santa messa in ricordo di Padre Di Stefano, alla presenza del parroco di Ummari, Pietro Santoro.
Erano presenti il Sindaco Tranchida, gli Assessori Pellegrino e Virzi, il comandante della stazione dei carabinieri dí Fulgatore, i familiari di don Michele e tantissimi parrocchiani dí Ummari, Fulgatore, in quest’ultima frazione padre Michele aveva vissuto la sua vita da sacerdote sempre vicino alla gente. Padre Di Stefano fu parroco della frazione di Fulgatore per 41 anni prima di essere trasferito a Ummari.
Padre Michele nato a Calatafimi, fu assassinato la notte tra lunedì 25 e martedì 26 Febbraio, a colpi di bastone nella canonica della chiesetta del borgo vicino Fulgatore. mentre dormiva nell’appartamento attiguo alla chiesa Gesù, Maria e Giuseppe.
Ad ucciderlo fu Antonio Incandela, 33 anni, fermato il 17 aprile del 2013. Secondo quanto riferito dall’arrestato, sarebbe rimasto irritato da alcune severe omelie del sacerdote. Incandela, dopo l’omicidio aveva simulato una rapina portando via denaro e portafoglio del sacerdote.
L’uomo confessò l’omicidio al termine di un lungo interrogatorio condotto dai carabinieri, dal procuratore di Trapani Marcello Viola e dal sostituto Massimo Palmeri. Indicando come movente quello di un rancore che ha radici antiche, in quanto il parroco era suo professore di religione ai tempi delle scuole medie. Ha così agito per dare una lezione al parroco che in una omelia aveva fatto riferimento a delle “mele marce” che avevano l’abitudine di appiccare il fuoco. Avendo dei precedenti per incendio, ha creduto si riferisse a lui.
Il corpo di Padre Michele fu scoperto solo l’indomani nel primo pomeriggio. La sorella Pina lo aspettava a pranzo, a Calatafimi, ma dalla sorella non ci arrivò mai. Il cognato Vito Accardo, preoccupato, rintracciò un agente di commercio che viveva nei pressi della canonica e lo mandò a cercare.
Il sacerdote fu trovato morto nel suo letto, con sangue dappertutto.
Le indagini dei carabinieri scattarono immediatamente. Davanti a quel corpo inerme martoriato senza pietà investigatori e magistrati promisero che non avrebbero smesso di lavorare fino a quando chi aveva compiuto quello scempio non fosse stato assicurato alle patrie galere e così fu. Indagini certosine e che si protrassero fino al 17 aprile giorno dell’arresto di Incandela.