Siracusa
Freedoom Flotilla ci riprova, da Siracusa verso Gaza 18 attivisti a bordo cercano di forzare il blocco israeliano
E’ partita da Siracusa l'imbarcazione "Handala" della Freedom Flottila
Redazione14 Luglio 2025 - Attualità



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    Siracusa – Con un equipaggio di 18 persone, carica di aiuti umanitari, battente bandiera inglese, è diretta a Gaza per tentare, di nuovo per la terza volta, di forzare il blocco israeliano sulla Striscia.

    Domani notte arriverà a Gallipoli, in Puglia, dove saliranno i due rappresentanti di La France Insoumise (LFI), Gabrielle Cathala ed Emma Fourreau.

    Una sosta breve e poi la Handala si dirigerà verso la Striscia. “Quello che stiamo facendo non è nato oggi, ma nel 2008 quando di fronte all’assedio di Israele nei confronti della Striscia di Gaza ci siamo resi conto che bisognava fare qualcosa – ha detto l’attivista Huwaida Arraf -. Anche perchè i nostri governi non solo non fanno nulla ma sono complici di questo assedio”. La Handala prende il nome dal personaggio disegnato dal fumettista Naji al-Ali, un bambino ritratto di spalle e vestito di stracci, simbolo della lotta per la liberazione della Palestina. Simona Cascio, siracusana, ha parlato a nome del Comitato pro Palestina che da aprile manifesta con presidi sotto la prefettura: “Abbiamo chiesto al governo di non finanziare la guerra e non mandare armi condannando il genocidio”.

    L’avvocato e europarlamentare Jaume Asens, presente a Siracusa, ha presentato una denuncia contro Benjamin Netanyahu dopo l’attacco alla Madleen, la nave fermata da Israele a giugno scorso sulla quale viaggiava anche Greta Thunberg, per sequestro di persona, detenzione arbitraria, trattamento inumano e degradante e crimini di guerra. Ed in Spagna, afferma, ci sarà un processo penale contro il primo ministro di Israele.

    Una testimonianza è arrivata da Mohamed Mustafa, medico, che ha prestato servizio volontario a Gaza: “Handala porterà protesi per i bambini di Gaza dove c’è il maggior numero di bambini che hanno persi gli arti al mondo. Persi per le bombe israeliane. 
A Gaza ci sono 50mila donne incinta e 5 mila che partoriranno a breve e a Gaza non c’è latte in polvere o alimenti per neonati e quindi la maggior parte di questi bambini è destinata a morire.

    Noi vogliamo portare la speranza per le future generazioni”.

    Christian Smalls, sindacalista americano noto per il suo ruolo nella principale organizzazione dei lavoratori di Amazon ha affermato che “i palestinesi hanno diritto ad essere protetti.
    Il governo americano ha responsabilità enormi e pretendo che il mio governo faccia passare gli aiuti e li faccia a arrivare a Gaza”. ANSA





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