Palermo
Torna libero Giovanni Brusca
Tra i tanti omicidi commesi quello del piccolo Giuseppe Di Matteo
Redazione5 Giugno 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Palermo -A 65 anni, torna completamente libero Giovanni Brusca, dal 2021 in libertà vigilata, una misura questa che gli imponeva una serie di obblighi e divieti. Ora Brusca  non dovrà più presentarsi in caserma per i controlli così come aveva stabilito la Corte di Appello di Milano.

    Il boss di San Giuseppe Jato, tra i fedelissimi di Totò Riina, Brusca  è rimasto in carcere 25 anni, condannato a 30 era riuscito a godere dello sconto per buona condotta e nel 2021 era arrivata la scarcerazione per fine pena.

    Giovanni Brusca, è colui il quale azionò il telecomando che innescò l’esplosione il 23 maggio del 1992 in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.

    Brusca scelse la strada della collaborazione con la giustizia, ammettendo, tra i tanti omicidi commessi, il suo ruolo nella strage di Capaci e nell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo.

    Un efferato omicidio quello del piccolo Giuseppe, compiuto dopo 779 giorni di prigionia. Il bambino venne strangolato e poi il suo corpo sciolto nell’acido. Il suo sequestro era stato ordinato per fare tacere il padre, il collaboratore di giustizia Santino Di Matteo. Giuseppe doveva ancora compiere tredici anni. “Ti portiamo da tuo padre”, dissero a Giuseppe, rapito in un maneggio il 23 novembre 1993.

    Era l’11 gennaio 1996 quando Giuseppe morì.  Allibertativi du cagnuleddu” (liberatevi del cagnolino), ordinò Brusca. Suo fratello Enzo Salvatore lo teneva per le braccia, Giuseppe Monticciolo per le gambe, Vincenzo Chiodo lo strangolò.

    Fu uno dei tanti omicidi commessi e ordinati dal boss da Brusca che ora è tornato libero. Il boss interrogato dagli inquirenti disse di non ricordare il numero esatto delle persone uccise per sua mano o su suo ordine. “Molte più di cento, di sicuro meno di duecento”, affermò.




  • Custonaci
    Colosimo: “Ricordiamo il sangue innocente di Giuseppe Di Matteo”
    Stamane il ricordo del piccolo nel corso di una cerimonia a Custonaci
    Redazione11 Gennaio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Custonaci – La città di Custonaci stamane ha ricordato il piccolo Giuseppe Di Matteo.

    A Custonaci la memoria diventa impegno civile per le nuove generazioni. Anche quest’anno, si è tenuta terrà la manifestazione “Un Angelo al Galoppo”, per ricordare il piccolo Giuseppe Di Matteo barbaramente assassinato dalla mafia l’11 gennaio del 1996 all’età di 12 anni. La sua unica colpa era quella di essere il figlio di un collaboratore di giustizia. Nella villetta intitolata proprio al piccolo Di Matteo, che fu anche prigioniero nel corso del lungo sequestro, per circa due mesi, nella frazione di Purgatorio, è stata svelata un’installazione artistica,  realizzata da Martina Angelo, frutto di un progetto della democrazia partecipata, alla presenza degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Lombardo Radice – Enrico Fermi” e delle autorità civili, religiose e militari.

    Un’opera artistica per non dimenticare l’orrore e la ferocia di Cosa nostra. Custonaci, questa mattina, ha ricordato il piccolo Giuseppe Di Matteo sciolto nell’acido nel 1996. Aveva 12 anni. La sua colpa? Quella di essere figlio di un collaboratore di giustizia. La mafia decretò la sua condanna a morte e lo fece nel modo più brutale.

    Questa mattina, nella villetta dove venne tenuto prigioniero il ragazzino dopo il sequestro, nella frazione di Purgatorio, è stata scoperta l’opera “Un angelo al galoppo”realizzata da Martina Angelo.

    Chiara Colosimo, presidente della commissione Antimafia. “Oggi ricordiamo il sangue di un innocente tra gli innocenti; quello di un bambino: Giuseppe Di Matteo. La sua storia è la fotografia della crudeltà della mafia.  L’efferatezza di un omicidio che incarna il male e scuote, giorno dopo giorno, le nostre coscienze”. Così sui social la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, nel ricordo del bambino ucciso dalla mafia l’11 gennaio del 1996 a San Giuseppe Jato.





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