Agrigento
Agrigento ricorda Rosario Livatino, il giudice ragazzino
Alle 12 nel luogo dell'agguato la cerimonia
Redazione21 Settembre 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Agrigento – La città ricorda Rosario Livatino, il giudice ragazzino ucciso dalla mafia 35 anni fa. Alle ore 12 cerimonia commemorativa alla stele dove è stato assassinato.

    Nel maggio 2021 Livatino è stato proclamato beato da papa Francesco. “Per lui – ha detto monsignor Juan Ignacio Arrieta, segretario del Pontificio consiglio per i testi legislativi – la fede e il diritto erano realtà interdipendenti, tra le quali a volte c’è un confronto armonioso, a volte lacerante, ma sempre vitale e indispensabile”.

    La storia del giudice ragazzino diventato Beato

    Trentacinque anni fa, il 21 settembre 1990, il giovane giudice Rosario Livatino, come ogni mattina, si preparò per andare in tribunale. Salì sulla sua vecchia Ford Fiesta color amaranto e imboccò la strada che lo portava al lavoro, fedele al proprio dovere. Non poteva sapere – o forse lo intuiva – che quella sarebbe stata la sua ultima corsa.

    Giunto all’altezza del viadotto Gasena, in territorio di Agrigento, l’auto su cui viaggiava senza scorta venne speronata da un’altra vettura. A bordo c’erano quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, l’organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra. Livatino tentò disperatamente la fuga attraverso i campi, già ferito a una spalla da un colpo di pistola. Corse per poche decine di metri, prima di essere raggiunto e freddato senza pietà.

    I clan lo temevano. Lo chiamavano “il giudice ragazzino”, un appellativo che indicava la sua giovane età, ma non rendeva giustizia alla sua grandezza morale e professionale. Ogni giorno si lasciava guidare da una fede profondamente radicata e da un incrollabile senso di giustizia. Non conobbe mai il compromesso: visse il suo ruolo di servitore dello Stato con coerenza, incarnando coraggio, integrità e fedeltà ai valori della legalità.

    La mafia lo assassinò, ma non riuscì a spegnere la sua luce. Oggi Rosario Livatino, proclamato Beato, resta il simbolo di un magistrato che ha saputo unire rigore e umanità, fede e diritto. La sua vita e il suo sacrificio continuano a indicarci la strada: servire lo Stato senza clamore, senza vanità, ma con la forza silenziosa di chi crede davvero nella giustizia e nella democrazia.

    Tra i suoi appunti, dopo la morte, venne ritrovata una frase che ancora oggi risuona come monito e ispirazione: “Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”.

    Un Uomo delle Istituzioni cui dobbiamo guardare ancora oggi, per ispirarci nel nostro quotidiano impegno al servizio del Paese.





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