Palermo – Ancora una udienza preliminare ieri presso l’aula B2 del bunker di Pagliarelli, presieduta dal giudice Ivana Vassallo e che ha riguardato 16 persone coinvolte nell’ inchiesta antimafia tra Marsala e Mazara. Blitz condotto dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che disarticolò un’organizzazione mafiosa che esercitava un controllo pervasivo sulle aree rurali del Trapanese.
Ieri il giudice Vassallo ha rigettato le eccezioni preliminari relative ad alcuni decreti intercettativi sia telefonici che Trojan, evidenziate dagli avvocati Tommaso De Lisi e Luigi Pipitone, inoltre ha rigettato anche la questione avanzata da un altro dei legali: la mancanza degli atti in formato digitale. Il presidente Vassallo ha fatto notare che era “disponibile il cartaceo”.
Rigettate tutte le questioni preliminari è iniziato l’interrogatorio di uno degli imputati Ignazio di Vita, mazarese, difeso dall’avvocato De Lisi.
L’imputato ha risposto alle domande del Pm e della difesa, su possibili interferenze della mafia nella gestione della pastorizia tra Marsala e Mazara. L’esame si è protratto per un’ora e mezza.
Nelle oltre 600 pagine dell’ordinanza del gip di Palermo emergeva che fra i progetti del mandamento mafioso di Mazara, ci sarebbe stata anche la creazione, attraverso un consorzio di produttori, di un cartello del latte.
Le indagini dimostrarono che quel mandamento aveva continuato ad occuparsi di una pratica radicata nella cultura mafiosa, l’acquisizione, la gestione e la distribuzione dei terreni da pascolo. Un ruolo importante nella “gestione dei pascoli” lo aveva avuto il boss Vito Gondola “coffa” che aveva stabilito una sorta di “mappatura” dei pascoli, affermandone la loro distribuzione e gestione con i mezzi tipici della “giustizia mafiosa”.
Alla morte di Gondola, nel 2017, il ruolo fu acquisito da dal genero Pietro Burzotta e dal cognato Paolo Apollo, coadiuvati da Aurelio Anzelmo e Ignazio Di Vita.
Ignazio Di Vita però ieri, ha negato ogni interferenza o volontà mafiosa nella gestione dei pascoli: “tutto andava avanti seguendo le modalità di gestione degli allevatori di Mazara”.
L’udienza è stata rinviata all’11 luglio per quella data ci sarà la scelta del rito.
Palermo – di Laura Spanò – Si è tenuta l’aula B2 del bunker di Pagliarelli, l’udienza preliminare presieduta dal giudice Ivana Vassallo e che ha riguardato 16 persone coinvolte nella maxi inchiesta antimafia tra Marsala e Mazara del Vallo. Il blitz antimafia condotto dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, permise di disarticolare un’organizzazione mafiosa che esercitava un controllo pervasivo sulle aree rurali del Trapanese. Le indagini delle fiamme gialle accertarono una fitta rete di intimidazioni, estorsioni, un episodio di turbativa d’asta a una vendita giudiziaria al Tribunale di Marsala, controllo dei pascoli e degli allevamenti, secondo gli inquirenti retti da Pietro Burzotta, genero del boss defunto Vito Gondola, storico reggente del mandamento, oggi deceduto, pedina fondamentale del sistema dei pizzini di Matteo Messina Denaro. Secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Domenico Centonze, 49 anni, di Mazara avrebbe fatto le veci del capomandamento Dario Messina che si trova in carcere. E in carcere è finito anche il fratello di Dario Messina, Alessandro.
Ieri gli avvocati Luigi Pipitone e Tommaso De Lisi, hanno sollevato alcune eccezioni preliminari relative ad alcuni decreti intercettativi sia telefonici che Trojan – un tipo di malware che si nasconde all’interno di software apparentemente innocui per ingannare l’utente e compromettere il sistema. Ci sono state poi anche delle eccezioni sulla indeterminatezza dei capi di imputazione e la verifica della regolarità delle notifiche. L’avvocato Vito Cimiotta ha anticipato che discuterà l’udienza preliminare e non farà riti alternativi. Il giudice Vassallo si è riservato di decidere rinviando l’udienza al 2 luglio. Per quella data scioglierà la riserva sulle eccezioni presentate dalla difesa, su eventuali interrogatori degli imputati e sulla scelta dei riti alternativi. Ha anche anticipato che nell’udienza già fissata per l’11 luglio ci sarà la discussione della difesa.
Gli imputati sono: Giancarlo Nicolò Angileri, di Marsala, libero. Paolo Apollo, di Mazara del Vallo, agli arresti domiciliari. Antonino Giovanni Bilello, di Marsala, libero. Pietro Burzotta, di Mazara del Vallo, in carcere a Civitavecchia. Lorenzo Buscaino, di Mazara del Vallo, libero. Domenico Centonze, di Mazara del Vallo, in carcere a Prato. Pietro Centonze (classe 1969), di Marsala, libero. Pietro Centonze (classe 1950), di Marsala, ai domiciliari. Ignazio Di Vita, di Mazara del Vallo, in carcere a Vibo Valentia.Vito Ferrantello, di Mazara del Vallo, libero. Michele Marino, di Marsala, libero. Alessandro Messina, di Mazara del Vallo, in carcere a Viterbo. Giovanni Piccione, di Marsala, libero. Giuseppe Prenci, di Mazara del Vallo, libero. Massimo Antonio Sfraga, di Mazara del Vallo, libero. Gaspare Tumbarello, di Marsala, libero.