Palermo
Mafia, blitz nel mandamento di Porta Nuova, 16 gli arresti, 29 gli indagati
Per 13 persone è scattato l’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria
Redazione3 Giugno 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Palermo – Blitz antimafia dei Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo che 29 provvedimenti cautelari emessi dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica. Tredici delle 29 persone coinvolte nel blitz antimafia sono già detenute per altra causa.Con questi nuovi provvedimenti gli investigatori completano il lavoro che lo scorso febbraio portò al blitz dei 181.

    Le accuse

    Sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, reati contro la persona, contro il patrimonio e in materia di armi, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose e altro.

    Le zone colpite

    Nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia è compreso: il mandamento di Porta Nuova, che ingloba la parte centrale della città di Palermo, i mercati Ballarò, Capo e Vucciria.

    Le indagini

    Le indagini in continuità con le risultanze di Grande Inverno hanno confermato come “cosa nostra” sia un’associazione criminale vitale e al “passo coi tempi”: se infatti essa è fortemente legata alle regole dei “padri fondatori”, ai suoi antichi riti e al compimento delle “classiche” condotte illecite, come le estorsioni, il traffico di droga e il controllo delle scommesse clandestine online, dall’altro è emersa la capacità degli affiliati di ricorrere ai moderni mezzi di comunicazione per cercare di sfuggire alla pressione investigativa.

    Una cosa nostra continua a mantenere la presa

    Il quadro che emerge dalle investigazioni restituisce una “cosa nostra” che, nonostante le numerose operazioni coordinate dalla Magistratura palermitana e portate avanti dai Carabinieri e dalle altre forze di polizia, continua a mantenere la sua presa: un’associazione coesa, violenta e vitale, che può contare su un’allarmante disponibilità di armi, strenuamente rispettosa del modello organizzativo e delle regole storiche, ben ancorata al proprio territorio sul quale esercita un costante controllo, incidendo significativamente sul tessuto economico attraverso le tradizionali attività illecite – quali l’imposizione della “protezione mafiosa” agli operatori economici e la gestione delle più remunerative piazze di spaccio – ma che trae i propri ingenti guadagni dal traffico di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e droghe sintetiche, nonché dal gioco clandestino online.

    Confermato il ruolo centrale riconquistato dai mandamenti cittadini

    L’attuale segmento investigativo ha confermato, il ruolo centrale riconquistato da parte dei mandamenti cittadini rispetto a quelli della provincia, nell’ambito delle dinamiche criminali. Tra le attività criminali più remunerative per l’organizzazione criminale emerge ancora una volta il traffico di stupefacenti che oltre a garantire importanti proventi da reinvestire o da utilizzare per il sostentamento di affiliati e famiglie dei detenuti, consente all’organizzazione, attraverso il controllo delle piazze di spaccio, di esercitare una pressante azione di controllo del territorio. I pusher possono approvvigionarsi dal canale autorizzato e controllato dal mandamento oppure utilizzarne un altro, pagando all’organizzazione mafiosa una “tassa”. La non osservanza di tali imposizioni viene punita dagli esponenti mafiosi anche con violente ritorsioni. Analogamente il gioco digitale, al pari del traffico di stupefacenti, rappresenta una delle attività più remunerative dell’organizzazione che, oltre al controllo del territorio attraverso l’imposizione mafiosa dei “pannelli di gioco”, può contare su importanti introiti che consentono di rimpinguare le casse.

    Chi sbaglia paga

    E’ emerso come la consorteria in linea con quanto registrato sugli altri mandamenti cittadini, può contare su una buona disponibilità di armi da fuoco, non limitandosi solo a detenerle ma in alcuni casi sono stati registrati episodi di cessione e vendita. Ulteriormente è emerso che “cosa nostra” non disdegna di fare uso della forza per la risoluzione dei problemi, facendo registrare e documentare numerosi pestaggi violenti.

     




  • Palermo
    Blitz della guardia di finanza a Palermo contro il gioco d’azzardo, 13 i denunciati
    Sequestrati 15 mila euro
    Redazione19 Maggio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Palermo – Individuata dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, una bisca clandestina dove veniva praticato il gioco d’azzardo, sia con carte da poker, sia con le tessere del gioco denominato “Mahjong”, profondamente radicato nelle tradizioni e nella cultura cinese.

    Le indagini

    L’operazione trae origine da un’attività di osservazione e analisi informativa svolta dai Baschi Verdi che aveva fatto emergere un’anomala e rilevante presenza nelle ore serali e notturne, soprattutto il sabato e la domenica, di persone di nazionalità cinese presso un negozio di articoli per la casa gestito da connazionali, frequentato con modalità tali da lasciar presumere la perpetrazione di attività illecite.

    In particolare, gli avventori, prima di accedere, si facevano riconoscere tramite una telecamera installata al lato della saracinesca del negozio, la quale veniva alzata a metà, il tempo necessario per consentire l’entrata e immediatamente veniva riabbassata completamente. Visto il sistema di videosorveglianza adottato, per accedere nel locale i militari hanno dovuto attendere l’uscita di alcune persone e approfittare così dell’apertura momentanea della saracinesca.

    Il blitz all’interno del negozio

    All’interno del negozio, la prima sala è risultata adibita alla vendita di prodotti per la casa, ma attraverso una tenda raffigurante un divieto di accesso, era possibile entrare in una seconda stanza, al cui interno era stata realizzata una vera e propria sala da gioco illegale. L’accesso ha consentito quindi di sorprendere 13 soggetti intenti a partecipare, con ingenti puntate in denaro, a partite di poker e “Mahjong” attorno a due tavoli da gioco con tappeti verdi, sopra i quali, oltre a mazzette di
    denaro, erano presenti dadi, fiches e tessere del “Mahjong” mentre una grande cassetta di legno veniva utilizzata come “cassa”, con all’interno altre banconote, per un totale complessivo di circa 15 mila euro.

    Installato un sitema di videosorveglianza anche all’interno del negozio

    Nel locale era installato un articolato sistema di videosorveglianza che permetteva sia di identificare i soggetti che volessero entrare sia di monitorare costantemente i due tavoli da gioco con un vero e proprio sistema di rilevamento facciale. Dall’identificazione dei giocatori presenti è emerso come, oltre ai domiciliati nell’hinterland palermitano, diverse fossero le persone provenienti da altre province siciliane, a conferma della rilevanza della “bisca clandestina”, vero e proprio punto di riferimento del gioco d’azzardo per la comunità cinese anche fuori Palermo. All’interno della sala era presente inoltre una macchina conta banconote professionale, segno evidente della quantità di denaro che abitualmente circolava nella sala. Il servizio si è concluso con la denuncia a piede libero dei 13 soggetti, tra cui il gestore dell’attività, per l’esercizio e la partecipazione a giochi d’azzardo e col sequestro delle somme di denaro rinvenute nonché di tutto il materiale da gioco.

    Il gioco d’azzardo

    Il fenomeno del gioco d’azzardo clandestino, in stretta correlazione con flussi irregolari di denaro contante, costituisce terreno fertile per il proliferare di attività illecite e costituisce un chiaro indicatore di pericolosità sociale ed economica, imponendo l’adozione di strategie investigative incisive e coordinate.
    Si rappresenta che la responsabilità dei soggetti sottoposti a indagini dovrà essere accertata nel corso delle successive fasi del procedimento penale, in ossequio al principio costituzionale di presunzione di innocenza, secondo cui gli stessi potranno essere considerati colpevoli solo a seguito di sentenza irrevocabile di condanna.





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