Trapani – di Rino Giacalone – Ore concitate, oggi bisognerà trovare una soluzione alla lite tra Comune e società degli Shark che ieri ha portato a toni di grande litigiosità. Per la verità i toni più forti e severi, quanto drastici, sono venuti dal presidente Antonini, velata polemica e chiosa a stigmatizzare sono giunte dal sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida.
Pensiamo possa essere possibile mettere un punto alla giornata di ieri e oggi comiciare a scrivere un nuovo capitolo.
Se al sindaco Tranchida stanno a cuore i colori granata, come dice, dovrà mettere in campo la giusta energia per mantenere vivo l’affidamento del Palazzetto alla società cestistica che è della città prima che del presidente Antonini. I sindaci ed i presidenti possono passare, una squadra che milita poi in un campionato di massima serie può restare. Deve restare!
Se al presidente Antonini interessa davvero guardare al futuro, dovrà dare mandato ai propri rappresentanti che siedono al tavolo tecnico di abbozzare loro una proposta in risposta a chi da Palazzo D’Alì sostiene che la convenzione firmata nel 2023 non è più in essere, per l’intervenuta modifica dell’assetto societario degli Shark.
Il muro contro muro non serve a nessuna delle parti, ma soprattutto non serve alla città e non solo ai tifosi che riempiono il Pala Shark. Scorciatoie non ce ne sono, il percorso è quello del rispetto delle norme. Cosa che sta a cuore al presidente Antonini, non ne dubitiamo, considerato che proprio lui ieri si è appellato alle istituzioni. L’apprezzamento della legalità non funziona con corrente alterna, se c’è deve esserci sempre. E la legalità sappiamo essere cara al primo cittadino che su questo tema non è stato mai secondo a nessuno. I tecnici del Comune che sono in campo poi non sono degli avventati certamente, sapranno dimostrare le loro ragioni, ma dall’amministrazione adesso dovranno ricevere indirizzi operativi chiari, solo così potranno adoperarsi per uscire fuori dalla crisi. Certamente non possono essere lasciati soli.
Noi una idea ce l’abbiamo. La trasformazione della società da Ssd a Srl era un passo obbligato per potere fare giocare il quintetto di Repesa nel massimo campionato professionistico. Non è stata una trovata del patron Antonini per coprire i ricavi. Certamente non ha coperto la lista della spesa per mantenere palazzetto e squadra. Il Comune di Trapani di questo deve prendere atto, anche guardando oltre la stessa convenzione che a proposito della spesa pare intenda solo quella sostenuta per la gestione dell’impianto, e deve convincersi che il profit per essere tale deve essere sostenuto dalle uscite. E quindi bisogna guardare bene i bilanci, i ricavi e le uscite, per fare il giusto conto sui presunti crediti. Altro passaggio: non annullare la convenzione, ma adeguarla. Una cosa non detta da nessuno ieri, è quella che il dialogo al tavolo tecnico non si è interrotto. Panepinto e Amenta da una parte, l’avv. Schifani, Cericola e Gentile dall’altra, si sono lasciati con un aggiornamento al 19 agosto per lavorare ad una soluzione rispetto a quanto determinatosi. Nessuno da Palazzo D’Alì pare avere cancellato la data di questo rinvio.
Se si vuol percorrere la via dell’adeguamento della convenzione, certo servirà del tempo, certamente meno di quanto servirebbe per fare un nuovo bando e firmare una nuova convenzione, il cui risultato peraltro è scontato, gli Shark non hanno avversari da superare per la gestione del Palazzetto dello Sport della città. A sentire lo stesso sindaco, concorrenti è difficile che ce ne possano essere. In attesa dell’adeguamento fare quel preambolo che permetta alla squadra di continuare a utilizzare il Palazzetto di piazzale Ilio. Immaginiamo infatti che il percorso tecnico non è facile e di immediata attuazione, ma la squadra deve continuare ad avere un impianto pienamente utilizzabile.
Il Comune nero su bianco non ha messo nulla, nessuno ha sfrattato nessuno, a parte i tecnici, che hanno responsabilità gestionali, che non è cosa tanto per dire, adesso la parola è all’amministrazone che mantiene l’indirizzo politico, che è cosa che conta in un ente locale. E proprio ieri noi abbiamo raccolto le parole del sindaco Tranchida che ha confermato l’idea di un accordo “ponte”. Qualche esperto però sostiene che l’accordo ponte non è possibile, allora si mantenga lo status quo, d’altra parte per un anno già questa convenzione è rimasta in piedi, può continuare così a maggior ragione che nel frattempo le parti si impegnano a trovare una soluzione.
Sul dare e avere bisogna che Antonini comprenda che l’uso di un bene pubblico ha un prezzo, il Comune ha diritto a vantare una contropartita, ma non è detto che guardando alle spese e agli investimenti questi numeri possano essere definiti senza danno per alcuno. Possono esserci precedenti utili, basta andare a guardare ad altre convenzioni, e seguire questi percorsi già praticati.
Tutto il contorno non ci interessa. Gettare il tutto nello scontro politico elettorale, tutto da venire, non è roba di oggi. Non ci interessano poi i soliti parolai magici che hanno bene in chiaro cosa accadrà, beati loro che sanno già tutto, hanno la risposta giusta dentro ma ci piace chiosare alla Guzzanti, “ma non sanno che la risposta è quella sbagliata”, desideriamo soltanto che non ci siano toni malposti o una informazione, non solo quella giornalistica, ma in particolare quella sui social, a senso unico…verso il baratro.
Siamo consapevoli che c’è il pericolo che tutto si sfasci, ma vogliamo pensare bene e in positivo che i pezzi caduti possano essere ricomposti. Quelli tra una pubblica amministrazione e una società che ha fatto conoscere Trapani, l’altra faccia della città, quella vera, pulita e appassionata. Nella quale l’amministrazione comunale non può dire di non riconoscersi.
Ma serve che qualcuno faccia un passo avanti. E questo oggi, stamattina, il primo passo spetta all’amministrazione di Palazzo D’Alì. Poi devono venire anche gli altri Per arrivare nuovamente al 19 agosto, al nuovo tavolo tecnico
E’ impossibile che ciò possa avvenire? Noi la pensiamo alla maniera di Sherlock Holmes, il celeberrimo investigatore inglese, “quando hai escluso l’impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, è la verità”. A questa guardiamo.
Trapani – di Rino Giacalone – Lo scenario di oggi era lapalissiano. E questo da mesi. Le parti oggi arrivate al litigio non ne erano nemmeno ignare. Da quando, bisogna riconoscerlo, esplosa la tempesta tra il patron Valerio Antonini e il sindaco Giacomo Tranchida, da Palazzo D’Alì venne fuori il fatto che la convenzione per la gestione del Pala Ilio, diventato poi Pala Shark, era divenuta “carta straccia”.
E il Comune se ne sarebbe reso conto quando c’è stato da leggere gli articoli a proposito dei compiti sulla collocazione dentro il Pala Shark dell’impianto per l’aria condizionata. L’uno a controbattere all’altro sulla competenza, “è manutenzione ordinaria” sosteneva il Comune, proprietario dell’impianto, “no, è manutenzione straordinaria” sostenevano gli Shark. Ma scorrendo la convenzione si scopre che è stata scritta per una “Ssd” senza scopo di lucro, e non per una “Srl” che per norma è società con scopo di lucro. Oggi il Comune notifica agli Shark il venir meno della convenzione: “Ci hanno detto che siamo abusivi e dunque restituiamo le chiavi” dice il patron Antonini, “parole senza senso e tensioni oltre ogni misura” risponde il sindaco Tranchida. A questo punto bisogna ricordarsi di un po’ di cose. La famosa frase “a mia insaputa” forse non potrebbe essere rivendicata da nessuna delle due parti, viene da dire “in campo”, Comune e Shark, per una partita che se si giocasse davvero meriterebbe il bollino rosso dell’osservatorio per la sicurezza sportiva. Non sarebbe nemmeno una partita di basket, al parquet subentrerebbe un ring.
Il Comune di Trapani nel 2023 attraverso un bando comunicò l’intenzione di dare in gestione il Palazzetto dello Sport, Pala Ilio, dopo aver sloggiato la precedente società cestistica del presidente Basciano. In campo a Trapani c’era già l’imprenditore Valerio Antonini, che aveva acquistato il titolo per la partecipazione al campionato di calcio, e che frattanto si era deciso a scendere a giocare anche sul parquet cestistico, e per questo era andato a prendersi a Roma il titolo per iscrivere al campionato di A2 la nuova società pronta a vestire i colori granata. Il Comune pubblica il bando, la società di Antonini vince facile perché non ha altri concorrenti, ed è nelle cose e naturale che sia così, la cosa non deve suscitare scandalo, si firma la convenzione. Da una parte il Comune di Trapani dall’altra parte gli Shark che sono ancora una “Ssd”. Trattandosi di società dilettantistica, spiegano oggi dal Comune, la convenzione prevede agevolazioni, secondo quanto prevede la legge, a favore di società “no profit”. La “Ssd” però dura poco, nel giugno 2024 diventa una “Srl”. Attorno c’è tanta euforia, gli Shark sono stati appena promossi in serie A, il Comune prepara e consegnerà la cittadinanza onoraria a Valerio Antonini per i suoi meriti sportivi. In mezzo a tanta gioia però nessuno si accorge che mutando l’assetto societario decadono i riconoscimenti della convenzione propri per una “Ssd” che è una “no profit”.
La “Srl” è una società che deve pensare a far profitto, e tale deve essere se vuole partecipare a campionati professionistici. Ma è proprio vero che nessuno a Palazzo D’Alì sapesse della trasformazione societaria? Ed è proprio certo che in casa Shark nessuno sapeva dell’obbligo di comunicare al Comune l’avvenuta modifica dell’assetto societario? Interrogativi a parte solo un anno dopo scoppia il caso, e questo perché Comune e Shark hanno cominciato a litigare sull’aria condizionata, gli uffici si sono resi conto che la convenzione ad oggi non vale più nulla. Ma la qualcosa era venuta fuori, a mezzi frasi, tra spizzichi e bocconi, durante quello che è diventato il famoso confronto in tv tra Antonini e Tranchida, trasmesso dall’emittente del patron Telesud. Nessuno dei due si è spinto oltre, ma la parolina “convenzione” ha fatto capolino, la si è appena percepita. La questione per mesi è rimasta sicuramente argomento di discussione nei corridoi.
Oggi ennesimo incontro, ed esplode la questione. Il Comune intende rimettere mano al bando e fare una nuova convenzione per la gestione. Intanto reclama agli Shark i conti sull’affidamento del Palazzetto per la stagione sportiva appena disputata, il Comune si ritiene creditore. Antonini risponde picche e va su X ad annunciare che consegnerà le chiavi del Pala Shark che torna ad essere Pala Ilio. Tranchida risponde reclamando la ragione per l’azione condotta dagli uffici, ma non chiude le porte. Tutto questo accade a una settimana dall’avvio della preparazione agonistica degli Shark, per il secondo anno consecutivo, al campionato in serie A di pallacanestro e all’esordio assoluto nelle Coppe Europee, non c’è un impianto nel quale disputare le gare interne. Il Comune, con la sua dirigenza, segretario generale, direttore del servizio, ha notificato ai rappresentanti della società cestistica granata, assente Antonini, come la convenzione non sia più attiva “e – quindi replica il patron granata – che quasi siamo degli abusivi”. E quindi “restituisco le chiavi e mi accingo a presentare denunce in Procura e chiederò al prefetto un incontro perché qui è a rischio anche l’ordine pubblico. Ci sono 3500 abbonamenti già venduti. Il Comune sorvola sugli investimenti fatti dalla mia società, per allestire al meglio il Pala Ilio e l’organico, guarda agli introiti dei biglietti e non a tutte le spese sostenute”.
Insomma invece di pensare al campionato di basket, A nazionale ed Eurolega, l’attenzione viene indotta a concentrarsi su come le parti affronteranno questa battaglia legale. Quasi da far passare in secondo piano “dove far giocare il quintetto granata”. Non sfugge a nessuno che frattanto Antonini, che ha deciso di scendere in campo anche nella politica, ha indetto per fine agosto una manifestazione di piazza, che per quello che è successo oggi non sarà certo disertata. C’è un mix impazzito, ognuno però deve stare attento a shakerare il tutto usando gli umori della gente.
“La convenzione – afferma Tranchida – ritengo che all’epoca venne sottoscritta dal presidente Antonini nelle sue piena capacità di intendere e di volere, mi sorprende che un imprenditore come lui abituato a frequentare i più importanti palazzi del potere politico di tutto il mondo, per i suoi legittimi affari, non si sia mai accorto che quell’atto riservava per norma di legge agevolazioni previste per le società no profit, qual era all’epoca la sua. È legittima l’azione di controllo esercitata dai dirigenti del Comune che hanno precise responsabilità gestionali dalle quali nessun amministratore può chiedere di distogliersi. Così come la società cestistica aveva l’obbligo di comunicare al Comune la mutazione societaria. A noi compete l’indirizzo politico. E questa amministrazione – continua Tranchida – è intenzionata a fare un nuovo bando per affidare in gestione il Pala Ilio con una netta sottolineatura. Quella che questa struttura sportiva, costruita per i colori granata, non potrà vedere in campo altri colori”. Una rassicurazione per Antonini? È logico immaginare che solo una squadra di basket può avere interesse per questo impianto, e a Trapani di squadra granata cestistica ce ne è solo una con le capacità gestionali occorrenti. Tranchida non lo dice espressamente, ma afferma “che verranno fatti tutti gli approfondimenti di legge per offrire al nuovo gestore altre agevolazioni”. Il tavolo tecnico pare avere su questo idee molto chiare. E nel frattempo che si arrivi al nuovo bando? “Siamo pronti a percorrere l’unica via possibile garantendo alla società degli Shark l’utilizzo dell’impianto, nessuno manda via nessuno. È stato fatto solo presente che quella convenzione non produce più effetti perché la società affidataria ha mutato assetto abbandonando la categoria “no profit”.
Tra le righe Tranchida invita Antonini a non buttare tutto in caciara, e che non c’è intenzione alcuna di ostacolare la definizione di un nuovo affidamento in gestione. Difficile pensare che possano arrivare offerte da altre parti per avere in gestione l’impianto, e qual ora così fosse il Comune è pronto a mettere nero su bianco sullo stesso bando che la priorità è per i colori granata.