Palermo
Palermo. Truffa da 26 milioni di euro bonus edilizi, 4 arresti e 83 indagati
L'attività è stata eseguita dalla Guardia di Finanza
Redazione6 Giugno 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Palermo – Ancora una truffa sui bonus edilizi in Sicilia. E’ stata scoperta dalla guardia di finanza a Palermo – valore  26 milioni di euro.  Diciannove le imprese edili palermitane, che avrebbero eseguito lavori di ristrutturazione solamente sulla carta. Quattro indagati sono finiti ai domiciliari, per altri 3  disposta una misura interdittiva: non potranno esercitare l’attività imprenditoriale e rivestire uffici direttivi di imprese per un anno.

    Stessa misura imposta a 10 aziende. Sequestrati beni equivalenti al valore del presunto imbroglio con due distinti provvedimenti, uno di urgenza da oltre 8 milioni, nel corso delle indagini, e l’altro da circa 19 milioni, eseguito lo scorso mese di aprile.

    Il modus operandi

    Dalle indagini coordinate dalla Procura, è emerso che: le società coinvolte nella frode, applicando lo sconto in fattura, emettevano fatture per operazioni inesistenti verso clienti privati per lavori in realtà mai eseguiti, generando il citato credito d’imposta fittizio, utilizzabile in detrazione o cedibile a terzi; lo stesso credito veniva poi ceduto a intermediari finanziari, consentendone un’immediata e consistente monetizzazione; infine i titolari d’impresa distraevano parte delle somme mediante bonifici su conti correnti personali, prelevamenti di contanti, sottoscrizione di buoni fruttiferi postali, acquisto d’oro, criptovalute, beni mobili e immobili.

    Gli atri indagati

    Ci sono indagati altri 83 soggetti, tra amministratori di diritto delle imprese inserite nel circuito illecito e committenti compiacenti, concorrenti nei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata. I provvedimenti sono stati emessi a seguito a degli “interrogatori preventivi”, dopo i quali il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare per alcuni e le interdittive per altri.

    “Quest’attività di servizio, svolta in stretta sinergia con la Procura, si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del Corpo – scrive la guardia di finanza – a contrasto delle frodi in materia di agevolazioni fiscali concesse a sostegno di famiglie e imprese, a tutela della legalità economico-finanziaria del Paese”.




  • Marsala
    Marsala. Autorciclaggio e frode fiscale, la finanza sequestra 830 mila euro
    Indagati due coniugi del trapanese
    Redazione27 Maggio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Marsala – Eseguito dai finanzieri del del Comando Provinciale di Trapani su disposizione del GIP del Tribunale di Marsala un sequestro da oltre 830 mila euro. Il provvedimento rientra nell’ambito di un’indagine per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio.

    Indagati due coniugi, ritenuti responsabili, in concorso, di gravi reati economico-finanziari.

    L’inchiesta – coordinata dall’Area Criminalità Economica della Procura di Marsala – è nata da una verifica fiscale avviata nei confronti di una società del settore alberghiero. Le indagini sono state affidate alla Compagnia della Guardia di Finanza di Castelvetrano, che ha ricostruito un sofisticato schema fraudolento attraverso l’analisi di documentazione contabile ed extracontabile, flussi finanziari e controlli incrociati.

    Secondo quanto accertato dagli investigatori, la coppia avrebbe messo in atto una serie di espedienti illeciti, tra cui:

    Tutto ciò con l’obiettivo di evadere le imposte, prelevare fondi dalla società e rendere inefficaci le azioni di riscossione del Fisco.

    Il provvedimento ha portato al sequestro, anche per equivalente, di somme di denaro e immobili riconducibili agli indagati. L’attività investigativa si inserisce in un più ampio impegno della Guardia di Finanza a tutela della legalità economica, per contrastare pratiche scorrette che danneggiano l’intera collettività e gli imprenditori onesti.

    Si tratta di un’indagine ancora nella fase preliminare e, come previsto dalla legge, gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.





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