Trapani – Giornata dal sapore estivo su Trapani: il cielo si manterrà sereno per gran parte del giorno, con temperature in netto rialzo. Minime intorno ai 20°C, massime che potranno toccare i 30°C, soprattutto nelle ore centrali. Vento debole da nord-est, umidità moderata al 55%. Mare calmo o poco mosso, perfetto per escursioni o una passeggiata in spiaggia. a San Vito Lo Capo il sole splenderà senza interruzioni, mentre ad Erice ci sarà qualche banco di nebbia mattutino destinato a dissolversi. Marsala attende una giornata limpida e calda, ottima per le visite alle cantine o alla Riserva dello Stagnone.
🔮 Oroscopo del giorno
♈ Ariete – Voglia di fare, ma occhio alle priorità
Sei carico e determinato, ma non puoi fare tutto da solo. In amore c’è bisogno di chiarezza. Attenzione agli impegni presi senza riflettere.
♉ Toro – Piccoli piaceri, grandi conferme
Una giornata che parla di stabilità e affetti sinceri. Ottimo momento per concederti qualcosa che rimandi da tempo. Rilassati, te lo meriti.
♊ Gemelli – Cambiamenti in vista, e non solo fuori
Lunedì vivace, pieno di idee. Potresti essere sorpreso da un incontro o da una notizia inattesa. Agisci, ma ascolta anche chi ti vuole bene.
♋ Cancro – Cuore vigile, passo lento
La giornata chiede pazienza. In amore meglio non insistere, sul lavoro evita decisioni affrettate. Il silenzio può essere più eloquente di mille parole.
♌ Leone – Attenzione alle sfide d’orgoglio
Non tutto è una competizione. Evita scontri inutili in famiglia o con colleghi. Meglio rinviare discussioni delicate. Riposo serale consigliato.
♍ Vergine – Ordine dentro, caos fuori
Hai bisogno di ristabilire alcune certezze. Organizza bene la tua giornata e lascia poco spazio all’improvvisazione. Un piccolo viaggio mentale ti farà bene.
♎ Bilancia – Dialoghi aperti, soluzioni vicine
Giorno utile per chiarire vecchie incomprensioni. Buon equilibrio tra doveri e piaceri. Se hai qualcosa da dire, oggi troverai le parole giuste.
♏ Scorpione – Emozioni in superficie
Lunedì un po’ ruvido, ma intenso. Potresti sentirti più sensibile del solito. Prenditi il tuo tempo. Un gesto d’affetto vale più di mille consigli.
♐ Sagittario – Nuovi stimoli, vecchi limiti
Qualcosa si muove, ma il passato ancora pesa. Se vuoi evolvere, serve coraggio. Un consiglio ricevuto oggi potrebbe farti riflettere davvero.
♑ Capricorno – Disciplina e piccoli passi
Giornata produttiva se mantieni il controllo. Non strafare. Bene i rapporti professionali, mentre in amore è il momento di ascoltare di più.
♒ Acquario – Originalità da incanalare
Hai voglia di rompere gli schemi, ma occhio a non esagerare. Usa la tua creatività per proporre soluzioni nuove. Ottimo momento per la scrittura o il disegno.
♓ Pesci – Intuizioni da seguire
La giornata può sorprenderti, se resti ricettivo. I sogni della notte potrebbero parlarti. Sii più gentile con te stesso. Un’amicizia si rafforza.
Riposto (Ct) – Il 23 marzo 2025, Franco Battiato avrebbe compiuto 80 anni. A quattro anni dalla sua scomparsa, la sua eredità artistica e spirituale continua a risuonare con forza e lucidità. Più che un semplice musicista, Battiato è stato un ricercatore dell’anima, capace di unire linguaggi diversi – musica, poesia, mistica, pensiero politico – in un messaggio che ancora oggi illumina chi è in cammino verso l’essenza della vita. La sua eredità spirituale, profondamente radicata nella Sicilia e al tempo stesso universale, è una guida per chi cerca silenzio, senso e bellezza nel caos del presente.
Dal suono all’anima
Per Franco Battiato, la musica non era intrattenimento, ma meditazione in forma sonora. Brani come L’ombra della luce o Le nostre anime nascono da momenti di raccoglimento profondo, spesso al suono di un armonium. Il suo ultimo inedito, Torneremo ancora, è una preghiera laica, una dolce partenza verso l’oltre. Ogni nota vibra come un invito a rallentare e ad ascoltare ciò che è invisibile.
Il silenzio come arte
Il silenzio, per lui, era un ingrediente essenziale della creazione. Battiato sognava una vita da eremita, immerso nella concentrazione e nelle “piccole cose”. Questo bisogno di raccoglimento ha guidato anche le sue scelte artistiche: negli ultimi anni, si è allontanato dalla scena pubblica per ritrovare la propria dimensione interiore. Per lui, il vero suono nasceva nel silenzio.
Una fede che unisce le religioni
«La religione è un atteggiamento di sacralità verso la vita», diceva. Battiato ha cercato Dio nelle più diverse tradizioni spirituali: dalle preghiere cristiane ai canti sufi, dal buddismo alla filosofia induista. Ha cantato in latino liturgico, studiato reincarnazione e meditato sulla Pasqua etiope. Una fede non dogmatica, ma profonda, aperta, sincera. Radici cristiane e ali orientali: così si nutriva la sua spiritualità.
La denuncia sociale di “Povera Patria”
Scritta nel pieno degli anni di piombo, Povera Patria (video qui in basso)resta uno dei manifesti più forti della disillusione italiana. Nata come reazione alle stragi di mafia, questa canzone è diventata un atto d’accusa poetico, struggente, necessario. «Avrei preferito non scriverla», confessò, ricordando quanto il dolore lo avesse spinto a comporre.
Politica? No grazie
Nel 2012 accettò per breve tempo l’incarico di assessore alla Cultura in Sicilia, ma si dimise presto, deluso dalle logiche di potere. La sua conclusione fu chiara: «Servono artisti e filosofi, non politicanti». La sua idea di società era fondata sull’etica, sulla bellezza, sull’educazione spirituale. Valori oggi più che mai urgenti.
L’amore come “cura” dell’anima
La cura (secondo video qui in basso) è il suo capolavoro d’amore, ma non nomina mai la parola “amore”. Parla invece di dedizione, protezione, silenziosa presenza. È il canto di un padre, di un compagno, di un’anima che ama senza possesso. Una canzone che non consola, ma eleva. Come tutta la sua opera.
Un’eredità per chi cerca
Franco Battiato ci ha lasciato un’eredità fatta di suoni, parole e visioni. Ma soprattutto, ci ha lasciato domande. E strumenti per cercare le risposte dentro di noi. A ottant’anni dalla sua nascita, la sua voce non è solo un ricordo: è un invito. A meditare, a comprendere, a tornare all’essenza.
Hai un ricordo legato a Franco Battiato? Quale canzone ti ha cambiato la vita? Raccontacelo nei commenti. Condividi questo tributo e continua a seguirci su TrapaniOggi.it per altri approfondimenti culturali.
Tra i tanti proverbi siciliani che raccontano la saggezza popolare dell’isola, “Calati juncu ca passa la china” è uno dei più emblematici. Utilizzato da generazioni, questo detto riflette la filosofia di vita dei siciliani e il loro modo di affrontare le difficoltà.
Ma qual è l’origine di questo proverbio? Quali sono i suoi significati? E perché è ancora oggi così attuale? Scopriamolo insieme.
Il Significato del Proverbio “Calati Juncu Ca Passa La China”
La traduzione letterale di “Calati juncu ca passa la china” è “Piegati giunco che passa la piena”. Questo detto prende spunto dalla natura stessa: il giunco (Juncus effusus) è una pianta palustre che cresce lungo i corsi d’acqua. La sua caratteristica principale è la flessibilità: quando arriva una piena, si piega sotto la forza dell’acqua ma non si spezza, tornando poi alla sua posizione originaria una volta passata la tempesta.
Questa metafora si applica alla vita quotidiana: in momenti difficili, l’atteggiamento più saggio è quello di adattarsi, aspettare che la tempesta passi, per poi rialzarsi più forti di prima. Il proverbio è spesso interpretato come un messaggio di resilienza e speranza, ma può anche essere visto come un invito alla rassegnazione di fronte alle avversità.
Le Origini del Proverbio
Le radici di questo detto si perdono nella storia. Lo storico siciliano Giuseppe Pitrè lo riportò in un libro di fine Ottocento dedicato ai proverbi siciliani, ma la sua diffusione risale a tempi ben più antichi.
In un contesto storico come quello siciliano, segnato da continue dominazioni straniere, la capacità di adattarsi è stata fondamentale per la sopravvivenza del popolo. Non a caso, molti emigranti siciliani che arrivavano in America “senza niente” trovavano in questo proverbio un mantra per affrontare le difficoltà iniziali in attesa di un futuro migliore.
Il Proverbio nella Cultura e nelle Arti
“Calati juncu ca passa la china” non è solo un modo di dire popolare, ma ha trovato spazio anche nella cultura e nelle arti. Un esempio significativo è la canzone “Caliti Junku” di Franco Battiato, in cui l’artista riprende il proverbio per riflettere sulla condizione umana e sulla resilienza.
Estratto dalla canzone “Caliti Junku” di Franco Battiato:
“Che farò senza Euridice, dove andrò senza il mio bene. Che farò, dove andrò, che farò senza il mio bene. Per aspera ad Astra, Le asperità conducono alle Stelle. Un antico detto, cinese o tibetano, forse arabo-siciliano, dice così: Caliti junku ‘ca passa la China, Caliti junku, da sira ‘a matina”.
Il proverbio viene anche spesso accostato alla filosofia del Gattopardismo, concetto reso celebre da Giuseppe Tomasi di Lampedusa con la frase “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
Un Insegnamento Sempre Attuale
Il proverbio “Calati juncu ca passa la china” continua a essere attuale. Oggi più che mai, la resilienza è un concetto chiave nella vita di molte persone. Di fronte alle difficoltà, l’importante è saper resistere, adattarsi e rialzarsi, proprio come il giunco dopo la piena. Un antico detto siciliano che, con la sua semplicità e profondità, racchiude una grande lezione di vita.
Se ti è piaciuto questo approfondimento, condividilo con chi ama la cultura siciliana!
Mafia e politica. Quando Toscani fece scoppiare il “caso Salemi” e raccontò ai giudici il “patto del tovagliolo”
Il fotografo fu a Salemi assessore del sindaco Vittorio Sgarbi. Oliviero Toscani, aveva la delega alla Creatività, alla Comunicazione e ai Diritti umani. Poi la rottura quando scoprì che dietro le quinte governava ancora il discusso politico Pino Giammarinaro
Trapani – Pubblichiamo l’articolo comparso il 14 Maggio 2013 su “Il Fatto Quotidiano”. La sua denuncia fece scoppiare il “caso Salemi”.
Oliviero Toscani il fotografo famoso nel mondo per i suoi scatti aveva seguito nel 2008 Vittorio Sgarbi nell’avventura politica in Sicilia dove il critico d’arte era stato eletto senza fatica sindaco della città trapanese. Dietro Sgarbi (che proprio oggi ha accettato l’incarico di assessore alla Cultura a Ragusa) grande promoter un ex deputato della Dc, Pino Giammarinaro, uno degli andreottiani di Sicilia, che volle Sgarbi candidato. Lo fece eleggere sindaco a furor di popolo. Ma contro Giammarinaro puntò il dito Oliviero Toscani, indicandolo come uomo della mafia. L’esperienza amministrativa si concluse con lo scioglimento per inquinamento mafioso dell’amministrazione Sgarbi. Giammarinaro uscito assolto da un processo per mafia si è ritrovato sorvegliato speciale e adesso destinatario di un provvedimento di sequestro di beni per 30 milioni di euro.
Oggi Toscani è stato sentito dai giudici del Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani che stanno decidendo le sorti di Giammarinaro e del suo patrimonio. Citato dalla difesa, la sua deposizione è stata una spina al fianco dell’imputato Giammarinaro. Nessun passo indietro. Tutt’altro. “Qui a Salemi la mafia c’è come in qualsiasi parte d’Italia – ha detto Toscani – solo che qui più di altrove è come la colla che tutto cattura, c’è un sistema impregnato di questa colla”. Tra tanti “patti” che nel tempo hanno segnato la storia d’Italia e della Sicilia, a Salemi ci fu il “patto del tovagliolo”, proprio così, un “contratto” che Toscani ha ricordato fu scritto al tavolo di un ristorante su un tovagliolo di carta, firmato da lui e da Sgarbi. “Gli avevo chiesto di staccarsi da Giammarinaro e lui aveva promesso di farlo, firmando quell’accordo che io volli scrivere subito, salvo poi te giorni dopo scordarsene”.
“Ricordo – ha proseguito Toscani – di una riunione di Giunta dove al solito c’era presente Giammarinaro, lo affrontai e gli dissi di andare via. Io lo chiamavo Giamburattinaio, lui reagì quasi mettendosi a piangere, e Sgarbi lo inseguì fuori dalla stanza per consolarlo… ero assessore a Salemi e il mio nemico era il paese di Salemi… pensavo di potere fare un lavoro eccellente e lo avevo cominciato con un gruppo di giovani, eravamo diventati una sorta di università, ma ci siamo dovuti fermare e oggi l’esperienza di Salemi la posso solo ricordare come un magnifico fallimento”.
Oggi il rapporto con Vittorio Sgarbi, Toscani lo ha cancellato: “E’ impazzito per la sua vanità, a Milano aveva fatto un buon lavoro e per questa ragione una squadra lo aveva seguito a Salemi, ma qui fu altra cosa”, racconta il fotografo dopo l’udienza. Toscani alla fine non assolve nessuno, nemmeno i siciliani che la mafia la subiscono: “Colpa loro, non hanno diritto a essere tolleranti, qui chi sbaglia dice tre pater noster e un ave gloria e viene assolto, magari poi accade che chi come Franco Battiato dice una cosa giusta viene allontanato”. “Il mondo purtroppo ha imparato dalla Sicilia, quello che oggi accade a Milano, il sistema Formigoni, i processi a Berlusconi, è in Sicilia che hanno preso esempio…”.