Palermo – Un milione e centocinquantamila euro per finanziare otto progetti di messa in sicurezza dei corsi d’acqua nelle province siciliane. La Regione, attraverso l’Autorità di bacino e la Struttura di contrasto al dissesto idrogeologico, ha attivato il finanziamento per la progettazione degli interventi di rimessa in efficienza delle opere idrauliche, il recupero e il miglioramento della funzionalità dei reticoli idrografici.
Nel Trapanese, invece, fanno parte dei progetti ammessi a finanziamento i lavori di riefficientamento di un tratto del fiume Belice, compreso tra la diga “Mario Francese”, già Garcia, il ponte sulla Sp 60, nel territorio di Poggioreale (Tp) e in parte nel territorio di Contessa Entellina, in provincia di Palermo (223 mila euro l’importo per la progettazione). Sempre nel Trapanese, finanziati i lavori di riefficientamento del sistema del torrente Forgia per 7,2 km nel Comune di Buseto Palizzolo (153 mila euro l’importo della progettazione). Le opere finanziate dal fondo sono state individuate dall’Autorità di bacino, diretta da Leonardo Santoro, secondo criteri e modalità prefissati. L’immediata assegnazione delle risorse ha consentito di procedere direttamente con le progettazioni, consentendo alla Struttura commissariale guidata da Sergio Tumminello di dedicarsi alla fase attuativa.
Nel Nisseno, partiranno i lavori su un tratto del torrente Rizzuto a Butera (78 mila euro), e i lavori di ripristino della funzionalità idraulica del torrente a valle della via Castelnuovo, nel comune di Resuttano (30 mila euro importo progettazione).
I progetti finanziati riguardano i lavori di riefficientamento del fiume Dittaino nei territori comunali di Catenanuova, Centuripe, Castel di Iudica, Ramacca, Paternò, Belpasso e Catania nel tratto compreso tra il ponte sulla Ss192 sino alla confluenza con il fiume Simeto (252 mila euro l’importo della progettazione) e il secondo troncone del fiume Dittaino nei territori comunali di Agira, Regalbuto, Catenanuova e Ramacca nel tratto compreso tra lo svincolo A19 di Agira e il ponte sulla SS 192 di Catenanuova (186 mila euro il costo della progettazione).
In provincia di Siracusa i lavori di riefficientamento riguarderanno il vallone Benante nel territorio comunale di Lentini (50 mila euro progettazione). Nell’Agrigentino, infine, partirà la progettazione per i lavori di ripristino della funzionalità idraulica del fiume Akragas e del fiume Drago e per un tratto del vallone tra le contrade Borsellino e Santa Lucia nei comuni di Agrigento e Joppolo Giancaxio (54 mila euro l’importo della progettazione).
Per quanto riguarda i due progetti di messa in sicurezza del fiume Dittaino, che beneficeranno anch’essi del fondo di Casa Italia, gli Uffici di piazza Ignazio Florio hanno già pubblicato il bando di gara per la progettazione, mentre per gli altri sei si è già conclusa la fase di affidamento dei servizi di ingegneria utili alla progettazione esecutiva.
San Vito Lo Capo – Per la frana del costone roccioso di Monte Monaco a San Vito Lo Capo si sta ricominciando tutto l’iter. Se gli uffici regionali risponderanno celermente, non è escluso però che finalmente la vicenda potrà dirsi risolta. Parola di sindaco Francesco La Sala. Lo stesso primo cittadino ha ribadito che l’amministrazione ha iniziato un nuovo iter per una nuova linea di finanziamento da richiedere alla Regione, per mettere in sicurezza il costone (dove ancora esiste un reale rischio frana) e questo dopo le valutazioni dell’ufficio tecnico. Lo stesso La Sala si è fatto portavoce presso gli uffici competenti della Regione per poter risolvere quanto prima la vicenda che si protrae da oltre tre anni. Insomma, si inizia a vedere uno spiraglio, in questa vicenda che ha dell’incredibile.
Era il novembre del 2021, quando una frana interessò il costone roccioso di Monte Monaco, costringendo tre famiglie di contrada Sauci a non poter più far ritorno nelle loro case evacuate quella stessa notte. La notte della frana, blocchi di roccia di notevoli dimensioni si staccarono dal costone roccioso sovrastante, finendo nel giardino di due delle tre abitazioni e devastarono la terza provocando danni enormi. Massi che mai sono stati tolti. Altri finirono sulla strada provinciale SP 63. L’allora sindaco Giuseppe Peraino emise un’ordinanza urgente per lo sgombero immediato delle tre abitazioni coinvolte, dichiarando il pericolo per la sicurezza pubblica e privata. Da quella notte nessuna delle tre famiglie ha più abitato in quelle case.
Oltre ai danni materiali, la frana ha sollevato gravi preoccupazioni per la sicurezza pubblica. Più di un masso era finito sulla strada provinciale SP 63, unica arteria che collega San Vito Lo Capo, alla Riserva Naturale dello Zingaro, con un flusso continuo di turisti e residenti, strada che non è mai stata chiusa né messa in sicurezza, nonostante il rischio concreto che altri blocchi di roccia potessero staccarsi e cadere sulla carreggiata. Si parlò di finanziamenti ottenuti dalla vecchia amministrazione per la messa in sicurezza dell’area, lavori mai iniziati e dove il rischio idrogeologico ancora oggi rimane elevato. Era stato presentato un progetto che aveva portato all’ottenimento di un finanziamento di 500mila euro, per la messa in sicurezza del costone e il ripristino dell’area. Il cambio di amministrazione a maggio 2023 ha interrotto il percorso avviato, a dicembre scorso i fondi stanziati sono decaduti.
Oggi la messa in sicurezza della zona, restituirebbe alla famiglie che da tre anni continuano a vivere un’odissea, non solo le loro case ma anche la serenità perduta.
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