Roma – Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, una legge delega sul nuovo nucleare sostenibile. L’obiettivo è regolamentare la produzione di energia con i nuovi moduli, lo smantellamento delle vecchie centrali, la gestione dei rifiuti e del combustibile esaurito, nonché incentivare la ricerca sulla fusione nucleare e riorganizzare le competenze nel settore.
Il disegno di legge delega punta a integrare il nucleare sostenibile nel mix energetico italiano per contribuire alla decarbonizzazione e alla sicurezza energetica, come delineato nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Questo nuovo modello di energia dovrà garantire costi contenuti e una maggiore competitività del sistema energetico nazionale.
Il governo, entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, dovrà adottare una serie di decreti legislativi per disciplinare in modo organico l’intero ciclo di vita della nuova energia nucleare. Il Programma Nazionale includerà:
Il ministro Pichetto ha spiegato che, secondo le previsioni della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile e degli istituti di ricerca, i primi impianti di nuova generazione potrebbero entrare in funzione entro il 2030. Questo approccio segna una rottura netta con il passato, puntando su tecnologie di nuova generazione sia nella fissione che nella fusione nucleare.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato come il governo abbia scelto di adottare una strategia a lungo termine per garantire sicurezza energetica e indipendenza strategica all’Italia. “Sono scelte coraggiose e strutturali per il futuro del Paese”, ha dichiarato la premier.
Anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito l’approvazione della legge delega “una giornata storica per l’Italia”, invitando gli italiani a considerare il nuovo nucleare senza pregiudizi, distinguendolo dal modello del passato. “Oggi guardiamo a una fonte innovativa, pulita e sicura”, ha ribadito Tajani.
Con l’approvazione del ddl delega sul nucleare sostenibile, l’Italia apre una nuova fase per il proprio futuro energetico, mirando a sicurezza, sostenibilità e indipendenza. Il percorso parlamentare e le future decisioni saranno determinanti per il successo di questa transizione.
Il 2025 sarà un anno di profonde trasformazioni in diversi settori, grazie a innovazioni tecnologiche, cambiamenti sociali e nuove tendenze globali. In questo articolo esploreremo dieci trend che avranno un impatto significativo sulla nostra quotidianità, dalle abitudini lavorative ai consumi, fino all’interazione con la tecnologia.
L’Intelligenza Artificiale (IA) continuerà a rivoluzionare il modo in cui lavoriamo e viviamo. Assistenti virtuali sempre più avanzati, automazione dei processi e personalizzazione dei servizi saranno all’ordine del giorno.
Le case diventeranno sempre più intelligenti grazie all’IoT (Internet of Things), con elettrodomestici connessi, gestione energetica automatizzata e sicurezza domestica basata su riconoscimento facciale.
Il lavoro remoto e ibrido continuerà a espandersi, con l’introduzione di nuove tecnologie di collaborazione virtuale e spazi di lavoro digitali sempre più immersivi grazie alla realtà aumentata e virtuale.
L’accesso ai servizi sanitari sarà sempre più facilitato da app mediche, consulti online e dispositivi wearable che monitorano la salute in tempo reale.
L’auto elettrica e le infrastrutture per la ricarica rapida diventeranno la norma, mentre il trasporto pubblico sarà sempre più basato su veicoli autonomi e condivisi.
I consumatori saranno sempre più attenti alla sostenibilità, favorendo prodotti riciclati, biodegradabili e modelli di economia circolare basati sul riuso.
Il metaverso diventerà una piattaforma chiave per l’intrattenimento, lo shopping e la socializzazione, con esperienze immersive che cambieranno il nostro modo di interagire online.
L’uso della blockchain si estenderà oltre il settore finanziario, influenzando settori come la logistica, la certificazione digitale e la protezione dei dati personali.
L’alimentazione del 2025 vedrà una crescita esponenziale del consumo di cibi a base vegetale, carne coltivata in laboratorio e soluzioni innovative per ridurre lo spreco alimentare.
Il turismo cambierà volto con un focus maggiore su esperienze autentiche, sostenibilità e destinazioni meno battute, grazie alla crescente consapevolezza ambientale dei viaggiatori.
Il 2025 si preannuncia come un anno di trasformazioni straordinarie. La tecnologia, la sostenibilità e i nuovi modelli di consumo ridefiniranno il nostro modo di vivere, offrendo opportunità e sfide. Rimanere aggiornati su queste tendenze sarà fondamentale per adattarsi al cambiamento e cogliere le nuove possibilità offerte dal futuro.
Trapani – Nei giorni scorsi, l’iniziativa “Giocattoli in Movimento” ha portato sorrisi e momenti di spensieratezza ai bambini ricoverati nei reparti di Pediatria e Chirurgia pediatrica dell’ospedale Sant’Antonio di Trapani e al Centro di Aggregazione Giovanile della parrocchia Regina Pacis di Paceco. I giocattoli, raccolti grazie alla generosità dei cittadini trapanesi durante la campagna natalizia promossa dal Movimento 5 Stelle, sono stati consegnati con l’obiettivo di diffondere un importante messaggio di solidarietà e rispetto per l’ambiente.
La consegna dei giocattoli ha visto la partecipazione di figure istituzionali e rappresentanti del territorio, tra cui i dirigenti medici dell’ospedale, il direttore generale dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce, la deputata regionale Cristina Ciminnisi, la responsabile del gruppo territoriale Francesca Trapani e la consigliera comunale di Paceco, Tania Basiricò, accompagnati da numerosi attivisti.
“Giocattoli in Movimento” non è solo un atto di beneficenza, ma un progetto che porta con sé un forte messaggio culturale. “Ogni espressione della politica dovrebbe trasmettere il valore della solidarietà, riconosciuto dalla nostra Costituzione, e combinarlo con la sostenibilità ambientale”, ha dichiarato Ciminnisi. Dare nuova vita ai giocattoli usati, invece di destinarli alla discarica, significa non solo ridurre l’impatto ambientale ma anche donare momenti di gioia ai bambini che vivono un periodo delicato della loro vita.
Quest’anno, l’iniziativa ha registrato un aumento significativo della partecipazione rispetto alle edizioni precedenti. Grazie alla sensibilizzazione crescente, sono stati raccolti ancora più giocattoli e libri per l’infanzia. “Un segnale positivo che ci spinge a estendere questa esperienza ad altri presidi ospedalieri e gruppi di volontariato”, ha sottolineato Ciminnisi.
L’iniziativa “Giocattoli in Movimento” rappresenta un modello virtuoso di economia circolare e solidarietà sociale. Attraverso gesti semplici, come la donazione di un giocattolo usato, si contribuisce a creare una società più attenta e responsabile, dove la cura per l’ambiente si intreccia con il benessere delle persone.
Siracusa – Sono stati 60 mila i metri quadrati di fondale ispezionati, centinaia quelli finalmente liberati da reti lunghe fino a 260 metri che tornano a respirare e a ripopolarsi; liberate specie protette rimaste intrappolate
Ben 60.000 metri quadrati di fondale marino ispezionati, oltre 30 reti fantasma lunghe fino a 260 metri (pari all’incirca a un grattacielo di 100 piani) recuperate a una profondità di 40-60 metri e centinaia i metri quadrati di fondale finalmente liberati: è il risultato dell’operazione “Ghostnets” condotta da ISPRA lungo la costa siciliana, tra Augusta e Siracusa.
L’intervento, parte del progetto MER (Marine Ecosystem Restoration) finanziato dal Pnrr, è stato realizzato con il supporto della RTC Ghostnets (CASTALIA, CONISMA e MAREVIVO) e ha permesso di recuperare varie tipologie di reti: a strascico, da posta, grovigli di cime, lenze e nasse e di liberare specie protette rimaste intrappolate.
“Con questa operazione, centinaia di metri quadrati di habitat pregiati potranno gradualmente tornare a “respirare” e favorire la ricolonizzazione da parte delle specie marine circostanti. “Questa campagna di recupero è un grande passo avanti per la tutela dei nostri mari – spiegano i ricercatori di ISPRA – ma rimane fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza tra gli operatori del settore e continuare a investire in tecnologie e politiche di prevenzione”. Tutto questo è stato reso possibile dalla Legge 60/2022 “Salva Mare” che ha qualificato le reti abbandonate e recuperate come rifiuti urbani da riciclare o smaltire.
L’impatto delle reti abbandonate
La diffusione di reti da pesca abbandonate (ALDFG – Abandoned, Lost or Discarded Fishing Gear) è cresciuta negli ultimi decenni a causa dell’intensificarsi dell’attività di pesca e dell’impiego di materiali sintetici, più economici e resistenti ma anche più dannosi per l’ambiente rispetto alle fibre vegetali utilizzate per reti tradizionali, come la canapa. Queste reti continuano a esercitare la cosiddetta “pesca fantasma”, pur non essendo più sottoposte al controllo umano, restano attive e continuano a catturare flora e fauna marina. In particolare, i danni provocati dalle reti riguardano:
Praterie di Posidonia oceanica: subiscono danni fisici, come ombreggiamento e abrasione, che uccidono o sradicano le piante.
Coralligeno: le specie sessili vengono strappate, spezzate, ricoperte e abrase, subendo gravi ripercussioni.
Fauna marina vagile: rimane intrappolata o ferita dalle reti, che continuano la loro azione di cattura anche dopo aver perso ogni controllo.
Le operazioni sul campo
Dopo una fase preliminare di ricognizione, che ha permesso di mappare e caratterizzare i fondali con strumentazione specializzata (Multibeam per la batimetria, Side Scan Sonar per l’individuazione di oggetti sommersi e ROV per la raccolta di immagini e dati in tempo reale), sono stati ispezionati circa 60.000 m² di fondale. L’intervento in acqua è stato eseguito da OTS (Operatori Tecnici Subacquei), supportati da due imbarcazioni per il recupero e lo stoccaggio delle reti.
Gli OTS si immergono tramite una “stage” o “gabbia” collegata alla nave di supporto e restano costantemente in contatto con la superficie attraverso un “cordone ombelicale” multifunzione (fornisce aria o miscele respiratorie, comunicazioni audio/video e assistenza). Una volta localizzate le reti, gli operatori le sganciano dal fondale, tagliandole se necessario in sezioni maneggevoli, per poi fissarle a cavi o sagole che consentono di sollevarle con un verricello fino in superficie.
Tecnologia e lavoro di squadra
L’operazione è stata condotta utilizzando strumenti tecnologici avanzati:
Multibeam per mappare il fondale e individuare le reti;
Side Scan Sonar per una scansione dettagliata degli oggetti sommersi;
ROV (Remotely Operated Vehicle) per monitorare e raccogliere dati in tempo reale.
Sul campo, gli Operatori Tecnici Subacquei (OTS) hanno operato in sicurezza, utilizzando un sistema di sollevamento con verricelli per recuperare le reti, garantendo la conservazione degli habitat sottostanti e minimizzando l’impatto sugli organismi rimasti intrappolati, come ceranti (anemoni cilindriche), ricci diadema, magnose (simili ad aragoste “schiacciate”) e madrepore a grappolo, tutte specie protette. Prima dell’avvio della rimozione, sono state liberate anche alcune cernie brune.
Una volta portate le reti a bordo, si è proceduto a un setaccio meticoloso per consentire la fuoriuscita di ulteriori esemplari di ricci matita, stelle marine, piccoli scorfani, ricci di prateria e svariati crostacei, salvaguardando così il maggior numero possibile di organismi marini.
Le reti recuperate verranno ora trasportate per lo smaltimento e, dove possibile, avviate al riciclo, contribuendo a promuovere l’economia circolare e riducendo l’impatto ambientale dei rifiuti marini.