Marsala Trapani
Trapani e Marsala, arrivano i primi locker per ritiri e spedizioni: logistica più smart e sostenibile
Installati tre armadietti self-service per semplificare le consegne e potenziare l’e-commerce in provincia di Trapani
Redazione3 Aprile 2025 - Attualità



  • Immagine Rappresentativa looker Attualità

    Inaugurati i primi locker automatici di Poste Italiane e DHL a Trapani e Marsala

    Trapani – In provincia di Trapani arrivano i primi armadietti smart per il ritiro e la spedizione dei pacchi. A installarli è stata Locker Italia, la joint venture tra Poste Italiane e DHL eCommerce, nata per supportare la crescita del commercio online e migliorare la logistica urbana. Il primo punto è stato attivato a Trapani in via Marsala 43. Due ulteriori locker sono stati installati a Marsala, rispettivamente in corso Calatafimi 112A e all’interno dell’ufficio postale di via Giuseppe Garibaldi 1.

    Un servizio capillare e a misura di cittadino

    Con questi nuovi locker – spiegano dalla sede logistica di Marsala – aumentano i punti di riferimento sul territorio per un servizio sempre più ‘a portata’ dei cittadini. La rete si fa più capillare e risponde meglio alle esigenze dei nostri clienti, che chiedono flessibilità e rapidità nelle consegne”.

    E-commerce e sostenibilità: le ragioni del progetto

    L’adozione massiccia dell’e-commerce, anche tra le famiglie siciliane, ha spinto i colossi della logistica a innovare la propria infrastruttura. I locker automatizzati si presentano come una risposta efficiente e sostenibile: permettono di ridurre i tempi di attesa, snellire le operazioni di consegna e offrire massima autonomia all’utente.

    Tecnologia accessibile e impatto ambientale ridotto

    Attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, i locker permettono di ritirare i pacchi tramite codice o QR-code, oppure di spedirli utilizzando il solo codice a barre. Il sistema consente di evitare i tentativi di consegna falliti e contribuisce a ridurre le emissioni di CO₂, grazie a una gestione più razionale dei trasporti. Quelli installati a Trapani e Marsala sono tra i primi in Sicilia e rientrano in un piano nazionale che prevede oltre 10.000 installazioni su tutto il territorio.




  • Italia
    Moda in crisi: chiudono 18 negozi al giorno
    Federazione Moda Italia lancia l’allarme: servono interventi urgenti
    Redazione25 Marzo 2025 - Economia



  • negozio moda e abbigliamento Economia

    Milano – La crisi dei negozi di moda in Italia ha raggiunto livelli allarmanti: ogni giorno abbassano la saracinesca 18 attività del settore. Un dato che peggiora il bilancio degli ultimi cinque anni e riflette le profonde difficoltà economiche del comparto. Con oltre 23.000 chiusure in un solo anno e 35.000 posti di lavoro andati persi, la moda – pilastro del Made in Italy – vive una fase critica che richiede risposte urgenti dal Governo. Crisi negozi moda Italia: ecco cosa sta accadendo.

    Lo scenario attuale: numeri preoccupanti

    Un’emorragia continua di punti vendita

    Secondo i dati forniti da Federazione Moda Italia – Confcommercio, il 2024 si è chiuso con un saldo drammaticamente negativo: 6.459 attività di moda e abbigliamento hanno cessato l’attività, con una media di 18 chiusure al giorno, contro le 13 del quinquennio precedente.

    Effetto domino sull’occupazione

    Oltre alla chiusura dei punti vendita, anche l’occupazione subisce duri colpi: sono 35.000 i posti di lavoro persi nell’ultimo anno, in un settore che oggi conta ancora 164.369 negozi attivi e 299.793 addetti. Il comparto moda continua a rappresentare un pilastro economico, ma sempre più fragile.

    Le cause della crisi

    E-commerce e calo dei consumi

    Alla base della crisi c’è il boom dell’e-commerce, che ha sottratto clienti ai negozi fisici. A questo si aggiunge la contrazione generale dei consumi, con un calo del -10% negli ultimi cinque anni secondo il report 2025 di Confcommercio sul commercio al dettaglio, disponibile sul sito ufficiale: confcommercio.it.

    Saldi e politiche aggressive

    Il 2024 è stato un anno nero per il settore: -4,2% rispetto al 2023, e i saldi invernali 2025 hanno confermato il trend negativo con un -5,5% nei consumi. Le dinamiche commerciali imposte da alcuni fornitori e gruppi internazionali, spesso fuori da logiche di sostenibilità, stanno schiacciando i piccoli esercenti.

    Quali soluzioni? Le richieste al Governo

    Patto etico e IVA agevolata

    Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia, ha richiesto al Governo Meloni un intervento concreto: un Patto Etico di Filiera per riequilibrare i rapporti tra fornitori e negozianti, e l’introduzione di incentivi fiscali, come una detrazione d’imposta per l’acquisto di prodotti sostenibili e un’aliquota IVA agevolata per il settore retail moda. Le richieste sono state rese pubbliche sul portale ufficiale di Confcommercio Moda.

    Il potenziale dello shopping turistico

    Una possibile via d’uscita arriva dal cosiddetto “shopping tourism”, valorizzato dall’abbassamento della soglia del tax free shopping da 154,96 a 70 euro. Chi ha saputo sfruttare questa opportunità, sottolinea Global Blue in uno studio del 2024, ha registrato un incremento del 54% delle transazioni e un +12% della spesa. Fonte: globalblue.com.

    La moda italiana è un asset culturale e produttivo da proteggere. In assenza di un piano di rilancio concreto, il rischio è di perdere un’intera rete commerciale diffusa sul territorio e preziosa per le economie locali.

    Cosa ne pensi di questa crisi? Nella tua città hai notato negozi che hanno chiuso? Partecipa al dibattito nei commenti, condividi l’articolo e continua a seguire TrapaniOggi.it





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