Trapani
Don Ciotti “Dobbiamo chiedere scusa a questa terra perchè siamo arrivati troppo tardi”
Una delle anime di Libera Don Ciotti ancora una volta ricorda che: "Il miglior modo per ricordare le vittime è quello di impegnarci di più tutti ogni giorno"
Laura Spanò21 Marzo 2025 - Attualità



  • Attualità

    Trapani – “Dobbiamo chiedere scusa a questa terra perchè siamo arrivati troppo tardi. Dovevamo arrivare molto prima per ricordare le tante vittime innocenti di mafia che ci sono stati in Sicilia. Dobbiamo ricordarli tutti con la stessa forza e con la stessa intensità”. Lo ha detto don Luigi Ciotti una delle anime di Libera, prima di salire sul palco di Piazza Vittorio Emanuele a Trapani, dove sono stati elencati i nomi di tutte le vittime di mafia per la XXX Giornata della memoria e dell’impegno. “Il miglior modo per ricordare le vittime è quello di impegnarci di più tutti ogni giorno. Dobbiamo evitare la retorica della memoria, perchè la vera memoria deve tradursi con l’impegno quotidiano”.

    Sono tre mesi che giro la Sicilia, e soprattutto questo territorio – dice don Ciotti – ho imparato tante cose, ho ascoltato tante voci, ho visto tanti giovani. Ho sentito il grido di molti di essi. I nostri giovani hanno bisogno di punti di riferimento. Poi non ci stupiamo che nelle ultime operazioni troviamo ancora vecchi boss e accanto a loro giovani che sono stati buttati dentro questi circuiti criminali”. Poi il riferimento a Trapani “Siamo venuti a Trapani per non dimenticarci il sacrificio di tante persone di questa provincia uccise dalla violenza criminale mafiosa, sono più di 55 le persone ammazzate. Ma siamo qui anche per far emergere le cose belle. Perchè in ogni città, c’è una città dentro la città. E questa città è quella della legalità, dei monumenti, delle associazioni. Di quelli che fanno la loro parte. Il lavoro dei magistrati delle forze di polizia, non basta. Perchè oggi le mafie ci sono. Sono sotto traccia, ma ci sono e quindi serve mantenere alta l’attenzione”.





  • Elly Schlein a Trapani per la XXX Giornata della Memoria delle Vittime di Mafia
    La segretaria del PD parteciperà al corteo e alla lettura dei nomi delle vittime innocenti
    Redazione20 Marzo 2025 - Attualità



  • Elly Schlein Attualità

    Trapani, 20 marzo 2025 – Domani, Trapani ospiterà la XXX edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, un evento promosso da Libera e Avviso Pubblico. Tra le figure istituzionali presenti ci sarà anche Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che prenderà parte alle commemorazioni insieme al segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo.

    Il Programma della Giornata

    La manifestazione prenderà il via alle ore 9:00 con un corteo che partirà da Piazza Garibaldi, coinvolgendo cittadini, associazioni e istituzioni in un percorso di memoria e riflessione. Il momento più significativo dell’evento si terrà in Piazza Vittorio Emanuele, dove verranno letti i 1101 nomi delle vittime innocenti della mafia. A seguire, interverrà Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, con un discorso di forte impatto emotivo e simbolico.

    Il Significato dell’Evento

    “Devo ringraziare Elly Schlein per la sua presenza in Sicilia, un segnale importante di vicinanza e di impegno concreto contro la criminalità organizzata”, ha dichiarato Anthony Barbagallo. “Quest’anno l’evento assume un valore ancora più significativo, coincidendo con il quarantennale della strage di Pizzolungo. In quell’attentato mafioso, destinato al magistrato Carlo Palermo, persero la vita Barbara Rizzo e i suoi due figli gemelli, Giuseppe e Salvatore”.

    La partecipazione delle istituzioni e della cittadinanza testimonia la necessità di mantenere viva la memoria delle vittime della mafia e di rafforzare l’impegno per la legalità e la giustizia. La presenza di Elly Schlein sottolinea l’importanza della lotta alle mafie come prioritaria nell’agenda politica nazionale.

    Un Invito alla Partecipazione

    L’iniziativa rappresenta un momento di riflessione collettiva e un’opportunità per ribadire il rifiuto della cultura mafiosa. Tutti i cittadini sono invitati a prendere parte al corteo e alla cerimonia, per dimostrare che il ricordo delle vittime innocenti continua a essere un dovere morale e civile.




  • Erice
    Il buon vento che semina Giustizia e forma le coscienze
    Libera, cento passi verso il 21 marzo, organizza un momento per ricordare GianGiacomo Ciaccio Montalto
    Laura Spanò21 Gennaio 2025 - Cronaca



  • Memoria e giustizia: il cammino verso il 21 marzo a Trapani con Libera Cronaca

    Erice –Il buon vento che semina Giustizia e forma le coscienze. Libera, nei cento passi verso il 21 marzo, organizza un’assemblea pubblica per ricordare il magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto con i cittadini e le cittadine del territorio di Trapani, coinvolgendo il mondo associativo, per parlare di memoria, impegno e antimafia.

    Alla malerba della mafia e del silenzio, va opposta la pianta del cambiamento responsabile.

    Appuntamento a Trapani, il 27 gennaio, alle ore 17:00, presso il seminario vescovile, Via Cosenza, 19, Erice Casa Santa, sarà presente anche don Luigi Ciotti.

    La Sicilia abbraccia familiari e vittime innocenti

    Promossa da Libera e Avviso Pubblico il 20 e 21 marzo, Trapani e la Sicilia abbracceranno le centinaia di familiari di vittime innocenti delle mafie provenienti da tutta Italia. In attesa di questo grande evento in tutta Italia, si sta già lavorando.

    Dal ’96 anno della sua nascita la “Giornata” ha reso protagonista una vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali, enti locali, in un percorso di continuo cambiamento dei territori, “nel segno del noi, nel segno di Libera”.

    Leggere i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile:

    Ogni anno una città diversa con un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Leggere i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Il 21 marzo a Trapani e in tanti luoghi d’Italia insieme per un abbraccio sincero ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, non dimenticando le vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere.

    “Trapani e la Sicilia rappresentano un territorio ricco di storia, di cultura e di sviluppo civico. Sono luoghi depredati dalla forza criminale, ma capaci di percorsi di alternativa, che illumineremo nell’ambito di un periodo che novembre del 2024 ci porterà fino al 21 marzo 2025, e che darà la forza anche per un ulteriore impegno territoriale successivo alla manifestazione. Continueremo a chiedere piena luce sulle troppe stragi d’Italia che ancora aspettano che sia scritta la verità piena e accertata”.




  • Italia
    “L’informazione che voi rappresentate è sorgente di libertà” Don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”, al XVII Congresso Usigrai
    Trent’anni fa nasceva Libera, un’associazione di associazioni
    Redazione15 Gennaio 2025 - Attualità



  • Attualità

    Roma – “Trent’anni fa nasceva Libera, un’associazione di associazioni. Oggi la trovate ben presente in tutta l’America Latina, in Europa, in Africa. Il ‘noi’ è un elemento vitale per la società, per la Chiesa. Oggi più che mai è necessario unire le nostre forze per diventare una forza, nel senso del servizio per il bene comune. Se c’è bisogno di un progresso, che ci deve veramente coinvolgere tutti, questo progresso è crescere in umanità. Sentendo le voci, le testimonianze, avverto fortissimo questo bisogno di umanità che chiama in gioco ciascuno di noi e si salda ad un’altra parola fondamentale: responsabilità. L’umanità è sempre in divenire. Dunque l’augurio che faccio a tutti voi è di essere davvero solidi. Pensando all’esperienza del Gruppo Abele e a Libera, credo di poter condividere con voi, con tutti i miei limiti, un concetto: l’informazione, che voi rappresentate, è sorgente di libertà e democrazia”.

    Sono le parole di don Luigi Ciotti, Presidente dell’Associazione “Libera”

    intervenuto oggi nel corso della seconda giornata del XVII Congresso Nazionale USIGRAI a Milano Marittima, con un intervento su “Cosa succede se le Comunità non hanno più notizie: l’esperienza di Libera Informazione”.

    La democrazia:

    “La democrazia progredisce solo se è costituita da cittadini informati, attenti – ha aggiunto don Ciotti -. Mi pare importante condividere con voi che l’informazione è importante soprattutto per la formazione delle coscienze. Voi avete una responsabilità immensa nella vostra professione. Voglio esprimere stima e affetto per quanti di voi si mettono al servizio del bene comune. Questo ruolo importante deve avere almeno tre caratteristiche. Essere un’informazione libera, essere pluralista, essere – come ci ricordava un grande amico, grande giornalista RAI, Roberto Morrione – rigorosa. Rigorosa nella ricerca della verità”.

    Proteggere i giornalisti significa proteggere la democrazia

    Secondo don Ciotti, “Proteggere i giornalisti significa proteggere la democrazia, che non è un dogma ma una continua ricerca di verità. Pochi giorni fa eravamo a Palermo per ricordare Libero Grassi, l’imprenditore che scrisse una lettera a chi gli chiedeva il pizzo. Disse delle parole chiare: che non avrebbe mai piegato la testa. Quel gesto trovò risonanza sui media e in televisione. Una cosa vi confido: che proprio Libero Grassi, poi ucciso da Cosa Nostra per il suo invito a mettersi in gioco, un giorno disse che lui si era affidato ai giornali perché credeva nei media”.

    Il Ringraziamento ai giornalisti:

    “Grazie per il lavoro che fate: l’informazione è un veicolo di cittadinanza attiva – ha sottolineato don Ciotti -. Per questo c’è bisogno di un’informazione che stimoli continuamente e aiuti a scendere in profondità nella conoscenza. Abbiamo bisogno di una sana informazione, ne abbiamo davvero tanto bisogno. Dobbiamo dire no alla superficialità, all’informazione usa e getta che non aiuta le persone a saper distinguere e scegliere. Dunque un’informazione che senta la responsabilità educativa. L’informazione, attraverso alcuni canali RAI, ci ha permesso di tenere viva la memoria, di avere documenti, di rilanciarli e condividerli. Allora l’informazione in questo senso è veramente bene comune che non può essere inquinato da interessi di parte, dalla nefasta influenza della politica. Se l’informazione non è del tutto libera, allora non è informazione”.

    L’etica del racconto

    “Il giornalismo – sono le parole di don Ciotti – implica sempre un’etica del racconto. Nella RAI questa responsabilità è ancora più pesante. Per questo da parte mia c’è una ragione di maggiore affetto nei vostri riguardi. Se oggi si è passati dal crimine organizzato mafioso al crimine normalizzato, c’è una responsabilità di qualcosa che è venuta meno nel passato. Venuta meno l’attenzione, il fatto sparisce. Ma non spariscono i problemi che l’hanno generato. Le mafie e la corruzione non godono solo di sostegno attivo, ma anche di quello passivo. Si rinforzano se cresce la sottovalutazione, la rassegnazione, la delega. Abbiamo bisogno di una continuità importante per smuovere le coscienze. Oggi le Mafie sono più forti di prima. Dobbiamo aiutare la gente a prendere coscienza di questo male. Riconoscere una realtà che vede le imprese di mafia agire stabilmente insieme alle imprese che mafiose non sono: oggi c’è questa integrazione tra l’economia legale e criminale. La criminalità organizzata è in continua trasformazione e si adegua alle mutevoli condizioni dei mercati. Le reti di impresa vengono attratte dal crimine organizzate”.

    Il ruolo dei cittatini

    Don Ciotti ha ricordato “il ruolo dei cittadini, che sono chiamati ad essere informati. Le Mafie fanno sempre nuovi affari, nuove alleanze. Dunque, non basta tagliare la malerba in superficie. Sono anni che nel Paese, che io amo, parliamo di Mafie, nonostante l’impegno, la generosità, il sacrificio di tanti e il grande lavoro fatto. Estirpare il male alla radice è una grande sfida culturale. C’è bisogno di voi, di una RAI grande espressione del suo popolo. La ‘Ndrangheta calabrese oggi è presente in cinque continenti: tutto questo ci impoverisce. Quando diciamo mafia, diciamo droga, usura, estorsioni, ecomafie. Non dimenticate mai che in Vaticano questo Papa ha voluto ragionare insieme a Libera sui beni confiscati. Tutto questo è un segno di libertà, di dignità, di una speranza, che ci riguarda tutti”.





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