Roma – Dopo oltre un mese di ricovero al Policlinico Gemelli, Papa Francesco sarà dimesso domani, domenica 23 marzo, e farà ritorno alla residenza di Casa Santa Marta. La notizia, confermata dai medici dell’ospedale romano, segna un momento di gioia e speranza per milioni di fedeli che hanno seguito con partecipazione e affetto il decorso della malattia del Pontefice.
Il miglioramento delle condizioni del Santo Padre rappresenta non solo un conforto spirituale, ma anche un esempio di forza e affidamento nella fede.
Tra i primi a commentare con commozione la notizia, Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana (CESi). Le sue parole racchiudono il sentimento di tutta la Chiesa italiana:
“Siamo grati a Dio per il miglioramento della salute di Papa Francesco. Continueremo a pregare per lui e per il suo ministero. Il Santo Padre, anche nella malattia, ha saputo testimoniare il valore della sofferenza e l’importanza della preghiera, come atti di affidamento in Dio e segni visibili di unità nella Chiesa”.
Raspanti ha sottolineato come la figura del Papa rimanga centrale nel cammino spirituale e umano dei credenti, soprattutto nei momenti più difficili.
Durante le settimane di degenza, migliaia di fedeli hanno rivolto preghiere e messaggi di affetto a Papa Francesco, manifestando una profonda partecipazione spirituale e una vicinanza commovente. Il suo ritorno a Santa Marta assume ora un valore simbolico: un segnale di continuità, forza e speranza per tutta la comunità ecclesiale.
Nel corso del suo pontificato, Papa Francesco ha spesso parlato della malattia come un tempo da vivere nella fiducia, nella fede e nella solidarietà. Anche durante questo ricovero, ha dato prova di coerenza e di spiritualità, diventando testimone autentico di preghiera e di unità.
Il ritorno del Papa rafforza il senso di comunione nella Chiesa universale. La sua presenza, anche fragile, è un faro che illumina la strada dei credenti. Mentre i preparativi per accoglierlo nuovamente a Santa Marta sono in corso, l’invito dei vescovi e dei sacerdoti è uno solo: continuare a pregare per il Papa e per il suo ministero, perché la sua missione possa proseguire con la stessa dedizione e umanità che lo contraddistinguono.
Roma – Domani 13 marzo 2025, Papa Francesco celebra l’undicesimo anniversario della sua elezione al soglio pontificio. Un Papa venuto “quasi dalla fine del mondo”, che ha rivoluzionato la Chiesa con il suo stile diretto, la sua attenzione ai più deboli e un’instancabile azione diplomatica. Il suo pontificato, segnato da profonde riforme e da un messaggio di inclusione, ha attraversato momenti difficili ma anche grandi successi.
Dalla sua elezione nel 2013, Jorge Mario Bergoglio ha cercato di portare la Chiesa in una direzione più vicina alla realtà dei fedeli, affrontando con determinazione questioni complesse: dagli scandali di abusi al rinnovamento della Curia, fino alla difesa dell’ambiente con l’enciclica Laudato si’. Il suo impegno sociale e il dialogo interreligioso lo hanno reso una delle figure più influenti a livello globale.
Negli ultimi mesi, la salute di Papa Francesco è stata motivo di preoccupazione. A febbraio 2025, il Pontefice ha dovuto ridurre il suo carico di impegni a causa di un’infiammazione polmonare, che lo ha costretto a cancellare alcune udienze e a delegare maggiormente il suo lavoro. Sebbene la sua ripresa sia stata lenta, il Papa ha continuato a svolgere il suo ministero con forza d’animo, ribadendo di non avere intenzione di dimettersi.
Il suo fisico appare più fragile, e i medici gli hanno consigliato di evitare viaggi faticosi. Tuttavia, Bergoglio non ha mai smesso di rivolgersi ai fedeli con il suo messaggio di speranza, come dimostrato nell’Angelus di domenica scorsa, quando ha chiesto ancora una volta la fine dei conflitti nel mondo e un impegno comune per la pace.
Nel giorno dell’anniversario della sua elezione, il nostro augurio è che Papa Francesco possa continuare a guidare la Chiesa con la stessa determinazione che ha caratterizzato questi undici anni. La sua voce, spesso scomoda per i potenti, è ancora necessaria in un mondo segnato da divisioni, guerre e ingiustizie.
Mentre Papa Francesco entra nel dodicesimo anno di pontificato, le sfide per la Chiesa restano numerose. Dai conflitti globali alla crisi climatica, dalla crescente secolarizzazione alla necessità di riforme interne, il suo ruolo di guida spirituale è più che mai cruciale. La sua voce, capace di scuotere le coscienze e di riportare l’attenzione sui più deboli, resta un faro per milioni di fedeli nel mondo. Il futuro della Chiesa dipenderà anche dalla sua capacità di proseguire il cammino tracciato in questi anni, tra inclusione, dialogo e misericordia.
Ad multos annos, Santo Padre!
Che il suo messaggio di misericordia, fratellanza e rinnovamento possa continuare a ispirare milioni di persone.