Castelvetrano
Aperta dal Vescovo la Porta Santa del carcere di Castelvetrano
Prima della celebrazione eucaristica il Vescovo ha benedetto la porta di fiori
Redazione7 Marzo 2025 - Attualità



  • Attualità

    Castelvetrano – «Ognuno di noi deve essere speranza per gli altri, perché ognuno di noi ce la può fare ma non da solo». Così il Vescovo di Mazara del Vallo monsignor Angelo Giurdanella si è rivolto ai detenuti della casa circondariale di Castelvetrano stamattina, in occasione dell’apertura della porta santa nell’Anno giubilare “Pellegrini di speranza”.

    Un’entrata simbolica quella del Vescovo

    Un’entrata simbolica all’interno del carcere, oltrepassando la porta d’ingresso del corridoio principale dell’istituto penitenziario: «oltrepassare la porta – ha detto il Vescovo – significa creare relazioni, perché la casa è il luogo dell’affetto. Anche questa è una casa dove si creano relazioni per un’esperienza che ognuno di voi sta sperimentando ma che è solo momentanea».

    Benedetta la porta di fiori

    Prima della celebrazione eucaristica celebrata nel corridoio di una delle sezioni, il Vescovo ha benedetto la porta di fiori realizzata in collaborazione coi detenuti, alla presenza della direttrice del carcere Giulia Bruno, del prefetto Daniela Lupo, dei vertici provinciali delle forze dell’ordine, del presidente del consiglio comunale di Castelvetrano Mimmo Celia, del cappellano del carcere don Vincenzo Aloisi, del direttore Caritas diocesana Mimmo Errante Parrino e del presidente della Fondazione San Vito Onlus, Vito Puccio.

    Il Vescovo ai detenuti

    Ai detenuti il Vescovo ha ribadito che «anche per voi ci sono opportunità che dovete cogliere, chi ha sbagliato sta pagando ma, una volta fuori dal carcere, deve saper scegliere». In un passaggio il Vescovo ha fatto riferimento al pianto, «perché capita a ognuno di voi di piangere», ha detto rivolgendosi ai detenuti: «ma sappiate che le lacrime offuscano la vista ma rivelano il cuore». E ancora il Vescovo: «Non vedete qui i rappresentanti delle istituzioni come forze di repressione – ha detto – loro sono servitori per far star bene le nostre comunità».

    Le parole del prefetto Daniela Lupo

    «Fuori c’è la speranza che qualcosa può cambiare – ha ribadito il prefetto Daniela Lupo nel suo intervento – in carcere si entra, si esce e poi c’è la fase del reinserimento. Andare oltre quella porta (del carcere, ndr) consente a ognuno di sentirsi libero».

     




  • Palermo
    Blitz antimafia a Palermo per la Uilpa:“Imbarazzante il silenzio della politica e dell’amministrazione penitenziaria”
    Il segretario regionale della Uilpa Gioacchino Veneziano ci va duro e chiede attenzione per chi lavora nelle carceri
    Redazione12 Febbraio 2025 - Cronaca



  • blitz antimafia carceri Palermo Cronaca

    Palermo – Il giorno dopo il maxi blitz antimafia di Palermo che ha portato all’arresto 180 affiliati alle cosche mafiose del palermitano, Gioacchino Veneziano, Segretario generale UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia ci va duro e alza la voce “sulla fragilità del sistema carcerario e sulla mancanza di risposte da parte delle istituzioni”.

    Veneziano, sottolinea come ormai da anni il sindacato denunci le falle del sistema penitenziario, in particolare nei reparti di Alta Sicurezza, senza ricevere risposte adeguate da Politica e Amministrazione carceraria e porta un esempio pratico non solo delle incombenze a cui sono sottoposti gli agenti che prestano servizio nelle carceri, ma soprattutto della sproporzione di operatori rispetto a quelli messi in campo per arrestare i 180 affiliati.

    “La sproporzione tra le forze impiegate nelle operazioni di arresto e quelle destinate alla gestione dei detenuti è impressionante”, afferma Veneziano. E poi prosegue: “Mentre i Carabinieri hanno impiegato oltre 1.000 unità per effettuare i blitz, la Polizia Penitenziaria, con appena 100 agenti, deve sorvegliare oltre 1.200 detenuti in regime di alta sicurezza nelle carceri di Agrigento, Augusta, Caltanissetta, Bicocca Catania, Messina, Pagliarelli Palermo, Siracusa e Trapani. Un divario che, secondo il sindacato, mette a rischio la sicurezza delle strutture e del personale e che evidenzia la mancanza di un’adeguata strategia di gestione del fenomeno mafioso dietro le sbarre”.

    Secondo la UILPA, urge rafforzare le strutture carcerarie con investimenti strutturali e tecnologici, aumentare in modo straordinario gli organici della Polizia Penitenziaria e ripensare la geografia detentiva per evitare falle nel sistema.

    “La lotta alla mafia non può fermarsi solo agli arresti – dice  Veneziano – dopo l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine, la battaglia deve continuare anche dentro le carceri. Eppure, il silenzio della politica e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è sotto gli occhi di tutti”.




  • Trapani
    Carcere di Trapani, rinvenuti dalla polizia due smartphone
    Il ritrovamento nel corso di controlli approfonditi nel reparto "Ionio"
    Laura Spanò19 Gennaio 2025 - Cronaca



  • Carcere di Trapani, rinvenuti dalla polizia due smartphone Cronaca

    Trapani – Controlli serrati sono stati effettuati questa settimana all’interno del carcere Pietro Cerulli di Trapani. Nel corso di una perqusizione effettuata dal personale di polizia in servizio presso la casa circondariale, sono stati rinvenuti e sequestrati due apparati smartphone nell’illecita disponibilità di detenuti che si trovano ristretti nella sezione del circuito ad alta sicurezza “Ionio”. A darne notizia è il segretario provinciale del Sinappe Rocco Parrinello. “Il ritrovamento – dice Parrinello – mette in risalto ancora una volta le straordinarie capacità d’intelligence e d’intervento operativo della polizia penitenziaria, che operano quotidianamente in condizioni rese molto difficili, oltre per la carenza di personale rispetto l’organico previsto, anche per il grave sovraffollamento e le anomalie strutturali”.

    Servono 120 nuove unità:

    Per quanto riguarda la carenza di personale sicuramente nulla potrà cambiare l’arrivo previsto di 9 unità a Trapani, 2 a Favignana e 1 a Castelvetrano. In realtà servono oltre 120 unità di cui sicuramente 80 a Trapani; 30 a Favignana, 10 a Castelvetrano.

    Un controllo sempre più accurato:

    “La professionalità e l’arguzia degli agenti in servizio – dice ancora Parrinello – aiuta certamente a mettere una toppa sulle molteplici falle del sistema, ma rimane il fatto che telefonini, smartphone, sostanze stupefacenti, e più in generale, oggetti non consentiti penetrano ancora oggi all’interno delle carcere. Ciò dimostra ancora una volta come sia sempre più urgente schermare gli istituti penitenziari, per evitare traffici illeciti e problemi di sicurezza legati all’utilizzo illegali dei telefoni”.

    I sindacati:

    Da anni i sindacati chiedono agli uffici competenti di schermare le carceri e di dotare tutti i reparti del corpo di polizia penitenziaria di opportuni sistemi per rendere inattivi l’uso illecito di telefoni cellulari in cella e il sorvolo di droni con materiale vietato e pericoloso. Lo stesso sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove nel corso di un convegno a Palazzo San Macuto a Roma aveva anticipato: «Stiamo valutando la possibilità di schermare gli istituti penitenziari d’Italia, creando delle apposite white list riservate ad esempio ai soli cellulari degli agenti della polizia penitenziaria. È inaccettabile che persino in istituti minorili ci siano delinquenti che raccontano la loro vita carceraria sui cellulari come se fossero dei rapper. Inoltre allo studio del governo c’è una proposta per negare benefici a chi aggredisce uomini della penitenziaria in carcere». La dichiarazione è del febbraio 2024, siamo a gennaio 2025 ma ancora non è stato fatto nulla e all’interno delle carcere continuano ad arrivare di tutto in barba al lavoro quotidiano degli agenti di polizia.




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