Trapani
La Chiesa di San Nicola a Trapani: Un Viaggio tra Storia, Arte e Mistero
Tra Origini Bizantine, Arte Rinascimentale e Tradizione Trapanese
Redazione13 Febbraio 2025 - Turismo



  • chiesa di san nicola a Trapani Turismo

    La Chiesa di San Nicola a Trapani rappresenta uno dei gioielli architettonici più antichi e affascinanti della città. Avvolta da un’aura di mistero e sacralità, si narra che sia stata edificata su un antico tempio pagano, testimoniando così il passaggio dalla religiosità classica a quella cristiana. Seconda basilica della città per importanza, assieme alla Chiesa di San Pietro, custodisce secoli di storia e cultura trapanese.

    Le Origini della Chiesa di San Nicola: Dal Generale Belisario ai Chiaramonte

    Le radici della Chiesa di San Nicola affondano nel lontano 536 d.C., quando il Generale Belisario, condottiero bizantino, la fece erigere come luogo di culto di rito greco. Questo collegamento con la cultura bizantina ne fa uno dei più antichi edifici religiosi di Trapani, testimone di un’epoca in cui la città si trovava sotto il dominio dell’Impero Romano d’Oriente.

    Nel XIV secolo, la nobile famiglia Chiaramonte, tra le più influenti della Sicilia medievale, prese in custodia la chiesa e la dedicò a San Nicola di Bari, il santo protettore dei marinai e dei viaggiatori. Questa intitolazione non fu casuale: la città di Trapani, fortemente legata al mare, trovava in San Nicola una figura di riferimento per la protezione delle sue genti e delle sue rotte commerciali.

    L’Architettura e il Restauro di Giovanni Biagio Amico

    Oggi la Chiesa di San Nicola mostra un aspetto tardo cinquecentesco, frutto di rimaneggiamenti successivi che ne hanno arricchito la struttura e il valore artistico. Nel 1749, il celebre architetto trapanese Giovanni Biagio Amico, noto per aver lasciato un’impronta indelebile nell’architettura sacra siciliana, ne rinnovò le tre navate e il transetto, donando all’edificio un aspetto più armonioso e imponente.

    All’interno, la chiesa colpisce per la sua sobrietà e maestosità. Le tre navate, scandite da eleganti colonne, conducono lo sguardo verso l’altare maggiore, dove troneggia un’opera d’arte di straordinaria bellezza: un trittico in marmo del 1560 raffigurante il Cristo Risorto, affiancato da San Pietro e San Nicola. Quest’opera, realizzata dallo scultore Antonino Gagini, esponente di spicco della celebre bottega artistica dei Gagini, rappresenta un perfetto esempio della maestria scultorea rinascimentale siciliana.

    Un Luogo di Fede e Cultura per i Trapanesi

    La Chiesa di San Nicola non è solo un monumento storico, ma un punto di riferimento per la comunità trapanese. Oltre a essere meta di fedeli e studiosi d’arte, essa custodisce secoli di tradizioni, leggende e racconti legati alla città. Il suo legame con il passato bizantino, la nobile famiglia Chiaramonte e l’influenza artistica di Gagini e Amico ne fanno un simbolo di continuità tra passato e presente.

    Ogni trapanese dovrebbe visitarla almeno una volta nella vita per immergersi nella sua atmosfera unica, lasciandosi affascinare dalla sua storia millenaria e dai dettagli artistici che raccontano il glorioso passato della città.

    La Chiesa di San Nicola è un patrimonio prezioso che merita di essere riscoperto e valorizzato. Che tu sia un appassionato di storia, un amante dell’arte o semplicemente un cittadino curioso, questo luogo saprà regalarti emozioni autentiche e un senso profondo di appartenenza alla tradizione trapanese.

    Sei mai stato nella Chiesa di San Nicola? Condividi la tua esperienza nei commenti!




  • Tradizioni Trapani
    Non Chiamiamolo Dialetto: La Lingua Siciliana e la sua Dignità Storica
    La Lingua Siciliana: Storia, Letteratura e Identità Culturale
    Redazione12 Febbraio 2025 - Tradizioni



  • lingua siciliana non è dialetto Tradizioni

    La lingua siciliana è una delle più antiche e affascinanti lingue romanze, un tesoro culturale che affonda le sue radici in secoli di storia, dominazioni e contaminazioni linguistiche. Troppo spesso erroneamente definita un “dialetto”, la lingua siciliana possiede una propria grammatica, una letteratura consolidata e una ricchezza espressiva che la rendono unica nel panorama linguistico italiano ed europeo.

    Le Radici della Lingua Siciliana

    Il siciliano è una lingua romanza con origini che risalgono alla dominazione latina della Sicilia, arricchendosi nel tempo grazie ai contributi di Greci, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e Spagnoli. Questa stratificazione storica ha reso la lingua siciliana un vero e proprio mosaico linguistico, ricco di suoni, espressioni e vocaboli che non trovano equivalenti diretti nell’italiano standard.

    Perché il Siciliano non è un Dialetto

    Un dialetto è generalmente considerato una variante locale di una lingua nazionale, privo di autonomia grammaticale e lessicale. Il siciliano, invece, presenta una struttura linguistica indipendente dall’italiano, con proprie regole morfosintattiche, un vocabolario vastissimo e persino forme poetiche consolidate. Già nel XIII secolo, la Scuola Poetica Siciliana utilizzava il siciliano come lingua letteraria, anticipando di secoli l’italiano scritto. Nel 2018, l’UNESCO ha riconosciuto il siciliano come “lingua a rischio”, confermandone la dignità di lingua autonoma. Inoltre, la Legge Regionale Siciliana n. 9 del 2011 ha sancito la necessità di promuovere e valorizzare la lingua e la cultura siciliana.

    La Letteratura e la Lingua Siciliana

    La prima espressione letteraria del siciliano risale al periodo federiciano (XIII secolo), con la Scuola Poetica Siciliana che influenzò la nascita della letteratura italiana. Poeti come Jacopo da Lentini, considerato l’inventore del sonetto, scrissero in siciliano prima ancora che Dante e Petrarca nobilitassero il volgare toscano. Anche nei secoli successivi, autori come Giovanni Meli, Alessio Di Giovanni, Giuseppe Pitrè e Luigi Natoli hanno continuato a celebrare la bellezza e l’identità siciliana attraverso la loro opera.

    Giovanni Meli, ad esempio, è considerato uno dei più grandi poeti siciliani del XVIII secolo, noto per i suoi componimenti satirici e lirici in siciliano. Giuseppe Pitrè ha svolto un ruolo fondamentale nella raccolta e nello studio delle tradizioni popolari siciliane, preservando racconti, proverbi e canzoni che costituiscono il cuore pulsante della cultura isolana. Luigi Natoli, autore del celebre romanzo “I Beati Paoli“, ha contribuito alla valorizzazione della lingua siciliana nella narrativa.

    Il Siciliano Oggi: Tra Rischio e Valorizzazione

    Nonostante il riconoscimento storico e culturale, il siciliano rischia di essere relegato a semplice “lingua domestica”, parlata sempre meno dalle nuove generazioni. Tuttavia, negli ultimi anni, si stanno moltiplicando iniziative per la sua tutela e diffusione: corsi di lingua, pubblicazioni, canzoni e persino film girati interamente in siciliano dimostrano che questa lingua ha ancora molto da offrire.

    La lingua siciliana, quindi,  non è un semplice dialetto, ma una vera e propria lingua con una storia millenaria, una letteratura di grande valore e un’identità culturale da preservare. Non chiamiamolo dialetto, perché farebbe torto a un patrimonio linguistico che appartiene non solo alla Sicilia, ma al mondo intero.





  • Conosciamo Davvero Piazza Jolanda a Trapani?
    Un Angolo di Storia e Socialità nel Cuore della Città
    Redazione9 Febbraio 2025 - Turismo



  • antica cartolina della piazza jolanda a Trapani Turismo

    Trapani, città ricca di storia e cultura, è costellata di piazze e angoli suggestivi che raccontano il passato e il presente del territorio. Tra queste, Piazza Principessa Jolanda merita un’attenzione particolare, sia per la sua denominazione storica sia per il suo ruolo nella vita quotidiana dei trapanesi.

    L’Origine del Nome

    Piazza Principessa Jolanda prende il nome da Jolanda Margherita di Savoia, figlia maggiore del re Vittorio Emanuele III d’Italia e della regina Elena del Montenegro. Nata nel 1901, la principessa era conosciuta non solo per il suo lignaggio reale, ma anche per le sue passioni sportive: eccelleva infatti nel nuoto e nell’equitazione, discipline in cui ottenne numerosi riconoscimenti. La dedica della piazza alla principessa risale a un periodo in cui molte località italiane scelsero di omaggiare membri della famiglia reale nei loro toponimi, consolidando così un legame con la monarchia.

    Le Caratteristiche della Piazza

    Piazza Jolanda non è tra le piazze più estese di Trapani, ma la sua posizione strategica e la vivacità che la caratterizza la rendono un punto di riferimento per cittadini e turisti. La piazza si distingue per l’atmosfera intima e raccolta, circondata da edifici di varia epoca e da attività commerciali che la rendono un luogo frequentato in diversi momenti della giornata.

    Uno degli aspetti più noti di Piazza Jolanda è la presenza di numerosi caffè, ristoranti e pizzerie che la animano. Grazie a questi locali, la piazza è un luogo ideale per una sosta rilassante, un aperitivo con gli amici o una cena gustosa, immergendosi nei sapori autentici della cucina siciliana. Le pizzerie della zona, in particolare, offrono una varietà di specialità locali che richiamano clienti da tutta la città.

    Il Ruolo nella Vita Cittadina

    Pur non essendo una delle piazze monumentali di Trapani, Piazza Jolanda rappresenta un piccolo crocevia della socialità locale. Durante il giorno, è frequentata da residenti che si dedicano alle attività quotidiane, mentre la sera si trasforma in un punto d’incontro vivace, grazie alla presenza di giovani e famiglie che si godono il clima mite della città.

    Negli ultimi anni, la piazza ha beneficiato di interventi di miglioramento urbano, con l’obiettivo di valorizzare ulteriormente il suo potenziale aggregativo. L’amministrazione comunale ha puntato su una maggiore cura degli spazi pubblici, rendendola più accogliente per cittadini e visitatori.

    Piazza Principessa Jolanda è uno di quei luoghi che, pur non essendo tra i più celebri di Trapani, custodisce una parte della storia della città e continua a essere un punto di ritrovo per la comunità. Il suo nome riecheggia un passato legato alla monarchia italiana, mentre la sua atmosfera odierna la rende un luogo di incontro, relax e convivialità. Se vi trovate a Trapani, vale la pena fare una passeggiata in questa piccola ma affascinante piazza, magari sorseggiando un buon caffè o assaporando una pizza in uno dei locali che la circondano.




  • Trapani
    Licchia, e quell’incontro davanti alle “frascatole”
    Le parole scritte da Maria Guccione per ricordare Salvatore Coppola.
    Redazione9 Febbraio 2025 - Attualità



  • ricordo amico Salvatore Coppola Attualità

    di Maria Guccione – Sono molto compiaciuta per questa iniziativa messa su dai tanti amici di Salvatore Coppola e dispiaciuta di non poter essere materialmente presente. Ma due parole su di lui, sul mio amico Salvatore Coppola, voglio dirle. Sconoscevo la sua esistenza fino al 2003 allorché, dopo aver venduto il mio ex Albergo ristorante a cui ho dedicato 42 anni della mia vita, non mi venne l’insana idea di raccogliere in un libro i miei ricordi di quei 42 anni passati tra ricette, ospiti, aneddoti , successi e preoccupazioni. Mi serviva un editore e qualcuno mi fece il.nome di Coppola. Lo cercai : mai incontro fu per me più felice dal punto di vista umano, tragico dal punto di vista economico . Praticamente pagai di tasca mia la pubblicazione e non vidi mai una lira dalle vendite. Quando il Ministero dell’Ambiente acquistò 1000 copie di Frascatole, ritenendolo un libro che andava distribuito ai vari ristoranti di mare italiani, 20 mila euro furono versati dal Ministero sul conto dell’editore, ma ne io ne lui potemmo usufruire di un sol euro perché essendo il conto fortemente in rosso la Banca trattenne tutto. Questo non significa che Salvatore fosse un imbroglione: era solo un disperato, perseguitato da problemi economici per i quali non era tagliato.

    Al di là di questi problemi, per così dire tecnici, era una persona meravigliosa, ironica, piena di humour, intelligente,informata, innamorata di Trapani , ricca di inventiva e di idee innovative. Quando nel 2006 mi sono ammalata di leucemia Salvatore mi è stato vicino come un fratello : ogni mese mi accompagnava con la sua macchina sgangherata all’ospedale Cervello per la chemioterapia. Al ritorno io ero distrutta ma lui trovava sempre qualcosa di divertente da raccontarmi per tirarmi su il morale. Credo di essere guarita anche grazie a lui .In quello stesso periodo pubblicò i PIZZINI. Era fiero di quel lavoro nel quale era riuscito a mettere insieme i casi più emblematici di resistenza civile alla mafia. Ero felice per lui. Ma non ero “SCANNALIATA” come si dice in dialetto ed ho continuato a fargli stampare altri miei lavori :ormai non volevo fare più soldi coi libri ma solo togliermi il capriccio di vedere stampate le mie elucubrazioni!

    Ero a Rodi nel 2013 e li mi raggiunse la tragica telefonata di Giacomo Pilati che mi informava della sua dolorosa morte.Non una morte normale, ma improvvisa, in solitudine, con quel suo esile corpo abbandonato a sé stesso e alla sua sofferenza. Si sarebbe potuto salvare?Non lo so ma forse ha scelto una morte a lui congeniale, teatrale, difficile come difficile è stata tutta la sua vita. Una morte strana, dolorosa fino all’ultimo, impietosa e ingiusta come ingiusta è stata la sua vita persino sul fronte degli affetti, una vita che gli ha regalato una serie di difficoltà materiali per le quali non era tagliato, lui che forse era solo spirito e per questo gli abiti gli penzolavano da tutte le parti. Che Trapani ricordi questo suo figlio, non sufficientemente apprezzato in vita, sostenitore di cultura in tempi in cui essa veniva ignorata ,è cosa buona e giusta




  • Trapani
    Quel “gigante” di Salvatore “Licchia” Coppola
    Trapani ricorda l’editore dei “pizzini” contro la mafia. Una memoria da custodire e diffondere
    Rino Giacalone9 Febbraio 2025 - Attualità



  • Quel "gigante" di Salvatore "Licchia" Coppola Attualità

    Trapani – Caro Licchia non sei stato dimenticato. E difficilmente lo sarai. Dodici anni sono trascorsi dalla sua prematura scomparsa, ma la “ciurma” d’autori e di amici di Salvatore Coppola è pronta a rimettersi in viaggio. Facendo memoria dell’eredità letteraria che ha lasciato l’indimenticato Licchia.

    Gli organizzatori

    A organizzare la ripartenza è stata l’associazione “Vivere Erice” con la sua presidente Mariza D’Anna , in collaborazione con l’enoteca “Ostinati” di Trapani, e la “Libreria del Corso”, ma anche il gruppo degli amici, lo scrittore e giornalista Giacomo Pilati, lo chef Pino Maggiore, l’editore Crispino Di Girolamo e tanti altri. Sul loro impegno l’impronta lasciata da Licchia che sicuramente si sarebbe schernito dinanzi a tale affermazione, ma noi lo conoscevamo bene e sappiamo che sarebbe stato così e sarebbe stato difficile convincerlo del contrario.

    La passione per le lettere

    La passione per le lettere e per diffondere la cultura della legalità. E lo ha fatto in un periodo buio della città, quando per il sistema illegale veniva fatto passare per qualcosa di legale, e la legalità veniva rappresentata come qualcosa di illegale. Artefice del male un sistema fatto di professionisti, baroni, mafiosi, massoni e politici collusi e corrotti. Coltivati spesso da una informazione malata. Qualcuno ha pagato in termini giudiziari, altri sono rimasti indenni. E oggi Licchia sarebbe sicuramente in prima fila , a spingere chi sostiene che mafia e malaffare non hanno ancora alzato bandiera bianca. Salvatore Coppola è quello che manca in questo territorio, con il suo essere editore “sui generis”, capace nel contribuire a diffondere la cultura e la libertà di pensiero.

    La biografia di Licchia

    L’associazione “Vivere Erice” ha saputo dare sostanza alla biografia di Salvatore Coppola: animatore culturale instancabile dal 1984 fino alla sua scomparsa, ha contributo anche a diffondere il valore della legalità con la pubblicazione dei “pizzini” nati dopo la cattura del boss mafioso Bernardo Provenzano per dare voce alle vittime di mafia come Michele Costa, Pina Maisano Grassi, Giangiacomo Ciaccio Montalto, Giuseppe Montalto e tanti altri. Quaranta block notes che hanno divulgato in giro per l’Italia i valori dell’antimafia. La Coppola editore dopo la sua morte, nel 2016 è stata rilevata da Rosario E. La Rossa e M. Stornaiuolo e trasferita da Trapani a Scampia.

    Il percorso umano e professionale di Licchia

    Con grande emozione e attenzione delle tante persone presenti, tra cui giornalisti e scrittori, è stato ricordato il percorso umano e professionale di Licchia e l’amministrazione comunale (con l’assessore Enzo Abbruscato) si è impegnata ad intitolare uno slargo nel quartiere Sant’Alberto. Inoltre l’editore Crispino di Girolamo ha donato al pubblico intervenuto il libro autobiografico di Coppola “Il postino” che racconta in forma romanzata la storia tribolata della sua vita e ha lanciato l’idea di intitolare un premio letterario a Coppola e di ricordarlo insieme con tanti altri trapanesi che hanno contributo al rilancio culturale della città – come lo storico Salvatore Costanza – in una collana intitolata “I Trapanesi”. Molti sono stati i ricordi personali e professionali di un uomo timido ma non fragile, determinato e sincero che ha pubblicato opere di scrittori come Ignazio Apolloni, Augusto Cavadi, Rocco Fodale, Daniela Gambino e tanti altri e che sarà ricordato anche da Libera durante la XXX Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia che si terrà Trapani nel mese di marzo.

    Il ricordo

    “Abbiamo ricordato un uomo e un editore che questa città ha dimenticato troppo presto – ha affermato Mariza D’Anna – E lo abbiamo fatto non solo per custodirne la memoria ma per rammentare e ravvivare il suo impegno a favore della cultura e della lotta alla mafia in tempi ancora più difficili di questi. Non per retorica ma perché il suo esempio possa arrivare nelle scuole e tra i giovani. Come Associazione stiamo pensando di organizzare altre iniziative da proporre nel corso dell’anno





  • Conosciamo Veramente Via Catito a Trapani?
    Un angolo nascosto di Trapani tra storia, tradizione e una bellezza tutta da riscoprire.
    Redazione7 Febbraio 2025 - Turismo



  • quartieri storici di Trapani Turismo

    La Via Catito, nel cuore del centro storico di Trapani, è una strada che porta con sé il fascino della storia e delle tradizioni locali. Spesso etichettata erroneamente come una zona poco raccomandabile, in realtà rappresenta una delle aree più autentiche della città, dove ancora oggi si respira l’anima popolare e marinara che ha caratterizzato Trapani per secoli.

    Un Quartiere dalla Storia Profonda

    Il nome Catito potrebbe derivare dal dialetto trapanese e indicare un luogo raccolto, nascosto tra i vicoli stretti del centro storico. Nei secoli passati, questa zona è stata abitata principalmente da pescatori, artigiani e commercianti che operavano nel vicino porto, uno dei più strategici del Mediterraneo.

    Durante la dominazione spagnola, Trapani divenne un importante snodo commerciale, grazie alla lavorazione del sale, alla pesca del tonno e alla preziosa arte del corallo. Via Catito, con i suoi cortili interni e le piccole botteghe, era un punto nevralgico della vita cittadina, un crocevia di culture e mestieri.

    Nel dialetto trapanese, il termine catitaro veniva comunemente usato per indicare una persona che parla a voce alta o in modo insistente.ndr

    La Riscoperta di un Luogo Autentico

    Negli ultimi anni, questa zona sta vivendo una vera e propria rivalutazione. Sempre più cittadini e visitatori stanno riscoprendo il fascino delle sue viuzze, i dettagli architettonici nascosti e la vita di quartiere che ancora resiste.

    Oggi, grazie a progetti di riqualificazione e all’interesse di realtà locali, Via Catito sta ritrovando il suo ruolo di cuore pulsante della Trapani più autentica. Nei paraggi Ristoranti, piccole attività artigianali e iniziative culturali stanno riportando alla luce la bellezza e la storia di questo angolo della città.

    Un Viaggio nel Tempo a Trapani

    Passeggiare per Via Catito significa fare un tuffo nel passato, tra storie di pescatori, tradizioni secolari e la tipica accoglienza siciliana. Questo quartiere rappresenta un legame indissolubile con la vera essenza di Trapani, lontano dagli stereotipi e ricco di fascino per chi sa apprezzare la storia che vive tra le sue mura.

    E voi cosa potete raccontarci di quelle strette e caratteristiche viuzze?

    Forse è arrivato il momento di riscoprire Via Catito per quello che è davvero: non solo un semplice vicolo del centro storico, ma un pezzo di storia che merita di essere valorizzato e raccontato.




  • Catania
    Festa di Sant’Agata 2025: Tradizione, Fede e Cultura a Catania
    Perché Visitare la Festa di Sant'Agata 2025 a Catania?
    Redazione4 Febbraio 2025 - Attualità



  • festa di sant'agata a catania Attualità

    La Festa di Sant’Agata 2025 trasforma Catania in un palcoscenico di fede, cultura e tradizione. Questo evento religioso e popolare, tra i più importanti d’Italia, richiama ogni anno migliaia di devoti e turisti, rendendo la città un centro vibrante di spiritualità e folclore.

    Il Corteo delle Candelore e l’Uscita delle Carrozze del Senato

    Il 3 febbraio 2025 ha segnato l’inizio della festa con il corteo delle Candelore, le tradizionali macchine votive che illuminano il percorso tra i mercati storici e i palazzi istituzionali di Catania. Quest’anno, le Carrozze del Senato hanno avuto un tragitto diverso a causa dei lavori di restauro di Palazzo degli Elefanti, partendo da via Merletta. Il sindaco Trantino ha scelto di lasciare spazio agli studenti, che hanno documentato la celebrazione con video e contenuti digitali. La giornata si è conclusa in Piazza Duomo con il coro “Fanciulli di Agata” e uno spettacolare show pirotecnico.

    Il Giro Esterno e la Processione delle Reliquie di Sant’Agata

    Il momento più atteso è stato il 4 febbraio, con l’uscita del busto reliquiario di Sant’Agata dalla cappella della Cattedrale. L’apertura del sacello, che custodisce le reliquie, richiede tre chiavi conservate dal tesoriere, dal cerimoniere e dal priore del capitolo. Alle ore 6, dopo la solenne Messa dell’Aurora, il fercolo d’argento, ornato di velluto rosso, ha iniziato il tradizionale “giro esterno”.

    Durante la processione, il corteo ha attraversato luoghi storici legati alla vita della Santa, tra cui la marina, dove un tempo le sue reliquie furono trasportate a Costantinopoli, e la Colonna della Peste, simbolo del miracolo del 1743. Ogni anno questo evento rinnova la fede dei catanesi e attira turisti da tutto il mondo.

    Perché la Festa di Sant’Agata è un’Esperienza Unica

    La Festa di Sant’Agata non è solo un evento religioso, ma anche un simbolo identitario per Catania e la Sicilia. Le sue tradizioni secolari, la partecipazione appassionata dei cittadini e il forte richiamo turistico la rendono una delle celebrazioni più significative d’Europa.

    Se vuoi vivere un’esperienza autentica e scoprire la magia di Catania, la Festa di Sant’Agata 2025 è un appuntamento imperdibile.

     




  • Trapani
    Lavori al padiglione liberty della Villa Margherita di Trapani
    Si sta recuperando il patrimonio artistico e culturale chiuso e in disuso da anni
    Redazione3 Febbraio 2025 - Politica



  • Politica

    Trapani – Procedono speditamente i lavori per il recupero e la valorizzazione del giardino e del padiglione liberty all’interno della villa Margherita. Si sono recati oggi per un sopralluogo l’assessore alla cultura Rosalia insieme con il RUP architetto Nino Alestra e ai tecnici per verificare lo stato di avanzamento dei lavori che si concluderanno nei prossimi mesi.

    “Come da programma di governo” – dichiarano il Sindaco Giacomo Tranchida e l’assessore alla Cultura Rosalia D’Ali – “stiamo recuperando il patrimonio artistico e culturale chiuso e in disuso da anni. Stiamo lavorando per inserire questo manufatto nell’ambito del teatro Di Stefano nonché per attività culturali diverse“. E poi proseguono: “Grazie ad un finanziamento PNRR che abbiamo conquistato nella passata legislatura sul progetto preliminare gentilmente offertoci dalla fondazione dell’ordine degli architetti di Trapani, anche questo piccolo edificio con il giardino retrostante, un tempo sede di una scuola materna, riprenderà vita“. L’edificio è già in parte restaurato, recuperando l’interno e i pregevoli fregi della facciata, mancano solo il completamento degli infissi e illuminazione.

    Si passerà quindi al recupero dello spazio antistante e del piccolo giardino attiguo con l’eliminazione della sgradevole recinzione in ferro e il recupero delle piante storiche.




  • Trapani
    Domenica a Trapani: Cibo, Passione e Pallacanestro!
    Alla scoperta del pranzo domenicale trapanese tra tradizione, gusto e sport!
    Redazione2 Febbraio 2025 - Basket



  • Justin Robinson e amar alibegovic Trapanishark Basket

    Domenica a Trapani: Cibo, Passione e Pallacanestro!

    Era una normale domenica a Trapani, e come ogni domenica che si rispetti, il pranzo era una cosa seria. Attorno al grande tavolo della casa di famiglia erano seduti tutti: il papà, il nonno, la mamma che aveva appena finito di impiattare, la vicina di casa, amica da sempre, e naturalmente Peppino, il più piccolo della famiglia, che dal fondo della tavolata alzò la voce con la sua solita curiosità:

    “Stasera cosa si mangia? E soprattutto, dove vediamo la partita?”

    Era una domanda retorica, quasi un rito. A Trapani, il cibo non è solo nutrimento: è cultura, è identità, è passione. Non si cucina per necessità, ma per amore, e ogni piatto racconta una storia lunga secoli. E se c’è qualcosa che può competere con la cucina trapanese, è solo la pallacanestro. Perché questa sera c’è Trento-Trapani, e non si può perdere.

    Il nonno sorrise e posò la forchetta. “Picciutteddu mio, a Trapani si mangia sempre bene, ma oggi tua madre ha fatto la pasta cu l’agghia e u maccu. Non è solo un primo piatto, è un manifesto d’intenti! E se la squadra gioca con la stessa determinazione con cui tua madre cucina, allora c’è l’ha giochiamo,  sicuro!

    La vicina ridacchiò. “E guai a dire che il pesto trapanese non è il migliore al mondo! Se lo fai, rischi di essere bandito dalla città per direttissima! E guai pure a dire che il Trapani Basket non ha cuore, perché noi si lotta sempre!”

    Peppino, con gli occhi spalancati, affondò la forchetta nella pasta e il profumo del basilico, delle mandorle e dell’aglio gli riempì le narici. “Mamma mia, sembra un’opera d’arte!”

    La mamma sorrise soddisfatta. “E questo è solo l’inizio! Dopo ci sono le sarde a beccafico e le busiate con il ragù di tonno. E per chi ha ancora spazio, un po’ di cassatelle di ricotta.”

    Il papà si schiarì la voce. “E per chi ha ancora fame di vittorie, alle 18 e 15 tutti incollati alla TV!”

    Peppino si portò la mano al cuore. “Qui a Trapani non si mangia per sopravvivere, si mangia per vivere davvero! E si tifa sempre col cuore!”

    Il nonno annuì solenne. “E ricordati, picciutteddu: il cibo a Trapani non è solo roba da mangiare. Qui, a tavola, si parla, si ride, si discute, si raccontano le storie di famiglia. Il cibo è la nostra memoria e il nostro futuro. E il basket? È la nostra passione.”

    Fu allora che la vicina, con un gesto teatrale, alzò il bicchiere. “E ora, buon appetito a tutti, professionisti della forchetta e del tifo!”

    E così, tra una risata, un boccone e l’attesa della partita, la domenica trapanese scorreva come sempre: lenta, gustosa e piena di emozioni, proprio come una partita punto a punto. Forza Trapani!




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    Domenico Li Muli: Il Custode della Memoria e dell’Arte di Trapani
    Trapani, il Respiro del Mare e il Sussurro della Storia
    Redazione1 Febbraio 2025 - Altre Notizie



  • Domenico Li Muli: Il Custode della Memoria e dell’Arte di Trapani Altre Notizie

    Domenico Li Muli: Il Custode della Memoria e dell’Arte di Trapani

    Ci sono uomini che non si limitano a vivere il proprio tempo, ma lo plasmano, lo raccontano e lo custodiscono affinché le generazioni future possano attraversarlo ancora, con lo stupore di chi scopre un tesoro nascosto. Domenico Li Muli è uno di questi uomini: un visionario, un artista, un custode della storia di Trapani.

    L’Anima di Trapani nelle Sue Mani

    Trapani è una città fatta di vento e sale, di onde che raccontano storie antiche e di vicoli che sussurrano memorie lontane. Li Muli ha saputo ascoltarle, fermarle, trasformarle in arte. Le sue opere non sono semplici creazioni, ma ponti tra passato e presente, tra materia e spirito. Con la sua sensibilità artistica, ha dato forma ai sogni, ha donato voce a chi non ne aveva, ha reso eterno ciò che il tempo minacciava di cancellare.

    Un Viaggio tra Storia e Bellezza

    Ogni gesto di Domenico Li Muli è un atto d’amore verso la sua terra. Ogni tratto, ogni segno, ogni colore nelle sue opere trasmette la passione di chi non vuole solo rappresentare la realtà, ma desidera farla rivivere, ridarle un’anima. Le sue creazioni evocano il fascino della Sicilia antica e la modernità di uno sguardo capace di attraversare epoche, senza perdere il legame con le radici.

    Il Custode della Memoria

    C’è un filo sottile che unisce il suo lavoro di artista e di ricercatore: la memoria. Trapani è una città che ha visto passare popoli, culture, leggende. Li Muli si è fatto carico di questa eredità, riportandola alla luce attraverso le sue opere e il suo instancabile impegno nel preservare e diffondere la storia trapanese. Nei suoi racconti e nelle sue creazioni, il passato diventa presente, l’oblio si trasforma in ricordo, la storia in emozione.

    Un Sogno che Continua

    Domenico Li Muli è  un narratore dell’anima di Trapani. Con la sua arte e la sua dedizione, ha costruito un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che è stato e ciò che sarà. Il suo sogno continua a vivere nelle pietre della città, nel suono del mare, nelle opere che portano il suo nome, nei cuori di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di ammirare il suo lavoro.

    E così, Trapani continuerà a raccontarsi attraverso le sue mani, attraverso il tempo, sospesa tra storia e poesia.

    Domenico Li Muli ha prodotto una vasta gamma di opere che spaziano tra pittura, scultura, e ceramica, con un forte legame alla tradizione siciliana, ma anche un’apertura verso il contemporaneo. Alcuni dei suoi lavori più significativi includono:

    1. Pitture e affreschi: Li Muli ha realizzato numerosi dipinti, in cui spesso esplora temi legati alla vita siciliana, alla religione e alla mitologia. Le sue opere più iconiche sono caratterizzate dall’uso di colori intensi, come il rosso e l’oro, che evocano la passione e la luce tipiche del paesaggio siciliano.
    2. Ceramiche: L’artista è anche noto per il suo lavoro con la ceramica. Le sue sculture in ceramica sono ricche di simbolismi e presentano forme stilizzate, ma al contempo, eleganti e raffinate, che richiamano le tradizioni artigianali siciliane.
    3. Sculture e installazioni: Li Muli ha esplorato anche il mondo delle sculture in metallo, legno e materiali naturali. Le sue installazioni spesso trattano temi legati alla storia e all’identità siciliana, con un forte richiamo alla tradizione e al paesaggio della sua terra natale.
    4. Progetti monumentali e site-specific: Alcuni dei suoi lavori sono stati realizzati come interventi monumentali, che si integrano con il paesaggio siciliano, arricchendo la visione contemporanea della cultura locale.




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    Logo colorato "SICILIA" con simboli naturali (sole, mare, fuoco, foglie, arancia) su sfondo della cupola barocca della Chiesa del Purgatorio a Trapani, con vista sul mare.
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    Modellino aereo Ryanair con bicchiere di alcol, simbolo di divieto e multa da 500 euro su sfondo neutro.
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    Accessori da viaggio su mappa: fotocamera Nikon, taccuino Field Notes, zaino arancione, matita e cartine geografiche per la pianificazione di un itinerario.
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    Due viaggiatrici depositano le valigie in una struttura Bounce a Catania, sorridendo e consegnando i bagagli etichettati in sicurezza.
    Trapani Oggi
    Tastierino numerico per self check-in con chiavi di casa vacanze appese a un portachiavi a forma di casetta
    Redazione
    Controllo dimensioni bagaglio a mano Ryanair con trolley e borsa inseriti nel misuratore ufficiale
    Redazione
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